Atti degli apostoli cap10

                                                                     Atti 10

C’era un uomo poi, un tale a Cesarea, di nome Cornelio, centurione della coorte chiamata Italica, 2 religioso e temente Dio con tutta la sua casa, facente molte elemosine al popolo  e pregante Dio di continuo, 3 vide in visione chiaramente circa verso l’ora nona del giorno un angelo di Dio che entrò da lui e disse a lui: Cornelio! 4 Egli allora avendo guardato fissamente a lui e essendo spaventato disse: Cos’è Signore? Disse allora a lui: Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite in memoriale al cospetto di Dio. 5 E adesso manda degli uomini a Ioppe  e fa’ venire Simone, un tale che è chiamato Pietro. 6 Questi è ospite presso un certo Simone conciapelle , che ha una casa presso il mare. 7 Come allora partì l’angelo parlante a lui, avendo chiamato due dei domestici e un soldato religioso di quelli perseveranti con lui 8 e avendo narrato tutte le cose a loro, inviò loro a Ioppe. 9 L’indomani essendo per via quelli e avvicinandosi alla città, salì Pietro sulla terrazza a pregare intorno all’ora sesta. 10 Divenne ora affamato e volle mangiare. Preparandogliene poi loro avvenne su lui un’estasi 11 e vede il cielo aperto , come una tela grande calata sulla terra  per i quattro capi, 12 in cui c’erano tutti i quadrupedi e rettili della terra e gli uccelli del cielo. 13 E ci fu una voce verso di lui: Alzati, Pietro, uccidi e mangia! 14 Allora Pietro disse: In nessun modo, Signore, poiché mai ho mangiato nessun cosa profana e immonda. 15 E una voce di nuovo per una seconda volta verso di lui: Le cose che Dio ha purificato, tu non chiamare immonde. 16 Questa cosa poi avvenne tre volte e subito fu tirato su il recipiente in cielo.
17 Siccome poi in se stesso era perplesso Pietro cosa fosse la visione che aveva visto; ecco gli uomini inviati da Cornelio, avendo domandato della casa di Simone stettero alla porta, 18 e avendo chiamato domandavano se Simone quello soprannominato Pietro, era lì ospite. 19 Ora riflettendo Pietro sulla visione , disse a lui lo Spirito: Ecco tre uomini te cercanti. 20 Ma alzati, scendi e va’ con loro, niente esitando perché io ho mandato loro. 21 Essendo sceso Pietro allora dagli uomini disse. Ecco io sono colui che cercate. Qual è il motivo per cui siete qui? 22 Essi allora dissero: Cornelio, il centurione, uomo giusto e timorato di Dio, testimoniato dall’intero popolo dei Giudei, a lui è stato rivelato da un angelo santo di far venire te alla sua casa e di ascoltare delle parole da te. 23 Avendo fatto entrare dunque loro li ospitò. L’indomani essendosi alzato partì con loro e alcuni dei fratelli di Ioppe lo accompagnarono.
24 L’indomani entrò in Cesarea. Ora Cornelio li aspettava avendo convocato i suoi parenti e gli amici intimi. 25 Ma come avvenne l’entrare di Pietro, essendo andato incontro a lui Cornelio, essendo caduto sui piedi si prostrò. 26 Ma Pietro lo alzò dicendo: Alzati! Anch’io sono un uomo. 27 E parlando con lui entrò e trova convenuti molti, 28 disse a quelli: Voi sapete che è illecito a un uomo giudeo unirsi o avvicinarsi a straniero e a me Dio ha mostrato di non  dire nessun uomo profano o impuro. 29 Perciò anche senza contraddire venni essendo stato fatto venire. Chiedo dunque per quale ragione faceste venire me? 30 E Cornelio disse: Dal quarto giorno fino a questa ora ero pregando l’ora nona  nella mia casa , ed ecco un uomo stette davanti a me in veste splendente 31 e  disse: Cornelio è stata esaudita la tua preghiera e le tue elemosine sono state ricordate davanti a Dio. 32 Manda dunque a Ioppe e fa’ venire Simone che è soprannominato Pietro, questo è ospitato in casa di Simone il conciapelle presso il mare. 33 Subito dunque mandai da te, tu bene hai fatto a venire. Ora dunque tutti noi davanti a Dio siamo presenti per ascoltare  tutte le cose ordinate a te dal Signore. 34 Pietro avendo aperto la bocca disse: In verità comprendo che non Dio non fa preferenze di persona, 35 ma in ogni popolo è a lui accetto chi lo teme e opera la giustizia. 36 La parola  ha mandato ai figli di Israele annunciando la buona notizia della pace, per mezzo di Gesù Cristo, questi è Signore di tutte le cose, 37 voi conoscete l’evento accaduto nell’intera Giudea, cominciando dalla Galilea dopo il battesimo che annunciò Giovanni. 38 Gesù quello da Nazareth, come unse lui Dio con Spirito Santo e potenza, il quale passò beneficando e guarendo tutti gli oppressi dal diavolo, perché Dio era con lui. 39 E noi siamo testimoni di tutte le cose che fece nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Che anche uccisero appendendolo sul legno, 40 questi Dio risuscitò nel terzo giorno e concesse che lui diventasse manifesto, 41 non a tutto il popolo , ma a testimoni designati prima da Dio, a noi che mangiammo insieme e bevemmo insieme a lui dopo il risorgere lui dai morti. 42 E ordinò a noi di annunciare al popolo e di testimoniare che questi è stato stabilito da Dio giudice dei vivi e dei morti. 43 A questo tutti i profeti rendono testimonianza che ogni credente in lui riceve la remissione dei peccati per mezzo del suo nome. 44 Ancora era dicente Pietro queste parole che cadde lo Spirito Santo su tutti gli ascoltanti la parola. 45 E si stupirono i fedeli dalla circoncisione, quanti erano convenuti con Pietro, che anche sui gentili il dono del Santo Spirito fosse stato effuso. 46 Udirono infatti loro che parlavano in lingue e magnificavano Dio. Allora rispose Pietro: 47 Forse qualcuno può impedire l’acqua così che non siano battezzati questi, che lo Spirito Santo ricevettero come anche noi? 48 Comandò allora che quelli nel nome di Gesù Cristo fossero battezzati. Allora chiesero che lui rimanesse alcuni giorni.


C’era un uomo poi un tale a Cesarea di nome Cornelio, centurione della coorte chiamata Italica, 2 religioso e temente Dio con tutta la sua casa, facente molte elemosine al popolo  e pregante Dio di continuo,
Chi ha timore di Dio a tempo opportuno è coinvolto nel disegno di salvezza operato dal Cristo. Colui che milita per la terra deve militare anche per il cielo.
Quali sono gli attributi di un uomo che vive per Dio?
Innanzitutto una fede aperta e conclamata, che cerca di coinvolgere il prossimo, a partire dai famigliari, poi una generosità nel dare, anche quando si sottrae ai propri figli.
Faceva molte elemosine al popolo, cioè a tutti, indipendentemente dalle ragioni dell’affetto, della stima e della simpatia condivise, dell’appartenenza al proprio censo o alla propria gente.
L’amore che viene da Dio si riversa su tutto e su tutti, supera le barriere e gli ostacoli creati dalla falsità dell’amore puramente psicologico. È garantito da uno spirito di preghiera continua: continuamente attinge alla fonte divina per essere conforme a giustizia e verità. 
3 vide in visione chiaramente circa verso l’ora nona del giorno un angelo di Dio che entrò da lui e disse a lui: Cornelio!
Siamo chiamati da Dio per nome, perché da Lui conosciuti per nome.
Non è ancora tempo di visione dell’eterno Creatore, ma è concesso ad alcuni di vedere i suoi angeli.
In visione chiaramente. Riguardo alle visioni è lecito avere dubbi. Nel mondo della psiche umana può accadere di tutto e ci gioca dentro anche il demonio.
È detto chiaramente, per fugare ogni sospetto di inganno del Maligno. Non solo: si ricorda l’ora precisa e si sottolinea che l’angelo non solo apparve a Cornelio ma entrò da lui e gli parlò, chiamandolo per nome. E chi chiama l’uomo per nome se non il solo Creatore che a tutti ha dato un nome?
4 Egli allora avendo guardato fissamente a lui e essendo spaventato disse: Cos’è Signore?
Si tiene lo sguardo fisso su Colui che si ama anche nei momenti forti in cui la novità può spaventare. E la bocca non sta certo chiusa ma chiede spiegazioni perché il cuore vuole essere rassicurato e rasserenato.
Disse allora a lui: Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite in memoriale al cospetto di Dio.
È tempo di verifica di un amore e di una dedizione a Dio che hanno seguito le vie dell’osservanza della sua Legge:  è tempo di salvezza e di conoscenza del Salvatore mandato dal cielo… Nella chiesa e in virtù della chiesa.
Nessun rapporto con Dio, che sia in verità, può sfuggire il confronto con la comunità degli eletti e rimanere ad essa estraneo. Se Gesù nel tempo della sua dimora terrena è stato conosciuto da pochi e nel solo Israele, dopo la sua morte sarà conosciuto dai molti in virtù della chiesa nata dall’annuncio degli Apostoli.
5 E adesso manda degli uomini a Ioppe  e fa’ venire Simone, un tale che è chiamato Pietro.
È vero che la chiesa deve andare alle genti, ma è vero anche il contrario che le genti devono andare alla chiesa e farsi ad essa presenti, per essere visitate dal Signore. Se è un comando di Dio agli apostoli l’annuncio alle genti, è pure un comando dato alle genti di far venire a sé la chiesa del Signore, perché ogni cosa sia decisa sulla Parola e dalla Parola.
6 Questi è ospite presso un certo Simone conciapelle , che ha una casa presso il mare.
Benchè pellegrina e viandante su questa terra e insidiata dal male, la chiesa è luogo di salvezza ben definito e da tutti conosciuto. Dove è Pietro e chi come lui, ivi è la chiesa che si deve cercare e a cui si è indirizzati dall’angelo del Signore.
7 Come allora partì l’angelo parlante a lui, avendo chiamato due dei domestici e un soldato religioso di quelli perseveranti con lui 8 e avendo narrato tutte le cose a loro, inviò loro a Ioppe.
Ogni ascolto della Parola del Signore  è seguito da una obbedienza pronta e conforme a quanto comandato.
Quando si tratta di andare o di mandare, a chi è in autorità nella chiesa è d’obbligo coinvolgere persone fidate, della stessa casa, che condividono la medesima fede. Non tutto si deve dire a tutti e non con tutti si può mettere tutto in comunione.
9 L’indomani essendo per via quelli e avvicinandosi alla città, salì Pietro sulla terrazza a pregare intorno all’ora sesta.
Non c’è andare alla Chiesa che non sia prevenuto dalla sua vigilante attesa nella preghiera. Quanto più chi è a capo di essa deve essere trovato sollecito e pronto per adempiere al suo mandato.
10 Divenne ora affamato e volle mangiare.
Non si diventa degli affamati all’improvviso e nessuna voglia di mangiare colpisce in maniera così forte da rendere necessario il coinvolgimento dell’intera comunità. Ma si tratta di una fame diversa, di natura spirituale. Una fame che prima non c’era, una fame che non si può trascurare e lasciare insoddisfatta, una fame che coinvolge la totalità della comunità dei credenti che sono intorno a Pietro, una fame indotta dal Signore.
Preparandogliene poi loro avvenne su lui un’estasi.
La chiesa tutta è testimone dell’accaduto. La fame e il rapimento estatico di Pietro interessano  tutti coloro che hanno accolto Cristo Salvatore.
11 e vede il cielo aperto , come una tela grande calata sulla terra  per i quattro capi, 12 in cui c’erano tutti i quadrupedi e rettili della terra e gli uccelli del cielo.
Una sola grande rete calata dal cielo avvolge tutti gli animali della terra, senza distinzione alcuna.
13 E ci fu una voce verso di lui: Alzati, Pietro, uccidi e mangia!
Una fame che gli uomini non possono saziare è saziata da un intervento del cielo. A Pietro è comandato  di uccidere e di mangiare  qualsiasi animale anche quello proibito dalla Legge mosaica.
14 Allora Pietro disse: In nessun modo, Signore, poiché mai ho mangiato nessun cosa profana e immonda.
Pietro ribadisce davanti al Signore la sua fedeltà al precetto della Legge, ma il Signore insiste.
15 E una voce di nuovo per una seconda volta verso di lui: Le cose che Dio ha purificato, tu non chiamare immonde.
Questa volta è data un spiegazione al comando. C’è di mezzo un’azione purificatrice di Dio nei confronti di ogni cosa.
Non vanno considerate innanzitutto quali cose sono pure, ma Colui che ha fatto pura ogni cosa.
16 Questa cosa poi avvenne tre volte e subito fu tirato su il recipiente in cielo.
Tre volte si ripete la visione per Pietro: deve ben vedere e ben considerare. Il recipiente calato dal cielo è alla fine tirato su in cielo.
17 Siccome poi in se stesso era perplesso Pietro cosa fosse la visione che aveva visto;
Pietro non ha compreso ma è stato indotto ad una seria e meditata riflessione riguardo all’accaduto. È in attesa di luce e di segni dal cielo.
ecco gli uomini inviati da Cornelio, avendo domandato della casa di Simone stettero alla porta,
La novità è ferma alla porta. È data e significata dagli uomini mandati da Cornelio: i pagani chiedono di entrare nella casa che ospita Pietro.
18 e avendo chiamato domandavano se Simone quello soprannominato Pietro, era lì ospite.
Non una persona qualsiasi cercano questi gentili, ma Colui che pasce le pecore del Signore per suo mandato e non in una qualsiasi casa vogliono entrare, ma in quella che ospita Pietro come capo della Chiesa terrena.
19 Ora riflettendo Pietro sulla visione , disse a lui lo Spirito: Ecco tre uomini che  cercano te.
Il venire dei gentili alla chiesa non cade senza preparazione dal cielo. Chi li deve accogliere è in preghiera e sta riflettendo riguardo alla visione.  Lo Spirito parla e Pietro intende: tre uomini lo stanno cercando.
20 Ma alzati, scendi e va’ con loro, niente esitando perché io ho mandato loro.
Se i gentili vanno alla chiesa la chiesa deve andare ai gentili, non secondo l’iniziativa dell’uomo, ma conforme al comando di Dio. Pietro scende e va, ma solo perché confortato e confermato dallo Spirito.
21 Essendo sceso Pietro allora dagli uomini disse. Ecco io sono colui che cercate. Qual è il motivo per cui siete qui?
Non è l’inizio di un dialogo: sono chiariti i presupposti e le ragioni per un dialogo. La chiesa deve innanzitutto considerare e vagliare per quale ragione quelli di fuori la cercano. Se è semplicemente un’iniziativa dell’uomo che ignora l’obbedienza al comando divino, Pietro non è tenuto ad ascoltare, ad accogliere e a far entrare.
22 Essi allora dissero: Cornelio, il centurione, uomo giusto e timorato di Dio, testimoniato dall’intero popolo dei Giudei, a lui è stato rivelato da un angelo santo di far venire te alla sua casa e di ascoltare delle parole da te.
Vi è una volontà dichiarata di far venire e di ascoltare che non è dettata da ragioni umane, ma che è stata creata da un intervento del cielo in un uomo giusto e timorato di Dio.
Siamo molto lontani dallo spirito di polemica e di provocazione che fa cadere nei lacci del Satana molti eminenti rappresentanti della chiesa. Non si ascolta e non si dialoga se non con i cuori aperti al Signore, da Lui preparati e a Lui obbedienti.
23 Avendo fatto entrare dunque loro li ospitò.
Bastano poche parole per intendersi: ma ci deve essere una volontà di obbedienza alla Parola di Dio, da entrambe le parti.
L’indomani essendosi alzato partì con loro e alcuni dei fratelli di Ioppe lo accompagnarono.
Pietro accompagnato dalla chiesa radunata intorno a lui va ai gentili, fa un cammino insieme con loro; non con tutti indistintamente ma con quelli che hanno aperto il loro cuore alla salvezza portata dal Cristo.
24 L’indomani entrò in Cesarea. Ora Cornelio li aspettava avendo convocato i suoi parenti e gli amici intimi.
I Gentili che sono accetti a Dio sono quelli che si aspettano qualcosa di grande dalla chiesa di Cristo. Non quelli che dormono nell’inganno e nella menzogna del Satana, ma quelli che cercano la salvezza e si danno da fare per portare al Salvatore chi è loro vicino.
25 Ma come avvenne l’entrare di Pietro, essendo andato incontro a lui, Cornelio, essendo caduto sui piedi si prostrò. 26 Ma Pietro lo alzò dicendo: Alzati! Anch’io sono un uomo.
C’è grande gioia e grande aspettativa da parte di tutti per questo incontro: disponibilità piena da parte di Pietro ad ascoltare e a venire in aiuto, zelo, convinzione e molta umiltà da parte di Cornelio. Il centurione si inginocchia davanti al capo della chiesa come colui che vuole essere benedetto da chi è posto più in alto.
Pietro lo rialza riconoscendo davanti a tutti una diversità che è semplicemente dono e grazia. Di proprio Pietro ha soltanto quella realtà di peccato che lo accomuna a tutti gli uomini.
Sono gesti e atteggiamenti che ancora si ripetono e sono trovati nella chiesa del Signore. Voglia il cielo che non siano semplicemente espressione di una consuetudine e di buone maniere, ma espressione di una fede autentica sia da parte di chi viene accolto sia da parte di chi accoglie.
Tanto è dovuto per dar lode al Signore e non per altre ragioni.

27 E parlando con lui entrò e trova convenuti molti, 28 disse a quelli: Voi sapete che è illecito a un uomo giudeo unirsi o avvicinarsi a straniero e a me Dio ha mostrato di non  dire nessun uomo profano o impuro.
29 Perciò anche senza contraddire venni, essendo stato fatto venire.
Non ci può essere dialogo fra quelli che sono dentro e quelli che sono fuori della chiesa se non alla luce di quanto detto dal Signore. La Chiesa, per comando di Dio, tutti accoglie fra le sue braccia, non in maniera arbitraria e indifferenziata, ma conforme a quanto il Signore ha detto ieri e dice oggi a Pietro.
Sbagliano e si ingannano coloro che cercano, vogliono un dialogo con quelli fuori, scavalcando e mettendo da parte la luce che innanzitutto Dio dona al Santo Padre. Prima di tutto vale e si deve dare valore alla sua voce.
Chiedo dunque per quale ragione faceste venire me?
Spetta a Pietro vagliare e sondare le ragioni per cui si va alla chiesa.
30 E Cornelio disse: Dal quarto giorno fino a questa ora ero pregando l’ora nona  nella mia casa , ed ecco un uomo stette davanti a me in veste splendente 31 e  disse: Cornelio è stata esaudita la tua preghiera e le tue elemosine sono state ricordate davanti a Dio. 32 Manda dunque a Ioppe e fa’ venire Simone che è soprannominato Pietro, questo è ospitato in casa di Simone, il conciapelle, presso il mare. 33 Subito dunque mandai da te, tu bene hai fatto a venire. Ora dunque tutti noi davanti a Dio siamo presenti per ascoltare  tutte le cose ordinate a te dal Signore.
Nessuna novità in queste parole rispetto a quanto abbiamo appena letto.
Potrebbe sembrare una inutile ripetizione di quanto già narrato.
Come intendere tutto questo se non come una aperta e conclamata professione di una adesione alla chiesa che vuol essere in tutto conforme a quanto comandato dal Signore?
L’obbedienza alla volontà di Dio è ragione esclusiva e prioritaria di ogni nuova entrata nella comunità degli eletti.
Qualsiasi altra motivazione o ragione non ha valore davanti al Signore.
34 Pietro avendo aperto la bocca disse: In verità comprendo che non Dio non fa preferenze di persona, 35 ma in ogni popolo è a lui accetto chi lo teme e opera la giustizia.
È molto di più della semplice affermazione di un apostolo. È quanto la chiesa dice al mondo intero per bocca di colui che su questa terra è posto da Cristo come sua guida e suo pastore.
Si deve ascoltare quello che Pietro dice e non si deve contrastare ciò che da lui compreso: è dato dal Signore per il bene di tutto il gregge.
36 La parola ha mandato ai figli di Israele annunciando la buona notizia della pace, per mezzo di Gesù Cristo, questi è Signore di tutte le cose. 37 Voi conoscete l’evento accaduto nell’intera Giudea, cominciando dalla Galilea dopo il battesimo che annunciò Giovanni. 38 Gesù quello da Nazareth, come unse lui Dio con Spirito Santo e potenza, il quale passò beneficando e guarendo tutti gli oppressi dal diavolo, perché Dio era con lui.
In poche parole è riassunto il senso della nostra fede in Cristo Salvatore. La fede è fondata dall’ascolto  della Parola di Dio data a Israele, trova la sua realizzazione con la venuta sulla terra di Cristo Salvatore, figlio di Dio, che ha liberato l’uomo dalla schiavitù del Maligno, in piena armonia di intento e di volontà con il Padre, nella potenza dello Spirito Santo.
39 E noi siamo testimoni di tutte le cose che fece nella regione dei Giudei e in Gerusalemme.
Che anche uccisero appendendolo sul legno, 40 questi Dio risuscitò nel terzo giorno e concesse che lui diventasse manifesto, 41 non a tutto il popolo , ma a testimoni designati prima da Dio, a noi che mangiammo insieme e bevemmo insieme a lui dopo il risorgere lui dai morti.
L’evento che fa nuove tutte le cose e tutti i cuori è annunciato da testimoni designati da Dio, da lui accreditati e da lui mandati. Coloro che hanno visto e toccato con mano tutto ciò che Gesù ha fatto e detto nel tempo della sua dimora terrena sono  innanzitutto testimoni della sua morte e risurrezione, come i fratelli più intimi e più vicini. A loro è stato concesso da Dio stesso di mangiare e di bere tutti insieme alla mensa preparata  dal Cristo risorto. 
42 E ordinò a noi di annunciare al popolo e di testimoniare che questi è stato stabilito da Dio giudice dei vivi e dei morti.
Nulla di arbitrario nell’annuncio degli apostoli e nessuna volontà propria o libera iniziativa. È fatto in obbedienza al comando di Dio e rende noto a tutti gli uomini il nome di Colui che il Padre ha stabilito giudice di tutti  sia dei vivi sia dei morti.
43 A questo tutti i profeti rendono testimonianza che ogni credente in lui riceve la remissione dei peccati per mezzo del suo nome.
La testimonianza degli Apostoli è confermata e rafforzata dalla testimonianza di tutti i profeti: la remissione dai peccati è donata dal Cristo ad ogni credente per mezzo del suo stesso nome, in virtù di quanto da lui  operato.
 44 Ancora era dicente Pietro queste parole che cadde lo Spirito santo su tutti gli ascoltanti la parola.
Pietro non ha ancora finito di parlare, ed ecco lo Spirito Santo cade su tutti coloro che hanno volontà di ascolto. È detto cade e non scende: scende lo Spirito perché opera in proprio, cade perché opera in concorso con il Padre e il Figlio.
Non solo la parola di Pietro  è garanzia di Spirito Santo, ma ancor prima  lo Spirito santo  garantisce la parola di Pietro, non semplicemente accompagnandola, ma prevenendola.
45 E si stupirono i fedeli dalla circoncisione quanti erano convenuti con Pietro, che anche sui gentili il dono del santo spirito fosse stato effuso.
Stupore è trovato tra i circoncisi per il dono dello Spirito Santo dato ai gentili, ma soltanto per quelli che sono convenuti con Pietro.
46 Udirono infatti loro che parlavano in lingue e magnificavano Dio.
I cuori finalmente si intendono anche se parlano lingue diverse.
Uno solo è l’inno di lode a Dio che dalla chiesa sale al cielo: è quello di tanti cuori fatti uno in Cristo.
Allora rispose Pietro: 47 Forse qualcuno può impedire l’acqua così che non siano battezzati questi, che lo Spirito Santo ricevettero come anche noi?
48 Comandò allora che quelli nel nome di Gesù Cristo fossero battezzati.
Segno tangibile della nostra appartenenza alla chiesa è il battesimo che noi riceviamo dai suoi ministri, per comando di Cristo, nel vincolo dell’unità significata dall’obbedienza a Pietro.
Allora chiesero che lui rimanesse alcuni giorni.
Perché ci sia chiesa fondata in verità non basta il chiamare e l’andare di qualcuno: bisogna che tutti manifestino il loro desiderio di essere in Cristo e con Cristo, rimanendo nell’annuncio fatto degli apostoli sotto la guida di Pietro.  Un confronto molto stretto e vicino con Pietro è chiesto ad ogni cristiano anche se in maniera, misura, tempi diversi.

Da e con Divo Barsotti, riflessioni ( da Meditazione sugli Atti degli Apostoli – edizioni san Paolo )
È importante questo capitolo per una certa visione spirituale della vita, che oggi sembra praticamente essere messa in discussione, non tanto, perché non si vuole credere agli angeli, quanto perché è proprio dell’uomo moderno di insistere in un modo troppo eccessivo ed esclusivo sull’autonomia dell’uomo nei confronti della realtà divina. Non vi è mai una assoluta originalità: l’uomo tanto più realizza se stesso come essere libero, quanto più veramente realizza anche un piano divino. Vi sono due mondi che continuamente si incontrano, si intersecano, e l’uno agisce sull’altro: così la preghiera di quaggiù agisce in Dio, ma anche Dio agisce nella vita dell’uomo; mediante la preghiera noi realmente si opera in un mondo che è superiore al nostro. L’uomo agisce su Dio. Il Libro degli Atti nota espressamente che Pietro era salito sulla terrazza a pregare e la preghiera ottiene più di quanto Pietro stesso pensava di chiedere: ottiene il compimento della volontà del Cristo, che finalmente liberava la Chiesa dalle angustie del nazionalismo giudaico. Detto tra parentesi, la visione si oppone a una certa concezione moderna, per la quale Dio non lo si nega, ma se ne vuole relegare l’azione a un al di là, senza relazione con questo mondo, mentre è proprio in esso che Egli opera. Gli angeli appaiono a Cornelio, gli dicono che cosa deve fare. Egli non conosce Simon Pietro, non sa che deve battezzarsi, obbedisce a un comando che viene dall’alto; si muove verso mete che non conosce, obbedisce a una volontà che lo supera: questa è la vita religiosa. Ci si muove, ma non si sa dove ci porta il cammino; si obbedisce alla volontà di un Altro, e si realizza un disegno che non conosciamo.
Mai forse come in questo capitolo appare l’intersecazione fra il mondo divino e il mondo umano. Gli angeli appaiono e dicono a Pietro: va’; dicono a Cornelio: manda i tuoi servi. Il cielo si apre e discende una tovaglia… è una visione simbolica e dà l’impressione di una favola. La visione rispondeva certamente all’esigenza di Pietro. Così parla il Signore… Dio si adatta alla povertà, alla semplicità di coloro ai quali Egli parla… A Pietro Dio parlava attraverso un linguaggio che a noi può apparire strano, e Pietro reagisce alla visione con orrore… Le ispirazioni risentono certo dell’ambiente nel quale viviamo, dell’educazione che abbiamo ricevuto, ma non per questo sono meno autentiche e vere. Siamo guidati da Dio e la nostra vita è piena di Dio, ma questo Dio si nasconde per noi sotto segni ambigui. Di qui l’umiltà e l’attenzione a quello che si agita in noi, ai nostri pensieri… Nella povera vita di ogni uomo si fa presente il cielo, gli angeli e Dio…
La Chiesa si apre ora ai Gentili e non si apre per opera di Saulo, che pure sarà l’Apostolo dei Gentili, ma per opera di Pietro, che è colui sul quale è fondata la Chiesa. È molto importante rilevare, al di là di quella propriamente mistica, la dimensione ecclesiale del capitolo.
Lo stesso giudaismo riconosceva che con l’avvento messianico sarebbe venuta meno la legge dei cibi puri ed impuri, così come ogni separazione fra i popoli. Ma è talmente radicata tuttora nell’anima di Israele la inviolabilità della Legge e il privilegio della elezione, che perfino Pietro, che aveva riconosciuto in Gesù di Nazareth il Cristo, non sa trarne le conseguenze. La volontà divina si realizza nonostante l’opposizione dichiarata, rabbiosa del giudaismo che non può accettare che Dio, il quale ha scelto Israele, ora apra le porte anche ai popoli pagani…
Quando Luca scriveva il Libro degli Atti, Pietro e Paolo erano già stati martirizzati, era ormai passato qualche tempo ed egli poteva più chiaramente comprendere la funzione di Pietro e la missione di Paolo. I Dodici, di cui il primo era Pietro, trascendono, nella loro funzione unica, la missione di tutti coloro che sarebbero venuti dopo. Dei Dodici, dopo la menzione di Giovanni che appare associato a Pietro e del martirio di Giacomo, il Libro degli Atti mette in evidenza Pietro soltanto. Egli non è come aveva creduto Paolo il capo della Chiesa giudaica- cristiana, ma di tutta la Chiesa. In Pietro, capo dei dodici, la Chiesa è già una.
Ma dobbiamo studiare più attentamente la figura di Pietro e il suo agire. L’uomo deve docilmente assecondare lo Spirito senza pretendere che lo Spirito Santo dia più luce di quanta è necessaria per compiere la volontà di Dio nella vita spirituale: così è nel governo stesso della Chiesa. Pietro non capisce fino in fondo; ha la visione, e cerca tuttavia di resistere e di sottrarsi a quello che la visione gli vuole insegnare; una volta ricevuto l’insegnamento, quando giungono gli inviati aspetta di sapere da loro che cosa voglia lo Spirito Santo. Né gli uni nè gli altri sanno per quale motivo lo Spirito Santo li muove. È dall’incontro fra loro che si manifesterà la volontà dello Spirito. “Qual è il motivo per cui siete venuti? Cornelio… è stato avvertito da un angelo santo di invitarti nella sua casa, per ascoltare ciò che hai da dirgli “. ( 10,21-22 ).
Così agisce Dio: manifesta a Pietro la sua volontà attraverso quello che diranno gli inviati; agli inviati attraverso quello che dirà Pietro. Ognuno ha bisogno dell’altro. Nessuno può fare da sé; Dio si rivela e opera precisamente attraverso la Comunità: è nel vivere insieme, nel mettersi l’uno a servizio dell’altro che ognuno compie il volere di Dio. È Dio che ci giuda e tutto dispone! Non solo nella vita spirituale di ognuno, ma anche nel governo stesso della Chiesa. Egli rimanda gli uni agli altri. Diceva san Benedetto che l’abate deve ascoltare anche l’ultimo dei fratelli, perché spesso lo Spirito parla agli ultimi per illuminare i primi…
Certo Pietro non deve rinunciare al suo primato, a prendere le “sue” decisioni, e tuttavia vuole avere testimoni i sei fratelli che porta con sé. Non ha bisogno di giustificare la propria condotta e tuttavia sente che non è solo prudente, ma anche doveroso assicurare che è volontà dello Spirito Santo il battesimo del primo pagano…
Pietro parla ora a un pagano e non può fare citazioni dai profeti. Più che fondarsi sulla testimonianza dell’Antico Testamento, la fede del centurione Cornelio avrà il suo fondamento sulla testimonianza apostolica. Non è più necessario che l’uomo passi attraverso la circoncisione per giungere alla fede; l’uomo non raggiunge più il Cristo solo attraverso la Legge; basta la testimonianza di coloro che hanno mangiato e bevuto con lui dopo la sua resurrezione… Ora Pietro non richiama alcun testo veterotestamentario, tutto poggia sulla sua testimonianza; la Chiesa non ha altro fondamento che la fede di Pietro. Cornelio basta che accolga la parola di Pietro…E Pietro non esercita più solo un magistero nella sua catechesi alla famiglia di Cornelio, ma esercita anche il potere sacramentale e conferisce a Cornelio e a tutti i suoi il battesimo, che è molto più importante dell’insegnamento… Di qui l’importanza che annette Pietro stesso al suo atto: esso è così pubblico e solenne che debbono essere presenti dei testimoni della Chiesa. E quando Pietro parlerà a Gerusalemme per rendere conto del suo operato alla Chiesa, i testimoni potranno dare alla Chiesa giudaico-cristiana di Gerusalemme la testimonianza che lo Spirito Santo era già disceso sulla famiglia di Cornelio, per assicurare che in quel battesimo si compiva la volontà stessa di Dio…
Il discorso di Pietro ha tre argomenti fondamentali. Il primo è la testimonianza: egli è vissuto col Cristo, è stato prescelto da Lui e ha mangiato e bevuto con Lui dopo la risurrezione dai morti. Secondo: Dio ha costituito, attraverso la resurrezione, giudice dei vivi e dei morti questo Gesù che i Giudei hanno crocifisso. Terzo: i profeti hanno insegnato che è soltanto nel nome di Lui che viene concessa agli uomini la remissione dei peccati.

Informazioni aggiuntive