Vangelo di Luca cap2

                                    Luca 2

Avvenne ora in quei giorni che uscì un decreto da Cesare Augusto di censire tutta la terra abitata. 2 Questo primo censimento avvenne essendo governatore della Siria Quirino. 3 E andavano tutti a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4 Salì ora anche Giuseppe dalla Galilea, dalla città di Nazaret alla Giudea, alla città di Davide che si chiama Betlemme, perché era lui della casa e della famiglia di Davide, 5 per essere censito con Maria la sua sposa, che era gravida. 6 Avvenne poi mentre erano lì che si compirono i giorni del suo partorire, 7 e partorì il figlio suo il primogenito e lo avvolse in fasce e lo adagiò in una mangiatoia, poiché non c’era per loro posto nell’albergo. 8 E c’erano dei pastori in questa regione pernottanti nei campi e vegliando veglie di notte sul loro gregge. 9 E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore rifulse intorno a loro, e furono impauriti di paura grande. 10 E disse ad essi l’angelo: Non abbiate paura! Ecco infatti evangelizzo a voi una gioia grande che sarà per tutto il popolo: 11 che è stato generato per voi oggi un salvatore che è Cristo Signore nella città di Davide. 12 E questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce ed adagiato in una mangiatoia. 13 E subito ci fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: 14 Gloria nelle altezze a Dio e sulla terra pace fra gli uomini di sua benevolenza. 15 Ed avvenne come gli angeli partirono da loro per il cielo che i pastori parlavano gli uni agli altri: Traversiamo dunque fino a Betlemme e vediamo questo avvenimento, l’accaduto che il Signore ha fatto conoscere a noi. 16 E vennero affrettandosi e trovarono e Maria e Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia. 17 Avendo visto poi fecero conoscere la parola che era stata data a loro circa questo bambino. 18 E tutti quelli che avevano ascoltato si meravigliarono riguardo le cose dette a loro dai pastori. 19 Ma Maria serbava tutti questi eventi considerandoli nel suo cuore. 20 E ritornarono i pastori glorificanti e lodanti Dio per tutte le cose che avevano udito ed avevano visto come era stato detto a loro. 20 E ritornarono i pastori glorificando e lodando Dio per tutte le cose che avevano udito e avevano visto come era stato detto a loro. 21 E quando si compirono otto giorni per circonciderlo fu chiamato il suo nome Gesù, come chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel seno. 22 E quando si compirono i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, lo portarono a Gerusalemme per presentarlo al Signore, 23 come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio che apre la matrice sarà chiamato santo al Signore, 24 e per offrire un sacrificio secondo ciò che è detto nella legge del Signore, una coppia di tortore o due piccoli colombi. 25 Ed ecco c’era un uomo in Gerusalemme il cui nome era Simeone e questo uomo era giusto e pio aspettante la consolazione di Israele, e lo spirito santo era su di lui. 26 Ed  aveva lui ricevuto responso dallo Spirito santo di non vedere la morte prima che vedesse il Cristo Signore. 27 E venne nello Spirito nel tempio e nell’introdurre i genitori il bambino Gesù per fare essi secondo il consueto della legge riguardo a lui 28 ed egli lo prese fra le braccia e benedisse Dio e disse: 29 Ora dimetti il servo tuo, o Signore, secondo la tua parola in pace; 30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31 che hai preparato di fronte alla faccia di tutti i popoli, 32 luce per rivelazione delle genti e gloria del tuo popolo Israele. 33 Ed il padre suo e la madre erano meravigliati per le cose dette di lui. 34 E benedisse essi Simeone e disse a Maria, sua madre: Ecco, questi è posto per la caduta e la resurrezione di molti in Israele ed in segno di contraddizione 35 e una spada poi trapasserà l’anima di te stessa, così che siano rivelati da molti cuori i pensieri. 36 C’era anche Anna , profetessa, figlia di Fanuel, dalla tribù di Aser. Essa era avanzata in molti giorni, avendo vissuto con il marito sette anni dalla sua verginità 37 ed essa vedova fino a ottantaquattro anni, che non si allontanava mai dal tempio rendendo culto notte e giorno con digiuni e preghiere. 38 Ed essendo sopraggiunta nella stessa ora rendeva grazie a Dio e parlava di lui a tutti coloro che aspettavano la redenzione di Gerusalemme. 39 E come ebbero compiuto tutte le cose secondo la legge del Signore, ritornarono in Galilea nella loro città di Nazaret. 40 Il bambino poi cresceva e si fortificava ripieno di sapienza e la grazia di Dio era sopra lui. 41 E andavano i suoi genitori ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42 E quando fu di anni dodici, salendo loro secondo l’usanza della festa 43 ed essendo terminati i giorni, mentre essi ritornavano rimase il fanciullo Gesù in Gerusalemme, e non lo conobbero i suoi genitori. 44 Ritenendo ora che lui fosse nella comitiva andarono la strada di un giorno e lo cercarono fra i parenti e i conoscenti, 45 e non avendolo trovato ritornarono a Gerusalemme cercandolo. 46 E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel tempio seduto in mezzo ai maestri sia ascoltando loro sia interrogando loro. 47 Quelli che l’ascoltavano erano tutti stupefatti per l’intelligenza e le sue risposte. 48 E vedendolo erano sbigottiti e disse a lui sua madre: Figlio, perché hai fatto a noi così? Ecco il padre tuo ed io angosciati ti cercavamo. 49 E disse a loro: Perché mi cercavate? Non sapevate che è necessario che io sia nelle cose di mio padre? 50 Ed essi non compresero la parola che aveva detto a loro. 51 E discese con loro e venne a Nazaret ed era sottomesso a loro. E sua madre serbava tutte le parole nel suo cuore. 52 E Gesù progrediva in sapienza ed età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

 

 

 

 

 

Avvenne ora in quei giorni che uscì un decreto da Cesare Augusto di censire tutta la terra abitata. 2 Questo primo censimento avvenne essendo governatore della Siria Quirino.

I principi ed i potenti di questo mondo amano fare il censimento dei  sudditi, per sapere quanti sono e quanti uomini tengono in proprio potere. Non c’è abitante della terra che debba sfuggire al loro controllo e che possa considerarsi fuori del novero.

Chi è mandato dal cielo può avere la legittima presunzione di un trattamento e di una considerazione diversi: non Cristo Gesù.

Dopo l’esaltazione in Maria della volontà che viene dal cielo, viene ora fatta risaltare l’obbedienza  all’autorità che è stata costituita in terra. Gesù viene a prendere possesso del suo regno, non come il primo cittadino, ma come uno dei tanti: in tutto obbediente a Dio, in tutto obbediente all’uomo, fuorché nel peccato.

3 E andavano tutti a farsi censire, ciascuno nella propria città.

C’è una pacifica obbedienza all’uomo che non va disprezzata ed è degna di considerazione, anche per chi vuol fare la volontà di Dio. Prima ancora di venire alla luce di questo mondo Gesù si trova coinvolto in un discorso di sottomissione all’uomo ed alle sue leggi.

4 Salì ora anche Giuseppe dalla Galilea, dalla città di Nazaret alla Giudea, alla città di Davide che si chiama Betlemme, perché era lui della casa e della famiglia di Davide,

Anche Giuseppe dunque sale dalla sua  dimora in Nazaret di Galilea a quella del padre Davide, in Betlemme di Giudea, così come prescritto dalla legge dell’uomo.

L’adempimento ad una semplice formalità burocratica, diviene così l’occasione per rivisitare e vedere in maniera diversa l’origine della propria famiglia in Davide.

5 per essere censito con Maria la sua sposa, che era gravida.

Nessuna ragione che in qualche modo sia legata alla volontà del cielo, semplicemente l’obbedienza a quanto prescritto dalla legge dell’uomo. Maria in quanto sposa di Giuseppe è unita in uno stesso percorso di vita, in quanto gravida per opera dello Spirito Santo porta in sé il destino di un’altra vita.

6 Avvenne poi mentre erano lì che si compirono i giorni del suo partorire,

In apparenza, dunque, nulla di diverso e di immediatamente collegabile all’opera di Dio. Nell’obbedienza all’uomo, matura anche l’obbedienza ad una volontà che è a lui superiore.

7 e partorì il figlio suo il primogenito

Non ci poteva essere nascita più nascosta e più “silenziosa”: non solo per quel che riguarda il prima, ma anche per quel che riguarda il come ed il subito dopo.

e lo avvolse in fasce e lo adagiò in una mangiatoia,

Nulla di straordinario e che sia degno di essere ricordato, se non si trattasse del Figlio di Dio.

La povertà e la miseria fanno parte del quotidiano di questa esistenza, e Gesù è ben disposto a portarle su di sé… ma c’è di mezzo una mancanza d’amore nei confronti di Dio.

poiché non c’era per loro posto nell’albergo.

E’ questa la nota più triste: non semplicemente un figlio di Dio che si mette all’ultimo posto, ma il Figlio di Dio che è messo all’ultimo posto. Se fosse per l’uomo neppure dovrebbe venire in questo mondo. Nonostante una volontà avversa e contraria, il Padre ricava uno spazio al proprio Figlio perché possa porsi e proporsi come luce e guida dell’umanità. Come prima accoglienza, non ci poteva essere nulla di più scoraggiante. C’è sempre però l’eccezione che fa ben sperare anche in cielo.

8 E c’erano dei pastori in questa regione pernottanti nei campi e vegliando veglie di notte sul loro gregge.

In mezzo a tanto disinteresse per un Salvatore mandato dal cielo, ci sono anche uomini che sanno vegliare sul proprio gregge: sulla vita propria e su quella che è loro affidata. Non tutti dormono il sonno della morte. Pochi o tanti,  sono preziosi agli occhi di Dio coloro che, nonostante le tenebre della notte, non abbandonano la propria ed altrui vita nelle mani del Satana, ma stanno sempre in guardia, pronti a qualsiasi novità.

9 E un angelo del Signore si presentò a loro

A loro e solo a loro, perché gli altri non sono interessati ad un discorso di salvezza: dormono sonni tranquilli, nulla si aspettano e nulla pretendono dal cielo.

e la gloria del Signore rifulse intorno a loro,

L’uomo che vuole e cerca la gloria del Signore nelle tenebre di questo mondo, prima o poi si troverà investito ed illuminato da questa gloria. Nella ricerca di Dio, coloro che sono dispersi  vengono uniti e riuniti dal Signore stesso, da Lui segnati , perché riconoscano se stessi come i diversi e come gli eletti dal cielo.

e furono impauriti di paura grande.

Quando Dio manifesta la sua presenza in maniera così forte ed improvvisa, l’uomo è preso da sgomento e da timore. Troppo bello per essere vero! Si teme l’inganno e la beffa del Maligno.

10 E disse ad essi l’angelo: Non abbiate paura! Ecco infatti evangelizzo a voi una gioia grande che sarà per tutto il popolo: 11 che è stato generato per voi oggi un salvatore che è Cristo Signore nella città di Davide.

Ancora una volta, come tutte le altre volte, è la parola di Dio che riporta pace e serenità nei cuori. Se i segni possono ingannare, non così la Parola. E’ dalla Parola e attraverso la Parola che distinguerai l’opera del Signore da quella del Maligno.

12 E questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce ed adagiato in una mangiatoia.

Non ci potrebbe essere un segno più insignificante… se non fosse per la Parola di Dio.

13 E subito ci fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: 14 Gloria nelle altezze a Dio e sulla terra pace fra gli uomini di sua benevolenza.

L’annuncio della nascita del Salvatore è fatto da un solo angelo, ma subito intorno a lui fa corona una moltitudine dell’esercito celeste, per lodare il nome del Signore. La gioia in Dio e per Dio non riguarda soltanto il singolo, ma è data all’intera comunità dei santi, non è esclusiva, ma inclusiva di tutti coloro che lo amano. Nella lode del Signore si riuniscono e sono riuniti tutti i suoi eletti, come in cielo così in terra. Il modello di una lode che non è soltanto del singolo, ma di tutta la chiesa ci viene innanzitutto dai cori degli angeli.

Non si dà vera gloria a Dio se non nell’alto dei cieli. Ma anche per quel che riguarda la terra i tempi sono maturi per un rapporto diverso tra il Signore e le sue creature. Sono finiti i tempi della separazione e dell’ ostilità: dal cielo ci viene un messaggio di pace e di riconciliazione.

fra gli uomini di sua benevolenza. Non per tutti indistintamente, ma per coloro che cercano il Suo

amore e vogliono fare la Sua volontà. Quando non c’è interesse per un dono e per un’amicizia, l’offerta cade a vuoto e passa ad altri. E non si può farne una questione di meriti o di una qualsiasi buona volontà. Bisogna volere e cercare l’unico vero bene che ha nome di Signore. Non è gradita ogni volontà che abbia la presunzione di cercare il bene, ma soltanto quella che  vuole la gloria di Dio e non la propria.

15 Ed avvenne come gli angeli partirono da loro per il cielo che i pastori parlavano gli uni agli altri:

La gioia che si comunica in Dio e per Dio è un contagio, come in cielo così anche in terra. Se c’è una bella novità non si deve perdere tempo, ma bisogna mettersi subito in cammino per vedere e sapere.

Traversiamo dunque fino a Betlemme

Non importa dove si deve andare e sopra chi e che cosa si deve passare: importa farla breve ed arrivare al più presto alla meta. Quando il cuore è fisso al Signore ed alla sua opera, non ci sono calcoli e pensieri riguardo alla via. Preme arrivare quanto prima a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo.

e vediamo questo avvenimento, l’accaduto che il Signore ha fatto conoscere a noi.

Questo interessa vedere e conoscere: il resto non ha più peso ed importanza, neppure i beni  trascurati e messi da parte. Non merita l’elogio e la stima dell’uomo il pastore che abbandona le pecore per correre dietro alle novità che vengono dal cielo. Di valide ragioni per ritardare o rimandare l’obbedienza alla fede ce ne sono sempre tante: ad un certo punto bisogna andare e non pensare ad altro.

16 E vennero affrettandosi

Quando si vuol bere alla fonte della vita, meglio andare di corsa, senza risparmiare energie: non c’è bene più prezioso del Signore.

e trovarono e Maria e Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia.

Il primo impatto con la parola che si è adempiuta non è mai dei  più facili. Nulla di eclatante e di diverso che manifesti l’opera di Dio. Al contrario, tutto appare così normale e così ordinario. La madre Maria, il padre Giuseppe… ed il piccolo? A stento si può vederlo: bisogna allungare gli occhi verso una mangiatoia. Fa tenerezza al cuore una povertà così grande, ma come riconoscere in tutto questo la nascita di un Salvatore?

17 Avendo visto

Non vede chi non trova, non trova chi non cerca. Nessuna intelligenza delle cose di Dio ci può essere in colui che si imbatte per caso in Gesù Cristo Figlio di Dio. Soltanto chi vede Gesù con gli occhi della fede, ha coscienza di verità. Per gli altri è un uomo come tutti, fin dalla nascita e neppure degno di considerazione e di una particolare attenzione.

poi fecero conoscere la parola che era stata data a loro circa questo bambino.

Quale eco e quale risonanza nei cuori può avere un simile annuncio se non per l’aspettativa che lo precede?

“è stato generato per voi oggi un salvatore che è Cristo Signore nella città di Davide”. Nessuna ridondanza della parola, nessun particolare che dica qualcosa in più rispetto alla semplice notizia che è nato il Salvatore. La nascita di Gesù ha importanza in sé e per sé, non ha bisogno di nessuna sovrastruttura e neppure di tutti quei particolari che soddisfano la curiosità e creano interesse. E’ l’evento in quanto tale e la sua attualità in Israele che riempiono il cuore di gioia: il resto non ha rilevanza alcuna. Non ci poteva essere venuta al mondo più semplice, più povera, più scarna e priva di attributi poetici. E’ vero che gli uomini molto ci hanno ricamato sopra, ma quale apporto alla verità e che cosa di più rispetto alla parola rivelata?

18 E tutti quelli che avevano ascoltato si meravigliarono riguardo le cose dette a loro dai pastori.

Se qualcuno intende che molte e grandi cose sono state dette dai pastori, si sbaglia. Il racconto è di una semplicità disarmante: si attiene al fatto e non ai fatti che ancora non ci sono.

19 Ma Maria serbava tutti questi eventi considerandoli nel suo cuore.

L’annuncio dei pastori è di per sé semplice, ancor più semplice è il comportamento di Maria.

La madre di Gesù neppure si preoccupa di far conoscere la nascita del figlio: giova innanzi tutto conservare l’evento nel proprio cuore e considerare gli eventi che ne seguono alla luce della fede.

Vi è una fede facile ed entusiasta che subito dice e fa sapere, vi è una fede più profonda e nascosta che attende altra luce e maggior intelligenza.

20 E ritornarono i pastori glorificando e lodando Dio per tutte le cose che avevano udito e avevano visto come era stato detto a loro.

La fede dei pastori è  immediata, dà subito lode a Dio, non solo quando annuncia, ma anche quando ritorna dall’annuncio. Non ci è dato sapere fino a quale punto scavi in profondità e voglia crescere in conoscenza ed in partecipazione all’amore divino. I pastori entrano presto sulla scena e ne escono altrettanto presto. Maria è più prudente e più riflessiva riguardo all’annuncio, e non invano: sarà testimone del Cristo fino alla fine.

21 E quando si compirono otto giorni per circonciderlo fu chiamato il suo nome Gesù, come chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel seno. 22 E quando si compirono i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, lo portarono a Gerusalemme per presentarlo al Signore, 23 come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio che apre la matrice sarà chiamato santo al Signore, 24 e per offrire un sacrificio secondo ciò che è detto nella legge del Signore, una coppia di tortore o due piccoli colombi.

Tutto è detto e tutto è fatto conforme alla Parola di Dio, così come si è espressa per bocca dell’angelo e così come ancor prima si è espressa attraverso la legge di Mosè. Nella vita di Gesù, dalla nascita alla morte, tutto è adempimento della Parola che viene dal cielo.

25 Ed ecco c’era un uomo in Gerusalemme il cui nome era Simeone e questo uomo era giusto e pio aspettante la consolazione di Israele, e lo spirito santo era su di lui.

La storia che conta davanti a Dio è fatta da persone piccole agli occhi del mondo: è degno di memoria soltanto chi dà lode al Figlio di Dio, come i pastori, e chi è ancora in attesa della sua manifestazione, come Simeone. E non importa se queste giusti escono presto dalla scena e non la fanno da protagonisti e da primi attori: fanno da corona a Gesù con la loro fede e con l’inno di lode al Padre che è nei cieli. In mezzo a tanta indifferenza c’è sempre qualcuno che ha posto in Cristo la propria vita. Simeone è detto giusto e pio, non semplicemente in riferimento all’osservanza della Legge, ma ancor più per la sua speranza nella venuta del Salvatore.

e lo spirito santo era su di lui

Non la pienezza che è data dalla venuta del Cristo, ma la caparra che è data a tutti coloro che vivono nell’attesa della sua venuta .

26 Ed  aveva lui ricevuto responso dallo Spirito santo di non vedere la morte prima che vedesse il Cristo Signore.

Dove c’è l’opera dello Spirito Santo c’è aspettativa e desiderio di conoscere il Salvatore. Lo Spirito che viene dal Padre porta i cuori verso il Figlio suo. Non si esce dalla certezza della morte se non si è condotti dallo Spirito Santo in un’altra certezza che è quella della vita eterna in Cristo Gesù. Prima di vedere la morte Simone vede Colui che è vincitore della morte.

Non comprende e non può comprendere l’uomo che è chiuso nel proprio spirito: vede la vita che è oltre la morte soltanto chi ha gli occhi dello Spirito ed ascolta ciò che da Esso è detto al cuore.

27 E venne nello Spirito nel tempio

Tutto è agito dallo Spirito Santo e tutto è fatto in obbedienza allo stesso Spirito. Molte sono le persone che frequentano il tempio di Dio, poche sono coloro che si lasciano guidare dallo Spirito Santo: allora come oggi.

e nell’introdurre i genitori il bambino Gesù per fare essi secondo il consueto della legge riguardo a lui

Gesù è introdotto nel tempio di Dio alla guisa di tutti, come uno dei tanti e conforme alla legge di Mosè. Finchè è visto con gli occhi della carne, questo piccolo nulla dice al cuore dell’uomo riguardo alla vita eterna. Può suscitare tenerezza, colpire la dimensione emotiva, ma come vedere il Dio salvatore? Ci vuole un miracolo dal cielo!

28 egli lo prese fra le braccia e benedisse Dio e disse:

Simeone è testimone della reale possibilità di questo miracolo, allorché si guarda a Gesù con gli occhi dello Spirito. Prende il bambino fra le braccia per farlo proprio in eterno: non un semplice gesto d’affetto, ma adesione piena del cuore alla fede in Cristo Salvatore. benedisse Dio

Non una qualsiasi benedizione alla creatura, per la creatura, ma l’inno di lode e di ringraziamento al Padre che è nei cieli, per averci dato un simile bambino, per il quale ed in virtù del quale la morte non è più l’odiosa nemica di questa vita, ma l’ingresso nella vera vita.

29 Ora dimetti il servo tuo, o Signore, secondo la tua parola in pace; 30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31 che hai preparato di fronte alla faccia di tutti i popoli, 32 luce per rivelazione delle genti e gloria del tuo popolo Israele.

Simeone è ora disposto ad uscire dalla scena di questo mondo, non come un rassegnato, ma come un redento ed un rigenerato alla vita eterna. Non si deve prendere congedo dalla vita in un modo qualsiasi, ma secondo la tua parola, cioè in obbedienza alla volontà di Dio ed  in pace, cioè rappacificati con Dio nel Figlio suo.

Ma tutto questo non è compreso se non dallo Spirito e nello Spirito.

30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

Non gli occhi della carne, ma quelli dati dallo Spirito.

31 che hai preparato di fronte alla faccia di tutti i popoli,

Nessun eletto può presumere di una diversità che non sia semplicemente donata, non ad alcuni soltanto, ma a tutti. Nulla è fatto di nascosto e per pochi, ma alla faccia di tutti i popoli, per tutti gli uomini.

32 luce per rivelazione delle genti e gloria del tuo popolo Israele.

Non possiamo uscire dalle tenebre di questa vita se non afferriamo la luce che ci è portata dal Figlio, non come una delle tante, ma come l’unica rivelazione che viene dal cielo, per la gloria di tutti coloro che vogliono essere Israele, popolo suo.

33 Ed il padre suo e la madre erano meravigliati per le cose dette di lui.

Meraviglia ogni bocca che dà lode a Dio per Cristo Gesù. Sono questi i miracoli del Cristo, quelli che edificano i cuori, quando in Lui e per Lui gli uomini glorificano il Padre che è nei cieli.

34 E benedisse essi Simeone e disse a Maria, sua madre:

La benedizione del cielo è per tutta la famiglia di Gesù: una parola in particolare è detta a Maria, madre sua. E’ una costante nel vangelo di Luca: a Maria la parola di Dio dice sempre qualcosa in più rispetto agli altri. Nessuna creatura è coinvolta nel disegno della salvezza, come la madre di Gesù. Vi è una diversità in Maria che non è creata dalla fede della chiesa, ma è innanzitutto voluta da Dio. Se tutti gli uomini beneficiano semplicemente del sacrificio di Cristo, Maria  ne beneficia in quanto ne è fatta compartecipe.

Ecco, questi è posto per la caduta e la resurrezione di molti in Israele ed in segno di contraddizione 35 e una spada poi trapasserà l’anima di te stessa, così che siano rivelati da molti cuori i pensieri.

La profezia di Simeone è soltanto in positivo: esalta la salvezza che è venuta per Israele. Ma vi è anche l’altro aspetto della medaglia: la contraddizione e la confusione che è creata nei cuori con la venuta del Figlio di Dio. Non si arriva alla fede in Cristo Gesù se non attraverso un cammino che è travaglio e  croce.

Maria da subito è tolta dall’incanto di una redenzione facile e senza ferite. Colui che è venuto a portare la pace dal cielo, è venuto anche a portare la guerra contro il Maligno. La ferita più grande sarà proprio per Maria. Stupore e meraviglia dunque per la lode che gli uomini danno a Cristo Gesù, ma anche partecipazione e condivisione della sua croce…

Consapevolezza dell’importanza della venuta del Salvatore per la purificazione ed il giudizio dei cuori, ma abbandono di qualsiasi facile entusiasmo e di una sequela superficiale  non illuminata dalla Parola.

36 C’era anche Anna , profetessa, figlia di Fanuel, dalla tribù di Aser. Essa era avanzata in molti giorni, avendo vissuto con il marito sette anni dalla sua verginità 37 ed essa vedova fino a ottantaquattro anni, che non si allontanava mai dal tempio rendendo culto notte e giorno con digiuni e preghiere. 38 Ed essendo sopraggiunta nella stessa ora rendeva grazie a Dio e parlava di lui a tutti coloro che aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Nessuno che abbia interesse per Dio Salvatore ed attaccamento alla sua Parola è da questa dimenticato. Alla fine si parla anche di Anna, profetessa, figlia di Fanuel. La sua presentazione non sembra poi così indispensabile e necessaria alla logica del discorso. Sembra quasi un’appendice  che nulla toglie e nulla aggiunge a quanto già detto. Un’aggiunta che può apparire anche fuori luogo e non strettamente necessaria ben ci dice la preoccupazione della Parola di esaltare il nome di tutti coloro che danno lode a Dio nell’attesa del Salvatore e tengono vivo con la loro testimonianza il ricordo della promessa antica. Si attende la venuta di Cristo nella sua casa che è la chiesa, digiunando e pregando. Si testimonia della sua venuta a tutti coloro che l’aspettano.

39 E come ebbero compiuto tutte le cose secondo la legge del Signore, ritornarono in Galilea nella loro città di Nazaret.

Innanzitutto vi è l’obbedienza a Dio ed alla sua Legge: in questo spirito si può anche far ritorno alla vita di ogni giorno.

40 Il bambino poi cresceva e si fortificava ripieno di sapienza e la grazia di Dio era sopra lui.

In tutto simile all’uomo, fuorché nel peccato, anche la vita di Gesù è sottomessa ad una logica di crescita e di sviluppo: non solo in senso materiale, ma anche in senso spirituale.

Difficile comprendere il senso di una simile crescita per quel che riguarda il Figlio di Dio: la Sapienza è unica ed indivisibile, tutta piena e compiuta sin dall’inizio. Ma anche in questo si manifesta l’amore di Dio per noi: Gesù, nascendo in questo mondo, si fa piccolo come ognuno di noi e cresce come ogni piccolo, nutrendosi del pane quotidiano, ma prima ancora della parola del Padre.

Questa la differenza da qualsiasi altro uomo: fin dalla sua nascita Cristo è ripieno di sapienza, in quanto ogni giorno si riempie e si nutre della Parola del Padre, sotto la grazia di Dio.

 41 E andavano i suoi genitori ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42 E quando fu di anni dodici, salendo loro secondo l’usanza della festa 43 ed essendo terminati i giorni, mentre essi ritornavano, rimase il fanciullo Gesù in Gerusalemme, e non lo conobbero i suoi genitori.

La sapienza che viene dal cielo, se pur vive e cresce nascosta agli occhi del mondo, prima o poi si manifesta ed è manifestata. E non c’è bisogno che crei l’occasione: l’occasione viene da sola, quando il tempo è maturo. Giuseppe e Maria benché fedeli alla Legge di Dio ben presto devono confrontarsi con una sapienza superiore che cresce all’ombra della Legge, ma soltanto per uscire  da essa e per manifestarsi più grande. Fino ad un certo punto Gesù in tutto e per tutto segue i genitori, ma poi va oltre e diversamente. Nulla di strano e di insolito che l’ingresso nella vita adulta sia segnato da un distacco dai genitori. Stupisce la rottura che è creata dal Figlio, all’insaputa di Giuseppe e Maria. Viene il tempo in cui un figlio diverso deve dichiarare anche apertamente una sua diversa paternità.  L’impatto sul cuore di Giuseppe e Maria è necessariamente forte. Non è superato e non è superabile da nessuna categoria umana del comportamento. Gesù è stato troppo duro con i suoi? L’esito sarebbe stato lo stesso in qualsiasi caso. Quando un figlio adottivo ritorna alla casa del padre naturale, per la  famiglia che lo ha cresciuto lo strappo è forte. E’ tolta l’illusione che il Figlio di Dio sia per sempre figlio dell’uomo. D’ora in poi rivendicherà la propria natura e la propria origine celeste.

43 ed essendo terminati i giorni, mentre essi ritornavano, rimase il fanciullo Gesù in Gerusalemme, e non lo conobbero i suoi genitori.

Vi è una diversità fra l’andare di Giuseppe e Maria e quello di Gesù. Il primo segue il cammino già concluso e definito della Legge. Adempiuto il precetto, non resta che far ritorno alla vita di ogni giorno. La Legge di per sé non produce alcuna novità di vita, semmai testimonia il permanere in una certa vita, che, benché gradita a Dio, non entra nella Sua eternità. La Legge conduce a Dio, ma non ci fa rimanere con Dio.  Soltanto in Cristo e per Cristo l’esistenza umana conosce un salto di qualità di un andare a Dio, che è anche dimorare in Dio, senza ritorno alcuno.

Giuseppe e Maria “ritornavano”da Gerusalemme: e non poteva essere altrimenti. Gesù al contrario rimase in Gerusalemme. Non per fare un dispetto ai suoi familiari, ma perché si adempisse in Lui e per Lui ciò che all’uomo non è concesso operare.

e non lo conobbero i suoi genitori.

Perché in qualsiasi caso non avrebbero potuto comprendere ciò che non è dato per opera dell’uomo, ma solo per opera del Figlio. Nel piano della salvezza non è l’uomo che ricava nella propria vita uno spazio a Dio, al contrario è Dio che si ricava un proprio spazio nella nostra esistenza. Piaccia o non piaccia, sia conosciuto o meno, nulla importa. Ad un certo punto il problema della salvezza è solo del Figlio: la conoscenza delle cose di Dio che non ci è data è una conoscenza che non ci appartiene. Può venirci ogni grazia dall’opera di Gesù: non ci compete ogni conoscenza.

Sei angustiato e rattristato perché non comprendi l’operare del Figlio? Non sei l’unico e neppure il primo. Giova conoscere i frutti dell’opera sua, non il perché ed il per come.

44 Ritenendo ora che lui fosse nella comitiva andarono la strada di un giorno e lo cercarono fra i parenti e i conoscenti,

Quando si ha piena fiducia in un figlio, si va col cuore tranquillo e non ci si preoccupa di lui più di tanto. Può essere che questa fiducia sia eccessiva e debba verificare se stessa. Ma non pensa subito male e cerca  innanzitutto negli spazi vicini, nelle abitudini e consuetudini conosciute.

45 e non avendolo trovato ritornarono a Gerusalemme cercandolo.

Smentiti riguardo alla loro fiducia in Gesù, Giuseppe e Maria devono ritornare sui propri passi e vagliare anche possibilità diverse. In situazioni del genere non sempre i genitori ragionano in positivo.

46 E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel tempio

Perché non l’hanno subito cercato nel tempio, ma per ben tre giorni sono andati vagando per Gerusalemme, esplorando i siti più lontani dalla casa di Dio?

Quando i genitori sono in ansia per un figlio, temono sempre il peggio: non diversamente Giuseppe e Maria.

seduto in mezzo ai maestri sia ascoltando loro sia interrogando loro.

Sorpresa delle sorprese! Gesù non solo non si è smarrito per Gerusalemme, ma se ne sta tranquillamente nel tempio di Dio, seduto in mezzo ai maestri. E non sembra che sia preoccupato di altro, se non di ascoltare di interrogare i dottori della Legge.

47 Quelli che l’ascoltavano erano tutti stupefatti per l’intelligenza e le sue risposte.

Stupisce fin da giovane Cristo Gesù per l’ intelligenza della sua parola: è una costante in tutta la sua vita che mette il suo nome al di sopra di ogni altro nome.

48 E vedendolo erano sbigottiti e disse a lui sua madre:

Ben diverso è lo sbigottimento di Giuseppe e Maria. Per un genitore la vita di un figlio è molto più preziosa della sapienza che può dare e comunicare.

Figlio, perché hai fatto a noi così?

Preoccupazione e spirito di protezione comprensibili, ma meritano un rimprovero ed un richiamo da parte del Signore. Prima ancora dell’amore umano c’è l’amore divino ed il desiderio della sapienza che viene dal cielo. Giusto e santo cercare Gesù, ma con lo Spirito e nello Spirito e non secondo il sentimento della carne e del sangue.

Ecco il padre tuo ed io angosciati ti cercavamo.

Del tutto inutile e sbagliata qualsiasi angoscia nella ricerca di Gesù. Anche quando può sembrare lontano, Gesù è a noi vicino. Non ci lascia soli se non per un tempo limitato, per guadagnare a noi una vita eterna. Nessun dubbio riguardo al suo amore è lecito e concesso, neppure a Giuseppe e Maria.

 49 E disse a loro: Perché mi cercavate?

Rimprovero per i genitori di Gesù, ma anche e soprattutto per coloro che lo cercano per ragioni sbagliate, che non sono quelle dello Spirito. Buona cosa volere Gesù per sé, ma non per catturarlo e per costringerlo verso i nostri sentimenti carnali.

 

Non sapevate che è necessario che io sia nelle cose di mio padre?

Anche chi è molto avanti nella fede in Cristo, come Maria, ha bisogno di qualche richiamo. La fede non è mai data una volta per sempre, ma va rinnovata ogni giorno ed ogni momento. E’ vera soltanto la fede che viene provata. Maria è per tutti noi un esempio ed un modello: dall’inizio alla fine la sua fede nel Figlio è una prova continua.

50 Ed essi non compresero la parola che aveva detto a loro.

Giuseppe e Maria non comprendono: non per questo è interrotto il dialogo col Figlio. Continua un rapporto d’amore. Quando l’amore non  si comprende e non si comunica con la parola, viene il momento del silenzio. Tacciono i genitori e tace anche Gesù. Non solo…

51 E discese con loro e venne a Nazaret ed era sottomesso a loro.

I tempi di Gesù devono adattarsi ai tempi dell’uomo. Non sempre quando lui è pronto anche noi siamo pronti. Chi è più in alto scende al livello di chi è più in basso, invece di porsi come guida, si mette a seguire, invece di comandare, obbedisce… Non invano

E sua madre serbava tutte le parole nel suo cuore.

Quando Gesù non è compreso per la parola è compreso per la sua obbedienza. Obbediente a Dio, il Figlio si fa obbediente anche a noi per riportarci all’amore del Padre. Dove c’è la sua obbedienza è creato lo spazio anche per la nostra. Obbedisce alla Parola non solo chi fa la Parola, ma anche chi la custodisce nel proprio cuore, come Maria.

52 E Gesù progrediva in sapienza ed età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

In questo modo Gesù progredisce in sapienza e cresce in età: facendosi obbediente in tutto e per tutto a Dio e agli uomini.

 

 

 

 

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