Atti degli Apostoli cap4

                                           Cap.4
Parlando poi essi al popolo sopraggiunsero da loro i sacerdoti e il capitano del tempio e i sadducei, 2 sdegnandosi perché insegnavano essi al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti, 3 e misero su loro le mani e li posero in prigione fino al giorno seguente; infatti era già sera. 4 Molti però di quelli che avevano ascoltato la parola credettero e divenne il numero degli uomini circa cinquemila. 5 Avvenne poi che l’indomani si raccolsero i loro capi e gli anziani e gli scribi in Gerusalemme 6 e Anna il sommo sacerdote e Caifa e Giovanni e Alessandro e quanti erano dalla stirpe sommo sacerdotale, 7 e avendo posto loro nel mezzo interrogavano: Con quale forza o in quale nome avete voi fatto questo? 8 Allora Pietro pieno di Spirito Santo disse a loro: Capi del popolo e anziani, 9 se noi oggi siamo interrogati sul beneficio di un uomo infermo per mezzo di chi costui è stato salvato, 10 sia noto a tutti voi e a tutto il popolo di Israele che nel nome di Gesù Cristo il Nazoreo che voi avete crocifisso che Dio risuscitò dai morti, per mezzo di questo costui si trova qui davanti a voi sano. 11 Questi è la pietra quella disprezzata da voi i costruttori, quella diventata testa d’angolo. 12 E non c’è in nessun altro la salvezza, né infatti c’è un altro nome sotto il cielo dato tra gli uomini in cui bisogna che noi siamo salvi. 13 vedendo poi la franchezza di Pietro e di Giovanni e avendo appreso che erano uomini illetterati ed ignoranti, si stupivano riconoscevano però loro che erano con Gesù, 14 guardando l’uomo con loro ritto guarito nulla avevano da obiettare. 15 Avendo poi ordinato ad essi di andare fuori dal sinedrio, si consultavano gli uni con gli altri 16 dicendo: Cosa facciamo a questi uomini? Poiché infatti un noto segno è avvenuto attraverso di loro a tutti gli abitanti di Gerusalemme manifesto e non possiamo negarlo; 17 ma affinché non sia divulgato di più tra il popolo minacciamoli di non parlare più in questo nome a nessuno degli uomini. 18 E avendoli chiamato comandarono assolutamente di non parlare né di insegnare nel nome di Gesù. 19 Ma Pietro e Giovanni rispondendo dissero a loro: Se è giusto davanti al Dio ascoltare voi più che Dio, giudicate. 20 non possiamo infatti noi non dire le cose che vedemmo e udimmo. 21 Essi poi minacciando ancora li liberarono, non trovando niente come punirli, a motivo del popolo, poiché tutti glorificavano Dio per l’accaduto. 22 Infatti aveva più di quaranta anni l’uomo sul quale era avvenuto questo segno della guarigione.
23 Liberati poi andarono dai loro e raccontarono le cose che dissero a loro i sommi sacerdoti e gli anziani. 24 Essi allora avendo udito unanimemente levarono la voce a Dio e dissero: Signore, tu sei colui che ha fatto il cielo e la terra e il mare e tutte le cose che sono in essi, 25 colui cha ha detto  per mezzo dello Spirito santo per bocca del padre nostro Davide tuo servo: Perché tumultuarono le genti e i popoli macchinarono cose vane? 26 Si avvicinarono i re della terra e i capi si radunarono nello stesso luogo contro il Signore e contro il suo Cristo. 27 In verità si radunarono in questa città contro il tuo santo servo Gesù che ungesti, sia Erode che Ponzio Pilato con le genti e i popoli di Israele, 28 per fare quanto la tua mano e la tua volontà prestabilì che avvenisse. 29 E per le cose di adesso, Signore, guarda alle loro minacce e da’ ai tuoi servi di dire con ogni franchezza la tua parola, 30 nello stendere tu la tua mano perché avvengano guarigioni e segni e prodigi attraverso il nome del santo tuo servo Gesù. 31 E avendo essi pregato, fu scosso il luogo in cui erano radunati, e furono riempiti tutti di Spirito santo e dicevano la parola di Dio con franchezza. 32 Il cuore e l’anima  della moltitudine dei credenti era una sola cosa  e neppure  uno dei beni che aveva qualcuno diceva che gli era proprio, ma avevano tutte le cose comuni. 33 E con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della resurrezione del Signore Gesù, e una grande grazia era su tutti loro. 34
Non c’era infatti bisognoso alcuno tra loro; infatti quanti erano possessori di terre o di case, vendendo portavano i ricavi delle cose vendute 35 e li ponevano presso i piedi degli apostoli, era poi distribuito a ciascuno a seconda che qualcuno avesse bisogno. 36 Giuseppe poi dagli apostoli detto Barnaba, che vuol dire figlio di consolazione, levita, di Cipro per stirpe, 37 avendo un campo, avendolo venduto portò il guadagno e lo pose presso i piedi degli apostoli.

 

Parlando poi essi al popolo sopraggiunsero da loro i sacerdoti e il capitano del tempio e i sadducei, 2 sdegnandosi perché insegnavano essi al popolo
Coloro che sono maestri accreditati dal potere religioso non accettano che altri insegnino al popolo.
Arrivano alla svelta appena è giunta loro notizia, non per ascoltare, ma soltanto per manifestare il loro sdegno.
Non interessa la verità, interessa tutelare la propria autorità in fatto di divino.
e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti,
Se l’annuncio è cosa da poco si può anche soprassedere, ma quando si parla di resurrezione dai morti ad opera di un giustiziato è proprio il massimo. Non è neppure il caso di chiedere spiegazioni: bisogna intervenire subito di forza.
3 e misero su loro le mani e li posero in prigione fino al giorno seguente; infatti era già sera.
Prima cosa da fare in simili situazioni è chiudere la bocca e mettere i rei al fresco. Una lezione per loro che potrebbe farli rinsavire ed un ammonimento per quelli che li hanno ascoltati
4 Molti però di quelli che avevano ascoltato la parola credettero e divenne il numero degli uomini circa cinquemila.
Quando si ricorre alla violenza per fermare l’opera di Dio si ottiene il contrario. Molti di quelli che hanno ascoltato credono alla parola ed il numero degli uomini che si pongono alla sequela aumenta: circa cinquemila, senza contare come al solito le donne e i bambini.
5 Avvenne poi che l’indomani si raccolsero i loro capi e gli anziani e gli scribi in Gerusalemme 6 e Anna il sommo sacerdote e Caifa e Giovanni e Alessandro e quanti erano dalla stirpe sommo sacerdotale, 7 e avendo posto loro nel mezzo interrogavano:
Il giorno dopo quelli che hanno autorità e potere sul popolo si raccolgono in un solo luogo; e ci sono veramente tutti, capi religiosi, anziani, scribi, sommi sacerdoti.
Nessuno può e vuole mancare all’appello. Per fare cosa? Per ascoltare l’annuncio degli apostoli? Niente affatto! Al contrario li pongono nel mezzo come coloro che sono colti in fragranza di reato e li sottopongono ad interrogatorio.
Con quale forza o in quale nome avete voi fatto questo?
Ci vuole un bel coraggio ed una bella faccia tosta per annunciare al popolo certe cose. Chi ha dato agli apostoli una simile forza ed in nome di chi?
8 Allora Pietro pieno di Spirito Santo disse a loro: Capi del popolo e anziani, 9 se noi oggi siamo interrogati sul beneficio di un uomo infermo per mezzo di chi costui è stato salvato, 10 sia noto a tutti voi e a tutto il popolo di Israele che nel nome di Gesù Cristo il Nazoreo che voi avete crocifisso che Dio risuscitò dai morti, per mezzo di questo costui si trova qui davanti a voi sano.
E’ Pietro, capo della chiesa, che risponde a nome di tutto il gruppo, pieno di Spirito Santo, in quanto giustificato e mandato dallo stesso Dio.
Il confronto non è tra uomo e uomo, ma tra uomini vuoti e uomini pieni di Spirito Santo.
E chi parla in nome dello Spirito di Dio, va subito al nodo della questione. Siamo di fronte ad un dato di fatto, ad un miracolo che non può essere opera dell’uomo. Se dunque coloro che interrogano vogliono sapere per mezzo di chi un invalido è stato salvato, è presto detto: Nel nome di Cristo Gesù che voi capi del popolo e  anziani avete crocefisso e che Dio ha resuscitato da morte, per mezzo di questo, uno zoppo si trova qui davanti a voi, fatto sano.
Coloro che sono venuti per accusare, accusino se stessi di un delitto e di una colpa molto grandi.
11 Questi è la pietra quella disprezzata da voi i costruttori, quella diventata testa d’angolo. 12 E non c’è in nessun altro la salvezza, né infatti c’è un altro nome sotto il cielo dato tra gli uomini in cui bisogna che noi siamo salvi.
Si è avverata in questo modo la Scrittura. Gesù è la pietra disprezzata da voi che siete i costruttori, quella che è diventata testa d’angolo di tutto l’edificio.
E in nessun altro c’è salvezza e in nessun altro nome dato sotto il cielo tra gli uomini bisogna che noi tutti siamo salvi.
13 vedendo poi la franchezza di Pietro e di Giovanni e avendo appreso che erano uomini illetterati ed ignoranti, si stupivano riconoscevano però loro che erano con Gesù, 14 guardando l’uomo con loro ritto guarito nulla avevano da obiettare.
Desta stupore l’apostolo per la franchezza dell’annuncio, ancor più quando si tratta di un uomo senza istruzione; chi è alla sequela di Cristo non rimane nascosto, ma tutto opera alla luce del sole,  e non c’è possibilità di sbaglio alcuno riguardo alla persona.
Se fosse solo una questione di parole si potrebbe anche far fuori gli apostoli alla svelta, ma la vita nuova portata dal Cristo, cade sotto gli occhi di tutti.  Meglio tacere e pensare bene a quello che si deve fare.
15 Avendo poi ordinato ad essi di andare fuori dal sinedrio, si consultavano gli uni con gli altri 16 dicendo: Cosa facciamo a questi uomini?
Nulla importa dell’annuncio confermato da segni di potenza dal cielo. Per rinnegare la verità, basta trovare un accordo con quelli che contano. Vale ciò che decidono i capi di questo mondo: per essi ed in nome della loro parola si può anche mettere a tacere gli apostoli del Signore.
Il problema è solo questo: come chiudere la bocca a coloro che dicono la verità, senza portarne le conseguenze?
Poiché infatti un noto segno è avvenuto attraverso di loro a tutti gli abitanti di Gerusalemme manifesto e non possiamo negarlo; 17 ma affinché non sia divulgato di più tra il popolo minacciamoli di non parlare più in questo nome a nessuno degli uomini.
Quanto grande è il potere del Maligno sui cuori! Anche quando si è costretti a riconoscere l’opera di Dio, non si vuol dar lode al Signore, ma tutto si pensa e tutto si fa perché sia soffocata nell’uomo ogni speranza che viene dal cielo. Se non riesce a chiudere la bocca con le buone, allora è giustificato il ricorso alle minacce, perché il nome di Gesù Cristo sia cancellato dalla faccia della terra.
18 E avendoli chiamato comandarono assolutamente di non parlare né di insegnare nel nome di Gesù.
Silenzio assoluto riguardo a Gesù: è comandato di non parlarne né di insegnare nel suo nome.
19 Ma Pietro e Giovanni rispondendo dissero a loro: Se è giusto davanti al Dio ascoltare voi più che Dio, giudicate. 20 non possiamo infatti noi non dire le cose che vedemmo e udimmo.
Onore, rispetto ed obbedienza a chi è stato costituito in autorità presso gli uomini. Ma nessuna autorità della terra può sostituirsi a quella che è in cielo e prevalere si di essa. Ognuno lo comprende da sé e non si può farne oggetto di discussione.
Non si può impedire a dei testimoni mandati da Dio di parlare delle cose che hanno visto ed udito.
21 Essi poi minacciando ancora li liberarono, non trovando niente come punirli, a motivo del popolo, poiché tutti glorificavano Dio per l’accaduto.
Quando non c’è timore di Dio, si minaccia anche contro la volontà di Dio. E si passerebbe volentieri dalle minacce alle botte, senza aver trovato colpa alcuna, se non fosse per il timore del popolo.
Chi è schiavo del Satana è pure schiavo della volontà e degli umori dei molti.
Si disprezza nel proprio cuore il popolino, ma si cerca di non provocarlo e di non perdere la sua fiducia.
22 Infatti aveva più di quaranta anni l’uomo sul quale era avvenuto questo segno della guarigione.
Ci fosse almeno la possibilità di mettere in discussione il miracolo, ma quando si tratta di un uomo nato zoppo di quarant’anni, non c’è proprio nulla da dire.
23 Liberati poi andarono dai loro e raccontarono le cose che dissero a loro i sommi sacerdoti e gli anziani. 24 Essi allora avendo udito unanimemente levarono la voce a Dio e dissero: Signore, tu sei colui che ha fatto il cielo e la terra e il mare e tutte le cose che sono in essi, 25
colui cha ha detto  per mezzo dello Spirito santo per bocca del padre nostro Davide tuo servo:
La gravità della situazione impone che tutti siano messi al corrente delle minacce ricevute dai capi della città. Se da un lato vi è un’ unanime condanna, dall’altro una sola voce  innalza a Dio la propria preghiera. Alla solidarietà nel male, che è fiducia nell’uomo, si deve opporre la solidarietà nel bene, che è fiducia in Dio. Il nostro Signore non è un dio qualunque, ma l’eterno unico Dio che ha creato tutte le cose e ha parlato per mezzo del suo Spirito per bocca del suo servo Davide.
Non un Dio lontano, ma un Dio vicino, non un estraneo, ma un Dio che ha parlato al suo popolo, per bocca di Davide.
Perché tumultuarono le genti e i popoli macchinarono cose vane?
Quando mai si è visto tutte le genti  in tumulto e tutti i popoli hanno macchinato cose vane?
26 Si avvicinarono i re della terra e i capi si radunarono nello stesso luogo contro il Signore e contro il suo Cristo.
I re della terra, da sempre l’un contro l’altro armati si sono avvicinati gli uni agli altri, i capi addirittura si sono radunati in un medesimo luogo, in una sorta di universale assemblea contro il Signore e contro il suo Cristo.
27 In verità si radunarono in questa città contro il tuo santo servo Gesù che ungesti, sia Erode che Ponzio Pilato con le genti e i popoli di Israele, 28 per fare quanto la tua mano e la tua volontà prestabilì che avvenisse.
E tutto questo è avvenuto in Gerusalemme: contro l’unto del Signore si sono radunati sia Erode sia Ponzio Pilato con tutte le genti e i popoli che si trovano in Israele. Per fare cosa?
Per far fuori Cristo? Nient’affatto! Semplicemente per fare quanto prestabilito da Dio.
L’uomo che contrasta la volontà del Signore, è fatto nelle sue mani docile strumento del suo disegno. Quel che vuole l’uomo, lo vuole anche Dio, ma soltanto perché si affermi la volontà del cielo e non quella della terra.
29 E per le cose di adesso, Signore, guarda alle loro minacce e da’ ai tuoi servi di dire con ogni franchezza la tua parola, 30 nello stendere tu la tua mano perché avvengano guarigioni e segni e prodigi attraverso il nome del santo tuo servo Gesù.
Prima cosa che si deve chiedere di fronte al pericolo è la forza di dire con franchezza la parola di Dio e che il Signore manifesti la potenza del suo braccio perché avvengano guarigioni, segni, prodigi in virtù del nome di Gesù. Oggi noi intendiamo tutto questo in senso spirituale: quale guarigione, segno, prodigio più grande di un’anima che si converte a Cristo? Nei primi tempi della chiesa, per dare credibilità all’annuncio dei discepoli, il Signore accompagnava la loro parola con segni e prodigi anche materiali a tutti visibili.
31 E avendo essi pregato, fu scosso il luogo in cui erano radunati, e furono riempiti tutti di Spirito santo e dicevano la parola di Dio con franchezza.
In virtù della preghiera il luogo in cui erano radunati è scosso dalla potenza di Dio, preannuncio della venuta dello Spirito Santo. Tutti ne sono ripieni e quale il frutto? Annunciano la Parola di Dio con franchezza. “Non sarete infatti voi a parlare, ma lo spirito che abita in voi”.
Lo Spirito Santo è dato per sciogliere ogni lingua anche la più muta.
32 Il cuore e l’anima  della moltitudine dei credenti era una sola cosa.
E’ lo Spirito Santo che riporta all’unità i figli di Dio, facendo di loro un cuore solo ed un’anima sola. Lo spirito del Maligno divide, quello di Dio unisce.
Già sulla terra nella chiesa del Signore si avvera se pur parzialmente quello che nell’eternità ci sarà dato in maniera piena e definitiva. Ritroveremo in Cristo ed in virtù dello Spirito Santo l’unità del genere umano perduta in Eden col peccato di Adamo.
e neppure  uno dei beni che aveva diceva che gli era proprio, ma avevano tutte le cose comuni.
Se c’è comunione di cuori non può esserci divisione di beni materiali, ma come l’uno appartiene all’altro, così le cose dell’uno sono anche dell’altro. Dapprima si condividono i beni spirituali, poi anche quelli materiali.
33 E con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della resurrezione del Signore Gesù, e una grande grazia era su tutti loro.
Grande è la forza, grande è la grazia. L’ evento che è al centro della storia non può essere testimoniato in maniera fiacca ed inefficace, ma è confermato dal cielo dalla mano potente del Signore.
34 Non c’era infatti bisognoso alcuno tra loro; infatti quanti erano possessori di terre o di case, vendendo portavano i ricavi delle cose vendute 35 e li ponevano presso i piedi degli apostoli, era poi distribuito a ciascuno a seconda che qualcuno avesse bisogno.
E’ l’unico vero modello di vita comunitaria che la storia abbia conosciuto.
Non è opera dell’uomo, ma opera di Dio. Qualsiasi tentativo di imitazione per iniziativa umana è destinato a fallire. Non la legge, ma l’amore di Dio rende possibile la condivisione dei beni. Non c’è costrizione alcuna, ma tutto è scelto e fatto liberamente, per la grazia che è data dal cielo che anticipa qui sulla terra quella comunione dei cuori che unirà gli eletti in eterno.
36 Giuseppe poi dagli apostoli detto Barnaba, che vuol dire figlio di consolazione, levita, di Cipro per stirpe, 37 avendo un campo, avendolo venduto portò il guadagno e lo pose presso i piedi degli apostoli.
Non si mette in comunione qualcosa o una parte di ciò che si possiede, ma tutti i beni, anche quelli che ci danno da vivere.
Così la vita entra alla sequela di Cristo, quando si consegna se stessi e tutte le proprie sostanze nelle mani della chiesa.


Da e con don Divo Barsotti,  riflessioni  ( da Meditazione sugli Atti degli apostoli – edizioni san Paolo )

Al cap. 4 si narra il primo scontro tra la Comunità dei discepoli e il potere religioso più alto di Israele. Fino a pochi giorni prima i dodici erano poveri uomini, paurosi; sono anche ora uomini che forse non hanno chiara coscienza di quale nuovo cammino  si inizi con loro. Si sentono ancora impegnati all’obbedienza nei confronti del sommo sacerdote, nei confronti del sinedrio e degli anziani del popolo. Ne riconoscono l’autorità. Il loro parlare implica ancora rispetto, anche se la loro parola ha la forza dello Spirito Santo. Di qui la drammaticità della situazione nella quale essi vengono a trovarsi. I discepoli, come il Cristo,sono nelle mani di chi sembra avere ogni potere sopra di loro, non possono sottrarsi al potere di chi li accusa. Essi parlano e i capi del popolo, gli anziani e gli scribi si sentono turbati dal potere che questi uomini illetterati acquistano sulla folla nel nome di Uno che essi hanno ucciso. È difficile ricredersi. I capi del giudaismo sentono che il popolo si unisce sempre più ai dodici che annunciano la risurrezione del Cristo e in nome del Cristo compiono miracoli. Doveva essere tale il fervore, anzi l’esaltazione religiosa del popolo, che questi capi non possono più tacere e rimanere passivi. Avrebbero voluto che le cose finissero da sé, anzi pensavano che finissero da sé come tante altre volte era avvenuto. Anche l’ingiustizia compiuta sembra col tempo finire nel nulla e col silenzio cadere nell’oblio, ma questa volta le cose andavano male. Essi avevano ucciso il Cristo, pensando che con la sua morte tutto dovesse finire e invece ecco, ora si diceva che Egli era risorto e in nome di Lui si compivano miracoli e il popolo che l’aveva abbandonato, ora seguiva appassionatamente i discepoli che riconoscevano in Lui il Messia d’Israele…
Le parole di Pietro hanno una grandezza, una solennità, una nobiltà e una forza terribile. Non per nulla il testo afferma che Pietro è pieno di Spirito Santo… nemmeno nel primo, nemmeno nel secondo discorso  Pietro è così solenne nelle sue affermazioni, e così deciso nella sua accusa contro i capi, così fermo nella proclamazione della resurrezione e del fatto che il Cristo, quell’uomo che essi hanno ucciso, è veramente la speranza del mondo…
Insieme all’accusa esplicitamente rivolta contro i capi, di una uccisione ingiusta, si proclama la risurrezione. I capi dei sacerdoti erano sadducei e non credevano alla risurrezione; più o meno scettici, si valevano del potere religioso per meglio acquistare un potere politico ed economico; erano i capi della nazione. La proclamazione che il Cristo era risorto implicava già una posizione netta della Comunità dei discepoli. Sembra compiersi di fatto una prima rottura, non con tutto Israele ma con una sua parte: i responsabili della nazione. La risurrezione dai morti diviene uno degli articoli fondamentali della nuova verità religiosa, il primo motivo di una divisione. Gli apostoli tuttavia proclamano non solo una verità, ma addirittura il fatto. È nella proclamazione dell’avvenimento ultimo, che viene travolto il potere dei capi del giudaismo. Avviene lo scontro fra un sommo sacerdozio e un sacerdozio nuovo. Avviene come la sostituzione a un pontificato che si era reso indegno di rappresentare una rivelazione divina. Da una parte Caifa, dall’altra Pietro; e Pietro prende il posto di Caifa e lo prende in nome e per la forza della risurrezione avvenuta…
È un fatto che negli Atti il rifiuto della fede e la persecuzione del sinedrio contro gli apostoli non cercherà mai un fondamento nella Parola di Dio, di cui pure il sinedrio doveva essere il custode e l’interprete autorevole. I capi non sanno cosa rispondere, e tuttavia pretendono di proibire la predicazione. Non vi è altra ragione alla proibizione che la loro paura di perdere l’autorità sul popolo. Ma Pietro e Giovanni non hanno paura. I capi credevano di intimorire e far tacere gli apostoli, perché erano capi, mentre Pietro e Giovanni erano due popolani senza potere. E rimangono vinti. Chi ha dato a quegli uomini tanta franchezza? Il potere dello Spirito opera in loro: nessun potere umano può più soggiogarli: guidati dallo Spirito, essi posseggono la libertà. Quello che distinguerà da allora il cristiano sarà la parrhesìa: la libertà dell’azione e della parola nella umiltà di un’obbedienza allo Spirito… così nasce e cresce la Chiesa: gli ostacoli e le difficoltà che dovrebbero impedire la missione di coloro che lo Spirito Santo si è scelto, divengono piuttosto l’occasione per cui sempre più si manifesta, attraverso di loro, la libertà irriducibile dell’azione divina.
Alcune considerazioni
L’annuncio del Vangelo è annuncio della morte e della resurrezione di Gesù Cristo. Una notizia così diversa e così nuova non ha valore ed importanza se non per la ricaduta che l’evento ha sulla nostra vita.
Perché nella risurrezione di Cristo e solo in questa è la garanzia per noi di una vittoria sulla morte che ha portata eterna. Cristo risorto non muore più e chi muore e risorge in Cristo non morirà in eterno.
È già difficile credere in una vita eterna del nostro spirito. Ma il discorso va ancora oltre: verrà il giorno in cui anche il nostro corpo materiale, risorgerà dalla polvere della terra. È molto più di una semplice promessa: è realtà ormai conosciuta e resa manifesta dalla resurrezione del Cristo, apparso ai molti nella carne dopo la sua morte in croce.
Leggendo il testo degli Atti  si rimane meravigliati dal fatto che l’annuncio del Vangelo si risolva e si riassuma in poche parole. Tutto verte e tutto ruota intorno ad una centralità del messaggio che mette il resto in secondo piano, quando non lo ignora del tutto. Per quali ragioni alcuni passano dalla parte degli Apostoli , altri si mettono contro?
“perché insegnavano essi al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti”.
Tutto qui! E non è certamente cosa da poco perché questo e non altro è il fondamento della nostra fede in Cristo.
La sobrietà, la concretezza, l’essenzialità dell’annuncio posto sulla bocca di Pietro, di Paolo e degli altri apostoli merita un’attenzione particolare e una seria considerazione, soprattutto ai nostri giorni  in cui il discorso cristiano si è fatto incredibilmente complesso, pieno di articolazioni e ramificazioni che possono portare lontano dalla centralità della nostra fede.
Molto si dice e molto si fa in nome di Cristo e del suo Vangelo, ma una domanda è innanzitutto d’obbligo? Chi di noi crede fermamente nella risurrezione dei morti, non semplicemente in quella del Cristo, ma in quella da lui operata per tutti noi e per ognuno di noi?
È forse una enormità e non semplicemente una verità asserire che molte persone che partecipano ala Messa domenicale, per loro esplicita dichiarazione, non credono nella risurrezione della carne?
Può esserci una fede in Cristo che non sia innanzitutto fede nella risurrezione finale di tutti gli uomini: gli uni per la salvezza eterna, gli altri per la dannazione eterna?
E chi mai oggi nella Chiesa  esalta e mette in primo piano una fede ed una speranza in Cristo che si giustificano semplicemente per una risurrezione dai morti che interessa l’intera umanità?
La complessità e la diversità del nostro annuncio evangelico non è forse una fuga dalla sua reale semplicità, così come è trovata sulla bocca dei dodici apostoli?
Quando mai Pietro, Paolo e gli altri si lasciano trascinare da considerazioni di tipo sociale economico… quando mai li vediamo preoccupati ed affannati per la creazione di un mondo migliore… quando mai li troviamo ripiegati in una dimensione puramente consolatoria della fede… ? Niente di tutto questo! Innanzitutto sta l’annuncio della risurrezione dei morti, dell’impossibile reso possibile dal Cristo.
Recita il Credo: “credo la risurrezione della carne, la vita eterna”. È significativo il fatto che prima ancora della vita eterna si parli della risurrezione della carne. Perché non c’è vita eterna, se non per l’uomo completo fatto di anima e carne.
È poi così vero che, “annunciamo la tua morte, o Signore, proclamiamo la tua resurrezione, nell’attesa della tua venuta”?
Per quale ragione il messaggio evangelico ha perso oggi la sua potenza vivificante, se non perché ha smarrito il suo fondamento ed il suo fine?
E qual è il suo fondamento ed il suo fine se non la fede in Cristo per noi morto e risorto, perché in Lui, per Lui e con Lui abbiamo vita eterna?
Qual è il discorso dominante e predominante allorchè si parla di Cristo?
Interessa la vita da lui portata o ne cerchiamo un’altra?
La nostra mente è fissa nella fede in Cristo risorto e nella speranza di una vita eterna in anima e corpo, o non si tratta di un pensiero remoto, continuamente rimosso  dalla nostra coscienza? Altro e non questo ci sta a cuore!
Molto, anzi troppo, si dice oggi di Cristo e in nome di Cristo, ma ci si allontana sempre più dalla semplicità, dalla chiarezza e dalla concretezza dell’annuncio apostolico…

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