Vangelo di Luca cap23

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Cap. 23

 

 

Ed essendosi alzata tutta la loro moltitudine lo condusse da Pilato.

2 Cominciarono allora ad accusarlo dicendo: Abbiamo trovato costui che sovverte la nostra nazione e che impedisce di dare i tributi a Cesare e che dice di essere se stesso Cristo re.

3 Ora Pilato lo interrogò dicendo: Tu sei il re dei Giudei? Egli allora rispondendogli disse: Tu lo dici.

4 Poi Pilato disse ai sommi sacerdoti ed alle folle: Non trovo nessuna colpa in questo uomo.

5 Ma essi insistevano dicendo: Agita il popolo insegnando per l’intera Giudea ed avendo cominciato dalla Galilea fin qui.

6 Ora Pilato avendo udito interrogò se l’uomo fosse Galileo 7, e, avendo saputo che era della giurisdizione di Erode, lo rimandò da Erode, essendo anche lui in Gerusalemme in quei giorni.

8 Ora Erode vedendo Gesù si rallegrò molto: infatti era da lungo tempo che voleva vederlo per aver udito di lui e sperava di vedere avvenire  da lui qualche segno.

9 Allora lo interrogava con molte parole, ma egli non rispose niente a lui.

10 Ora stavano là i sommi sacerdoti e gli scribi accusandolo violentemente.

11 Poi disprezzando lui anche Erode con i suoi soldati ed avendolo deriso avendolo rivestito di una veste bianca lo rimandò a Pilato.

12 Pertanto in quel giorno Erode e Pilato divennero amici l’un con l’altro: infatti erano prima in inimicizia fra loro.

13 Pilato poi avendo convocato i sommi sacerdoti ed i capi ed il popolo

14 disse a loro: Avete condotto a me questo uomo come sovvertente il popolo, ed ecco io davanti a voi avendolo esaminato in questo uomo nessuna colpa ho trovato di quelle che accusate contro di lui.

15 Ma neppure Erode, infatti lui rimandò da noi, ed ecco niente degno di morte è stato fatto da lui:

16 avendolo dunque castigato lo dimetterò.

[ 17 ] 18 Allora gridarono insieme dicendo: Togli costui, libera invece a noi Barabba.

19 Questi era stato gettato nella prigione per una certa rivolta avvenuta in città e per omicidio.

20 Di nuovo allora Pilato si rivolse a loro volendo liberare Gesù.

21 Ma essi gridavano dicendo: Crocifiggi, crocifiggi lui!

22 Egli allora per la terza volta disse a loro: Dunque che male ha fatto costui? Nessuna colpa degna di morte ho trovato in lui: avendolo dunque castigato lo dimetterò.

23 Essi allora insistevano con grida grandi chiedendo che lui fosse crocifisso, e crescevano le loro grida.

24 E Pilato decise di attuare la loro richiesta.

25 Liberò allora colui che  per una rivolta ed un omicidio era stato gettato in carcere

26 E quando lo condussero, avendo preso Simone un certo Cireneo che veniva dalla campagna posero su di lui la croce da portare dietro Gesù.

27 Ora lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamento su di lui.

28 Allora essendosi voltato verso loro Gesù disse: Figlie di Gerusalemme, non piangete su me; ma piangete su voi stesse e sui vostri figli,

29 perché ecco vengono giorni in cui diranno: Beate le sterili e i grembi che non generarono e le mammelle che non nutrirono.

30 Allora cominceranno a dire ai monti: cadete su noi, e ai colli: Ricopriteci;

31 poiché se fanno queste cose al legno verde, cosa accadrà al secco?

32 Erano condotti poi con lui anche altri due malfattori per essere giustiziati.

33 E quando vennero sul luogo chiamato Cranio, lì crocifissero lui ed i malfattori, uno a destra l’altro a sinistra. 34 Ora Gesù diceva: Padre, condona a loro, non sanno infatti cosa fanno. Spartendo poi le sue vesti gettarono le sorti.

35 E stava il popolo guardando. Lo schernivano poi anche i capi dicendo: Altri ha salvato, salvi se stesso, se questi è il Cristo di Dio, l’eletto.

36 Lo deridevano poi anche i soldati avvicinandosi, porgendogli aceto

37 e dicendo: Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso.

38 C’era poi anche una soprascritta su lui: Questi è il re dei Giudei.

39 Ora uno dei malfattori appesi lo bestemmiava dicendo: Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!

40 Ma rispondendo l’altro rimproverandolo disse: Non temi tu Dio, poiché sei nella stessa condanna?

41 E noi in realtà giustamente infatti riceviamo le cose giuste per ciò che abbiamo fatto: costui invece non ha fatto nessun misfatto.

42 E diceva: Gesù, ricordati di me quando andrai verso il tuo regno.

43 E a lui disse: Amen a te dico: oggi sarai con me nel paradiso.

44 Ed era già circa l’ora sesta e ci fu tenebra sulla terra intera fino all’ora nona

45 essendo scomparso il sole, si strappò allora la cortina del tempio in mezzo.

46 Ed avendo gridato con voce grande Gesù disse: Padre, nelle tue mani depongo il mio spirito. Questa cosa poi avendo detto spirò.

47 Allora avendo visto il centurione l’accaduto glorificava Dio dicendo: Veramente questo uomo era giusto.

48 E tutte le folle convenute insieme a questo spettacolo, avendo visto le cose accadute, ritornavano battendosi i petti.

49 Ora tutti i suoi conoscenti e le donne che lo seguivano dalla Giudea  stavano da lontano, guardanti queste cose.

50 Ed ecco un uomo di nome Giuseppe membro del consiglio ed uomo buono e giusto

51 questi non era stato consenziente alla deliberazione ed all’azione di loro, da Arimatea città dei Giudei, il quale aspettava il regno di Dio,

52 questi essendosi presentato a Pilato chiese il corpo di Gesù

53 ed avendolo tirato giù lo avvolse in una sindone e lo pose in un sepolcro scavato dove non era ancora stato deposto nessuno.

54 Ed era giorno della preparazione ed il sabato cominciava a risplendere.

55 Ora avendo seguito le donne che erano venute insieme dalla Galilea a lui, videro il sepolcro e come era stato deposto il suo corpo;

56 essendo poi ritornate prepararono aromi ed unguenti. E il sabato riposarono secondo il comandamento.

 

 

 

Ed essendosi alzata tutta la loro moltitudine lo condusse da Pilato.

Con un cuore solo ed un’anima sola: è la solidarietà zelante dei nemici di Cristo. Pur di farlo fuori Lo si porta al giudizio di chi è estraneo al discorso della salvezza.

2 Cominciarono allora ad accusarlo dicendo: Abbiamo trovato costui che sovverte la nostra nazione e che impedisce di dare i tributi a Cesare e che dice di essere se stesso Cristo re.

Per avere l’appoggio degli uomini del mondo bisogna fare propria la logica dei loro interessi. Il caso Cristo non è un problema politico sociale, ma tale deve apparire  agli occhi di Pilato, perché l’accusa sia presa in considerazione.

3 Ora Pilato lo interrogò dicendo: Tu sei il re dei Giudei? Egli allora rispondendogli disse: Tu lo dici.

Domanda lapidaria a cui segue una risposta altrettanto lapidaria. Pilato non sembra intenzionato a prendere la questione sul serio. Conosce i Giudei e le loro beghe religiose; non vuole entrare in una storia dal contorno paradossale e ridicolo, che vede un uomo solo ed inerme contro la follia omicida della massa. L’impero romano ha orecchi ed occhi che sentono e vedono da lontano. Non può e non deve affidarsi alla tutela dei propri nemici. La domanda è formale e di rito: dello stesso tono la risposta di Gesù, che non dà spiegazioni. La spiegazione riguardo all’accaduto va ricercata per Pilato nella stoltezza dei Giudei, che accecati dal fanatismo religioso hanno chiaramente smarrito il concetto della vera potenza regale.

Nessun re si presenta senza un esercito e si espone all’arbitraria violenza del popolo. Un caso del tutto insolito, va sbrigato in maniera insolita: alla svelta e senza inutili indagini e discussioni.

4 Poi Pilato disse ai sommi sacerdoti ed alle folle: Non trovo nessuna colpa in questo uomo.

Risposta secca e decisa che non ammette repliche e contestazioni. L’autorità di Roma non nutre timori infondati, non ha bisogno di  collaboratori infidi e bugiardi e neppure è disponibile a entrare in giudizio per questioni di nessun conto.

5 Ma essi insistevano dicendo: Agita il popolo insegnando per l’intera Giudea ed avendo cominciato dalla Galilea fin qui.

6 Ora Pilato avendo udito interrogò se l’uomo fosse Galileo

E’ il primo segno di cedimento di Pilato. Benché non veda quale pericolo possa rappresentare Gesù per Roma, teme l’agitazione del popolo e pone domande.

Interessa sapere se Gesù è Galileo, perché i Galilei non vanno d’accordo con i Giudei. Perché  Cristo rivolge il suo insegnamento a tutto Israele, ponendosi al di sopra dei  partiti e delle diverse correnti religiose? Vuole l’unità e la concordia di tutto il paese? A quale scopo?

7, e, avendo saputo che era della giurisdizione di Erode, lo rimandò da Erode, essendo anche lui in Gerusalemme in quei giorni.

La risposta più semplice è sempre quella di rimandare ad altri la soluzione del problema. Se la sbrighi Erode e se la veda lui con questa massa di invasati.

8 Ora Erode vedendo Gesù si rallegrò molto: infatti era da lungo tempo che voleva vederlo per aver udito di lui e sperava di vedere avvenire  da lui qualche segno.

Al contrario di Pilato, Erode si rallegra molto alla vista di Gesù. Non sembra per nulla preoccupato del clamore del popolo: è piuttosto desideroso di vedere Cristo, ma non per le accuse dei Giudei: semplicemente ha udito dei prodigi da Lui operati e spera di vedere qualche segno straordinario. Quando c’è di mezzo il miracoloso ed il sensazionale ogni altro interesse viene messo da parte. La curiosità del vedere prende il posto della serietà del giudicare ed anche una persona additata dai più come malvagia può diventare oggetto di interesse e rallegrare l’animo sopito dalla noia della vita quotidiana. Del retto giudizio ad Erode interessa assai poco, ma se per caso Gesù fosse in grado di operare miracoli… allora tutto si fa interessante e degno di essere preso in considerazione.

9 Allora lo interrogava con molte parole, ma egli non rispose niente a lui.

La sobrietà  di Pilato è in netto contrasto con la tempesta di domande che Erode riversa su Gesù.

Un atteggiamento serio merita una risposta seria, anche se contenuta. La curiosità superstiziosa e credulona non merita riposta alcuna.

10 Ora stavano là i sommi sacerdoti e gli scribi accusandolo violentemente.

Se Erode appare più divertito che desideroso di dare un giudizio, ci pensano i sommi sacerdoti e gli scribi. Accusano violentemente Gesù e  fanno il processo.

Erode alla fine si trova spiazzato: dal silenzio di Gesù che nulla concede alla sua curiosità, dall’incalzare dell’accusa che vuole un giudizio a tutti i costi.

11 Poi disprezzando lui anche Erode con i suoi soldati ed avendolo deriso

Per quale ragione? Per la sua  incapacità a difendersi operando prodigi. Chi acquisisce una certa fama per i miracoli e poi fa cilecca sul più bello, quando dovrebbe liberarsi dalle grinfie dei nemici, non merita apprezzamento alcuno. E’ degno di disprezzo come un buffone qualsiasi.

avendolo rivestito di una veste bianca lo rimandò a Pilato.

Il bianco dà l’idea  dell’anima pura. Riconoscimento dell’innocenza di Gesù o presa in giro di una  presunzione che  giustamente merita di essere denigrata?

12 Pertanto in quel giorno Erode e Pilato divennero amici l’un con l’altro: infatti erano prima in inimicizia fra loro.

Gli uomini di questo mondo conoscono una sola amicizia ed una sola solidarietà: contro Dio e contro Colui che è mandato dal cielo. Dove arriva la conoscenza del Cristo subito si crea un vincolo  o con Lui o contro di Lui. L’umanità si divide in due blocchi fortemente uniti nel loro interno, ma solo per dar lode a Cristo o per combattere il Figlio di Dio.

E’ superata per il Satana ed in nome del Satana ogni divisione tra malvagi. Si arriva anche a simpatizzare col nemico, quando si fa conoscere l’unico vero grande nemico, che viene per portarci via la nostra vita.

13 Pilato poi avendo convocato i sommi sacerdoti ed i capi ed il popolo 14 disse a loro:

Pilato convoca quelli che contano: di quello che pensa il popolo non gli interessa affatto. Eppure non c’è autorità che non si muova se non per il popolo ed in nome del popolo. Ma solo per tenerlo sottomesso ed obbediente.

Avete condotto a me questo uomo come sovvertente il popolo, ed ecco io davanti a voi avendolo esaminato in questo uomo nessuna colpa ho trovato di quelle che accusate contro di lui.

Pilato non dice che Gesù è senza colpa. Come spiegare diversamente l’amicizia che è nata con Erode a causa di Gesù, se non per la comune convinzione che si tratta di un ingannatore di popolo?

Pilato dice semplicemente che non è un sovvertitore politico come si vuole far credere. Non merita la condanna a morte. L’impero romano è sempre tollerante verso ogni fanatismo religioso, purchè non  intacchi il potere politico. Da questo punto di vista Pilato considera più pericolosi quelli che gli hanno portato Cristo.

Erode è sulla stessa lunghezza d’onda: è una questione religiosa, in cui entra il magico ed il miracoloso.

15 Ma neppure Erode, infatti lui rimandò da noi, ed ecco niente degno di morte è stato fatto da lui:

16 avendolo dunque castigato lo dimetterò.

Gesù merita una punizione per quello che ha fatto, non la condanna a morte. La pena deve essere proporzionata alla colpa.

18 Allora gridarono insieme dicendo: Togli costui, libera invece a noi Barabba.

Dapprima accusano con violenza, adesso gridano insieme: Togli Gesù dal mondo e liberaci Barabba.

19 Questi era stato gettato nella prigione per una certa rivolta avvenuta in città e per omicidio.

Per Pilato è la migliore riprova che l’ostilità politica nei confronti di Roma viene proprio da quelli che accusano Gesù. Vogliono la morte del Cristo e la liberazione di Barabba. Ma è proprio Barabba che ha guidato una rivolta in città e c’è pure scappato il morto.

E’ chiaramente una presa in giro di Pilato e della sua intelligenza.

20 Di nuovo allora Pilato si rivolse a loro volendo liberare Gesù.

Pilato vuol liberare Gesù rivolgendosi ai suoi nemici. Ha sbagliato strada in partenza. Finirà per cadere lui stesso nelle mani di coloro che cercano la morte del Cristo.

Vuoi far salva la tua fede nel Figlio di Dio? Metti sotto i piedi la voce del mondo anche se grande, volgi gli occhi ed intendi l’orecchio all’autore ed al perfezionatore della tua salvezza.

Se non hai fiducia in Cristo povero e disarmato potrai ben volere la salvezza dell’uomo giusto, ma non ne verrai a capo e cadrai nei lacci del Satana.

Pilato ha intelligenza del giusto, ma non ha fiducia nell’unico giusto. Vuol vedersela da solo senza l’aiuto che viene dal cielo. Peggio ancora: pensa che il giudizio sul giusto sia una questione che l’uomo deve risolvere con l’uomo, non mettendo da parte l’altro uomo.

21 Ma essi gridavano dicendo: Crocifiggi, crocifiggi lui!

Risultato scontato! Non solo non c’è possibilità alcuna di ammorbidire le coscienze, ma è scatenata tutta l’ira del Satana. L’ultimo dei delinquenti di questo mondo può meritare la grazia dall’uomo, Colui che viene dal cielo deve essere messo a morte. Non c’è genia più malvagia di quelli che si credono giusti: crocifiggono il Giusto per salvare il peccatore. Forse che non hanno visto e non hanno compreso l’amore misericordioso del Figlio, la malvagità dell’uomo che è riprovata dalla stesso uomo? Il Diavolo rende ciechi e duri di cuore, fa brutto il giusto, rende bello il peccatore.

22 Egli allora per la terza volta disse a loro:

Per la terza volta Pilato cerca gli interlocutori sbagliati. Avrebbe dovuto rivolgersi al Figlio ed al Padre suo. Ma quando tutto è fatto e deciso per l’uomo nessuna giustizia è trovata nell’uomo.

Dunque che male ha fatto costui? Nessuna colpa degna di morte ho trovato in lui: avendolo dunque castigato lo dimetterò.

Se non trovi alcuna colpa in Gesù, Pilato, perché,  vuoi castigarlo? Per salvarlo dall’ira dei nemici? Ma essi hanno già deciso la sua morte. O stai con Cristo contro i suoi accusatori, o stai con gli accusatori contro Cristo. Chi non è con Lui è contro di Lui, qualsiasi altra posizione è destinata a cadere. Stolto l’uomo che vuol far salvo in qualche modo Cristo, passando sopra la sua natura divina, mettendosi al di fuori di ogni giudizio fanatico, non illuminato dalla ragione e dal buon senso. E’ questione di vita e di morte. Se tu non lo intendi, altri comprende e ti trascina verso l’errore, perché la condanna di Cristo diventi per te dannazione eterna. Pilato non ha nessuno dalla sua, gli altri hanno il Diavolo e in virtù del Diavolo prevarranno sui cuori timidi ed incerti.

23 Essi allora insistevano con grida grandi

Nel confronto coi nemici di Cristo chi usa la ragione si trova senza fiato e senza parola, gli altri faranno sempre di più la voce grossa finchè avranno la meglio.

chiedendo che lui fosse crocifisso,

C’è di mezzo un giudizio di vita e di morte. Non c’è altra via; perché chi non crede è già stato condannato e non può rispondere ad una condanna eterna se non con una condanna terrena.

e crescevano le loro grida.

Misera soddisfazione volere la morte del Salvatore! Si dovrebbe provare vergogna ed invece cresce la rabbia dell’uomo accecato dal Satana. Cosa ti viene dalla morte di Gesù? Nulla di buono certamente, se non la dannazione eterna.

24 E Pilato decise di attuare la loro richiesta.

Ecco la fine di chi vuole essere al di sopra delle parti, contando sull’autorità che gli viene dal potere terreno, da una cultura superiore, illuminata  dalla ragione e dalla fiducia in un giudizio radicato in una buona coscienza. E’ accolta la richiesta dell’empio, è disprezzato il santo di Dio.

25 Liberò allora colui che  per una rivolta ed un omicidio era stato gettato in carcere che chiedevano,

E’ fatto libero l’uomo che si è rivoltato contro il suo Signore. Omicida in Adamo, prigioniero del Satana, nessun esercizio di libertà può conoscere se non nel peccato e per il peccato. E’ questa la falsa libertà di coloro che rigettano il Cristo: si fanno liberi da se stessi, escono dal carcere per volontà umana e non per decreto divino. Per una vita migliore? Per continuare a vivere come prima!

invece consegnò Gesù alla loro volontà.

Gesù consegnato alla volontà umana!? E’ il colmo di ogni assurdo! E’ la volontà umana che va consegnata a Gesù.

26 E quando lo condussero,

Allorchè l’uomo si impossessa di Gesù per condurlo dove vuole lui, come vanno le cose?

avendo preso Simone un certo Cireneo che veniva dalla campagna, posero su di lui la croce da portare dietro Gesù.

Si scarica la croce di Gesù sugli altri, gli ultimi malcapitati, invece di portarla per Lui, con Lui e dietro a Lui. Quale compartecipazione al disegno della salvezza? Soltanto la fuga impietosa da un destino di sofferenza.

27 Ora lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamento su di lui.

C’è chi ha già deciso contro Gesù e c’è chi ancora si trova alla sua sequela partecipando in qualche modo, secondo le umane possibilità, al suo dolore. E’ ancora una sequela da lontano che vuole essere toccata fino ad un certo punto e che non si è risolta per Cristo. Se ancora non ti sei tirato fuori, se ancora segui in qualche modo Gesù, oggi ti è rivolta la sua chiamata.

28 Allora essendosi voltato verso loro Gesù disse:

A questi guarda Gesù, non a coloro che l’hanno condannato. Per trovare misericordia dall’uomo? No, ma per annunciare il giudizio che viene dal cielo.

Figlie di Gerusalemme, non piangete su me; ma piangete su voi stesse e sui vostri figli,

Nessuno può sfuggire al suo destino di morte, se non Colui che è disceso dal cielo. Cristo ha sofferto nel tempo e per un tempo, l’uomo è avviato verso la dannazione eterna.

La morte di Gesù non va compianta, va compresa e fatta propria nella speranza della redenzione che porta con sé. Se poi qualcuno pensa di sfuggire alla croce si inganna. Drammi terribili incombono sull’umanità tutta.

29 perché ecco vengono giorni in cui diranno: Beate le sterili e i grembi che non generarono e le mammelle che non nutrirono.

Verranno giorni in cui si maledirà la vita e sarà considerato beato chi avrà rotto il suo ciclo. Non più l’augurio di una lunga discendenza, ma il desiderio della fine di ogni discendenza. Quando si vedrà il vero volto di questa esistenza terrena ed un Altro tirerà per noi le somme,  quale speranza e quale futuro? Meglio precipitare nel nulla.

30 Allora cominceranno a dire ai monti: cadete su noi, e ai colli: Ricopriteci;

Meglio scomparire sotto un monte di terra, dove nessuno può raggiungerci e trovarci. Ma non potrà essere così.

31 poiché se fanno queste cose al legno verde, cosa accadrà al secco?

Se il  Figlio, che ha la vita, non è stato risparmiato dal Padre, ma ha dovuto patire nella sua esistenza terrena, cosa ne sarà degli uomini che portano in sé la morte eterna? Quale sorte è riservata al legno secco se non quella di bruciare per sempre?

Fate dunque penitenza, donne di Gerusalemme, per voi e per i vostri figli, perché Cristo vi faccia dono di una nuova vita.

32 Erano condotti poi con lui anche altri due malfattori per essere giustiziati.

Nella triste compagnia Cristo precede ed apre la fila. Non lui con gli altri, ma gli altri con lui.

33 E quando vennero sul luogo chiamato Cranio, lì crocifissero lui ed i malfattori, uno a destra l’altro a sinistra.

A Gesù l’onore di essere il primo, gli altri fanno semplicemente da corona per completare il quadro: uno alla destra ed uno alla sinistra, perché meglio si comprenda quale specie.

34 Ora Gesù diceva: Padre, condona a loro, non sanno infatti cosa fanno.

Non sanno cosa fanno gli uomini che mettono Gesù tra i malfattori. Innalzano se stessi al cielo? Precipitano nel più profondo dell’inferno. Ma vi è ancora speranza per la preghiera del Figlio. La morte di Gesù porta la dannazione eterna, ma anche il perdono dei peccati per coloro che confessano la propria colpa.

Spartendo poi le sue vesti gettarono le sorti.

Come quando si fa bottino e si depreda il nemico.

35 E stava il popolo guardando.

Strumento nelle mani dei capi per la condanna di Gesù, il popolo è ora osservatore inerte. Di fronte alla serietà della morte e della morte di croce ha perso la lingua. Ogni momento di silenzio è momento di riflessione. Per altri la colpa è più grave e più grande l’odio verso Gesù.

Lo schernivano poi anche i capi dicendo:

Il popolo osserva in silenzio, i capi scherniscono senza ritegno. Non sono turbati dallo spettacolo della morte e neppure sembrano rattristati per esserne gli artefici.

Altri ha salvato, salvi se stesso, se questi è il Cristo di Dio, l’eletto.

I capi vogliono delle prove. Segni di salvezza ce ne sono stati, e sembra proprio che nessuno voglia metterli in discussione. Cosa si pretende allora dal Cristo? Che salvi se stesso dalle mani dell’uomo che è venuto a salvare? Una concezione della salvezza veramente alla rovescia. Non l’uomo deve mettersi nella condizione di essere salvato dal Figlio di Dio, ma il Figlio di Dio è messo nella condizione di salvarsi dall’uomo. Quando non c’è interesse per la salvezza è smarrito qualsiasi buon senso. Chi vuole una prova da Dio cerchi una prova d’amore e non il segno di una potenza provocata all’ostilità. Non è dato il segno che è cercato, è dato il segno che non è voluto. Se tu non vuoi la salvezza, il Figlio ugualmente te la dona, non fuggendo dalla morte, ma portandola per te, perché diventi la tua vita. Quanto interesse hanno questi capi per la sorte di Cristo! E non si preoccupano della propria. Colui che sa portare la morte,  porterà anche  la resurrezione da essa.

L’uomo che ad ogni costo vuol fare salva la propria vita, morirà in eterno.

36 Lo deridevano poi anche i soldati avvicinandosi, porgendogli aceto 37 e dicendo: Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso.

Anche i soldati entrano nel coro degli schernitori, ma per ragioni diverse e con altro spirito. In quanto pagani non hanno interesse al discorso della salvezza. Il loro parlare è logicamente coerente con il loro disinteresse per le attese messianiche dei Giudei. Se Gesù è uno dei tanti re, allora si comporti come tutti i re di questo mondo: pensi innanzitutto a salvare la propria pelle.

A loro modo si avvicinano a Cristo e cercano di farlo parlare, deridendolo e porgendogli aceto. Sempre meglio dei capi dei Giudei che scherniscono Gesù parlando tra di loro e senza guardarLo in faccia.

38 C’era poi anche una soprascritta su lui: Questi è il re dei Giudei.

In mezzo a tanto inganno non manca  la parola di verità: non può venire meno in qualsiasi caso. Per mano di quale uomo, per quale volontà e con che intenzione questa soprascritta? Non è detto e non giova saperlo. Dio Padre, in ogni tempo, attesterà che Gesù è figlio della promessa fatta ad Israele. La lingua umana proclamerà il falso? La Parola “sopra” scritta continuerà a dire il vero.

39 Ora uno dei malfattori appesi lo bestemmiava dicendo: Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!

Stessa storia: dopo lo scherno degli uomini di pace e degli uomini d’armi, da ultimo quello di un malfattore. E  con più audacia e sfrontatezza: non schernisce semplicemente,  bestemmia contro Gesù. Per quale ragione? Perché non fa vendetta dei propri nemici e non cerca alleanze diverse.

I potenti di questo mondo fanno salvi anche i delinquenti, per ottenere il loro aiuto ed avere la meglio contro chi li vuole morti.  Incomprensione assoluta dunque per la giustizia che viene dal cielo, che, soffrendo la croce, unisce non solo l’uomo a Dio, ma anche l’uomo all’altro uomo.

40 Ma rispondendo l’altro rimproverandolo disse: Non temi tu Dio, poiché sei nella stessa condanna?

Dopo il giudizio dell’uomo verrà anche quello di Dio. Quale speranza di salvezza per chi trovato colpevole secondo la legge dell’uomo e la Legge di Dio non crede nell’amore del Padre, così come si manifesta nel Figlio?

41 E noi in realtà giustamente; infatti riceviamo le cose giuste per ciò che abbiamo fatto: costui invece non ha fatto nessun misfatto.

Giusta la punizione dell’uomo nei confronti di chi ha operato contro la legge, ma il Figlio di Dio di che cosa è colpevole?  Condannato ingiustamente  tutto patisce e tutto sopporta per amore nostro. Merita disprezzo un simile uomo o non chiede piuttosto timore per il Padre che l’ha mandato? Permetterà Dio che il suo amore sia deriso inutilmente?

42 E diceva: Gesù, ricordati di me quando andrai verso il tuo regno.

Confessione piena e riconoscimento del proprio peccato, ma nello stesso tempo intelligenza dell’amore di Dio e presa al volo, all’ultimo minuto. Meglio invocare la misericordia del Figlio che pretendere un atto di forza contro l’ uomo che non l’accoglie. Meglio riporre la propria speranza nel re dei cieli piuttosto che provocarlo all’ira dei re di questo mondo.

Buon per noi che Gesù è un re diverso e vuol portarci in un regno diverso.

43 E a lui disse: Amen a te dico:

Salvezza a poco prezzo, hic et nunc ( qui ed ora )?

Per una semplice confessione di colpa ed una ancor più semplice invocazione di salvezza, quando non c’è più nulla da perdere e tutto da guadagnare? Quale giustizia nei confronti di chi la salvezza se la suda con molta fatica e tribolazione?

Eppure è proprio questo che Dio vuole: che riconosciamo il nostro peccato e che accogliamo la sua salvezza, con una invocazione pronta e decisa, che niente pretende da Dio, ma tutto spera confidando nel suo amore, così come si è reso visibile e palpabile nel Figlio.

Tutto semplice per Dio, ma non per la durezza del cuore dell’uomo. Perché nella fede c’è sempre l’accettazione dell’assurdo. Assurdo è credere in un Figlio di Dio mandato dal cielo per la nostra salvezza. Ancora più assurdo credere in un Salvatore che perisce per mano di quegli stessi che è venuto a salvare. Questa è la fede del “buon” ladrone. E non per sentito dire, ma perché vede con i propri occhi. Chiede la salvezza a un Dio che sta morendo in croce, davanti a lui ed assieme a lui.

E’ forse poco e tutto così semplice? Gli apostoli crederanno in un Cristo che mostra i segni della resurrezione, il ladrone crede in un Cristo che mostra i segni della morte. oggi sarai con me nel paradiso. Quando c’è la  fede, la promessa che passa attraverso la Parola rende attuale la salvezza. Cristo non è ancora morto e risorto, ma sono già aperte le porte del Paradiso per coloro che si affidano a lui. La fede del ladrone segue le orme di Abramo: crede in ciò che Dio farà, secondo la promessa. Nello stesso tempo anticipa la nuova fede in ciò che Dio ha già fatto. E’ una fede che ha caratteristiche uniche ed esclusive. Abramo credette senza vedere né la morte né la resurrezione di Cristo, gli apostoli credettero dopo essere stati testimoni di entrambe, il ladrone è testimone della morte che è in atto, non della resurrezione. Eppure crede e merita per questo un’attenzione particolare da parte di Gesù. Ha creduto anzitempo, è salvato anzitempo.

44 Ed era già circa l’ora sesta e ci fu tenebra sulla terra intera fino all’ora nona

Luce d’eterna salvezza per il ladrone che è in croce, ma buio pesto e tenebre profonde per tutta l’umanità. Quando è messa a tacere la Parola di Dio, nessuna guida per l’uomo, ma lo smarrimento più totale.

45 essendo scomparso il sole, si strappò allora la cortina del tempio in mezzo.

Scomparsa per alcune ore la luce che illumina il mondo, anche la Legge non dice più niente al popolo di Dio. E’ tolto il velo che la copriva, ma non è data la luce per vederla così com’è realmente, senza paraocchi.

La legge non si comprende se non in Cristo e per Cristo. Rimossa la copertura,è tolta la luce del cielo. Per breve tempo, però. Non può rimanere la terra nel silenzio di Dio.

46 Ed avendo gridato con voce grande Gesù disse: Padre, nelle tue mani depongo il mio spirito.

Si fa sentire la Parola con rinnovato vigore, non come parola che viene dall’uomo, rivolta all’uomo, ma come parola di Dio rivolta a Dio. Non un uomo qualunque grida al Padre, ma il Figlio suo.

Per deporre in Lui il suo spirito. Quale spirito? Quello divino entrato nell’uomo. Ora finalmente esce dall’uomo per tornare a Dio.

Questa cosa poi avendo detto spirò. 47 Allora avendo visto il centurione l’accaduto glorificava Dio dicendo: Veramente questo uomo era giusto.

E’ il primo frutto che la morte di Gesù porta a maturazione: chi ha occhi per vedere ed orecchi per sentire intende la giustizia che è nel Figlio. E’ Lui l’unico giusto gradito al Padre in virtù del suo sacrificio.

48 E tutte le folle convenute insieme a questo spettacolo, avendo visto le cose accadute, ritornavano battendosi i petti.

Dopo la proclamazione della giustizia del Figlio, l’umile confessione del proprio peccato. E non semplicemente da parte del singolo. Tutte le folle che sono entrate nel mistero della morte di Gesù riconoscono la propria colpa. L’uno proclama la giustizia del Figlio, tutti gli altri fanno eco  battendosi il petto.

49 Ora tutti i suoi conoscenti e le donne che lo seguivano dalla Giudea  stavano da lontano, guardanti queste cose.

E’ la chiesa tutta formata da coloro che conoscono Gesù e da quelli che sono alla sua sequela. Seppure ancora da lontano  sta salda intorno a Cristo crocifisso, guardando le meraviglie operate dal suo amore.

50 Ed ecco un uomo di nome Giuseppe membro del consiglio ed uomo buono e giusto

Cominciano a saltar fuori e a farsi vedere i santi. Finalmente si può fare qualche nome.

Giuseppe è buono e giusto non per merito proprio, ma in virtù della  fede in Cristo, perché fatto tale dalla sua grazia. Membro del consiglio come altri è diversamente rapportato al Cristo ed in attesa del regno di Dio.

51 questi non era stato consenziente alla deliberazione ed all’azione di loro, da Arimatea città dei Giudei, il quale aspettava il regno di Dio,

Giudeo puro ha custodito fedelmente la Parola di Dio ed aspettando il Suo regno ha fatto proprio il corpo di Cristo, morto per i nostri peccati.

52 questi essendosi presentato a Pilato chiese il corpo di Gesù .

Giuseppe vuole il corpo di Gesù per sé, a tutti i costi, anche se deve strapparlo all’autorità romana.

53 ed avendolo tirato giù lo avvolse in una sindone e lo pose in un sepolcro scavato dove non era ancora stato deposto nessuno.

Non può rimanere appeso alla croce Colui che è stato destinato alla resurrezione. Non può essere deposto in un sepolcro qualsiasi Colui che non è fatto per la sepoltura.   Nessuno è mai stato deposto in simile tomba, perché questa ospiterà una morte diversa, non quella che fa sprofondare sotto terra, ma quella che innalza fino al cielo.

54 Ed era giorno della preparazione ed il sabato cominciava a risplendere.

E’ l’aurora di un nuovo giorno: giorno di festa e di gioia che va preparato nel silenzio della preghiera.

55 Ora avendo seguito le donne che erano venute insieme dalla Galilea a lui, videro il sepolcro e come era stato deposto il suo corpo;

C’è chi si allontana da Cristo morto, c’è chi si avvicina al suo sepolcro. Ed entra in esso per vedere con i propri occhi.

56 essendo poi ritornate prepararono aromi ed unguenti.

E’ il ritorno di coloro che ancora sperano, contro ogni speranza, e rendono onore al Cristo morto.

E il sabato riposarono secondo il comandamento.

Nonostante la morte che hanno visto e toccato, riposano nella pace del Signore e continuano a vivere nel Suo comandamento. La storia di un amore non è ancora finita: il più bello sta per venire.