Atti degli apostoli cap13

Atti 13
Ora c’erano nella chiesa che era  in Antiochia profeti e dottori: Barnaba e Simeone, chiamato Niger e Lucio il Cireneo, Manaen allevato insieme ad Erode il tetrarca e Paolo. 2 Celebrando loro il culto al Signore e digiunando disse lo Spirito Santo: Separate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati. 3 Allora avendo digiunato e avendo pregato e avendo imposto le mani a loro li congedarono. 4 Essi dunque inviati dal santo Spirito discesero a Seleucia, di là navigarono per Cipro e giunti a Salamina annunciavano la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei. Avevano poi ancora Giovanni   come ministro. 6 Avendo poi attraversato  l’isola intera fino a Pafo trovarono un tale uomo mago falso profeta Giudeo il cui nome era Bariesu 7 che era con il proconsole Sergio Paolo un uomo intelligente. Questi avendo chiamato a sé Barnaba e Saulo desiderò ascoltare la parola di Dio. 8 Si opponeva ora a loro Elima il mago, così infatti si interpreta il suo nome, cercando di distogliere il proconsole dalla fede. 9 Allora Saulo detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo guardando fissamente a lui disse: 10 O pieno di ogni inganno e di ogni malvagità, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, non cesserai  di distogliere dalle vie diritte del Signore? 11 Ora ecco la mano del Signore è su di te  e sarai cieco non vedente il sole, fino al momento fissato. Subito cadde su di lui l’oscurità e la tenebra e andando intorno cercava uno che lo conducesse per mano . 12 Allora avendo visto il proconsole l’accaduto credette sbigottito per la dottrina del Signore. 13 Essendo poi salpati da Pafo quelli intorno a Paolo vennero a Perge di Panfilia , ma Giovanni essendosi separato da loro ritornò a Gerusalemme.  14 Essi poi avendo attraversato da  Perge giunsero ad Antiochia in Pisidia , ed essendo entrati nella sinagoga il giorno di sabato si sedettero. 15 Dopo poi la lettura della legge e dei profeti inviarono i capi della sinagoga da loro dicendo: Uomini fratelli, se c’è in voi qualche parola di consolazione per il popolo ditela. 16 Allora essendosi alzato Paolo ed avendo fatto cenno con la mano disse: Fratelli israeliti e tementi Dio ascoltate! 17 Il Dio di questo popolo Israele elesse i nostri padri  e esaltò il popolo  nel soggiorno in terra d’Egitto e con braccio innalzato li condusse fuori da essa, 18 e circa quarant’anni di tempo li sopportò  nel deserto  19 e avendo sterminato sette nazioni in terra di Canaan diede in eredità la loro terra 20 circa per anni quattrocentocinquanta. E dopo queste cose diede dei giudici fino a Samuele il profeta . 21 E in seguito domandarono un re e Dio diede a loro Saul, figlio di Cis, uomo della tribù di Beniamino , per anni quaranta, 22 e avendo rimosso lui Dio suscitò Davide per loro come re al quale anche disse rendendo testimonianza: Ho trovato Davide quello di Iesse, uomo secondo il mio cuore, che farà tutte le mie volontà. 23 Dio dalla discendenza di questi secondo la promessa condusse a Israele il salvatore Gesù, 24 avendo preannunciato Giovanni davanti al volto della sua venuta  un’immersione di conversione per tutto il popolo d’Israele. 25 Quando poi Giovanni compiva la corsa, diceva: Cosa ritenete io sia? Non sono io! Ma ecco viene dopo di me uno di cui non sono degno di sciogliere il sandalo dei piedi. 26 Uomini fratelli, figli della stirpe di Abramo e quelli fra di voi  tementi Dio, a noi la parola di questa salvezza è stata mandata. 27 Infatti gli abitanti in Gerusalemme e i loro capi questo avendo misconosciuto anche le voci dei profeti che sono lette in ogni sabato avendolo condannato hanno adempiuto, 28 e nessun motivo di morte avendo trovato domandarono a Pilato di far morire lui. 29 Ma quando furono compiute tutte le cose su lui scritte, avendolo deposto dal legno lo posero in un sepolcro 30 Ma Dio lo ha risuscitato dai morti , 31 il quale apparve per molti giorni a coloro che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme , che adesso sono testimoni di lui presso il popolo. 32 E noi annunciamo a voi la buona notizia la promessa fatta ai padri, 33 che questa  Dio ha adempiuto per i figli di loro cioè noi risuscitando Gesù come anche nel salmo è scritto quello secondo: Figlio mio sei tu, io oggi ti ho generato . 34 Che poi risuscitò lui dai morti  non più essendo in procinto di ritornare alla corruzione , così ha detto: Darò a voi le le cose sante di Davide quelle fedeli. 35 Perciò anche in un altro passo dice : Non darai al tuo santo di vedere la corruzione. 36 Davide infatti nella propria generazione avendo servito alla volontà di Dio si addormentò e fu aggiunto ai suoi padri e vide la corruzione. 37 Ma colui che Dio ha risuscitato  non vide la corruzione. 38 Noto sia dunque a voi , uomini fratelli, che per mezzo di questo a voi è annunciata l remissione dei peccati  e da tutte le cose da cui non poteste nella legge di Mosè essere giustificati, 31 in questo ogni credente è giustificato. 40 Guardate dunque che non sopraggiunga la cosa detta nei profeti : 41 Guardate o sprezzanti e meravigliatevi  e scomparite, perché un’opera opero io nei vostri giorni, un’opera che non crederete affatto qualora qualcuno la racconterà a voi. 42 Essendo poi essi usciti  li pregavano per il seguente sabato di parlare a loro queste parole. 43 Sciolta poi la sinagoga molti dei Giudei e proseliti  adoratori di Dio  seguirono Paolo e Barnaba che parlando con loro persuadevano loro a perseverare nella grazia di Dio. 44 Il sabato veniente poi quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. 45 Ma vedendo  i Giudei le folle furono ripieni di gelosia e contraddicevano le cose dette da Paolo bestemmiando. 46 Parlando con franchezza Paolo e Barnaba dissero: A voi era necessario innanzitutto parlare la parola di Dio. Poiché essa respingete e giudicate voi stessi non degni della vita eterna ci rivolgiamo alle genti; 47 così infatti ha comandato a noi il Signore : Ho posto te a luce delle genti per essere tu per la salvezza fino all’estremità della terra.

 

Atti 13
Ora c’erano nella chiesa che era  in Antiochia profeti e dottori: Barnaba e Simeone, chiamato Niger e Lucio il Cireneo, Manaen allevato insieme ad Erode il tetrarca e Paolo.
Nella chiesa del Signore non mancano mai profeti e dottori: spetta a loro un posto d’onore per la spiegazione della Parola e giova ricordarli per nome. Ultimo è trovato anche l’apostolo Paolo.
2 Celebrando loro il culto al Signore e digiunando disse lo Spirito Santo:
Non c’è culto reso al Signore che non sia esercitato di pari passo con il digiuno. Non ci si può riempire delle cose di Dio quando ci si ciba delle cose di questo mondo. Un cuore già fatto sazio non è ricettivo del dono di Dio. E non si può ridurre il digiuno all’astensione dal cibo: è un altro il digiuno che importa davanti al Signore, investe la totalità di ciò che entra in noi attraverso i nostri sensi. Non comprende la volontà di Dio chi non è in ascolto, e non è in ascolto chi ha le orecchie piene di altro.
Chi non ama il silenzio non ama e non cerca la parola di Dio.
Non c’è silenzio di Dio se non per coloro che non hanno creato a se stessi situazione di ascolto. Non si illuda di comprendere quale è la volontà di Dio chi ha altro per la testa e non è attento alla sua voce e al suo richiamo.
Separate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati.
La volontà di Dio si esprime sempre nella forma del comando, non lascia spazio a dubbi, ripensamenti ed interrogativi da parte nostra.
Certe separazioni che non si giustificano umanamente trovano una loro giustificazione e la loro ragion d’essere nell’obbedienza alla volontà di Dio. Nulla si deve replicare alla volontà di Dio né giova saperne più di tanto per quel che riguarda il futuro. Ci è chiesto di obbedire qui ed ora senza fare domande. L’obbedienza dell’uomo all’uomo è sempre relativa e condizionata, quella della creatura al suo Creatore è assoluta ed incondizionata. Chi è chiamato da Dio va, non importa sapere dove.
3 Allora avendo digiunato e avendo pregato e avendo imposto le mani a loro li congedarono.
C’è un digiuno e una preghiera che precorrono la volontà di Dio, c’è pure una preghiera e un digiuno che accompagnano la sua manifestazione, perché come ci è dato solo per grazia comprendere quello che viene dal Signore, così solo per grazia ci è dato obbedire in verità e giustizia.
L’imposizione delle mani è segno di benedizione e di comunione di cuori. Ci si lascia soltanto nel vincolo dell’obbedienza all’unico e medesimo Dio. Benchè trovati separati su questa terra, siamo trovati legati in cielo in Cristo e per Cristo.
4 Essi dunque inviati dal santo Spirito discesero a Seleucia, di là navigarono per Cipro e giunti a Salamina annunciavano la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei.
Niente nella chiesa è fatto per volontà dell’uomo ma solo per volontà di Dio. Paolo e Barnaba, discesero, navigarono, giunsero, annunciarono,  perché inviati dallo Spirito Santo.
Avevano poi ancora Giovanni   come ministro.
Non sempre e non per tutti è chiara la volontà di Dio. Per alcuni fratelli c’è ancora qualcosa di non chiaro e di non definito che verrà compreso in un secondo tempo.
6 Avendo poi attraversato  l’isola intera fino a Pafo trovarono un tale uomo mago falso profeta Giudeo il cui nome era Bariesu 7 che era con il proconsole Sergio Paolo un uomo intelligente.
Chi attraversa un intero territorio per annunciare il Vangelo di Cristo soltanto alla fine di un cammino può fare incontri degni di nota e non è detto che siano senza intralci e impedimenti. Finalmente un uomo intelligente delle cose di Dio, ma prima di lui e accanto a lui un ministro del Satana che gli dà consigli sbagliati e cerca di distoglierlo dalla ricerca della verità.
Ovunque il diavolo ha servi obbedienti ben camuffati e mascherati, all’apparenza profeti, in realtà esperti di arti magiche. Sanno ben vigilare sulla vita altrui perché nessuno cada nei lacci del Cristo Salvatore.
Questi avendo chiamato a sé Barnaba e Saulo desiderò ascoltare la parola di Dio.
Chi è desideroso di verità non aspetta certo l’imbeccata ma si muove da solo e va incontro e chiede, perché vuol sapere e conoscere.
Sono queste le condizioni ottimali per l’annuncio del Vangelo, quando un cuore è trovato pronto e in attesa e non ha bisogno di essere sollecitato all’ascolto.
8 Si opponeva ora a loro Elima il mago, così infatti si interpreta il suo nome, cercando di distogliere il proconsole dalla fede.
Da una parte l’opera del Signore, dall’altra l’opera del Diavolo che cerca di impedire subito ogni avvicinamento a chi annuncia la parola di salvezza.
9 Allora Saulo detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo guardando fissamente a lui disse:
Chi parla in nome del Diavolo per fare l’opera sua procede a testa bassa, chi parla in nome di Dio tiene alta la testa e fissa negli occhi chi  è nemico della verità e della giustizia.
10 O pieno di ogni inganno e di ogni malvagità, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, non cesserai  di distogliere dalle vie diritte del Signore?
Non può esserci rispetto dell’uomo da parte di un apostolo del Signore quando non è trovato alcun rispetto della Legge di Dio. L’empio, il malvagio, chi si comporta come un figlio del Maligno va smascherato e richiamato apertamente, senza timore.
Quando in un cuore c’è il diavolo c’è anche tutto il male che viene da lui.
Non solo l’empio è pieno del peccato di cui si nutre, ma cerca di distogliere dal bene chi si avvicina a Gesù Salvatore.
11 Ora ecco la mano del Signore è su di te  e sarai cieco non vedente il sole, fino al momento fissato.
Chi vuol mettere le proprie mani sull’opera di Dio, conoscerà la mano potente dell’Altissimo: chi pretende di essere luce che scavalca la luce sarà cieco per tutto il tempo stabilito dal Signore.
Subito cadde su di lui l’oscurità e la tenebra e andando intorno cercava uno che lo conducesse per mano .
Chi ha la pretesa di portare la luce è sopraffatto dalle tenebre. Se le tira addosso da solo in virtù di forza propria e si ritrova non come colui che è guida del prossimo, ma come colui che disperatamente cerca la guida di un qualsiasi prossimo.
I figli del Maligno si danno l’aria di creature illuminate, in realtà vivono nelle tenebre ed allungano la mano a chiunque per essere aiutati, senza capacità di discernimento e senza sapere dove saranno condotti e dove andranno a finire.
12 Allora avendo visto il proconsole l’accaduto credette sbigottito per la dottrina del Signore.
L’uomo che ha intelligenza delle cose di Dio ben comprende qual è la fine dell’empio e prova stupore per la dottrina del Signore.
13 Essendo poi salpati da Pafo quelli intorno a Paolo vennero a Perge di Panfilia , ma Giovanni essendosi separato da loro ritornò a Gerusalemme. 
Nella chiesa del Signore c’è chi va e chi viene, chi rimane intorno e chi si separa. E tutto questo non per il capriccio umano, ma per obbedienza alla volontà di Dio.
14 Essi poi avendo attraversato da  Perge giunsero ad Antiochia in Pisidia , ed essendo entrati nella sinagoga il giorno di sabato si sedettero.
Non si arriva ai lontani trascurando o ignorando i vicini. Il Vangelo dapprima viene annunciato ai figli d’Israele, nel rispetto della tradizione e delle consuetudini del popolo eletto.
Non in una qualsiasi assemblea si parla delle cose di Dio, ma in quella che si riunisce per ascoltare la Parola che viene dal cielo.
15 Dopo poi la lettura della legge e dei profeti inviarono i capi della sinagoga da loro dicendo: Uomini fratelli, se c’è in voi qualche parola di consolazione per il popolo ditela.
Dopo la lettura della Legge e dei profeti è data la parola a chi ha qualcosa da dire nel nome del Signore.
16 Allora essendosi alzato Paolo ed avendo fatto cenno con la mano disse: Fratelli israeliti e tementi Dio ascoltate!
Paolo parla ai fratelli israeliti e a tutti quelli che hanno il timore di Dio.
Nulla di nuovo si può dire se non seguendo una logica di continuità col passato, perché ciò che Dio fa oggi sia compreso alla luce di ciò che ha fatto ieri, perché il popolo di Dio viva nel perenne ricordo delle opere potenti manifestate in Israele dal Signore.
17 Il Dio di questo popolo Israele elesse i nostri padri  e esaltò il popolo  nel soggiorno in terra d’Egitto e con braccio innalzato li condusse fuori da essa, 18 e circa quarant’anni di tempo li sopportò  nel deserto  19 e avendo sterminato sette nazioni in terra di Canaan diede in eredità la loro terra 20 circa per anni quattrocentocinquanta. E dopo queste cose diede dei giudici fino a Samuele il profeta . 21 E in seguito domandarono un re e Dio diede a loro Saul, figlio di Cis, uomo della tribù di Beniamino , per anni quaranta, 22 e avendo rimosso lui Dio suscitò Davide per loro come re al quale anche disse rendendo testimonianza: Ho trovato Davide quello di Iesse, uomo secondo il mio cuore, che farà tutte le mie volontà. 23 Dio dalla discendenza di questi secondo la promessa condusse a Israele il salvatore Gesù, 24 avendo preannunciato Giovanni davanti al volto della sua venuta  un’immersione di conversione per tutto il popolo d’Israele.
Non si può ricordare una storia operata dalla mano di Dio se non cominciando dall’inizio, senza tralasciare i tempi e gli eventi più importanti fino agli ultimi. Artefice della storia, suo motore e protagonista è sempre il solo e medesimo Dio.
E’ lui che si sceglie un popolo come sua particolare proprietà, è Lui che esalta e deprime, libera e conduce ricolmando di ogni bene e sopportando con misericordia. E’ Lui che in tutto provvede per i suoi eletti, che sceglie i suoi capi, rimuove chi disobbedisce ed innalza chi fa la sua volontà. E tutto questo per preparare la venuta del Salvatore Gesù Cristo, preannunciata da Giovanni con il comando di un’immersione nell’acqua che è purificazione del cuore per una  conversione di tutto Israele.
25 Quando poi Giovanni compiva la corsa, diceva: Cosa ritenete io sia? Non sono io! Ma ecco viene dopo di me uno di cui non sono degno di sciogliere il sandalo dei piedi.
Alla fine della corsa Giovanni non annunciava se stesso, ma la venuta di un altro di cui non era degno neppure di chinarsi ai piedi per sciogliere il sandalo, come l’ultimo dei servi.
26 Uomini fratelli, figli della stirpe di Abramo e quelli fra di voi  tementi Dio, a noi la parola di questa salvezza è stata mandata.
La parola della salvezza non è stata mandata a tutti gli uomini, ma ai fratelli, discendenti di Abramo, a quelli che hanno timore di Dio.
27 Infatti gli abitanti in Gerusalemme e i loro capi questo avendo misconosciuto anche le voci dei profeti che sono lette in ogni sabato avendolo condannato hanno adempiuto, 28 e nessun motivo di morte avendo trovato domandarono a Pilato di far morire lui. 29 Ma quando furono compiute tutte le cose su lui scritte, avendolo deposto dal legno lo posero in un sepolcro
Gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi avendo misconosciuto colui che era annunciato da Giovanni e dalle parole dei profeti lette ogni sabato nelle sinagoghe,  chiesero a Pilato il consenso per mettere a morte il Cristo, non avendo trovato giustificato motivo per la condanna. E quando furono adempiute tutte le cose scritte su di lui, lo hanno deposto dalla croce e lo hanno posto in un sepolcro. Fine della storia?


30 Ma Dio lo ha risuscitato dai morti , 31 il quale apparve per molti giorni a coloro che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme , che adesso sono testimoni di lui presso il popolo.
Non c’è altra novità che si debba conoscere e far conoscere.
Dio lo ha risuscitato dalla morte e ne ha dato prova certa apparendo  a coloro che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme. Per molti giorni e a molte persone, perché la testimonianza venga non da pochi, ma trovi più voci concordi che siano credibili presso tutto il popolo.
32 E noi annunciamo a voi la buona notizia la promessa fatta ai padri, 33 che questa  Dio ha adempiuto per i figli di loro cioè noi risuscitando Gesù come anche nel salmo è scritto quello secondo: Figlio mio sei tu, io oggi ti ho generato .
Noi, mandati dal Signore, annunciamo a voi, che siete popolo eletto, la buona notizia, la promessa fatta ai nostri padri. Non una qualche novità, ma l’adempimento per i figli da parte di Dio, di ciò che era stato promesso ai  loro padri. 
In che cosa e come si è adempiuta l’antica promessa? Con la risurrezione dai morti di Gesù, Figlio di Dio.
Che questi sia Figlio di Dio è attestato e confermato dal salmo secondo in cui è scritto: “Figlio mio sei tu, io oggi ti ho generato”.
34 Che poi risuscitò lui dai morti  non più essendo in procinto di ritornare alla corruzione , così ha detto:
Quale la dimostrazione che il Padre lui ha risuscitato dai morti, una volta per sempre, come colui che non può più tornare alla corruzione della carne? La Parola stessa di Dio che così ha detto:
Darò a voi le  cose sante di Davide quelle fedeli. 35 Perciò anche in un altro passo dice : Non darai al tuo santo di vedere la corruzione.
Ciò che a noi è dato di Davide è una eredità fatta di cose sante, quelle che manifestano la fedeltà di Dio alla sua promessa.
La promessa fatta a Davide: “non darai al tuo santo di vedere la corruzione”, va intesa secondo l’immagine. Non Davide ma colui del quale Davide è figura non vedrà la corruzione della morte.
36 Davide infatti nella propria generazione avendo servito alla volontà di Dio si addormentò e fu aggiunto ai suoi padri e vide la corruzione.
Davide dopo aver servito alla volontà di Dio, nella propria generazione, cioè nella carne e nel sangue, si addormentò e fu aggiunto al numero dei suoi padri e vide la corruzione della morte.
37 Ma colui che Dio ha risuscitato  non vide la corruzione.
Colui che Dio ha risuscitato da morte non vide la corruzione in eterno.
38 Noto sia dunque a voi , uomini fratelli, che per mezzo di questo a voi è annunciata la remissione dei peccati  e da tutte le cose da cui non poteste nella legge di Mosè essere giustificati, 31 in questo ogni credente è giustificato.
Sia noto dunque a voi, casa d’Israele, uomini uniti nel vincolo della fratellanza, che per mezzo di questo Gesù Cristo risuscitato dai morti è annunciata a voi la remissione dei peccati e da tutte quelle colpe e mancanze da cui non poteste essere giustificati nella Legge di Mosè.
In questo, cioè in Gesù Cristo Figlio di Dio, ognuno che crede è giustificato.
40 Guardate dunque che non sopraggiunga la cosa detta nei profeti :
Attenti dunque! Non accada quanto detto dai profeti:
41 Guardate o sprezzanti e meravigliatevi  e scomparite, perché un’opera opero io nei vostri giorni, un’opera che non crederete affatto qualora qualcuno la racconterà a voi.
Coloro che provano disprezzo per l’annuncio di Cristo risorto dai morti, stiano attenti e siano piuttosto presi da stupore e meraviglia al punto da voler scomparire, come chi prova vergogna per la propria colpa.
Io, il Signore, opero una cosa grande nei vostri giorni, un’opera che non sarà creduta se raccontata a voi da qualcuno.
Perché dunque non è giustificato chi non crede all’annuncio? Perché la notizia non viene da persone qualsiasi, ma da persone accreditate e mandate da Dio stesso, che hanno visto con i propri occhi, udito con le proprie orecchie, toccato con le proprie mani.
42 Essendo poi essi usciti  li pregavano per il seguente sabato di parlare a loro queste parole.
Quando c’è una volontà di ascolto vera e sincera, si vuol rimanere in questo ascolto. Gli apostoli che annunciano in verità non dovranno inseguire ed insistere, ma benché usciti, sempre ed ovunque troveranno qualcuno che chiederà loro con preghiera di tener vivo l’annuncio.
Una Chiesa in cui l’annuncio non suscita più entusiasmo alcuno è una Chiesa ormai spenta e prossima all’ultimo giudizio.
43 Sciolta poi la sinagoga molti dei Giudei e proseliti  adoratori di Dio  seguirono Paolo e Barnaba che parlando con loro persuadevano loro a perseverare nella grazia di Dio.
Niente di più triste della rapidità con cui le persone se ne vanno ognuna per i fatti propri, dopo che l’assemblea è stata sciolta.
Non c’è interesse per ciò che è stato detto: nessuna volontà di meglio comprendere e di conoscere e sapere di più.
Chi adora Dio in spirito e verità rimane attaccato ai suoi apostoli, segue i loro passi, sta insieme con loro, per ascoltare la Parola, per avere una conferma, per ricevere un aiuto ed uno stimolo a perseverare nella grazia  ricevuta.
È questa la Chiesa che piace al Signore, non quella  fatta da cuori stanchi ed assopiti già colmi delle cose di questo mondo e da menti inquiete , sempre alla ricerca della novità: non di quella che viene dal cielo, ma di quella che è trovata sulla terra.
44 Il sabato veniente poi quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore.
Si deve intendere in senso letterale? Non è un’esagerazione? Quale confronto con la realtà attuale?
Ognuno può intendere come vuole. Sta di fatto che l’interesse per la parola del Signore è dato per grande.
Perché così fu all’inizio e così dovrebbe essere fino agli ultimi tempi.
Non si scoraggino i pochi che ancora leggono e meditano la Parola del Signore: gli altri, non loro, sono fuori dalla norma voluta da Dio. È volontà di Dio che tutti gli uomini ascoltino la Sua Parola, così come annunciata nei tempi antichi.
45 Ma vedendo  i Giudei le folle furono ripieni di gelosia e contraddicevano le cose dette da Paolo bestemmiando.
Un ascolto di massa, deve essere vagliato ed autenticato dal Signore. Molti ascoltano soltanto per curiosità e non per obbedire e far propria la Parola. Ancor peggio, quelli che si credono custodi della Legge e portatori della giustizia divina, i Giudei, sono pieni di gelosia, vedendo il successo dell’annuncio fatto dagli apostoli.
Cercano di confutare le cose dette da Paolo, non opponendo ragione a ragione, parola a parola, ma contraddicendo la fede in Cristo con la bestemmia al suo nome.
46 Parlando con franchezza Paolo e Barnaba dissero: A voi era necessario innanzitutto parlare la parola di Dio.
Il parlare falso ed ingannevole dei Giudei, bestemmia agli orecchi di Dio, deve confrontarsi con la parola vera e sincera di Paolo e Barnaba.
Nulla si concede al popolo eletto: non c’è attenuante per la sua mancanza di fede. Perché gli apostoli si sono rivolti innanzitutto ai Giudei? Perché la promessa fatta in antico sia adempiuta non soltanto con la morte e resurrezione del Cristo, ma anche con un annuncio a tutti i Giudei, davanti all’intera comunità.
Non sarà così per sempre.
Poiché essa respingete e giudicate voi stessi non degni della vita eterna ci rivolgiamo alle genti; 47 così infatti ha comandato a noi il Signore :
D’ora in poi l’annuncio sarà fatto alle genti.
Questo è il comando che gli apostoli hanno ricevuto dal Signore, perché la promessa fatta ai pochi diventi finalmente la promessa fatta ai molti.
Ciò che in antico era stato detto in modo oscuro trova ora la sua luce dal cielo.
Ho posto te a luce delle genti per essere tu per la salvezza fino all’estremità della terra.
Luce delle genti è il Cristo, Figlio di Dio: è Lui il Salvatore di ogni uomo. Non c’è estremità della terra che non debba conoscere la salvezza che viene dal cielo.


Da Meditazione sugli Atti degli Apostoli di don Divo Barsotti
Ed. San Paolo
Il ritorno di Saulo al servizio della Comunità sembra non essere che la condizione perché ora si vadano realizzando prontamente i disegni di Dio sopra di lui. Probabilmente Saulo era l’ultimo che si era unito agli altri profeti e dottori per il servizio alla Comuni8tà e lo Spirito Santo vuole che Barnaba e Saulo siano separati dagli altri per l’opera alla quale li ha chiamati… dopo aver digiunato e pregato s’impongono loro le mani e sono resi liberi da ogni impegno con la Comunità. Barnaba e Saulo sono inviati: s’inizia il loro apostolato…
Paolo è mandato dallo Spirito Santo. Da questo momento il libro degli Atti parlerà sempre più di Saulo, ma in lui è l’azione e la potenza dello Spirito che si rivelano: il vero protagonista del Libro degli Atti è lo Spirito Santo. Saulo rimasto finora nel silenzio da oggi sarà sempre sulle strade del mondo per portare ovunque il messaggio della salvezza… Il primo viaggio è a Cipro, la patria di Barnaba. Ancora la forza dello Spirito non ha rotto tutti i legami per spingerli al largo nella piena avventura divina. È questo il primo viaggio, appena agli inizi della loro missione apostolica, e già debbono scontrarsi con le potenze del male. Come nei Vangeli, così negli Atti, la presenza del Cristo provoca e scopre la presenza del Maligno; nel libro degli Atti, all’inizio della missione di Pietro, è lo scontro con Simon mago, all’inizio della missione di Saulo, lo scontro con il mago Elimas. Non sono indemoniati; sono anche più pericolosi perché strumento consapevole del maligno nell’esercizio della magia. 251
Il momento in cui il cristianesimo nacque fu tempo in cui pullularono numerosi movimenti religiosi per rispondere all’ansia di un’umanità che si sentiva minacciata dalle forze del male e indifesa contro la potenza del fato. Questi movimenti non sempre sorgono o vogliono essere in opposizione al cristianesimo, anche se sono di fatto movimenti malsani di una mistica più o meno diabolica. Non è in opposizione al cristianesimo che sorgono, ma molto spesso gli assomigliano e gli sono rivali; solleticano la curiosità, oppure credono di poter rendere più facile la comunione con Dio scivolando in un certo lassismo morale, quando non liberano l’anima da ogni legge per nutrirla della esuberanza di immagini fantastiche contro la sobrietà della fede. Alla predicazione cristiana si aggiunge e spesso si oppone così una predicazione di maghi e filosofi. Accanto ai santi, al misticismo cristiano  si affianca la magia. Saper discernere è dono dello Spirito Santo. L’insegnamento degli Atti sull’azione del maligno è discreto. Questa azione disorienta anche le anime di buona volontà. L’uomo che cerca Dio si affida a tutti coloro che vogliono parlargli in suo nome. Non solo il popolo degli umili, ma anche gli uomini del potere e del sapere, retti e di buona coscienza. Così il proconsole Sergio Paolo: egli segue il mago Elimas, in ebraico Bar_Jesus. Così il primo ostacolo alla predicazione cristiana viene dal giudaismo, da un giudaismo gnostico. Lo gnosticismo è vecchio come l’uomo, perché risponde al desiderio umano di voler conoscere Dio, essere in contatto con Lui senza aderire alla fede, senza umiltà, senza freni mo9rali: esaltazione dell’orgoglio umano che non vuole servire Dio, ma farlo servire al proprio vantaggio… Se è stata importante nell’economia del Libro degli Atti la narrazione della conversione di Cornelio, non meno importante la conversione del proconsole Sergio Paolo per opera di Saulo: in questa occasione nasce di fatto l’apostolo delle genti.
L’autore ispirato, pur lasciando in tutto a Pietro il primato, non presenta mai Paolo come inferiore. Non oppone l’uno all’altro, ma non permette mai che Paolo si manifesti inferiore: nulla compie Pietro, che poi anche Paolo non compia. Paolo affronta il mago con l’irruenza di un carattere fermo e leale che non sa sopportare la menzogna. Le sue parole riecheggiano le parole di Gesù contro l’ipocrisia dei farisei. Il nome stesso del mago è un inganno: egli non è Bar-Jesus, ma figlio del diavolo. Dio è prima di tutto Verità e Luce, nulla gli si oppone più della menzogna. Vi è chi non conosce la luce, ma vi è chi vuole soffocarla e cerca in ogni modo di negarla. Contro questi la Parola di Dio suona sempre come chiara condanna e Dio toglie loro quella luce che avevano negato…
Nella Comunità di Antiochia Saulo era l’ultimo. Ora appena iniziata la missione Paolo prende il primo posto. Barnaba non agisce, non parla; Paolo prende in mano tutta la situazione e la porta avanti. Gli altri lo accompagnano. Infine andrà avanti da solo.
Il primo che parte è Giovanni Marco. Doveva essere difficile vivere con Paolo. Era un uomo che non si peritava di chiedere tutto. Egli dava tutto per la causa dell’Evangelo e pretendeva tutto da coloro che dovevano annunciarlo con lui. Giovanni Marco è stato identificato con il giovinetto che lascia il lenzuolo e fugge nudo il giorno della cattura di Gesù. È un ragazzo di buona famiglia, abituato agli agi, possedeva forse la casa del Cenacolo e il frantoio del Getsemani: poteva vivere la vita disagiata di Paolo? Finchè Paolo ha fatto con Barnaba il giro dell’isola di Cipro con la nave, Giovanni Marco è andato con loro; ma sbarcato in Asia Minore, ora che doveva fare a piedi il cammino attraverso montagne sconosciute, in mezzo a popolazioni straniere, senza sicurezza, in mezzo a mille pericoli, è da pensare che  non ne abbia avuta la forza ed è ritornato indietro. Sembra che sia avvenuta quasi una rottura. Solo negli ultimi anni Paolo si ricorderà di lui. Giovanni Marco, invece di essere discepolo di Paolo, divenne discepolo di Pietro ed egli lo chiamerà suo figlio carissimo. Nel secondo Vangelo Marco ci lascerà poi la catechesi di Pietro.
Paolo e Barnaba, dopo che Giovanni si è separato da loro, arrivano ad Antiochia di Pisidia attraverso un cammino tra le montagne… e il sabato vanno nella sinagoga. I notabili invitano i due a rivolgere una parola di esortazione. Avveniva sempre così: si leggeva la Sacra Scrittura, poi uno dei presenti prendeva la parola. Abbiamo esempio di questo anche nel Vangelo di Luca quando Gesù nella sinagoga di Nazaret, dopo aver aperto il rotolo di Isaia e aver letto, prende la parola e annuncia che la profezia si è compiuta ora, davanti agli occhi di tutti, nella sua stessa potenza. Gli ospiti vengono dunque invitati a dirigere l’assemblea con una parola di esortazione…
Il discorso di Paolo, il primo che riportano gli Atti, evidentemente non può non ripetere i principali temi dei discorsi di Pietro e di Stefano ai Giudei. Paolo infatti si rivolge in una sinagoga ai giudei, come avevano fatto Pietro e Stefano.
Più nuova sarà la dottrina che esprimeranno i discorsi di Paolo quando, lasciando i Giudei, egli si rivolgerà direttamente ai Gentili. Tuttavia anche in questo primo discorso appare il tema fondamentale della teologia paolina. Dire che con questo discorso programmatico, Paolo inizia, dopo il battesimo del proconsole Sergio Paolo, il suo apostolato, è dire anche la sua importanza. Sempre la parola apostolica è affermazione solenne che qualcosa di inaudito e di assoluto si è veramente compiuto sulla terra con la morte in croce di Cristo. Essa è stata l’avvenimento ultimo cui doveva tendere tutta la storia profetica d’Israele. Sono la morte di Gesù di Nazaret e la sua resurrezione che, essendo il termine ultimo del cammino, ne rivelano il senso. Così l’evento cristiano illumina finalmente tutto l’Antico Testamento. Rimane da notare come la teologia degli Atti non conosca una Storia sacra dopo il regno di Davide. Il richiamo all’Antico Testamento termina con David. Stefano arriva alla dedicazione del tempio; Paolo, nel discorso ad Antiochia di Pisidia, si ferma a David, e così Pietro: non si accenna alla distruzione di Gerusalemme al tempo di Nabucodonosor, né alla sua ricostruzione per opera di Esdra e Neemia, non all’epoca maccabaica. Dopo Davide sembra che un vero cammino di storia verso il Cristo sia finito. Paolo sembra confermare la visione teologica del giudaismo: la Storia sacra di Israele è tutta nei libri della Torah, i profeti si rifanno a quella storia per annunciare soltanto l’adempimento futuro. E l’adempimento è Cristo la storia prepara soltanto e non ha senso senza di Lui. Come è breve qui il richiamo alla elezione dei Israele, agli interventi di Dio in salvezza del suo popolo, alle promesse, al dono della terra promessa, alla monarchia! E come subito Paolo passa a parlare di Giovanni il Battista e della sua testimonianza per poi fermarsi, non sulla predicazione di Gesù e sui miracoli da Lui compiuti, ma sulla sua morte e sulla sua resurrezione! Il messaggio di salvezza che egli è venuto a portare ai suoi correligionari di Antiochia è tutto nell’annuncio di quella morte e di quella resurrezione. Il kerygma apostolico si restringe al mistero pasquale. La vita e la predicazione di Gesù sembrano non contare più nulla: l’evento salvifico in cui la profezia ha il suo adempimento e si compiono le promesse di Dio, è l’evento della Pasqua cristiana: nella morte si adempiono le profezie, nella resurrezione le promesse di Dio…
Nel cristianesimo Dio è sempre presente nella umanità glorificata del Cristo e l’uomo vive unito al Cristo risorto, nello Spirito Santo.
La teologia degli Atti è qui. Gli Atti sono chiamati il Vangelo dello Spirito, perché lo Spirito rende testimonianza di questo evento. Si è detto anche che gli Atti non parlano quasi più della vita terrena del Signore; non richiamano nessun miracolo compiuto da Cristo, nessun avvenimento della sua vita terrena, tranne il battesimo dato da Lui a Giovanni. Invece l’evento cui si richiamano costantemente, ed è il contenuto principale della loro predicazione e il messaggio della salvezza, è uno solo: Dio lo ha risuscitato dai morti ( 13,30 )
La predicazione nostra è la testimonianza di questa resurrezione che è l’evento salvifico ultimo che chiude la storia. Il processo di una storia sacra è finito. Il tempo non ha altro contenuto che la sua Presenza. “Ecco io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo ( Mt. 28,20 )
Questo il contenuto del cristianesimo: non la Legge o la dottrina e neppure la storia, ma l’Evento…
Il discorso che fa Paolo ad Antiochia di Pisidia è anche l’unico che ripete, come i discorsi di Stefano e Pietro, la storia della salvezza. Altre volte egli si rivolgerà ai giudei e in poche parole sintetizzerà il suo insegnamento, ma è ad Antiochia di Pisidia che diviene l’apostolo dei gentili. Rifiutandosi i Giudei di ricevere il suo messaggio, egli si rivolge al popolo pagano e diviene “l’apostolo delle genti”. Gli Atti sottolineano da una parte l’ostilità sempre più grave del popolo giudaico contro Paolo, dall’altra l’entusiasmo e l’aprirsi del popolo pagano al messaggio della salvezza. Non è detto che Paolo non abbia trovato mai delle ostilità tra i Gentili, ma Luca cerca di metterle in una luce più discreta; anzi sembra intenzione dell’agiografo sottolineare come le nazioni si aprissero con generosità ed entusiasmo ad accogliere il messaggio di Dio. E soprattutto gli Atti sottolineano la gioia di queste anime che sembrano aspettare l’annuncio e lo ricevono con tutto il loro amore e la loro riconoscenza.

Informazioni aggiuntive