Introduzione

Ai fratelli e alle sorelle che ci hanno seguito e ci seguono: “ Grazia e pace a voi da Dio nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo”.

Il saluto dell’apostolo Paolo che da secoli alto e forte risuona in tutte le chiese, che invocano il nome del Signore, non superabile e mai superato  nella sua forma e nel suo significato, anche oggi doni a noi la forza per precedere con franchezza in un cammino di fede sempre più insidiato dall’opera del Maligno, che vuole separarci dall’amore di Cristo e dalla comunione fraterna.

Vi è un solo Dio, una sola fede, un solo Salvatore a noi mandato dal cielo, per riconciliarci con l’eterno nostro Padre. E sarebbero certo parole vane e vuote se dal cielo stesso non ci venisse quella grazia che unicamente può dare pace e serenità ai nostri cuori, facendoci crescere di conoscenza in conoscenza fino alla statura dell’uomo perfetto, reso capace di vedere Dio. Se un tempo si diceva: “Non c’è salvezza fuori dalla Chiesa”; oggi più che mai c’è bisogno di luce ed intelligenza divine per un rapporto in verità ed in carità con qualsiasi istituzione che si dica o voglia essere la Chiesa di Cristo: una, universale ed indivisibile. È  cieca ostinazione voler difendere ad oltranza la propria appartenenza di fede cristiana, ad esclusione di ogni altra, senza piena consapevolezza che un errore, ormai inveterato in menti e cuori, ci sta portando alla Babele più grande, l’uno contro l’altro armati, divisi fra noi, ma prima ancora in noi stessi, perché non radicati in quell’unità, così fortemente invocata e richiesta dal Cristo, perché il mondo tutto creda nel Salvatore mandato dal cielo. “Non prego soltanto per questi, ma anche per i credenti in me per la loro parola, affinché tutti siano uno come tu, Padre in me e io in te, perché anch’essi in noi siano, affinché il mondo creda che tu me hai mandato.” ( Gv. 17, 20-21 )

La Chiesa è da tempo ridotta a una pura e semplice espressione geografica, dove cattolici, ortodossi, protestanti non cercano Colui che unisce , ma ciò che divide. E questo non si deve dire delle sole chiese istituzionali. Ogni chiesa locale, gruppo, movimento cerca la propria unità e diversità non in Colui che è l’unicamente diverso, ma in ciò che è  prodotto dell’uomo, non per esaltare Dio, ma per esaltare chi si fa come Dio: maestri, figure carismatiche, prelati, pastori, preti, accreditati da istituzioni che si autofondano in verità, ma non sono benedetti da Colui che unicamente è verità. Movimenti e gruppi che animano la Chiesa o le chiese non sono un segno di vita, ma di morte, non creano comunione, ma divisione di cuori e di menti, portano allo scoraggiamento e all’abbandono di qualsiasi fondata tradizione. La cristianità, intesa come gruppo di potere che si afferma nel mondo con la benedizione divina, sta ormai crollando. Con buona pace di coloro che dormono ancora sugli allori di un falso passato in cui Cristo vince, regna, impera, la Chiesa si va sfasciando sotto gli occhi di tutti, senza che alcuno possa porre rimedio. E non è una maledizione dal cielo, ma una benedizione, che va accolta come segno,  perché tutta l’umanità possa fondare le proprie certezze in Cristo, non sul costrutto degli uomini, ma su un eterno disegno stabilito da Dio. C’è chi guarda ad un futuro completamente avulso e staccato dalla Tradizione, come se Dio mai avesse parlato e fatto conoscere se stesso; c’è chi vorrebbe il ritorno ad un passato non molto lontano in cui l’uomo ha creato a se stesso certezze non fondate nella Rivelazione e non benedette dal Signore.

Se ci deve essere una battuta d’arresto ed un dietro front non è per un ritorno nostalgico ai tempi bui di una Chiesa  non più in lotta contro lo spirito del mondo, ma per una nuova evangelizzazione, che è ritorno alla Parola di Dio, così come data e tramandata dalla Chiesa delle origini.

La fede viene dall’ascolto e l’ascolto dalla parola di Dio. Non  una qualsiasi parola divina, ma quella che è accreditata come tale da coloro che furono diretti testimoni di ciò che Gesù operò e disse nel tempo della sua dimora terrena. Non troveremo in noi la grazia e la pace di Cristo, se non cercando, approfondendo, riportando in vita le radici della nostra fede. Non possiamo credere in un futuro migliore se non c’è ritorno a quel passato in cui il mondo tutto ha conosciuto la luce dell’annuncio di salvezza unicamente accreditato e fatto proprio da Cristo. “Chi ascolta voi ascolta me”. E’ detto dei Dodici ed è detto di coloro che prendono il  posto degli apostoli, a condizione che siano obbedienti al Cristo e alla sua Parola.  Ancor di più si deve dire dell’insegnamento e della guida di Pietro: sin dall’inizio appaiono sub condicione. “ Simone, Simone, ecco Satana ha richiesto voi per setacciarvi come il grano. Ma io ho pregato per te affinché non venga meno la tua fede e tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli” ( Gv. 22,31-32 ).

E’ con questa certezza che Paolo richiama lo stesso Pietro, ed è per la medesima certezza che Pietro, accetta umilmente un giusto rimprovero dall’ultimo degli apostoli, da colui che neppure aveva conosciuto Cristo di persona. “Quando però venne Cefa ad Antiochia, in faccia a lui, mi opposi, perché era biasimevole… “ ( Galati 2, 11-21 ).

Non sono degni di ascolto coloro che vantano un’autorità che non è giustificata unicamente dall’obbedienza all’unico Signore. “Io ascolto questo, io ascolto quello”: c’è chi segue il papa, chi la discendenza di Lutero, chi le complesse ramificazioni di questa o quella chiesa, non escluse quelle più ortodosse che vantano lontane radici. Nessuna meraviglia! La Chiesa sin dall’inizio, come istituzione terrena, appare realtà divisa. Basta leggere quanto scrive Paolo nella lettera ai Corinti.

“Esorto poi voi fratelli, per il nome del nostro Signore Gesù Cristo, affinché la stessa cosa diciate tutti e non ci siano tra voi divisioni; siate invece tendenti alla perfezione, nello stesso pensiero  e nello stesso parere. Fu fatto sapere infatti a me riguardo a voi, fratelli miei, da quelli di Cloe  che ci sono tra voi contese. Dico poi questo perché ciascuno di voi dice: Io però sono di Paolo ; io di Apollo; io invece di Cefa; io invece di Cristo. È stato diviso il Cristo… ( 1 Cor. 10-14 ).

Ciò che scoraggia gli spiriti velleitari, che vorrebbero avere in forma perfetta tutto e subito, è incitamento a ben operare nella perseveranza per coloro che cercano innanzitutto una approvazione e una conferma che viene dal cielo. Nessuna coscienza di verità può venirci dall’uomo, perché soltanto lo Spirito Santo attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.

È certamente volontà di Dio che si abbia anche su questa terra, un solo gregge e un solo pastore. Non è qualcosa di dato e di garantito in qualsiasi caso, indipendentemente dal nostro impegno nella fede. Ciò che è garantito fino alla fine dei tempi nella Chiesa è la presenza di Cristo , non l’infallibilità di coloro che ne sono  a capo. Satana porta avanti la sua lotta contro la comunità dei chiamati, dentro e fuori ogni recinto di protezione. Non riuscirà mai a sfondare le porte della Chiesa, per farne irruzione con tutti i  suoi figli al punto da buttare fuori Cristo. Se brutta può apparire la Chiesa, bella è il suo sposo. E la sposa non cesserà mai di lodare e fare grande la bellezza di Cristo.

Coloro che cercano il Salvatore sempre e ovunque lo troveranno nella sua Chiesa, ma dovranno avere spirito di discernimento e quella luce che il Signore dona ai suoi, perché non camminino seguendo l’inganno e l’errore. Gregge diviso e disubbidiente può essere la Chiesa, pastore unico e diverso è  il Cristo. E con ciò la nostra mente è  e il nostro cuore sono già rivolti ed incamminati verso quella Gerusalemme celeste, che abbraccia uomini di ogni tribù, popolo e lingua.

“ Dopo queste cose vidi, ed ecco una folla grande, che nessuno poteva essa contare, da ogni gente, e tribù, popolo e lingua stanti di fronte al trono e di fronte all’Agnello avvolti di stole bianche e palme nelle loro mani e gridano con voce grande dicendo : La salvezza al nostro Dio, al sedente sul trono e all’Agnello … ( Apoc. 7, 9- 10 ).

Questa è l’unica, vera eterna Chiesa, verso la quale devono tendono i cuori di coloro che hanno fatto, fanno, faranno la volontà di Dio nell’ascolto della sua Parola. Una parola che nel tempo ha assunto forme e toni diversi. Sempre presente e sempre data ai figli di Adamo fin da Caino ed Abele, ha raggiunto la sua massima espressione e potenza nel tempo della incarnazione del Figlio, in quella che è detta Rivelazione. Chi vive nei tempi ultimi non può più fare semplicemente ritorno a quel rapporto con il Creatore, che segue le vie della coscienza, nell’ascolto della voce del Dio nascosto. Cristo è venuto, il Salvatore è disceso dal cielo, ha preso carne nel grembo della Vergine Maria, ha operato e detto in questo mondo. Si è scelto testimoni a lui vicini e da lui accreditati per l’annuncio del Vangelo, la buona notizia che esclusivamente viene dal cielo, una parola che è al di sopra di ogni parola, che non si può rigettare, pena la dannazione eterna. Abbiamo detto in poche parole e forse male, ma inutile tirarla per le lunghe. Prima di guardare alla situazione attuale e pensare a quello che verrà dopo , dobbiamo guardare conoscere e sapere quello che è venuto prima. Non c’è altra via di correzione e di consolazione. Si deve conoscere e comprendere come nasce e si accresce la comunità degli eletti in Cristo.

L’ignoranza non paga. Non sono cose di altri tempi, sono cose di tutti i tempi : dei nostri innanzitutto, macchiati ed offuscati da secoli di errori e di inganni. Dobbiamo tornare a quello spirito che sin dall’inizio anima la prima comunità dei fedeli.

“ Il Signore veramente è risuscitato ed è apparso a Pietro” ( Luca 24, 34 ) Questo è il primo annuncio della vera fede in Cristo. È di coloro che hanno toccato con le proprie mani e visto con i propri occhi. Cosa propriamente! Una dottrina, un insegnamento diverso, un costrutto teologico ben definito e delineato? Questa è opera di altri tempi e di altre persone. La scintilla che dà fuoco all’incendio divino non è qualcosa, ma qualcuno. Non è un morto, ma un vivo: meglio un morto risuscitato tra i vivi. È la diversità che unica può rendere diversa la nostra vita. Non è il Dio dei morti , ma dei viventi. E fatto sorprendente e meraviglioso questa presenza è verificata e verificabile in noi già nell’oggi della nostra vita. A questo si deve ritornare, questi bisogna ricercare. Colui che ha diffuso il suo spirito nei nostri cuori, che ci ha attratti a sé non per i meriti nostri, ma per un amore infinito di divina esclusività, è tra noi e dentro di noi. La nostra vita non può più essere come prima: non siamo più soli, in mezzo a noi e con noi c’è il Salvatore. Lui dobbiamo conoscere, Lui dobbiamo volere e cercare, come il fondamento e il fine della nostra esistenza, la pienezza di ogni vera beatitudine, come la perla preziosa di fronte alla quale tutto il resto non vale nulla. A questo punto una pausa si impone per una riflessione. I nostri cuori e la nostra mente desiderano veramente Colui che unicamente è verità, conforme a quanto già chiesto dal primo e più grande comandamento: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze? Perché tante divisioni, incomprensioni, lotte tra cristiano e cristiano, sempre e dappertutto fin nei santi rapporti della famiglia?

Per cosa si lotta? Per essere primi in una testimonianza di vita, esempio ed incoraggiamento per i fratelli, per fare grande colui che unicamente è grande, o per fare grandi noi stessi? La creatura non può porsi ed imporsi come Creatore, se non seguendo le vie della menzogna e dell’inganno.  Il Cristo, il Figlio di Dio, il vivente tra noi, lungi dall’essere cercato ed amato come l’unico bene, viene ridotto ad uno dei tanti, uno come noi: certo il migliore, il più grande, il più illuminato, ma non  il Dio che è morto e resuscito  perché tutti abbiano vita eterna.

I primi cristiani non erano propriamente dei teologi, dotti e sapienti. Partivano da zero: non dal nulla, ma da quel tutto che è ricerca e ascolto del Dio vivente che è tra noi. Se non c’è questo, tutto il resto può essere inganno e tradimento del Cristo. Perché tante divisioni, contrasti ed amarezze tra cristiani? Perché facciamo a gara nell’obbedienza a Cristo o perché cerchiamo in questo mondo l’affermazione del nostro io?

Attenzione ai costrutti teologici nell’approfondimento delle verità di fede! Se non c’è una esistenza per Cristo e Cristo solo, altro non facciamo che cementare vecchie divisioni e crearne di nuove. Polemica deve essere la nostra vita, non innanzitutto la nostra dottrina.

La verità dottrinale ha sicuramente un suo peso e una sua importanza, per non cadere in una fede folle ed infondata a modo della gnosi. Ma c’è modo e modo di approfondire la dottrina cristiana. La dottrina di Cristo viene dopo la fede in Cristo. I frutti di questa dissociazione ben li vediamo nella storia della Chiesa o delle chiese come si voglia dire. Perché tanta intolleranza, violenza, spirito di divisione?

Perché abbiamo lo Spirito di Dio o perché abbiamo lo spirito del Maligno?

Perché si vuol sempre più approfondire, comprendere, chiarire? Per essere uno in Cristo o per essere sempre più divisi nei nostri pensieri, fino alla violenza fisica e alla soppressione di ogni altro? Cos’è la storia della Chiesa, quella almeno più conosciuta? Storia di coloro che hanno fatto la volontà di Dio, o storia di coloro che si sono fatti Dio o che altri hanno fatto Dio, a proprio uso e consumo?

La nostra fede poggia su alcuni misteri che sono il fondamento del vero e retto comprendere. Ben lo hanno compreso i primi cristiani e si sono impegnati in un dialogo interno per arrivare ad un unico credo. Ma non bisogna andare oltre, aggiungere novità all’unica novità, in un processo continuo che è disgregazione e dissoluzione di ogni unità della Chiesa. Troppi dogmi creano divisioni a non finire. Troppe perché si possa parlare di unità della Chiesa. Se la fede è fatta di misteri, non si può pretendere di spiegare ciò che va oltre l’intelligenza umana. Si finisce con il diventare ridicoli, ai pochi o ai molti. Ciò che è avvolto nel mistero non va annunciato se non nei termini e nella forma della Parola rivelata.

Quando si va oltre, si può anche andare fuori. Oltre ciò che è detto in maniera chiara ed indiscutibile c’è anche quello che la Scrittura dice in maniera velata e che può essere diversamente inteso. Non a livello di verità ma di opinione personale. Come tale va comunicato , senza alcuna volontà di prevaricazione rispetto a quella luce che nella Chiesa è data ai molti, riuniti in santa assemblea. Chi sono gli eretici? Non quelli che entro certi limiti hanno idee diverse, ma quelli che innalzano le proprie convinzioni a verità, e vogliono con ciò distruggere la Chiesa storicamente data, per fondarne un’altra: la propria. Il vero eretico è intollerante. Ama se stesso, non la Chiesa. Non sa tacere quando è bene tacere. Anche se si è convinti di verità, bisogna guardarsi dal creare divisioni inopportune nel corpo di Cristo. La verità tutta intera appartiene alla Chiesa tutta intera. Non può essere monopolio esclusivo di questa o quella comunità.

E bisogna pur dire che Cristo è innanzitutto trovato in tutte le Chiese, a partire da quella che ci ha annunciato il Vangelo e ci ha battezzato. Chi non ama la chiesa a partire dalla propria, non troverà mai l’unica vera Chiesa, che è in comunione con la Gerusalemme celeste e con l’unico vero capo che è Cristo. Tutti coloro che sono stati catturati nelle maglie dell’annuncio evangelico si possono dire cristiani. Non importa come? L’importante è che l’annuncio sia arrivato ed abbia fatto una prima cattura e distinzione fra chi è fuori e chi è dentro nella rete. “Purchè il Vangelo sia annunciato” diceva Paolo. Non importa anzitutto come e da chi. La parola all’inizio può essere anche seminata in malo modo, l’importante è che si sappia di un Cristo risorto, di un Salvatore che è vivente in mezzo a noi. Il punto di partenza non necessariamente deve essere il punto di arrivo. L’annuncio mette in moto coloro che sono nella ricerca e nell’attesa di una salvezza che viene dal cielo. E questo ci permette anche di recuperare esperienze di gruppo e di comunità che di per sé sono settarie ed eretiche. Benché la setta non sia la vera chiesa, una ed indivisibile, può aiutarci in un cammino di fede. Ma non bisogna fermarsi a ciò che innanzitutto è dato e trovato. C’è un cammino da percorrere, una crescita ed una maturità che aprono ed allargano sempre più il nostro orizzonte spirituale, verso quella Gerusalemme celeste che è l’unica vera Chiesa. Essa abbraccia tutti coloro che sono di Cristo Gesù, in situazioni e tempi e diversi, ma nell’unico Spirito Santo.

Noi cattolici possiamo anche con convinzione affermare che la nostra chiesa è luogo privilegiato di salvezza, non per escludere le altre , ma per includerle in un unico divino amore. Non può amare la Chiesa chi innanzitutto non ama la propria chiesa. Perché nonostante tanti incontri e confronti ci troviamo sempre più divisi? La diversità di idee si afferma come divisione di cuori. Non vogliamo e non cerchiamo un rapporto assoluto con colui che è l’assoluto. Certamente non è vero amore dare ragione a tutti per un quieto vivere e per una pacifica convivenza fine a se stessa. L’amore vero conosce anche la disapprovazione ed il contrasto, ma è sempre guidato ed illuminato da una presenza viva del Cristo che parla quando è volontà del Padre, ma che sa anche tacere in obbedienza allo stesso Padre. Tante parole, tanto agire ed operare nei cristiani per una sola chiesa. E perché siamo sempre più divisi? Perché siamo divisi dal Cristo. Detto in parole semplici: non vogliamo e non facciamo la sua volontà. Operiamo per il Cristo, non ci lasciamo operare dal Cristo.

Detto questo, il più importante, viene tutto il resto. Perché la nostra consapevolezza di verità non è mai da Dio abbandonata a se stessa in uno sterile ed infruttuoso confronto del nostro io con se stesso. Il Signore ci ha dato dei punti di riferimento comuni che non possiamo mettere in discussione. Segnano il cammino della nostra fede e il nostro procedere di conoscenza in conoscenza. Innanzitutto la Parola rivelata ed i sacramenti che fanno tutt’uno con essa. È  soltanto crescendo nella luce di una parola sempre più viva, masticata, digerita, ruminata giorno per giorno, attimo per attimo che la nostra consapevolezza di Chiesa diventa sempre più vera ed approvata da Dio. Se le chiese sono  molte, la Parola di Dio è una sola. Non si approfondisce il rapporto con la propria chiesa se non si approfondisce il proprio rapporto con la Parola.

L’ignoranza non paga!

Siamo sofferenti per le divisioni, le ambiguità, i contrasti tra le varie chiese? C’è una sola via d’uscita. Deve crescere la nostra conoscenza della Parola. E non semplicemente in una lettura personale, in virtù della quale il Signore parla ad ognuno di noi, ma anche in virtù di una lettura che è quella accreditata dai molti che hanno fatto e fanno lo stesso cammino di fede. Bisogna leggere la Bibbia, certamente, ma non si deve escludere il confronto con una lettura che è stata fatta nel tempo dall’intero corpo di Cristo. Esiste una autorità che è accreditata alla meditazione del singolo, ma c’è anche un’autorità che va data e riconosciuta a coloro che più da vicino hanno ascoltato la Parola degli apostoli, non solo in senso spirituale, ma anche temporale.

Non avremo maggior luce e non daremo pace ai nostri cuori, se non riconsiderando quanto  insegnato dai Padri apostolici e dai Padri della Chiesa. Quando le acque in un fiume si fanno torbide, per trovare le acque limpide bisogna andare verso la fonte. Non ne andremo fuori ascoltando le chiacchiere, le fantasticherie, i vaneggiamenti dei teologi moderni. Bisogna tornare alle fonti non ancora inquinate dell’annuncio apostolico. Leggere di più, ma anche in modo migliore e più giustificato la parola di salvezza.

Perché un sito a nome di “Cristoforo” di esegesi biblica?

Per aiutare tutti ed essere aiutati da tutti in una santa, sicura, accreditata lettura della Parola di Dio. Non è interesse di Cristoforo avere simpatizzanti e seguaci. E non importa sapere poi chi sia Cristoforo. È ,o meglio vuole essere,  semplicemente,   uno di quelli , ( tanti o pochi, non importa ) che è alla sequela di Cristo. Importa innanzitutto l’impegno di ognuno di noi per un unico scopo: conoscere Cristo e la potenza della sua risurrezione, così come dato da un rapporto pieno , responsabile, con la Parola di Dio.

Il resto verrà da solo. Verrà da solo un retto ed illuminato rapporto con le chiese, che non si presentano come la nostra. Verrà uno spirito di critica santo ed illuminato, che detesta ogni prevaricazione del fratello sul fratello e cerca l’esaltazione dell’unico Salvatore. Se ogni chiesa si presenta diversa, bisogna però dire che il Cristo rimanda l’una all’altra. Non esiste chiesa perfetta. Perfetto è solo il Cristo, che può servirsi di tutto e di tutti perché viviamo soltanto in Lui e per Lui. Conoscenza dunque degli scritti cristiani dei primi secoli, non esclusi quelli considerati eretici: lettura anche di coloro che nella Chiesa sono stati dei dissidenti e dei perseguitati. Non siamo obbligati a condividere tutto. Va però condiviso tutto ciò che è giusto e santo. Il discorso potrebbe andare ancora molto avanti. Perché nelle varie chiese, a cominciare dalla Chiesa cattolica non si deve pensare che esista un unico modo di leggere, di credere di intendere, di esprimersi. Siamo tenuti da Dio a ritenere ciò che è giusto, vero e santo, ma nessun cristiano di per sé rappresenta la Verità. La Verità nella sua unità ed integrità è soltanto Cristo, diversamente conosciuto se pur in una armonia ed unità di cuori ed intenti.

All’opera dunque…

Per una migliore conoscenza della Parola di Dio nella storia della Chiesa o delle chiese come si voglia dire.

Per una lettura più fondata della Scrittura, che si rifà innanzitutto al testo originale, tradotto ad litteram, cioè così come è stato scritto, recepito e tramandato dalla Chiesa.

Perché siamo un cuor solo ed un’anima sola, conforme alla volontà di Dio. Ognuno deve dare il proprio contributo. Questo è il nostro augurio e il nostro desiderio. Ben vengano annotazioni, critiche, smentite, suggerimenti, aggiustamenti. C’è un solo maestro ed è Cristo. Cristo che è la Parola, vuole che tutti i suoi siano impegnati in questo rapporto di conoscenza e di obbedienza all’unico, sicuro criterio di verità.

Non c’è via di uscita. Non c’è altra pace per i nostri cuori, non c’è altra fede che possa resistere agli attacchi del Satana…

 

Un fraterno abbraccio a tutti quelli che ci seguono da “Cristoforo”.

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