Cap. 18

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Gen 18



Dai Settanta



1 Si fece poi vedere a lui Dio presso il querceto di
Mambre, mentre egli sedeva alla porta della sua tenda a mezzogiorno.



2 Levando i suoi occhi vide, ed ecco tre uomini
stavano al di sopra di lui; e appena li vide corse in avanti incontro a loro
dalla porta della sua tenda e si prostrò fino a terra, 3 e disse: “Signore, se
mai ho trovato grazia dinanzi a te, non passare oltre il tuo servo: 4 lasciate
che si prenda dell’acqua e lavino i vostri piedi e rinfrescatevi sotto
l’albero. 5 E prenderò del pane, e mangerete, e dopo ciò passerete oltre per la
vostra via, poiché è per questo che ve ne siete distolti, venendo dal vostro
servo”.



E dissero: Così fa’, come hai detto”. 6 E si
affrettò Abramo alla tenda da Sara e le disse: “Affrettati a impastare tre
misure di farina e fa’ delle focacce”. 7 E alla mandria corse Abramo e prese un
vitellino tenero e buono e lo diede al servo, che fece presto a cuocerlo. 8
Prese poi burro e latte e il vitellino, che aveva cotto, e li imbandì loro, e
mangiarono; ma egli stava in piedi accanto a loro sotto l’albero.



9 E disse a lui: “Dov’è Sara, la tua sposa?”. Ed
egli rispondendo disse: “Ecco! Nella tenda”. 10 E disse : “Ritornerò
sicuramente da te in questa stagione dell’anno, e avrà un figlio Sara, la tua sposa”.



E Sara udì presso la porta della tenda, da dietro a
lui.



11 Abramo e Sara però anziani, avanzati negli anni,
e avevano smesso di venire a Sara le cose delle donne. 12 E rise Sara in se
stessa dicendo: “Non mi è mai successo fino ad ora e il mio signore è anziano”.



13 E disse il Signore ad Abramo: “Che cos’è questo,
che ha riso Sara in se stessa dicendo: “Forse che davvero partorirò? Ma io sono
diventata vecchia”. 14 Sarà mai impossibile presso Dio una cosa? Di questa
stagione ritornerò da te fra un anno e 
ci sarà per Sara un figlio”. 15 Ma negò Sara dicendo: “Non ho riso”; si
era spaventata infatti. E disse: “No, invece hai riso”.



Ma negò Sara dicendo: “Non ho riso”; si era
spaventata infatti. E disse: “No, invece hai riso”.



16 Alzandosi poi di là quegli uomini chinarono lo
sguardo nella direzione di Sodoma e Gomorra, e Abramo camminava insieme con
loro scortandoli. 17 Il Signore allora pensò: “Dovrò nascondere io ad Abramo
mio servo ciò che io faccio?



18 Abramo diventerà certamente una nazione grande e
numerosa e saranno benedette in lui tutte le nazioni della terra,  19 poiché io sapevo che darà ordini ai suoi
figli e alla sua casa dopo di lui, e custodiranno le vie del Signore, così da
praticare giustizia e giudizio, affinché conduca il Signore su Abramo tutto ciò
di cui ha parlato con lui”.



20 Disse poi il Signore: “Il grido di Sodoma e
Gomorra è giunto al colmo, e i loro peccati grandi oltremodo; 21 scenderò
dunque a vedere se in proporzione al loro grido, che arriva fino a me, compiono
il male; e se no, che io lo sappia.



22 E volgendosi da là, quegli uomini giunsero a
Sodoma. Ma Abramo stava ancora ritto davanti al Signore.



23 E avvicinatosi Abramo disse:



Farai forse perire il giusto assieme con l’empio,
così che sia il giusto come l’empio? 24 Se ci fossero cinquanta giusti nella
città, li farai perire? Non darai remissione a tutto il luogo a causa dei
cinquanta giusti, se ci fossero in essa? 25 Tu non farai assolutamente una cosa
simile, uccidere il giusto con l’empio, così che sia il giusto come l’empio. No
assolutamente: tu che giudichi tutta la terra non farai un retto giudizio? “.



26 Disse allora il Signore: “Se trovassi a Sodoma
cinquanta giusti nella città, perdonerò a tutto il luogo in virtù loro”. 27 E
presa di nuovo la parola, Abramo disse: “Ora ho cominciato a parlare col
Signore, mentre io sono terra e cenere; 28 ma se mancassero ai cinquanta cinque
giusti, farai perire a causa di quei cinque tutta la città”?. E disse: “Non la
farò perire affatto, se ne troverò là quarantacinque”. 29 E continuò ancora a
parlare a lui e disse: “Ma se ne fossero trovati là quaranta?”. E disse: “Non
farò perire nessuno a causa di quei quaranta”. 30 E disse: “Che non succeda
niente, Signore, se parlo ancora una volta: ma se ne fossero trovati là trenta?”.
E disse: “Non farò perire nessuno, se ne trovo là trenta”. 31 E disse: “Poiché
posso parlare al Signore: ma se ne fossero trovati là venti?”. E disse: “Non
farò perire nessuno a causa di quei venti”. 32 E disse: “Che non succeda
qualcosa, Signore, se parlo ancora una sola volta: ma se ne fossero trovati là
dieci?”. E disse: “Non farò perire nessuno a causa di quei dieci”. 33 Si
allontanò il Signore dopo che ebbe cessato di parlare ad Abramo, e Abramo
ritornò al suo luogo.



 



Vulgata



Apparuit autem ei Dominus in convalle Mambre sedenti in
ostio tabernaculi sui in ipso fervore diei



2 cumque elevasset oculos apparuerunt ei tres viri
stantes propter eum quos cum vidisset cucurrit in occursum eorum de ostio
tabernaculi et adoravit in terra



3 et dixit Domine si inveni gratiam in oculis tuis ne
transeas servum tuum



4 sed adferam
pauxillum aquae et lavate pedes vestros et requiescite sub arbore



5 ponam beccellam
panis et confortate cor vestrum postea transibitis idcirco enim declinastis ad
servum vestrum qui dixerunt fac ut locutus es



6 festinavit Abraham in tabernaculum ad Sarram dixitque
ei adcelera tria sata similae commisce et fac subcinericios panes



7 ipse vero ad armentum cucurrit et tulit inde vitulum
tenerrimum et optimum deditque puero qui festinavit et coxit illum



8 tulit quo que butyrum et lac et vitulum quem coxerat
et posuit coram eis ipse vero stabat iuxta eos sub arbore



9 cumque comedissent dixerunt ad eum ubi est Sara uxor
tua ille respondit ecce in tabernaculo est



10 cui dixit revertens veniam ad te tempore isto vita
comite et habebit filium Sarra uxor tua quo audita Sarra risit post ostium
tabernaculi



11 erant autem ambo senes provectaeque aetatis et
desierant Sarrae fieri muliebra



12 quae risit
occulte dicens postquam consenui et dominus meus vetulus est voluptati operam
dabo



13 dixit autem
Dominus as Abraham quare risit Sarra dicens num vere paritura sum anus



14 numquid Deo est quicquam difficile iuxta condictum
revertar ad te hoc eodem tempore vita comite et habebit Sarra filium



15 negavit Sarra dicens non risi timore perterrita
Dominus autem non est inquit ita sed risisti



16 cum ergo
surrexissent inde viri direxerunt oculos suos contra Sodomam et Abraham simul
gradiebatur deducens eos



17 dixitque Dominus num celare potero Abraham quae
gesturus sum



18 cum futurus sit
in gentem magnam ac robustissimam et benedicendae sin in illo omnes nations
terrae



19 scio enim quod
praecepturus sit filiis suis et domui suae post se ut custodiant viam
Domini  ert faciant iustitiam et iudicium
ut adducat Dominus propter Abraham omnia quae locutus est ad eum



20 dixit itaque
Dominus clamor Sodomorum et Gomorrae multiplicatus est et peccatum earum
adgravatum est nimis



21 descendam et videbo utrum clamorem qui venit ad me
opera conpleverint an non est ita ut sciam



22 converteruntque se inde et abierunt Sodomam Abraham
vero adhuc stabat coram Domino



23 et adpropinquans ait numquid perdes iustum cum impio



24 si fuerint quinquaginta iusti in civitate peribunt
simul et non parces loco illi propter quinquaginta iustos si fuerint in eo



25 absit a te ut rem hanc facias et occidas iustum cum
impio fiatque iustus sicut impius non est hoc tuum qui iudicas omnem terram
nequaquam facies iudicium



26 dixitque Dominus ad eum si invenero Sodomis
quinquaginta iustos in medio civitatis dimittam omni loco propter eos



27 respondens
Abraham ait quia semel coepi loquar ad Dominum meum cum sim pulvis et cinis



28 quid si minus quinquaginta iustis quinque fuerint
delebis propter quinque universam urbem et ait non delebo si invenero ibi
quadraginta quinque



29 rursumque locutus est ad eum sin autem quadraginta
inventi fuerint quif facies ait non percutiam propter quadraginta



30 ne queso inquit indigneris Domine si loquar quid si
inventi fuerint ibi triginta respondit non faciam si invenero ibi triginta



31quia semel ait coepi loquar ad Dominum meum quid si
inventi fuerint ibi viginti dixit non interficiam propter viginti



32 obsecro inquit ne irascaris Domine si loquar adhuc
semel quid si inventi fuerint ibi decem dixit non delebo propter decem



33 abiit Dominus postquam cessavit loqui ad Abraham et
ille reversus est in locum suum.



 



Traduzione dalla Vulgata



E il Signore apparve ad
Abramo nella valle di Mambre, mentre egli sedeva all’ingresso della sua tenda
nell’ora più calda del giorno. 2 Ed avendo alzato gli occhi, apparvero a lui
tre uomini stanti presso di lui. Avendo visto questi si offrì  incontro a loro dall’ingresso della tenda ed
adorò in terra. 3 e disse: Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi non
passare oltre il tuo servo. 4 ma io porterò un po’ d’acqua e lavate i piedi e
riposate sotto l’albero. 5 E porrò un boccone di pane, e confortate il cuore
vostro, poi passerete oltre, per questo infatti avete declinato verso il vostro
servo. Questi dissero: Fa’ come hai detto. Abramo si affrettò nella tenda da
Sara e le disse: Fa’ presto, impasta tre misure di fior di farina e fai dei
pani cotti sotto la cenere. 7 Ma egli stesso corse all’armento e prese da qui
il vitello più tenero, il migliore, e lo diede ad un servo che si affrettò e lo
cosse. 8 Prese anche del burro e del latte e il vitello che aveva cotto. In
verità lui stesso stava presso loro 
sotto l’albero. 9 E  avendo mangiato
dissero a lui: Dove è Sara tua moglie? Quello rispose: Ecco è nella tenda. 10
Disse a lui: Tornando verrò a te in questo tempo, te vivente, ed avrà un figlio
Sara, tua moglie. Udito questo, Sara rise dietro la porta della tenda. 11
Infatti erano entrambi vecchi, e di avanzata età ed erano venuti meno a Sara i
corsi delle donne. 12 Questa rise di nascosto, dicendo: dopo che sono
invecchiata e il mio signore è vecchio darò io opera al piacere? 13 Ma il
Signore disse ad Abramo: Perché rise Sara, dicendo: Forse veramente partorirò
vecchia? 14 Forse che a Dio qualcosa è difficile? Tornerò da te secondo la
promessa in questo stesso tempo vivendo tu ed avrà Sara un figlio.15 Negò Sara
dicendo: non ho riso, presa da timore. Ma il Signore: Non è così, , disse, ma
hai riso. 16 Essendosi pertanto alzati da lì gli uomini, diressero gli occhi
contro Sodoma ed Abramo muoveva il passo con loro, accompagnandoli. 17 E il
Signore disse: Potrò io celare ad Abramo, quelle cose che sto per fare,18 quando
dovrà diventare una gente grande e forte e dovranno essere benedette in lui
tutte le nazioni della terra? 19 Infatti so che insegnerà ai suoi figli e alla
sua casa dopo di sé perché custodiscano la via del Signore e osservino la
giustizia e il diritto affinchè il Signore porti a compimento attraverso Abramo
tutte quelle cose che ha detto a lui. 20
Pertanto disse il Signore: Il clamore di Sodoma e di Gomorra si è moltiplicato
e il loro peccato si è fatto troppo grave. 21 Discenderò e vedrò se hanno
colmato con le opere il clamore che è venuto a me, o se non è così, per sapere.
22 E partirono da lì e si incamminarono verso Sodoma. Ma Abramo ancora stava al
cospetto del Signore. 23 E avvicinandosi disse: Manderai in perdizione il
giusto insieme con l’empio? 24 Se vi saranno cinquanta giusti in città,
periranno insieme? E non risparmierai a quel luogo per i cinquanta giusti, se
ci saranno in esso? 25 Lungi da te, fare questa cosa ed uccidere il giusto con
l’empio e che sia il giusto come l’empio. Non è da te che giudichi tutta la
terra e in nessun modo farai  giudizio.
26 E disse il Signore a lui: Se troverò a Sodoma cinquanta giusti in mezzo alla
città perdonerò a tutto il luogo per essi. 27 e rispondendo Abramo disse:
Poiché una volta ho cominciato parlerò al mio Signore, essendo io polvere e
cenere. 28 Se vi saranno cinque giusti meno di cinquanta? Distruggerai tutta la
città per cinque? E Disse: Non la distruggerò se troverò qui quarantacinque. 29
Di nuovo disse a lui: Se invece qui saranno trovati quaranta, cosa farai?
Disse: Non castigherò per i quaranta . 30 Non adirarti disse, Signore, se
parlerò. Che cosa sarà se qui si troveranno trenta? Rispose: Non lo farò, se ne
troverò qui trenta. 31 Poiché una volta, disse, ho cominciato a parlare al
Signore mio. E se qui se ne troveranno venti? Disse: Non darò la morte per i
venti. 31 Di grazia, disse, non adirarti Signore, se parlerò ancora. E se qui
se ne troveranno dieci. E disse: Non distruggerò per i dieci. 33 E se ne andò
il Signore dopo che cessò di parlare ad Abramo e quello tornò nel suo luogo.



 







“E
il Signore apparve ad Abramo nella valle di Mambre, mentre egli sedeva
all’ingresso della sua tenda nell’ora più calda del giorno”.



 



Ogni
apparizione del Signore è un evento storico e ha una sua collocazione ben
definita. Se Dio non appare per caso, possiamo anche pensare che non per caso
Abramo sia seduto alla porta della sua tenda, sotto il sole di mezzogiorno,
quando tutti se ne stanno all’ombra. Abramo è in attesa di novità dal cielo ed
allorché alza verso l’alto i suoi occhi, vede tre uomini vicino. Nulla di
straordinario e di eccezionale all’apparenza, se non fosse per il fatto che
questi stanno accanto o al di sopra di lui, come dice la versione dei Settanta.
Nessun uomo è al di sopra di un altro uomo se non colui che viene dal cielo.
Abramo corre in avanti e si prostra a terra in segno di adorazione. Chi viene
dal cielo, se non è Dio stesso è un suo angelo e merita l’accoglienza più bella
e più calorosa. Nessun male può venirci da Dio ed ogni bene deve essere speso
per lui e per la sua gloria.





“2
Ed avendo alzato gli occhi, apparvero a lui tre uomini stanti presso di lui.
Avendo visto questi si offrì  incontro a
loro dall’ingresso della tenda ed adorò in terra. 3 e disse: Signore, se ho
trovato grazia ai tuoi occhi non passare oltre il tuo servo. 4 Ma io porterò un
po’ d’acqua e lavate i piedi e riposate sotto l’albero. 5 E porrò un boccone di
pane, e confortate il cuore vostro, poi passerete oltre, per questo infatti
avete declinato verso il vostro servo”.





Il
Signore non disdegna alcuna offerta che venga da un cuore umile e sincero, al
contrario incoraggia ed esorta chi ha già intrapreso un cammino di offerta al
Suo nome.



 



“Questi
dissero: Fa’ come hai detto. 6 Abramo si affrettò nella tenda da Sara e le
disse: Fa’ presto, impasta tre misure di fior di farina e fai dei pani cotti
sotto la cenere. 7 Ma egli stesso corse all’armento e prese da qui il vitello
più tenero, il migliore, e lo diede ad un servo che si affrettò e lo cosse. 8
Prese anche del burro e del latte e il vitello che aveva cotto. In verità lui
stesso stava presso loro  sotto
l’albero”.





Abramo
è tutto preso dalla fretta e dall’ansia per la grandezza dell’evento. Così
l’uomo visitato dal Signore offre quello che ha di più caro e di più prezioso
per dare una risposta ad un amore che non si può mai ripagare in modo adeguato.
L’entusiasmo di chi crede si riversa anche sugli altri e cerca in qualche modo
di renderli partecipi e di coinvolgerli nella novità. Non sempre chi è vicino a
noi è ugualmente pronto ad accogliere il dono del cielo. Se noi in qualche modo
avvertiamo una lontananza, molto di più l’avverte il Signore. Tanti rinvii non
sono semplicemente imputabili ad una imperscrutabile volontà divina: molte
volte ci mettiamo del nostro ed il Signore deve rimandare la sua opera ad un
altro tempo, nella speranza che i cuori siano più pronti.



 



“9
E  avendo mangiato dissero a lui: Dove è
Sara tua moglie? Quello rispose: Ecco è nella tenda. 10 Disse a lui: Tornando
verrò a te in questo tempo, te vivente, ed avrà un figlio Sara, tua moglie.
Udito questo, Sara rise dietro la porta della tenda”.



 



Il
Signore non viene mai meno alla sua promessa, ma non può affrettare i tempi del
proprio intervento, quando da parte nostra fretta non c’è e neppure fede nella
sua opera.



Se
è sicuro che il Signore ritorna, non si sa quando in maniera precisa. Molto
meglio essere sempre pronti come Abramo e non seguire l’esempio di Sara.



 



“Udito
questo, Sara rise dietro la porta della tenda”.





Può
essere che la parola di Dio arrivi di sfuggita agli orecchi di chi non ha fede.
Non per questo ne riceve guadagno. Sara ode la parola che edifica, ma non è in
ascolto e  ne rimane scandalizzata. Nella
comunità che è la Chiesa c’è sempre chi ode da vicino, non il Signore, ma chi
parla con il Signore. Non per questo è varcata la porta di questa tenda terrena
e si va oltre l’uomo, ma si rimane “da dietro a lui”. Sara vede ancora tutto
come prima, con gli occhi della carne e con i piedi ben saldi a terra. La
logica della parola di Dio è superata dalla logica dei fatti e di ciò che
appare alla ragione.



 



“11
Infatti erano entrambi vecchi, e di avanzata età ed erano venuti meno a Sara i corsi
delle donne. 12 Questa rise di nascosto, dicendo: dopo che sono invecchiata e
il mio signore è vecchio darò io opera al piacere?”



 



Sara
non interviene direttamente nel discorso: non vuole fare bugiardo Dio in
maniera aperta e conclamata, ma lo fa nel proprio cuore, con moto spontaneo ed
immediato agito dal satana. La mancanza di fede può anche non esprimersi, di
sicuro non sfugge agli occhi attenti del Signore.



 



“13
Ma il Signore disse ad Abramo: Perché rise Sara, dicendo: Forse veramente
partorirò vecchia? 14 Forse che a Dio qualcosa è difficile? Tornerò da te
secondo la promessa in questo stesso tempo vivendo tu ed avrà Sara un figlio.15
Negò Sara dicendo: non ho riso, presa da timore. Ma il Signore: Non è così, ,
disse, ma hai riso”.





Sara
è coinvolta suo malgrado nel discorso. Anche questa volta non fa una bella
figura e Dio non la considera una interlocutrice affidabile. Il Signore
continua a parlare al solo Abramo, benché Sara non si possa certo escludere e
sia parte in causa. Quando il cuore dell’uno o dell’una è duro, meglio parlare
all’altra o all’altro. La moglie non credente è edificata dallo sposo credente,
così pure lo sposo non credente è edificato dalla sposa credente. Se chi ti è
accanto non comprende, sii tu perseverante nell’ascolto della parola del
Signore. A nulla valgono i richiami, se non quelli che vengono dal cielo. Sono
più efficaci dei nostri e sanno sbugiardare meglio.



 



“Negò
Sara dicendo: non ho riso, presa da timore. Ma il Signore: Non è così, , disse,
ma hai riso”.



 



Abramo
aveva riso alle parole della promessa con uno spirito molto diverso. Non ha
meritato il rimprovero da parte del Signore, ma una conferma ed un
incoraggiamento a perseverare nella speranza. Anche chi è saldo nella fede, in
alcuni momenti, può trovare tutto molto ridicolo ed assurdo: non per questo
demorde e se ne sta al riposo, sotto la tenda, ma veglia e sta in attesa, fuori
dalla porta, anche quando il sole batte forte. Il riso di Sara è meritevole di
un richiamo forte e spaventoso, il riso di Abramo è degno di un richiamo
benevolo e confortante.





“16
Essendosi pertanto alzati da lì gli uomini, diressero gli occhi contro Sodoma
ed Abramo muoveva il passo con loro, accompagnandoli. 17 E il Signore disse:
Potrò io celare ad Abramo, quelle cose che sto per fare,18 quando dovrà
diventare una gente grande e possente e dovranno essere benedette in lui tutte
le nazioni della terra?



 



Il
Dio che scende sulla terra per salvare è anche il Dio che scende sulla terra
per giudicare e per condannare chi non fa la sua volontà. Prima c’è l’amore per
gli eletti, poi il giudizio sugli empi e i ribelli. Se tutti siamo coinvolti
nella salvezza, tutti siamo pure coinvolti in un discorso di dannazione. Abramo
non può rinchiudersi in una gioia 
esclusiva di coloro che cercano la vita eterna, sic et sempliciter.  Finchè siamo su questa terra, c’è il
confronto con i fratelli che non credono e non sono approvati dal Signore: un
confronto che è croce e sofferenza e che ci spinge ad operare per il bene di
tutti. La sofferenza di Dio per gli empi è anche la sofferenza di Abramo.
Nessuno che abbia veramente fede in Cristo Gesù può rimanere indifferente alla
tragedia di un mondo che non vuole il Signore e che si sta avviando verso la
catastrofe più completa. Il Signore ben conosce i sentimenti di Abramo ed il
suo amore per gli uomini.





“17
E il Signore disse: Potrò io celare ad Abramo, quelle cose che sto per fare, 18
quando dovrà diventare una gente grande e possente e dovranno essere benedette
in lui tutte le nazioni della terra? 19 Infatti so che insegnerà ai suoi figli
e alla sua casa dopo di sé perché custodiscano la via del Signore e osservino
la giustizia e il diritto affinchè il Signore porti a compimento attraverso
Abramo tutte quelle cose che ha detto a lui”.



 



L’elogio
più bello e più grande di Abramo lo fa il Signore. Agli occhi della carne,
Abramo non sembra poi molto diverso da tutti gli altri uomini. Per Dio le cose
stanno diversamente. Abramo è il confidente del Padre, è colui che in tutto e
per tutto condivide il Suo progetto d’amore per l’umanità: gli è data la gioia
della salvezza, ma gli è anche chiesto di condividere con l’Eterno la tristezza
per coloro che si perdono. In Abramo l’amore esce dalle secche dell’individuo,
del gruppo, della comunità, di questa o quella chiesa, di questo o di quel
popolo: assume connotati universali e si proietta verso l’eternità, ma soltanto
per il suo essere in Cristo e per Cristo. Perché mai è scritto che diventerà
certamente una nazione grande e numerosa e saranno benedette in lui tutte le nazioni
della terra, se non per il fatto che ha preso coscienza di un io che
innanzitutto appartiene al genere? Diversi si diventa per dono divino: per quel
che ci riguarda siamo tutti uguali. Tutti abbiamo peccato e tutti siamo degni
di dannazione eterna. Nessun annuncio di salvezza può essere affidato a chi non
si riconosce uno dei molti, nato dal peccato di Adamo. Abramo è ben consapevole
della propria miseria spirituale e di una salvezza possibile soltanto in virtù
dell’intervento divino. Non porta nella sua carne soltanto il proprio peccato
individuale ( i peccati dell’esistenza ), ma ancor più ed ancor prima quello di
tutti gli uomini ( il peccato dell’essenza).





“19
Infatti so che insegnerà ai suoi figli e alla sua casa dopo di sé perché
custodiscano la via del Signore e osservino la giustizia e il diritto affinché
il Signore porti a compimento attraverso Abramo tutte quelle cose che ha detto
a lui”.





Se
il peccato ci coinvolge come genere, così pure la salvezza non può coinvolgerci
se non come umanità tutta. Abramo non pensa, non desidera e non opera soltanto
in vista della propria salvezza: vuole la salvezza di tutta l’umanità. Per
questo darà ordini ai suoi figli e alla sua casa dopo di lui, e custodiranno le
vie del Signore, così da praticare giustizia e giudizio…”. Non sembra che tutto
sia andato proprio nel migliore dei modi. È fatto salvo il desiderio del suo
cuore, perché ha salvato il desiderio di Dio, di una salvezza che viene dal
cielo per ogni carne. Abramo non è semplice custode e cultore del peccato di
Adamo, ancor più è fedele custode e facitore di un progetto di salvezza che
viene dal cielo. Non ha fede solo per se stesso, ma per tutti gli uomini:
finchè ci sarà chiesa sarà proclamato il nome di Abramo come padre di tutti i
credenti.



 



“20 Pertanto disse il Signore: Il clamore di Sodoma
e di Gomorra si è moltiplicato e il loro peccato si è fatto troppo grave. 21
Discenderò e vedrò se hanno colmato con le opere il clamore che è venuto a me,
o se non è così, per sapere”.





Tu
che non comprendi l’importanza della parola intendi ciò che ti dice la Sacra
Scrittura. Prima ancora di vedere le opere dell’uomo, Dio sente le sue parole.
“perché dalle tue parole sarai giudicato e dalle tue parole sarai condannato”.
È la parola che ci fa ad immagine di Dio e Dio non può tollerare un’immagine
distorta ed ingannevole. Se la parola non dice tutto e deve essere verificata
dalla opere, sicuramente dice già molto. Non è accetta alcuna parola che sia
contro Dio e neppure ci si deve illudere che possano esistere opere buone là
dove le parole sono cattive. La parola malvagia è verificata dalle opere
soltanto in “proporzione”. L’agire umano può essere  in un più o in un meno rispetto alla parola:
non può essere qualcosa di diverso. Se le parole non sono sante, le opere non
possono essere sante. Per il giudizio divino il problema è solo quantitativo,
non qualitativo. Resta da appurare quanto grande sia il peccato, non certo la
sua realtà.





“22 E partirono da lì e si incamminarono verso
Sodoma. Ma Abramo ancora stava al cospetto del Signore”.



 



Stupenda
immagine di un uomo che non cede nel suo desiderio d’amore e di perdono, ma sta
ritto davanti al Signore e non si rassegna neppure davanti alla rassegnazione
di Dio.





23
E avvicinandosi disse: Manderai in perdizione il giusto insieme con l’empio? 24
Se vi saranno cinquanta giusti in città, periranno insieme? E non risparmierai
a quel luogo per i cinquanta giusti, se ci saranno in esso? 25 Lungi da te,
fare questa cosa ed uccidere il giusto con l’empio e che sia il giusto come l’empio.
Non è da te che giudichi tutta la terra e in nessun modo farai  giudizio. 26 E disse il Signore a lui: Se
troverò a Sodoma cinquanta giusti in mezzo alla città perdonerò a tuutto il
luogo per essi. 27 e rispondendo Abramo disse: Poiché una volta ho cominciato
parlerò al mio Signore, essendo io polvere e cenere. 28 Se vi saranno cinque
giusti meno di cinquanta? Distruggerai tutta la città per cinque? E Disse: Non
la distruggerò se troverò qui quarantacinque. 29 Di nuovo disse a lui: Se
invece qui saranno trovati quaranta, cosa farai? Disse: Non castigherò per i
quaranta . 30 Non adirarti disse, Signore, se parlerò. Che cosa sarà se qui si
troveranno trenta? Rispose: Non lo farò, se ne troverò qui trenta. 31 Poiché
una volta, disse, ho cominciato a parlare al Signore mio. E se qui se ne
troveranno venti? Disse: Non darò la morte per i venti. 31 Di grazia, disse,
non adirarti Signore, se parlerò ancora. E se qui se ne troveranno dieci. E
disse: Non distruggerò per i dieci”.



“E avvicinandosi disse…”





Quando
la questione è delicata e si osa chiedere troppo, meglio avvicinarsi e non
alzare il tono della voce.



Chi
ama il Signore e pone in Lui tutta la sua fede, non può accettare una giustizia
sommaria che tutti accomuna in un’unica condanna, l’empio come il giusto. Come
immaginare che in un’intera città non vi siano dei giusti, seppure in numero
esiguo? Dio non può volere la morte di coloro che seguono le sue vie, ed in
grazia degli eletti risparmierà anche i reprobi. La preghiera di Abramo coglie
nel segno ed è in sintonia con la volontà del Signore, il quale non vuole che
alcuno dei suoi piccoli perisca. La questione è un’altra e non riguarda la
giustizia divina, ma quella dell’uomo. 
In Sodoma ed in Gomorra ad eccezione di Lot, giusti non ce ne sono. Per
Abramo la mazzata è grande, perché quanto più Dio cede alla sua preghiera e
quanto più  si dimostra disposto a
perdonare, tanto più si rende evidente non solo lo spessore, ma anche la
larghezza del peccato. Per dieci giusti il Signore è disposto a rimandare il
tempo del suo giudizio e del suo castigo; ma dieci giusti non vengono trovati.
Chi è l’eccezione non accetta mai volentieri di essere tale. Ama pensare ed
illudersi che il mondo tutto sia popolato di persone che cercano il Signore. I
cristiani veri saranno pur pochi, ma ci devono pur essere. La fede di Abramo è
costretta ad una crescita forzata. Deve uscire dal limbo dell’infanzia,
dal  facile ottimismo, dall’umiltà
alienata di chi vede tutti migliori di se stesso, anche quando non ci sono i
segni della fede, mentre abbondano i segni dell’empietà. Se prima Abramo era un
uomo solo, che cercava di spezzare la propria solitudine nell’illusione della
fede altrui, ora deve guardare la realtà in faccia, e portare il peso di
un’emarginazione non più semplicemente supposta, ma dimostrata e comprovata
dallo stesso Signore. Se prima Abramo non aveva alcuno in cui posare il proprio
cuore all’infuori del Signore, ora molto più può pensare di essere rimasto
l’unico ad invocare il nome di Dio. Realtà dura d’accettare. La rottura col
mondo rinsalda sempre di più l’unione con Dio. D’ora in poi Abramo confiderà in
Dio in maniera esclusiva. Dall’uomo non gli viene alcuna certezza ed una
speranza assai flebile. Il solo Lot è degno di essere salvato dal castigo di
Dio. Ma quale aiuto, appoggio e confidenza può trovare in questo unico fratello
di fede? Sin dall’inizio del cammino Lot non dà alcuna garanzia di perseveranza
e di stabilità: passa da un campo all’altro, è debole ed instabile. Tutti
coloro che cercano il Signore desiderano la vicinanza di un fratello con il
quale avere piena amicizia e confidenza. Anche se uno o più fratelli ci vengono
dati, il vero amico del cuore è sempre il solo ed unico Dio. Ti senti solo? Sta
attaccato al tuo Gesù. Non c’è alcuna scappatoia alla solitudine della nostra
vita, se non tra le braccia di Cristo. Dopo una preghiera così lunga ed
insistente e dopo tanta foga, il silenzio più grande. Nel silenzio e solo col
silenzio si rinsalda l’amicizia tra l’uomo e Dio.  Le botte che ci vengono dagli uomini, per
amore, fanno male, ma ci uniscono sempre di più al Cristo; quando soffriamo con
lui, per essere con lui glorificati.



 



“33 E se ne andò il Signore dopo che cessò di
parlare ad Abramo e quello tornò nel suo luogo”.



 



La
preghiera non esaurisce il senso della fede: certamente è il suo momento forte.
Si ritorna da essa  diversi e più maturi
per la lotta. Anche se Dio si è allontano, lo sentiamo a noi vicino. C’è un
momento per parlare a Dio e c’è il momento del rimanere nell’ascolto di quanto da
Lui detto. Dopo aver fatto invasione nelle cose di Dio, Abramo torna al suo
posto, che è quello della creatura obbediente e fidente, che più di tanto non
può e non deve interferire nei disegni di Dio.