Commento ave Maria

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Da Gerolamo Savonarola
Commento all’Ave Maria  frammenti a cura di Cristoforo da
Fede e speranza di un profeta ed. Paoline

 


Questo devotissimo e angelico saluto, che ogni giorno la sacrosanta Chiesa offre con la bocca dei suoi devoti figlioli e figliole alla gloriosissima madre del diletto sposo Gesù, fu composto dallo Spirito Santo, parte per bocca dell’angelo Gabriele, parte per bocca di santa Elisabetta, madre di san Giovanni Battista, e parte per bocca della santa Chiesa…
Ave – Questa è una parola di saluto e può tradursi in volgare: “Dio, ti salvi, ovvero: “Tu sia salva “…
Non vogliamo chiedere che Dio le doni una salvezza che lei non abbia già, ma mostriamo con questo saluto il nostro amore verso di lei. E perciò diciamo: “Ave, quasi se dicessimo: “Maria noi siamo  contenti della tua eterna gloria, e continuamente desideriamo che la conservi in eterno, così come sappiamo che senza dubbio durerà, e vogliamo ogni tuo bene e ogni tua corona”.
Maria – l’arcangelo Gabriele non disse “Maria”, chiamandola con il suo nome, ma disse : Ave, gratia plena, cambiandole il nome e chiamava Maria piena di grazia, perché in quel tempo la Vergine cambiava da una condizione bassa ad una altissima.. e perciò l’angelo la chiamò piena di grazia, quasi mutandole il nome per il cambiamento di stato; come fece il nostro Salvatore a san Pietro che, poiché aveva cambiato stato, volle si chiamasse Pietro, quasi pietra, fondamento e capo della Chiesa, nonostante il suo nome d’origine fosse Simone. E similmente la Chiesa santa usa mutare il nome a coloro che sono eletti papa; e così i religiosi a quelli che entrano in una comunità religiosa. Ma la Chiesa le ha posto il nome proprio, cioè Maria, umiliandosi a lei e confessando che ha bisogno del suo aiuto, perché Maria vuol dire “madonna” ovvero “illuminata” e “illuminatrice, ovvero stella del mare, secondo quanto dice san Girolamo. Per questo la Chiesa umilmente confessa che ha bisogno della sua santa mano quando dice: “Ave Maria”, quasi dicesse: “Tu sia sempre salva, madonna mia, illuminatrice, stella e porto della mia tribolazione”…
O felice, o beata Vergine, che hai meritato di portare e di offrire al mondo lo splendore del paradiso come una splendente stella mattutina! E perciò tu veramente sei santa, cioè confermata nella grazia e purificata da quella luce che illumina tutti gli uomini e le donne che nascono in questo mondo; e il tuo nome è similmente santo. Inoltre esso è dolce, perché esso significa “stella del mare”, e in verità la Vergine santa è stella di questo mare, cioè di questo mondo pieno di tempesta e tribolazione, verso la quale bisogna indirizzare gli occhi quando sentiamo l’avversità, perché essa è potente ad aiutare e clementissima, e completamente disposta a volere la nostra salvezza. E perciò questo nome è dolce: perché significa quello che ci dona mille dolci consolazioni, cioè la stella del mare che sempre ci conforta.
Gratia plena – Piena di grazia
La grazia è un grande tesoro, una pietra preziosissima, un lume, uno splendore, una veste candidissima dell’anima, la quale strettissimamente congiunge la creatura razionale al suo dolcissimo sposo Gesù Cristo attraverso un’intelligenza tersa e immacolata e un amore sincero e non simulato…
Questa è quella manna che  ci fa camminare dolcemente per il deserto del mondo. Questa è quella perla per la quale dovremmo vendere e disprezzare ogni altra cosa. Questo è quel tesoro, che fa ricco ogni uomo che ha meritato di averlo: perché la grazia, quando entra nell’anima, porta con sé ogni virtù: fede, speranza, carità, giustizia, temperanza, fortezza, prudenza, umiltà, pazienza, obbedienza, mansuetudine, pace, gaudio eterno e vera sapienza, e ogni altra virtù; e fa l’anima grata al cospetto di Dio e degna di rispetto al cospetto degli angeli, perché mediante la grazia , Iddio abita nelle nostre anime. Ora di questa grazia alcuni sono più ricchi; altri, carenti
Il Signore dei signori distribuisce la sua grazia secondo le funzioni: perciò ne dona più a colui che ha ordinato a grado maggiore; e tanta ne dona a ciascuno quanto ne necessita per il compito che gli fu assegnato. Per questo si trova scritto che santo Stefano era pieno di grazia; perché lui ne aveva quanta ne occorreva all’ufficio al quale fu ordinato. Ma il nostro Salvatore fu pieno di grazia perché aveva tutte le grazie, e in tanta perfezione per quanto è possibile. E dopo di lui la sua Madre dolcissima fu piena di grazia: perciò che non vi fu mai creatura, né vi sarà – eccetto l’anima di Cristo -, che abbia o avrà tanta grazia quanta ne ebbe la Vergine gloriosa; per la quale grazia, Iddio vero e vivo è il suo vero unigenito Figliuolo: e ciò non fu mai concesso a creatura, se non a lei… e anche noi ora diciamo: “gratia plena”, perché è in cielo, piena di ogni perfezione di grazia e di gloria, in grandissimo onore.
Dominus tecum – il Signore è con te.
Molto giustamente disse l’arcangelo “il Signore”, perché lui è signore d’ogni cosa… e per il fatto che Dio è signore di tutte le creature e in ogni luogo estende la sua signoria, si deve in ogni luogo chiamare “il Signore”: per cui l’angelo adeguatamente, volendo dire che Dio era con la Vergine, disse: “Il Signore, come se dicesse: “Colui che è il solo signore, è con te, Maria…
Beata, dunque sei tu, o Vergine santa, che hai trovato la grazia con il Signore vero, il quale è con te in modo singolare, che mai non fu né sarà in alcuna creatura, perché nelle altre creature abita per grazia spiritualmente, ma in te abitò Iddio sia spiritualmente sia corporalmente. Il Padre è con lei come uno sposo con la sua diletta sposa, e anche come un padre con la sua dolcissima figliola. Il Figliolo è con lei come il figliolo con la sua desiderata madre; e fu con lei e in lei come ospite nel suo dolce ospizio; abitò prima nella sua mente e poi nel suo ventre benedetto. O felice palazzo, che meritasti ricevere un così grande ospite e signore! Lo Spirito Santo è con lei come balsamo in un prezioso vaso di avorio, perché esso la riempì di ogni odore di virtù e d’ogni celeste dolcezza. O beata Vergine, che sei stata città e palazzo di tutta la Trinità: figlia e sposa del Padre; madre del Figliolo e sacrario dello Spirito Santo! Veramente il Signore è con te più che non sia mai stato con altra creatura: e perciò è detto bene: Dominus tecum, il Signore è con te.
Benedicta tu in mulieribus – Benedetta tu fra le donne.
Segue bene questa benedizione, dopo che ha detto: “Il Signore è con te”: perché, essendo con te il Signore, segue la benedizione da parte di lui.
Ma è da notare che benedire non è altro se non ben dire; e benediciamo coloro dei quali diciamo bene.
È vero che in un modo il Signore benedice la creatura, e in un altro la creatura benedice Iddio, in quanto il benedire di Dio non è altro che ben fare, come dice san Tommaso. Per cui, quando lui fa bene alla creatura, si dice benedire la creatura”, perché il dire di Dio e il fare sono una medesima cosa, come dice il profeta Davide: Ipse dixit et facta sunt, che vuol dire: Lui ha detto e comandato, e fu subito fatto. E perciò , il suo dir bene è far bene alle sue creature; ma il nostro benedire Iddio non è altro che lodarlo e ringraziarlo… sicchè, quando noi benediciamo il Signore, è come se lo ringraziassimo. Similmente, quando benediciamo le creature, non è altro che lodare e ringraziare Iddio delle grazie che lui ha fatto a quelle creature, o desiderare veramente che Iddio faccia loro qualche buona grazia, per cui, quando la madre, dice al suo figliolo: “Io ti benedico e prego Dio che ti benedica”, è come se dicesse: Io desidero che Dio ti doni delle sue grazie, e prego che lui lo faccia”; o, se egli ha di queste grazie, è come se dicesse: “Io rendo grazie a Dio che t’ha donato la sua grazia, e prego che lui la conservi e la moltiplichi”. Può essere ancora che il nostro benedire le creature sia fare bene, come si legge che Isacco benedì  Giacobbe, suo figliolo, perché gli lasciò l’eredità e lo fece signore dei suoi fratelli… Diciamo dunque, alla Vergine gloriosa: “Benedetta tu tra le donne”, e, prima, benedetta da Dio, il quale l’ha adornata di doni e grazie più che ogni altra donna o creatura; facendo sempre eccezione per l’umanità di Cristo, suo dolcissimo figliolo, al quale non si può paragonare alcuna creatura, perché è congiunta in una persona col Verbo divino e glorioso; perché a Cristo Gesù – come dice san Giovanni – fu donato lo Spirito Santo senza misura alcuna,  e da lui come capo, è derivata poi tutta la Chiesa universale. Ma dopo di lui, giustamente, si crede che la dilettissima madre sia rimunerata di grazie maggiori che ogni altra creatura, angelica e umana. E perciò veramente da Dio è stata benedetta; e ancora benedetta dalle creature in cielo e in terra, in quanto agli angeli, gli uomini e le donne ringraziano Iddio in lei, perché egli si è degnato di fare una delle nostre sorelle sua verissima madre. E ancora la lodano ogni giorno perché è stata di tanto merito che ha potuto ricevere il Figliolo di Dio in eterno nel suo ospizio, per la qual cosa l’universo è stato liberato dalle catene infernali. E notate che dice “tra le donne” e non tra gli uomini: perché, per quanto sia benedetta sopra ogni creatura, nondimeno, poiché la sua benedizione singolarmente era nel concepimento e nel parto del Figliolo di Dio, lei lo ha concepito e partorito senza detrimento della gloria della sua verginità – la quale cose non fu mai udita, né concessa ad altra donna – e perché il partorire si conviene alle donne e non agli uomini, perciò dice l’arcangelo: “Benedetta tu tra le donne, perché tu avrai questo privilegio singolare tra esse, che tu sarai vergine e madre – le altre donne se sono vergini non sono madri, e se sono madri non sono vergini -; ma tu avrai l’uno e l’altro privilegio, perché sarai madre e non perderai la tua verginità”. Dunque, la Vergine gloriosa è veramente benedetta tra tutte le donne.
Et benedictus fructus ventris tui. E benedetto il frutto del tuo ventre.
Se noi consideriamo il Figliolo santo della gloriosa Vergine quanto alla natura umana, Iddio l’ha benedetto sopra ogni creatura, perché l’ha reso pieno di quante grazie si possono avere da lui: l’anima sua è più splendida e più raggiante di tutti i serafini, e il suo corpo, già glorificato, è più splendido del sole  e più bello del firmamento e del cielo empireo, mentre quei nobilissimi spiriti beati desiderano ancora specchiarsi nella sua dolce faccia, come dice san Pietro apostolo. E perciò è benedetto da Dio in quanto l’ha riempito di ogni grazia e costituito Signore sopra ogni creatura e gli ha donato un nome il quale è sopra ogni altro nome. Perché Gesù Cristo, il quale è vero uomo, figliolo d’una delle nostre donne, è vero Iddio vivo, Figliolo di Dio Padre onnipotente; e ha in cielo padre senza madre, e in terra ha madre senza padre: in quanto il Padre Eterno lo generò ab aeterno della sua sostanza quando non era ancora creatura; e la Madre nel tempo l’ha generato vergine, prima, durante e dopo il parto, senza aiuto di alcun uomo. Questo è , dunque, quel frutto nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza di Dio e di tutte le grazie, del quale si sostenta il cielo e la terra. Questo è quel frutto benedetto, che tutte le creature devono ringraziare e benedire. Questo è finalmente quel santo frutto al quale non si può paragonare la santità di alcuna creatura né in cielo né in terra; esso è redentore universale di tutta l’umana generazione. E perciò veramente è benedetto da Dio e deve essere benedetto da tutte le creature: e ogni giorno il cielo con la sua Chiesa militante lo benedice e loda in saecula saeculorum . Amen
Iesus – Questo nome Gesù è fortissimo, venerando e soave. È fortissimo, perché significa quel potentissimo Signore, che ha scacciato il principe delle tenebre da questo mondo, per cui il demonio infernale trema per la potenza di questo nome. Questo è quel nome nel quale gli apostoli resuscitavano i morti; nel nome di Gesù curavano gli infermi; nel nome di Gesù scacciavano i demoni; nel nome di Gesù rendevano la vista ai ciechi; nel nome di Gesù si battezzavano gli infedeli. Questo è quel nome che, invocato, ci fa superare il nemico della natura umana e ogni tentazione diabolica. Questo è quel nome che ammorbidisce i cuori duri come diamanti; che rompe i sassi; che fa perdonare le ingiurie; che fa casti i dissoluti; che fa umili i superbi; che fa generosi gli avari; che fa mansueti gli iracondi, e gli invidiosi pieni di carità. Questo è quel nome che è al di sopra di alti ingegni; che abbassa i regni; che sottomette gli imperi, che umilia i principi; e, finalmente, che lega tutto il mondo al suo dominio, e, perciò, è fortissimo e d’infinita virtù…
Sancta Maria, mater Dei – Santa Maria, madre di Dio.
Del nome della Vergine abbiamo parlato sopra. “Santo” – come dicevamo ancora sopra – vuol dire “puro” ovvero “confermato”: dunque Santa Maria cioè pura e immacolata, e, confermata nella visione di Dio”, della quale canta la santa madre Chiesa in sua rappresentanza…
E poi segue Madre di Dio: O lode incomparabile! Che si può dire di più in lode di Maria? Questa parola è tanto grande e alta che, per chi la pensa bene, credo non si possa dire cosa di maggior gloria alla gloriosa Regina dei cieli. Questa lode supera ogni lode. Questa include tutte le sue lodi: Madre di Dio! Certo: Madre e Vergine; madre senza marito; Madre intatta; Madre integra; Madre candida; Madre immacolata. Madre di chi? Madre di Dio; Madre del suo Creatore; Madre del suo Padre; Madre del suo Redentore; Madre del suo sposo; Madre del Creatore dell’universo; Madre del Padre degli angeli: dunque lei è Madre anche degli angeli; Madre del Padre della natura umana: dunque Madre della natura umana; Madre del Padre di tutte le creature. O beata Maria, o Madre clementissima, volgi i tuoi occhi pietosi verso i tuoi figlioli e falli degni di vedere il tuo diletto Figliolo unigenito; Cristo Gesù, benedetto in saecula saeculorum. Amen 
Ora pro nobis peccatoribus – Prega per noi peccatori.
Poiché ci vergogniamo d’andare avanti al trono della maestà di Dio per la moltitudine e frequenza dei nostri peccati, perciò ricorriamo a lei come a colei che è clementissima, in quanto ha partorito il fonte della pietà, dicendo: “prega per noi peccatori, perché non siamo sufficienti”. E notare che non si deve domandare a una Vergine così grande qualcosa che sia contro la nostra salvezza, perché sarebbe un’ingiuria, e non saremmo esauditi. Né deve domandare chi è ostinato nei peccati, perché non sarebbe degno d’essere esaudito, ma ciò significherebbe piuttosto un tentare lei e il suo Figliolo. Perciò, se tu sei gravato dai peccati, non essere ostinato, ma, addolorato, corri ai suoi piedi, e di’: “Prega per noi peccatori”, cioè: “Tu, Madre di Dio, alla quale il Figliolo non può negare cosa alcuna; tu Sposa, alla quale lo Sposo non può negare niente; tu, alta Regina, Madre di pietà e Madre nostra, per la qual cosa tu ne devi avere compassione; prega non solamente per me solo, ma per noi tutti peccatori che siamo in terra”.
E non dubitare di non essere esaudito.
Nunc – Nel tempo presente: cioè, nel tempo della nostra vita. E veramente, Madre di Dio, devi pregare per noi per compassione fino a che dura la nostra vita in questo tempo presente, perché noi siamo in questo mondo come in un grandissimo e alto mare, pieno di scogli, e la nostra barchetta, cioè la nostra natura, è molto fragile; abbiamo ogni ora mille venti contrari, con la pioggia e la tempesta. Da una parte, l’avversario della natura umana; dall’altra parte, il mondo perverso; e dall’altra, la carne. Chi si potrà difendere in tanti pericoli? E perciò, Madre santa, prega per noi che Iddio ci perdoni i nostri peccati nel tempo presente e ci dia forza nelle tentazioni e nelle tribolazioni. Prega, Maria, nel tempo presente, nel quale di una cosa sola abbiamo bisogno, dell’amore del tuo diletto Figliolo: prega, dunque per noi, Madre dolcissima, il tuo Figliolo che ci perdoni i nostri peccati, e che la radice del cuore si copra di piaghe del tuo dolce amore, e in quello ci dia perseveranza fino alla morte.
Et in hora mortis – E nell’ora della morte
Se mai abbiamo bisogno dell’aiuto della Madre di Dio, in maniera somma ne abbiamo bisogno in punto di morte, nel quale chi vince non perderà mai più la sua corona; e chi perde la guerra non può sperare di avere trionfo. E dall’altra parte, in quel momento l’uomo è in grandissime angustie corporali, perché la morte è una cosa molto terribile, anche per lo spirito, a causa del rimorso della coscienza e per via del demonio che in quell’ora importunamente molesta l’anima quanto più può. O quanto è acerba la morte al peccatore! E perciò dice la Scrittura: O morte, quanto è amara la memoria tua all’uomo ricco, che possiede in pace la sua sostanza temporale! O beati coloro che in quel momento si trovano nella condizione di chi ha seguito i comandamenti di Dio nel tempo della loro vita! E perciò è necessario che, nell’ora della morte, la Vergine preghi per noi il suo dolcissimo Figliolo; e che ci porga la sua benigna mano; e che ci tragga da tante angustie, come si legge di molti suoi devoti, ai quali ella si è degnata di stendere la sua misericordia in quell’ora, e di persona venire loro incontro e condurli al santo paradiso.
Amen – Questa parola, secondo quanto dice san Gerolamo, significa “vero è”, per cui, secondo questa interpretazione, si pone convenientemente alla fine del saluto della Regina dei cieli, quasi a conferma di quello che è detto: come se dicessimo: “Vero è, Maria, che tu sei piena di grazia e che il Signore è con te; e che tu sei benedetta tra le donne; e che è benedetto il frutto del tuo ventre; e che tu sei santa e Madre di Dio”. Amen significa anche “in verità”, quasi che dicessimo: “In verità, quelle lodi che io ho detto di te sono vere”, o come se dicesse: “Iddio, il quale è la verità, ne è testimonio”. Ancora significa “sia fatto”, e perciò alla fine della orazione diciamo Amen, cioè “Sia fatto”, come se apertamente dicessimo: Io ti prego, Madonna, che quello che ti domando sia fatto, e non me lo negare”.
Io prego dunque, ciascuna verginetta e ciascuna altra persona alla quale piacerà questo libretto, che ho scritto e composto per loro, che non intendono la grammatica e in maniera particolare per le verginelle di Cristo, ancelle della Regina degli angeli, che per me peccatore vogliano qualche volta offrire alla Madre del nostro Salvatore questa orazione in remissione dei miei peccati, affinchè tutti ci troviamo una volta nella patria celeste a godere con la Vergine gloriosa, a possedere il suo Figliolo dolcissimo, il quale è un Dio con il Padre e con lo Spirito santo, benedetto in saecula saeculorum. Amen.