Salmo 3

Salmo 3
Salmo di Davide, quando fuggiva dalla presenza di Assalonne suo figlio.
1 Signore, perché si sono moltiplicati i miei oppressori?
Molti insorgono contro di me;
2 molti dicono all’anima mia:
Non c’è salvezza per lui nel suo Dio.
3 Ma sei tu, Signore, che mi accogli,
la mia gloria e colui che innalza il mio capo.
4 Con la mia voce ho gridato al Signore,
e mi ha esaudito dal suo monte santo.
5 Io mi sono coricato ed addormentato,
mi sono destato perché il Signore mi accoglierà.
6 Non temerò miriadi di popolo
Che intorno mi assalgono.
7 Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio!
Perché tu hai percosso
quanti mi avversano invano;
i denti dei peccatori hai spezzato.
8 Del Signore la salvezza,
e sul tuo popolo la tua benedizione.

 

Salmo di Davide, quando fuggiva dalla presenza di Assalonne suo figlio.
“Ci convincono che questo salmo è detto della persona di Cristo le parole: Mi son coricato e ho preso sonno, e mi sono levato perché il Signore mi sorregge. Tali parole, infatti, si adattano di più alla passione e alla risurrezione del Signore che a quella vicenda in cui si narra che David fuggì davanti a suo figlio, in armi contro di lui. Siccome poi dei discepoli di Cristo sta scritto: Finché con essi è lo sposo, non digiunano i figli dello Sposo, non è strano che l'empio figlio di David raffiguri l'empio discepolo che tradì Cristo. E anche se storicamente si può intendere che [Cristo] fuggì dal suo cospetto quando, andatosene il discepolo, si ritirò con gli altri sul monte, tuttavia, in senso spirituale si può correttamente ritenere che Cristo sia fuggito dalla faccia di lui allorché il Figlio di Dio, cioè la potenza e la sapienza di Dio, abbandonò l'anima di Giuda nel momento in cui il diavolo la occupò completamente, come appunto sta scritto: e il diavolo entrò nel suo cuore “. ( Agostino )
1 Signore, perché si sono moltiplicati i miei oppressori?
Molti insorgono contro di me;
E’ il lamento del servo di Javè per l’oppressione che viene dall’uomo,  che non trova sosta nel tempo, ma sempre si ripete e si moltiplica rinnovando l’ostilità contro il Salvatore.
“Molti insorgono contro di me”.
Un’insurrezione non è mai pacifica, ma porta con sé ogni violenza, fino a desiderare e a cercare la morte del nemico.
Ogni attacco è preceduto da parole di scherno e di derisione per fiaccare ogni resistenza e distruggere la fiducia nell’unico vero Dio.
Potremmo anche definire questo salmo, salmo di salvezza e di liberazione in Cristo della sua Chiesa. Non da questo o quel male, ma dai nemici dell’anima nostra, da coloro che l’opprimono in grande numero, dai demoni e dai loro figli che si moltiplicano per moltiplicare la loro oppressione. Quando un’anima resiste nella lotta contro il Maligno, il nemico intensifica i suoi attacchi con forze sempre maggiori
Il Diavolo sa bene che non c’è altra salvezza se non nel Dio d’Israele.
Quando una persona pone nel Signore  la sua fede, cerca di demolirla con ogni mezzo. Non con una sola voce, ma con una pluralità e una coralità di voci. Chi è solo, smentito e scoraggiato da tutti, chi si trova addosso il mondo intero, non può stare saldo nel suo proposito più di tanto. L’avversione dei molti fiacca lo spirito, getta nello sconforto, le gambe tremano e le forze vengono meno.
Una fede che procede solitaria , non confermata e non confortata da alcuno, ma da tutti deprecata e vilipesa, difficilmente resiste.
Ma la fede in Gesù è una fede diversa, perché riposta in un Dio diverso.
Diverso non è colui che crede, ma Colui che è creduto. Non c’è vera fiducia nel Signore, senza la consapevolezza di questa sua diversità.
“Questo salmo può essere riferito anche in un altro senso alla persona di Cristo, nel senso cioè che egli quivi parli tutto intero: tutto intero dico, con il suo corpo di cui è capo, come dice l'Apostolo: voi siete infatti il corpo e le membra di Cristo… Insieme dunque, nel profeta, parlano il Capo e la Chiesa costituita in tutto il mondo in mezzo alle tempeste delle persecuzioni, come sappiamo essere già accaduto… ( Agostino )
2 molti dicono all’anima mia:
Non c’è salvezza per lui nel suo Dio.
L’amore disarmato, che vuol portare la salvezza al mondo, è assolutamente impotente e conduce alla perdizione anche il suo portatore. Così la pensa il mondo che non vuole Cristo: “Non può esserci salvezza per lui nel suo Dio”.
3 Ma sei tu, Signore, che mi accogli,
la mia gloria e colui che innalza il mio capo.
Non c’è  amore gradito al Padre se non quello portato dal Figlio. Non c’è altra salvezza se non quella che è data in Lui e per Lui. L’uomo rifiuta? Dio accoglie. L’uomo ricopre d’ignominia il Figlio di Dio? Il Padre lo colma di gloria. Il capo abbassato ed umiliato dai peccatori è innalzato sopra ogni capo.
Non un Dio qualunque ci accoglie e ci prende su di sé, ma un Dio Salvatore. Non un Dio lontano, ma un Dio che ha posto la sua dimora nel nostro cuore.
Il Cristo è per noi gloria ed esaltazione del nostro capo; non vuole la nostra morte, ma la nostra vita.
“E’ il Cristo che parla, sapendo che il Padre lo accoglierà e lo esalterà. Il salmo comincia con una preghiera e continua con un rendimento di grazie”.( Origene )
4 Con la mia voce ho gridato al Signore,
e mi ha esaudito dal suo monte santo.
Una voce è salita dalla terra al cielo, una voce è giunta alle orecchie del Padre ed è stata accolta nelle dimora della sua santità. Perché il Padre conosce la voce del Figlio: nel suo ascolto è ogni suo diletto. Non c’è richiesta del Figlio che non sia esaudita nel tempo ed in ogni tempo.
Non c’è grido di invocazione al Salvatore che non sia proporzionale alla consapevolezza della gravità e della serietà del proprio stato.
Una preghiera fiacca e incostante, che non osa gridare al Signore, manifesta un cuore che non ha consapevolezza di peccato e che non sente perciò il bisogno di cercare l’aiuto che viene dall’alto.
Monte santo è il monte del Signore, non sarà deluso chi ad esso volge la sua supplica.
Non l’uomo ci salverà dal Malvagio, ma il Figlio di Dio, disceso sulla terra dal suo trono celeste, per venire in nostro soccorso.
“Non ho gridato con la voce del corpo, la cui sonorità risulta dalla vibrazione dell'aria, ma con la voce del cuore, che è silenziosa per gli uomini ma a Dio suona come un grido. Susanna  fu esaudita con questa voce; con questa voce il Signore stesso ci ha insegnato a pregare senza rumore nei luoghi chiusi, cioè nel segreto del cuore. E non si venga a dire che si prega meno intensamente per il fatto che nessuna parola esce dalla nostra bocca; infatti anche quando preghiamo silenziosamente nel nostro cuore, se dei pensieri estranei vengono a distrarre dal suo raccoglimento colui che prega, non possiamo più dire: con la mia voce ho gridato verso il Signore. ( Agostino )
5 Io mi sono coricato ed addormentato,
mi sono destato perché il Signore mi accoglierà.
La morte non può avere alcun potere sull’autore della vita. Il Figlio di Dio entra nella morte come l’uomo nel sonno.  Gesù si è coricato ed addormentato! Ma ecco, è già desto, perché il Padre vuole il Figlio accanto a sé nella gloria eterna.
“Questo si riferisce esclusivamente al Cristo. Il Signore parla della sua dormizione, del suo sonno al momento della passione. Noi diciamo che il nostro Signore Gesù Cristo ha dormito, quando la sua anima si è separata dal corpo… Questo sonno, nel Salvatore, non fu inattività dell’anima: questa cessò soltanto di servirsi del corpo. Anche in quel tempo Gesù fece molto per la salvezza delle anime: Andò a predicare agli spiriti che erano in carcere ( 1Pt. 3,19 ). Dopo questo sonno, il Padre lo accolse e lo risvegliò”. ( Origene )
“E mi sono levato giacché il Signore mi sorreggerà”. Qui dobbiamo prestare maggiore attenzione per capire perché vi sia, in una sola proposizione, il verbo al tempo passato e al tempo futuro. Prima infatti è detto: Mi sono destato, che concerne il passato, e poi sorreggerà che riguarda il futuro; non avrebbe certamente potuto risorgere, senza essere così sorretto. Ebbene, nella profezia, giustamente i tempi futuri si mischiano a quelli passati, per significare gli uni e gli altri. Infatti le cose che sono profetate per l'avvenire, sono future secondo il tempo: ma secondo la conoscenza di coloro che le profetizzano, sono da considerare come già avvenute. Si mischiano nelle profezie anche i verbi al tempo presente… ( Agostino )
C’è un tempo di stanchezza, in cui la vigilanza nella fede in Cristo Salvatore si assopisce e il cuore si lascia prendere dal sonno della morte. Ma ecco viene l’ora in cui lo spirito si desta perché destato dal Signore; chi è morto risorge a nuova vita. Nella resurrezione del Cristo è la nostra resurrezione. Sono risorto dice la Volgata, per Cristo ed in Cristo, per entrare con Lui nella terra dei viventi.
6 Non temerò miriadi di popolo
Che intorno mi assalgono.
Invano i popoli si sono alleati per muovere guerra a Colui che viene dal cielo. Da ogni parte lo circondano e lo assalgono.
“Non temerò: ha raggiunto la sua massima sicurezza per la sua fiducia in Dio. E’ il Salvatore che parla, sapendo che chiederanno la sua crocifissione”. ( Origene )
Per quanto i nemici siano numerosi, miriadi di popoli, una schiera sterminata, non mi incuteranno timore alcuno. Chi si è posto sotto la protezione dell’Altissimo non ha nulla da temere da parte del Maligno. Questo può ben radunare tutte le sue legioni e le interminabili schiere dei suoi figli. Non prevarranno sul cuore che ha posto la sua fede in Cristo risorto.
Per chi si è messo dalla parte del Salvatore e sotto la protezione delle sue ali, non c’è nulla da temere.
7 Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio!
Non sorgerà il Signore, per salvare il suo diletto?
Quando il Figlio risorgerà da morte, con lui tutta la chiesa risorgerà a vita nuova.
“Il profeta prega che si affretti la risurrezione del Signore, al fine di ottenere la salvezza per mezzo di essa”. ( Eusebio )
Perché tu hai percosso
quanti mi avversano invano;
i denti dei peccatori hai spezzato.
Triste la fine di coloro che si sono messi contro il Cristo. Invano hanno avversato il Figlio; sono stati percossi dalla mano del Padre suo.
Hanno perso i  denti coloro che hanno cercato di azzannare il prediletto del Signore. Nessuna arma è rimasta in loro potere.
È un alternarsi di verbi dal presente al passato.
La salvezza operata dal Cristo è un dato e un fatto perché caduta nel passato, la sua attualità è nel presente della mia vita e di ogni vita.
Invochiamo oggi il Cristo Salvatore, nella consapevolezza che il Signore ha già vinto in noi e per noi il Maligno.
La nostra fede, proprio perché riguarda un fatto passato, porta in sé ogni certezza. C’è speranza per ciò che Dio farà, c’è certezza per ciò che già ha fatto. Vana è la lotta del Maligno contro di noi: è già stato colpito a morte. I suoi denti sono spezzati, le sue frecce sono spuntate, le sue armi non possono più offendere chi si è messo sotto il  riparo dell’Altissimo.
8 Del Signore la salvezza,
e sul tuo popolo la tua benedizione.
È questo il tempo della salvezza. Non rigettiamo l’opera del Signore e non disprezziamo la benedizione che è data al suo popolo.
Apriamo il nostro cuore a Colui che bussa oggi alla sua porta per entrare per sempre nella nostra vita.

 

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