Salmo 6

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Salmo 6
Per la fine, tra gli inni; per l’ottavo giorno. Salmo di Davide.
1 Signore, nel tuo sdegno non accusarmi
e nella tua ira non castigarmi.
2 Misericordia di me, Signore, perché sono infermo;
guariscimi, Signore,
perché sono state sconvolte le mie ossa,
3 e la mia anima è tutta sconvolta;
ma tu, Signore, fino a quando?
4 Ritorna, Signore, libera l’anima mia,
salvami per la tua misericordia,
5 perché non c’è nella morte chi di te si ricorda:
e chi ti confesserà negli inferi?
6 Mi sono affaticato nel mio gemito,
laverò ogni notte il mio letto,
con le mie lacrime inonderò il mio giaciglio.
7 E’ sconvolto per lo sdegno il mio occhio, sono invecchiato fra tutti i miei nemici.
8 Via da me voi tutti operatori di iniquità,
perché ha esaudito il Signore    la voce del mio pianto;
9 ha esaudito il Signore la mia supplica,
il Signore ha accolto la mia preghiera.
10 Siano confusi e grandemente sconvolti i miei nemici, siano volti indietro e grandemente confusi subito.

Per la fine, tra gli inni; per l’ottavo giorno. Salmo di Davide.
“Certamente si può, anche senza nessun temerario calcolo di anni, interpretare l'ottavo come il giorno del giudizio, in quanto le anime dei giusti, già dopo la fine di questo secolo, ricevuta la vita eterna, non saranno più soggette al tempo; e poiché tutti i tempi si svolgono nella ripetizione di questi sette giorni, può forse essere detto l'ottavo quello che non avrà questa instabilità”.(Agostino)
1 Signore, nel tuo sdegno non accusarmi
E nella tua ira non castigarmi.
Non entrare Signore in giudizio con il tuo servo. Giusta e santa è la tua accusa, ma io confido nella tua misericordia. La tua ira non giunga al castigo.
Salutare è lo sdegno di Dio verso di noi: il suo richiamo ci riporta sulla retta via.
2 Misericordia di me, Signore, perché sono infermo;
guariscimi, Signore,
Signore, abbi misericordia di me, perché sono infermo.
Malato è lo spirito mio. Medicina salutare è l’amore del Figlio tuo.
perché sono state sconvolte le mie ossa,
Il peccato ha sconvolto tutto il mio essere fino alle ossa.
Non c’è sdegno nel Signore se non per il nostro vagare lontano da lui come pecore perdute. Sdegno avvertito in ogni coscienza che ascolta la voce di Dio.
Sdegno che porta con sé un’accusa di colpa, un’ira foriera di un castigo divino.
Cosa può fare l’uomo schiacciato dal senso di colpa, impotente ed incapace di redimere se stesso?
Può solo invocare la misericordia divina.
3 e la mia anima è tutta sconvolta;
La mia anima è smarrita.
ma tu, Signore, fino a quando?
Chi è infermo può ben costatare il proprio stato, non può dare a se stesso alcuna salute. Fino a quando Signore starai a guardare la mia agonia? Fino a quando  sopporterai il mio peccato, e fino a quando resterai indifferente e sordo ad una preghiera così accorata e insistente?
4 Ritorna, Signore, libera l’anima mia,
salvami per la tua misericordia,
Placa o Signore la tua ira. Torna indietro e libera l’anima mia dai miei nemici.
Vano è il soccorso dell’uomo. Il male è penetrato fin nel profondo delle ossa, ha sconvolto corpo e anima. Ritorna Signore, libera l’anima mia, guariscimi.
Signore tu che mi hai creato per la vita eterna, ritorna ad essere benevolo verso di me, libera l’anima mia dalla schiavitù del Maligno. Salvami per la tua misericordia.
Non per i meriti che non ci sono e neppure per una  sopportazione ad oltranza, ma per la tua infinita misericordia.
In questa solo confido.
5 perché non c’è nella morte chi di te si ricorda:
e chi ti confesserà negli inferi?
Chi confesserà il tuo amore e invocherà il tuo Salvatore nel luogo dell’eterna perdizione?
È questo Signore il tempo della tua grazia  e della tua misericordia. Nulla di buono è in me trovato.
Quando lo Spirito è spento chi ricorda il tuo nome, chi ti confessa nella morte?
6 Mi sono affaticato nel mio gemito,
Nel mio gemito ho dato fondo ad ogni forza.
laverò ogni notte il mio letto,
Laverò ogni notte il mio letto con la confessione della mia colpa.
con le mie lacrime inonderò il mio giaciglio.
Con le lacrime inonderò il mio giaciglio di morte.
Nel mio gemito ho esaurito ogni mia potenza. Ho faticato all’estremo. Il mio pianto non conosce sosta.
Darò una lavata al mio letto di peccato con un bagno di lacrime:
ogni notte e per tutto il tempo della mia notte.
Inonderò il mio giaciglio di perdizione con una salutare pentimento
del cuore. Perché in questo mare di lacrime affoghi il mio peccato, e possa io conoscere il Salvatore che viene dal cielo.
“Una notte ho confessato il mio peccato, e ora faccio penitenza ogni notte.  Benché il perdono mi sia promesso, so che piangerò il mio peccato per tutta la vita”. ( Eusebio )
“ Irrigherò è qualcosa di più che laverò, perché si può lavare qualcosa anche solo in superficie, mentre l'irrigazione giunge a permeare l'interno, il che significa che il pianto giunge fino al profondo del cuore”. ( Agostino )
7 E’ sconvolto per lo sdegno il mio occhio, sono invecchiato fra tutti i miei nemici.
Per il tuo sdegno  non c’è più luce nei miei occhi. Separato dal Figlio tuo sono invecchiato tra i miei nemici.
Un occhio sconvolto per lo sdegno del Signore è un occhio reso cieco dal pianto:  nulla vuole vedere e nulla vuole gustare di ciò che sta davanti. Vana è stata la mia vita, sono diventato vecchio tra i miei nemici, lontano dall’unico vero amico.
Quando la coscienza di peccato mette sottosopra la nostra esistenza, non vogliamo più  addormentarci in un sonno che è morte.
È tempo di farla finita con l’uomo vecchio , non torneranno a vedere i miei occhi se non in una novità di vita.
8 Via da me voi tutti operatori di iniquità,
Lontano da me, tutti voi, figli del Maligno, operatori di iniquità.
perché ha esaudito il Signore    la voce del mio pianto;
Il Signore ha esaudito in Cristo la voce del mio pianto.
Il Signore la faccia finita una volta per sempre con il Diavolo e i suoi figli, che sono in me operatori d’iniquità.
Andate via, uscite dal mio cuore, separatevi e allontanatevi dalla mia vita, voi tutti che fate ciò che è male agli occhi di Dio.
Il Signore, sulla croce, una volta per sempre, ha già esaudito la voce del mio pianto.
Pianto per i miei peccati, supplica di salvezza, preghiera di soccorso.
Il Signore accoglie la preghiera che sale a lui da un cuore pentito e convertito, quanto più se alla preghiera si unisce la supplica insistente, alla supplica il grido, al grido le lacrime, alle lacrime un pianto ininterrotto, giorno e notte, fino al desiderio di annegare in questo mare di lacrime, per avere vita nuova.
Altro è il pianto disperato che viene dalla mancanza di fede, altro è il pianto di chi crede in Cristo Salvatore.
L’uno è senza speranza in questa vita, eppure tornerà a questa vita. L’altro non pone più alcuna speranza in questa esistenza terrena. Vuol farla finita con essa: Ha posto ogni speranza in Colui che viene dal cielo. Non nella vita che sarà donata, ma nella vita che è già stata data e operata in noi dal Cristo Salvatore.
C’è un pianto disperato che in forza del Satana continuerà a sopravvivere in una speranza che è illusione, mettendo una pezza o più pezze su una esistenza di peccato, cercando di rivestirsi di un abito di giovinezza, fuggendo da tutto ciò che appare brutto, per abbracciare e tenere stretto tutto ciò che ha ancora la parvenza di bello.
Così quando l’occhio ancora non è stanco di vedere.
Ma quando l’occhio non vuol più vedere, ormai sazio dei frutti del peccato e fatto stanco dal suo scrutare senza meta e senza speranza… Ecco, è giunta l’ora di voltare pagina e di cambiare vita,
di innalzare al cielo una supplica perenne per essere liberati dal potere del Maligno.
“Allontanatevi da me, tutti voi che operate iniquità; giacché il Signore ha udita la voce del mio pianto. Queste parole sono dette sia in senso profetico, in quanto gli empi si allontaneranno, cioè saranno separati dai giusti quando verrà il giorno del giudizio, sia in senso attuale, perché, anche se sono raccolti insieme e negli stessi luoghi, tuttavia sulla nuda aia il grano è già separato dalla paglia sebbene sia celato tra la paglia. Possono pertanto stare insieme, ma non possono essere portati via insieme dal vento. ( Agostino )
9 ha esaudito il Signore la mia supplica,
il Signore ha accolto la mia preghiera.
“Sono soliti parlare così coloro che gioiscono; come se non bastasse loro proclamare una volta sola la propria gioia. Questo è il frutto di quel gemito nel quale ci si affatica, di quelle lacrime con cui si lava il letto e si irriga il giaciglio; perché miete nella gioia chi semina nelle lacrime, e beati sono coloro che piangono, perché saranno consolati”.( Agostino )
10 Siano confusi e grandemente sconvolti i miei nemici, siano volti indietro e grandemente confusi subito.
Siano volti in fuga e confusi i nemici dell’anima mia. All’istante periscano gli operatori di iniquità, all’apparire del tuo Salvatore.
Non ci sarà un fine per la nostra esistenza terrena se prima non avremo visto con la fede e con la speranza in Cristo Salvatore, la fuga, la confusione del Diavolo, lo sconvolgimento del suo regno.
Solo allora avrà pieno compimento il titolo di questo salmo,
 Per la fine, tra gli inni; e solo allora  finalmente entreremo nell’ottavo giorno di cui è detto per l’ottavo giorno. Salmo di Davide.