Salmo 10

                                            Salmo 10
Per la fine; salmo di Davide.
1 Nel Signore confido;
2 come direte all’anima mia:
Migra sui monti come un passero?
3 Perché ecco i peccatori hanno teso l’arco,
hanno approntato frecce nella faretra
per saettare nelle tenebre i retti di cuore.
4 Ciò che tu hai formato hanno distrutto,
ma il giusto che cosa ha fatto?
5 Il Signore nel suo tempio santo,
il Signore, nel cielo il suo trono.
I suoi occhi sono rivolti al misero,
le sue palpebre scrutano i figli degli uomini.
6 Il Signore scruta il giusto e l’empio:
e chi ama l’ingiustizia odia la propria anima.
7 Farà piovere lacci sui peccatori:
fuoco, zolfo e vento di tempesta
la porzione del calice loro.
8 Poiché giusto è il Signore e ama le giustizie,
il suo volto guarda la rettitudine.

Per la fine; salmo di Davide.
1 Nel Signore confido;
2 come direte all’anima mia:
Migra sui monti come un passero?
Non abbiamo bisogno di ali per sfuggire agli attacchi del nemico. E neppure dobbiamo cercare rifugio in luoghi inaccessibili.
Il Signore sarà nostro riparo e nostro rifugio.
“Io ho la casa ove riposare, perché confido nel Signore. Infatti anche il passero si è trovato una dimora; e il Signore si è fatto rifugio per il povero. Diciamo dunque con tutta fiducia, in modo da non perdere Cristo mentre lo cerchiamo presso gli eretici: nel Signore confido; perché dunque dite all'anima mia: migra ai monti come il passero”? ( Agostino )
“Orbene, è noto che in profezia Cristo, prefigurato allegoricamente con molti nomi, è chiamato anche monte. Dobbiamo dunque rispondere a questi eretici e dir loro: nel Signore confido; perché dunque dite all'anima mia: migra ai monti come il passero? Uno solo è il monte in cui confido; perché dunque mi dite di passare a voi, come se vi fossero più Cristi?”. ( Agostino )
3 Perché ecco i peccatori hanno teso l’arco,
hanno approntato frecce nella faretra
per saettare nelle tenebre i retti di cuore.
L’empio non si confronta con il giusto nella luce della verità, ma cerca di farlo fuori con il favore delle tenebre. Cosa rappresentano queste tenebre se non l’umanità schiava del Satana, in tutto divisa, ma solidale e concorde quando si tratta di cancellare dalla faccia dalla terra l’uomo che ha timore di Dio?
“Per saettare i retti di cuore mentre oscura è la luna; ossia per poter corrompere i buoni costumi con i loro malvagi discorsi, quando si accorgono che non possono essere scoperti poiché la luce della Chiesa è oscurata dalla moltitudine degli ignoranti e dei carnali. Ma dobbiamo dire contro tutte queste minacce: nel Signore confido”. ( Agostino )
4 Ciò che tu hai formato hanno distrutto,
ma il giusto che cosa ha fatto?
I malvagi hanno distrutto l’opera del Signore,
ma il giusto che cosa ha fatto?
C’è un solo giusto, che non porta in sé ombra di peccato: il Cristo, figlio di Dio.
Il demonio è sceso sulla terra per distruggere l’opera del Signore, il Figlio per restaurare ciò che era perduto.
“Il giusto è il Signore. Impassibile sul suo trono celeste, vede tutto e concede al povero la grazia data da questo sguardo protettore e onnipresente. Le palpebre sono immagine della Provvidenza che giudica, discerne e scruta”. ( Origene )
5 Il Signore nel suo tempio santo,
il Signore, nel cielo il suo trono.
I suoi occhi sono rivolti al misero,
le sue palpebre scrutano i figli degli uomini.
Tempio santo di Dio è l’uomo.
Il Suo trono eterno è presso gli angeli che sono in cielo.
Gli occhi del Signore sono rivolti al misero, per assisterlo nel tempo della prova, le sue palpebre scrutano i figli degli uomini per giudicare ogni iniquità.
“Il Signore è nel suo santo tempio. È proprio così; dice infatti l'Apostolo: santo è il tempio di Dio, che siete voi. Ma chiunque avrà violato il tempio di Dio, Dio lo disperderà. Profana il tempio di Dio chi viola l'unità, poiché non sta stretto al capo…. In questo suo santo tempio dimora il Signore; esso consta di molte membra, ciascuna adibita al suo compito e insieme connesse dalla carità in un unico edificio. Viola questo tempio chiunque per voler primeggiare, si separa dalla comunità cattolica. Il Signore è nel suo santo tempio, il Signore ha il suo trono in cielo”.  ( Agostino )
“Dio concede al povero questa grazia: che la potenza di Dio lo protegga, guardandolo. Ma le sue palpebre scrutano, ed è bene che Dio scruti così il povero, perché non cada nel peccato”. ( Eusebio )
“Le sue palpebre interrogano i figli degli uomini. Qui, secondo l'interpretazione già nota, intenderei volentieri per figli degli uomini coloro che sono stati rigenerati - dall'uomo vecchio - per mezzo della fede. Infatti costoro sono provati nella ricerca in certi passi oscuri delle Scritture, come negli occhi chiusi di Dio; e di nuovo, in altri passi chiari, come negli occhi aperti di Dio, si illuminano di gioia. E questo frequente chiudersi ed aprirsi nei Santi Libri viene a essere come le palpebre di Dio che interrogano, cioè mettono alla prova, i figli degli uomini, i quali non sono affaticati ma stimolati dall'oscurità delle cose, e non si insuperbiscono, ma si rafforzano”. ( Agostino )
6 Il Signore scruta il giusto e l’empio:
e chi ama l’ingiustizia odia la propria anima.
Non c’è ingiustizia contro l’alto che non ricada in basso, per
colpire l’anima di chi non fa la volontà di Dio.
Si pecca contro Dio per amore proprio, ma è un amore ingannevole.
“Le palpebre di Dio sono la misericordia stessa: egli chiude gli occhi su molte miserie. Se non fosse così, il suo sguardo sugli uomini sarebbe intollerabile. ( Origene )
7 Farà piovere lacci sui peccatori:
fuoco, zolfo e vento di tempesta
la porzione del calice loro.
Coloro che si pongono contro la giustizia di Dio, quelli che non accolgono Cristo Salvatore, cosa possono  aspettarsi dal cielo?
Lacci stretti per essere condotti in giudizio.
Cosa conosceranno del Signore?
Il fuoco dell’eterna condanna, lo zolfo che brucia gli occhi e toglie la visione di Dio; non il vento che porta la pienezza dello spirito Santo, ma il vento della tempesta che disperde ed allontana dalla gloria del Signore.
“Il fuoco della cupidigia, lo zolfo della coscienza impura, la tempesta che li agita e rende il loro animo inquieto”. ( Baldovino di Ford )
“Fuoco e zolfo e vento di tempesta è la porzione della loro coppa. Questa è la pena e la sorte di coloro a motivo dei quali si bestemmia il nome di Dio; in modo che dapprima sono devastati dal fuoco della loro concupiscenza, poi sono gettati fuori dalla comunità dei beati per il fetore delle loro cattive opere e infine trascinati a forza e sommersi, scontano indicibili pene. Perché questa è la porzione della loro coppa. Del pari, per i giusti, come inebriante ed eccellente è il tuo calice! S'inebriano infatti dell'abbondanza della tua casa”. ( Agostino )
8 Poiché giusto è il Signore e ama le giustizie,
il suo volto guarda la rettitudine.
Giusto è il Signore e non conosce altre giustizie se non quelle operate dal Figlio suo. In eterno il  volto di Dio si specchia nella rettitudine del Cristo.
“Usa il plurale non senza scopo, affinché, dato che sta parlando degli uomini, si comprenda che usa la parola "giustizia" per giusti: infatti, essendo molti i giusti, sembra quasi che vi siano molte giustizie, sebbene una sola sia la giustizia, quella di Dio, della quale tutti partecipano. È come se un volto fosse visto in molti specchi: ciò che in esso è unico, diventa molteplice a causa di quei molti specchi. Per questa ragione torna di nuovo al singolare, col dire: il suo volto ha visto l'equità. Forse è detto il suo volto ha visto l'equità come per dire: l'equità si vede nel suo volto, cioè nella sua conoscenza; il volto di Dio è infatti la potenza con la quale si fa conoscere da chi ne è degno. O senza dubbio [è detto]: il suo volto ha visto l'equità, perché non si dà a conoscere al malvagi, ma ai buoni: e proprio questa è l'equità”. ( Agostino )

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