Vangelo di Marco cap1
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- Categoria: Vangelo di Marco
- Pubblicato Mercoledì, 27 Luglio 2011 13:25
- Scritto da Cristoforo
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Marco 1
Inizio della buona notizia di Gesù Cristo, figlio di Dio; 2 come sta scritto in Isaia il profeta: Ecco mando il mio angelo davanti al tuo volto, il quale preparerà la tua via: 3 Voce di gridante nel deserto: Preparate la via del Signore, fate diritti i suoi sentieri. 4 Ci fu Giovanni il battezzante nel deserto e predicante un battesimo di conversione per la remissione dei peccati. 5 E usciva verso lui tutta la regione della Giudea e i Gerosolimitani tutti e venivano battezzati da lui nel fiume Giordano confessando i loro peccati .6 Ed era Giovanni rivestito di peli di cammello e di una cintura di pelle intorno al suo fianco e mangiante locuste e miele selvatico . 7 E predicava dicendo: Viene il più forte di me dopo di me, del quale non sono degno, essendomi chinato, di sciogliere il laccio dei suoi sandali. 8 Io vi battezzai con acqua, egli invece, vi battezzerà in Spirito Santo 9 E avvenne in quei giorni: Venne Gesù da Nazaret della Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10 E subito salendo dall’acqua vide squarciati i cieli e lo Spirito come colomba discendente su di lui 11 e una voce ci fu dai cieli: “Tu sei il figlio mio l’amato, in te mi compiacqui. 12 E subito lo spirito lo sospinge nel deserto. 13 E rimaneva nel deserto quaranta giorni, tentato dal Satana ed era con le fiere e gli angeli lo servivano. 14 Dopo l’essere stato consegnato Giovanni, venne Gesù nella Galilea predicando il vangelo di Dio 15 e dicendo: E’ stato compiuto il tempo e si è avvicinato il regno di Dio: convertitevi e credete nel vangelo.
16 E passando lungo il mare della Galilea vide Simone ed Andrea, il fratello di Simone, gettanti il giacchio nel mare: erano infatti pescatori . 17 E disse loro Gesù: Venite dietro di me e vi farò diventare pescatori di uomini. 18 E subito avendo lasciato le reti seguirono lui. 19 Ed essendo proceduto un poco vide Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello ed essi nella barca riassettanti le reti, 20 e subito chiamò loro. E avendo lasciato il loro padre Zebedeo nella barca con i salariati, andarono dietro a lui. 21 Ed entrano a Cafarnao; e subito di sabato essendo entrato nella sinagoga insegnava. 22 Ed erano stupefatti sul suo insegnamento: era infatti insegnante a loro come avente autorità e non come gli scribi. 23 E subito era nella loro sinagoga un uomo in spirito impuro e gridò 24 dicendo: “Che cosa a noi e a te Gesù Nazareno? Sei venuto a mandarci in rovina; so chi sei tu, il santo di Dio. 25 E lo rimproverò Gesù dicendo: Sta’ zitto ed esci da lui! 26 E lo spirito impuro avendolo dilaniato e avendo vociato a voce grande uscì da lui. 27 E furono sbigottiti tutti, così da chiedersi a vicenda dicendo: Cosa è questo? Una dottrina nuova con autorità; anche agli spiriti impuri comanda e obbediscono a lui. 28 E uscì la fama di lui subito dovunque in tutta intera la regione della Galilea. 29 E subito essendo usciti dalla sinagoga vennero nella casa di Simone e di Andrea con Giacomo e Giovanni. 30 La suocera di Simone giaceva febbricitante e subito parlano a lui di lei. 31 Ed essendosi avvicinato la fece alzare avendone preso la mano. E la lasciò la febbre e serviva a loro. 32 Poi fattasi sera quando tramontò il sole portavano da lui tutti quelli che avevano male e quelli che erano indemoniati. 33 Ed era tutta la città radunata presso la porta. 34 E curò molti che avevano male di varie malattie e cacciò molti demoni e non permetteva di parlare ai demoni perché lo conoscevano . 35 E al mattino di notte presto, essendosi alzato uscì e andò in un luogo deserto e là pregava. 36 E si mise alla ricerca di lui Simone e quelli con lui 37 e lo trovarono e gli dicono: Tutti cercano te! 38 E dice a loro: Andiamo altrove, per i vicini villaggi, perchè anche lì annunci: per questo infatti sono uscito. 39 E andò annunciando nelle loro sinagoghe in tutta la Galilea e cacciando i demoni. 40 E viene da lui un lebbroso invocandolo e cadendo in ginocchio e dicendogli: "Se vuoi puoi purificarmi. 41 E mosso a compassione avendo steso la sua mano lo toccò e dice a lui: Voglio, sii purificato! 42 E subito partì da lui la lebbra e fu purificato. 43 E sdegnandosi con lui, subito lo rimandò 44 e gli dice: Guarda di non dire niente a nessuno, ma va’, mostrati al sacerdote e offri per la tua purificazione ciò che ha prescritto Mosè a testimonianza per loro. 45 Ma egli uscito cominciò ad annunciare molto e a divulgare la parola così che egli non poteva più apertamente entrare in una città, ma era fuori in luoghi deserti e venivano da lui da ogni parte.
Inizio... come sta scritto.
E’ affermata innanzitutto la continuità del presente col passato: non c’è inizio di verità che non sia il naturale epilogo di ciò che è passato nella verità e non c’è garanzia di verità se non nella Parola e in ciò che è conforme alla Parola. Vi è una continuità nella Parola che non consente una divisione tra il prima ed il poi, se non nel senso di ciò che è predetto e di ciò che è avverato.
La Parola che predice conferma la Parola che si avvera, la Parola che si avvera conferma la Parola che predice. L’evento di per sé non è garanzia di verità se non nella Parola e per la Parola. Chi inizia una lettura, va innanzitutto rassicurato e fatto certo riguardo alla verità, perché non cada nell’inganno di una parola vuota e priva di fondamento.
Ed è questo il principium, l’elemento fondante del Vangelo di Gesù Cristo: il suo essere nella Parola, con la Parola, in tutto conforme alla Parola. Non si può iniziare la lettura del Vangelo senza fede nelle Sacre Scritture.
Non nella parola dell’uomo, ma nella Parola di Dio troverai la conferma di ogni verità.
E’ Dio che sceglie i tempi e i modi della propria rivelazione. “Ecco mando”... non in modo arbitrario, ma tutto secondo la Parola.
Ascolta ed intendi o uomo stolto. Se il Padre stesso tutto ha rimesso nelle mani del Verbo e nulla opera se non secondo la Sua Parola, come puoi pensare di attingere alla vita eterna tu che ignori le Sacre Scritture? Anche l’evento più grande e unicamente rilevante passerà inosservato se non ti abbevererai ogni giorno alla Parola, fonte di salvezza e luce nelle tenebre. Nessuno può accogliere in Cristo il Figlio di Dio, se non si lascerà guidare ed illuminare dalla Parola del Padre. Perché il cuore dell’uomo va, innanzitutto, preparato ad accogliere il Salvatore, non nei modi dell’ascetica chiusa in se stessa e fiduciosa nei propri sforzi, ma nei modi della fede che si apre all’ascolto della Parola. Nessuno potrà vedere il volto di Dio, se prima non avrà ascoltato la Sua voce, così come essa si esprime per bocca dei suoi profeti e della sua chiesa.
Colei che ha il dono della Parola ha anche il dono della potenza della Parola. Non vi è possibilità di rinnovamento del proprio cuore se non nell’ascolto della Parola di Dio, così come esce dalla bocca dei suoi profeti. E non vi è vero ascolto se non là dove c’è un’obbedienza pronta ed immediata, senza discussione e ripensamento alcuno..
Ecco mando il mio angelo davanti al tuo volto, il quale preparerà la tua via:
Il Signore manda un angelo per preparare gli uomini a vedere il volto di Dio. Se nell’Antico Testamento nessuno poteva vedere Dio e vivere, ora finalmente è dato di vedere il Suo volto, non perché moriamo, ma perché abbiamo vita eterna. Ma è necessario che i cuori siano preparati: e tutto ciò non è possibile se non nei modo voluti da Dio e per opera di chi è inviato da Dio. E’ Giovanni che prepara la via del Signore. Se è escluso che l’uomo possa imboccare da solo la via della salvezza è pure escluso che l’uomo possa da solo prepararsi per tale via. E’ dapprima necessario un ravvedimento riguardo al nostro cammino, non semplicemente una sistemazione ed un riassetto delle nostre vie, il diventare migliori in vista dell’evento, ma ancor più ed ancora prima un ravvedimento totale nel nostro rapporto con Dio. Perché le sue vie non sono le nostre vie e i suoi disegni non sono i nostri disegni. Prima di fare per Gesù lascia fare a Gesù. Metti in discussione le vie della tua vita, non è detto che siano quelle di Dio. E in questo non basta la voce della coscienza, che è voce di un cuore che si è staccato da Dio, ma devi ascoltare la voce dell’angelo mandato da Dio. Ma dove troviamo questa voce e che cosa ci dice questa voce?
3 Voce di gridante nel deserto:
Non si può udire la voce di chi grida nel deserto, se non andando nel deserto. E ciò ben sottolinea la necessità di uscire dalla vita quotidiana per ritrovare il senso di una preghiera silenziosa che è innanzitutto ascolto di una voce diversa che nasce e si accresce nella solitudine e nell’abbandono di tutto, fino a diventare Parola di Dio. Ben sottolinea Origene il significato spirituale di questo deserto.
“Il significato è più forte se si intende “deserto” nel senso spirituale, e non in quello letterale puro e semplice. Infatti colui che predica nel deserto spreca la sua voce invano, in quanto non c’è nessuno che lo sente parlare: Il precursore di Cristo, la voce di colui che grida nel deserto, predica dunque nel deserto dell’anima che non ha pace. E non solo allora, ma anche oggi è una lampada ardente e brillante, che viene per prima e annunzia il battesimo della penitenza per la remissione dei peccati. Poi viene la luce vera, quando la lampada stessa dice “ è necessario che egli cresca e io diminuisca”. ( Origene, commento a Luca, discorso ventunesimo )
E’ necessario innanzitutto prendere coscienza del deserto della nostra vita e che da esso e solo da esso proviene la salvezza. Triste l’uomo che si circonda di ogni bene, per sfuggire al suo destino di uomo sfrattato dal giardino di delizia. Felice l’uomo che prende coscienza della povertà della propria vita e in essa cerca la voce che può riportarlo alla salvezza. Chi è consapevole di essersi perduto nel deserto è ben attento a qualsiasi voce di aiuto. E non ripercorre le proprie vie, né si affanna per una salvezza che gli è impossibile, ma attende e cerca un Salvatore, e nulla fa per tenerlo lontano, ma gli spiana la strada del proprio cuore, non ponendo ostacoli ed inciampi al Cristo.
Molti uomini cercano di uscire dai labirinti della vita, ma si lasciano mal consigliare e non danno ascolto a chi è degno di fede e si circondano di angeli che vengono dal Maligno e al Maligno spianano ogni via. E non c’è possibilità di inganno e di scelta sbagliata se non per coloro che amano lasciarsi ingannare dal Satana. Perché Colui che è mandato dal Padre e parla in nome del Padre non ha parola propria, ma è semplicemente voce. Ora la voce di per sé è semplice strumento o veicolo della Parola, non ha importanza e valenza se non in rapporto alla persona in cui è fondata. Dalla voce noi riconosciamo colui che parla, e allorchè la voce si esprime nella forma della Parola, manifesta il suo fondamento. Come può Giovanni gridare e rimanere semplicemente voce, se non facendosi eco o strumento della Parola? Non è lui che grida, ma è un altro che grida in lui, e non in un luogo qualsiasi, ma nel deserto della nostra vita.
Preparate la via del Signore,
C’è chi lotta per la propria salvezza, e molte strade apre nel deserto, ma invano. Meglio preparare la via del Signore, quella ricercare e liberare da ogni ostacolo, per non ritrovarci lontano, persi per le nostre strade. Invano cercherai di raddrizzare i sentieri su cui hai camminato; libera i sentieri attraverso i quali viene a te il tuo Signore. Corrigli incontro sulla strada che dovrà essere battuta dai suoi piedi. Non c’è altra via attraverso la quale il Signore possa entrare in noi, per condurci alla vita eterna se non quella del nostro cuore. Ma come possiamo preparare il nostro cuore alla venuta del Signore? Rivestendoci di una giustizia che non ci appartiene o più semplicemente spogliando il cuore da tutto ciò che non è esclusivamente attesa e desiderio del nostro Signore? Se preparare vuol dire tenere pronto, allora dobbiamo innanzitutto volgere il nostro sguardo e il nostro pensiero a Colui che viene e liberarci da tutto ciò che oscura ed impedisce un’attesa pronta e consapevole. Il Signore non può entrare là dove non è atteso e la porta del cuore è chiusa; ma non basta.
Fate diritti i suoi sentieri
Il Signore non vuole soltanto entrare in noi, vuole anche camminare in noi, in una novità di vita. Una via non è mai un percorso semplice ed unico, se non nel senso che conduce ad un’unica meta. Una via è formata da una molteplicità di sentieri e di percorsi che si snodano in maniera diversa, diversamente battuti e liberamente percorsi da ognuno di noi. Non basta quindi tenere aperta la strada del Signore, bisogna anche ripulire i sentieri attraverso i quali il Signore camminerà in noi, insieme con noi. Come ripulire i sentieri della nostra vita, se non riconoscendo innanzitutto che veri, giusti e diritti sono soltanto i sentieri del Signore? E i sentieri del Signore non sono forse nei suoi comandamenti eterni? Non uscirai dalle secche di una vita malvagia se prima non riconoscerai la giustizia divina così come essa innanzitutto si esprime attraverso i suoi comandamenti. Sono essi che guidano l’uomo su dritti sentieri perché in essi è la giustizia divina. Ogni comando divino è visto dall’uomo come una limitazione alla vita, un male ed un impedimento. Comincia a riconoscere che giusto è il Signore e giusti e veraci sono i suoi comandamenti. Non è ancora la redenzione, ma il primo passo verso la redenzione. Sforzati di osservare il precetto divino! Scoprirai il tuo limite e la tua incapacità, ma darai lode alla giustizia divina e spianerai la strada alla sua potenza, ora più che mai, perché il Signore è alle porte.
4 Ci fu Giovanni il battezzante nel deserto e predicante un battesimo di conversione per la remissione dei peccati
Il deserto che è luogo di desolazione conosce una visita fuori dell’ordinario, una presenza forte che predica o predice la possibilità di un lavacro spirituale di conversione per il perdono dei peccati. Non sarà Giovanni a far uscire dal deserto; ma nel deserto è calata la salvezza e dal deserto bisogna prepararsi per andare incontro al Salvatore. Quale persona andrebbe mai incontro al proprio Salvatore senza lavarsi e senza liberarsi degli abiti vergognosi? Tutto questo è possibile attraverso un bagno spirituale, che passa attraverso la chiesa, allorchè confessiamo i nostri peccati.
5 E usciva verso lui tutta la regione della Giudea e i Gerosolimitani tutti e venivano battezzati da lui nel fiume Giordano confessando i loro peccati .
Cosa indica questo uscire verso Giovanni se non l’abbandono della propria mente o mentalità per lasciarsi lavare e rinnovare dalla Parola che è data attraverso la chiesa? La fede nasce dall’ascolto e l’ascolto porta all’obbedienza.
6 Ed era Giovanni rivestito di peli di cammello e di una cintura di pelle intorno al suo fianco e mangiante locuste e miele selvatico .
Che la vita debba essere rivestita è fuori discussione. C’è una nudità, frutto del peccato d’origine, che deve essere coperta, perché non riusciamo a portarla, senza soccombere. Così l’uomo da sempre difende, protegge, arricchisce e riempie la propria vita, ormai spoglia della gloria di Dio. Ciò che è semplicemente frutto del peccato d’origine e che di per sé non attesta la vita , ma la perdita della vita, diventa una necessità primaria ed impellente, prioritaria rispetto a tutto il resto. Lo stesso si dica del cibo, che non è più offerto spontaneamente dalla natura, ma deve essere strappato ad essa con il sudore del lavoro quotidiano. La preoccupazione prima dell’uomo è così legata sin dalla nascita al bisogno del vestito e del cibo. Un bisogno però non originario, ma originato dal peccato dell’uomo. Una necessità originata, rimanda e riporta ad una necessità originaria, non può sostituirla e prendere il suo posto. Soddisfare un bisogno della vita, non significa affatto soddisfare il nostro bisogno di vita, ma alimentare una vita nel bisogno. Il nostro cuore deve essere altrove presso Colui che è cibo di vita eterna e il nostro sguardo deve innalzarsi più in alto verso Colui che arricchisce la nostra povertà di ogni dono. Spogliato dei doni divini e privato del cibo spirituale l’uomo si lancia in una corsa disperata verso i beni materiali per soddisfare i propri bisogni e le proprie necessità. Ma con ciò non colma la propria povertà se non quando si interroga riguardo al perché e risponde riguardo al come. Non c’è risposta se non quella della Parola di Dio e non c’è via se non quella indicata dal Figlio. L’uomo stolto ed insensato non comprende e non vuole comprendere, ma si accanisce ancor di più nella ricerca di vestiti e cibi superflui, nell’illusione che il di più di quanto necessario, possa colmare la perdita dell’unum necessario. È questa l’immagine tipo dell’uomo, figlio di Adamo, a cui il vangelo contrappone un’altra figura di uomo: quella di Giovanni. Non ancora l’uomo Dio, ma semplicemente un uomo nato dalla carne e dal sangue, che si pone in modo diverso rispetto alla vita e che risponde in modo diverso ai bisogni della vita.
Un vestito di peli di cammello e una cintura di cuoio rappresentano il minimo necessario per coprire la propria nudità. Nulla di superfluo e neppure di eccentrico, ma quanto di più semplice e comune per quei tempi. Perché il cuore di Giovanni il suo impegno e la sua attenzione sono altrove: verso colui che viene per rivestirci di un abito celeste e per togliere per sempre la nostra nudità.
Ed era mangiante locuste e miele selvatico.
Una vita sobria non solo nel vestire, ma anche nel mangiare. Giovanni si accontentava di ciò che poteva avere senza eccessivo impegno e senza contesa alcuna con gli altri uomini. E’ un uomo che si è escluso da se stesso dalla corsa verso i beni di questo mondo: beni che non sempre sono necessari e utili all’esistenza, neppure a quella biologica. Gli uomini molto si affannano per coprire e alimentare una vita destinata alla morte. Dimenticano l’artefice della vita e condannano il fratello alla nudità e alla fame, tanto sono accecati dal Satana e resi schiavi dai bisogni della carne.
Colui che annuncia la venuta del Signore è innanzitutto colui che attende la venuta del Signore: annuncia con la sua parola, attende con la sua vita. Non l’eccezione dunque, ma la regola e la norma per ognuno di noi. Giovanni non si presenta come il diverso, se non perché anche noi imbocchiamo una strada diversa. E non con vergogna né con disprezzo per chi non comprende, ma nella chiarezza e nella consapevolezza dell’unica vocazione ad essere figli di Dio.
Giovanni è una figura che disturba, benchè viva nel deserto lontano dagli uomini. Non partecipa alle discussioni umane, né a quelle dotte né a quelle insipienti, e neppure contende agli altri lo spazio vitale: non una casa, un terreno, una donna. Eppure non vive inosservato e non lascia indifferenti. Riflettano e comprendono coloro che cercano le cose grandi e di esse si riempiono la bocca. Vi è una sola grandezza e vi è una sola ricchezza. Come esaltare la grandezza di Dio se non accettando la propria piccolezza e come proclamare la ricchezza che viene dal cielo se non fuggendo i beni di questo mondo? Si rallegri e gioisca colui che è monaco. Gli uomini condannano? Dio giustifica. Sei l’ultimo in questo mondo? Sei il primo davanti a Dio..
Liberiamo il nostro cuore dal desiderio di una ricchezza che ci allontana sempre più dal desiderio del Signore. Non affanniamoci e non perdiamo il nostro tempo per saziare il nostro ventre di cibi dolci e delicati. Un corpo ben vestito è un corpo che mal sopporta la privazione e un ventre ben pasciuto non è mai sazio di ciò che viene offerto. Il corpo ed il ventre vengono dal Signore e innanzitutto devono essere per il Signore. Infelice l’uomo e ancor prima il cristiano che non comprende la necessità di una vita sobria e povera,... per attendere alla preghiera.
7 E predicava dicendo
Prima la vita, poi la parola. Non può esserci annuncio di verità, se non si vive conforme a verità. Ma chi predica e che cosa predica Giovanni?
Viene il più forte di me dietro di me,
Colui che è più forte dell’uomo viene dietro all’uomo. Perché Dio tutto può fare in noi, ma niente senza di noi. Dobbiamo lasciargli libero il passo, ma ciò non avviene se non crediamo che egli è il forte, noi i deboli, Cristo è il vincitore, noi siamo dei perdenti. L’umiliazione volontaria del Figlio è segno indiscutibile della sua grandezza e della sua potenza. E’ con questo spirito che dobbiamo attendere la sua venuta. Cristo è più forte di noi, anche se cammina dietro a noi. E come potrebbe essere diversamente? Colui che in Eden è stato scavalcato dall’uomo, per nostra insipienza e per nostra colpa, ci insegue con il suo amore e chiede di venire a noi, per essere guida dei nostri cuori. Guida il Signore a te, liberando la sua via, ed egli ti condurrà alla vita eterna.
del quale non sono degno, essendomi chinato, di sciogliere il laccio dei suoi sandali.
Vi è una fondamentale indegnità dell’uomo nei confronti di Dio, anche quando si umilia fino a piegarsi ai Suoi piedi. Impossibile avvicinarsi al Cristo se non nella consapevolezza del proprio peccato e della gratuità del dono divino… anche quando ci riconosciamo suoi servi e viviamo con Lui e per Lui.
8 Io vi battezzai con acqua, egli invece, vi battezzerà in Spirito Santo
Il battesimo di Giovanni è dato per la purificazione dei cuori, ci lava dalla nostre colpe, ma non le toglie per sempre. Colui che si lava nell’acqua certo è mondo in virtù della medesima acqua, e per questo è più bello e più presentabile a Dio. E’ rimosso il peccato, ma non il suo potere sull’uomo. Colui che è battezzato nello Spirito Santo viene liberato per sempre dal peccato, perché lo Spirito di Dio è un fuoco divorante che brucia alla radice tutto ciò che non viene dal Padre.
9 E avvenne in quei giorni: Venne Gesù da Nazaret della Galilea
E’ rilevata l’importanza dell’avvenimento e la sua connotazione temporale. In quei giorni e non in altri. Non c’è altra salvezza e non c’è altro Salvatore se non in Colui che è venuto da Nazaret di Galilea ai tempi di Giovanni.
e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.
Colui che è senza peccato, si fa peccato per l’uomo e si sottomette alla sua natura
10 E subito salendo dall’acqua
Non può rimanere nell’acqua che lava dal peccato, colui che è senza peccato. I suoi occhi sono al cielo e non vi sono ombre o tenebre che separino il suo volto da quello del Padre, né lo Spirito Santo va e viene in Lui, ma scende in Lui e in Lui prende dimora.
vide squarciati i cieli e lo spirito come colomba discendente su di lui
Solo il Figlio vede il Padre e solo nel Figlio dimora lo Spirito Santo. L’uomo non vede Dio né possiede il suo Spirito, ma una voce si è levata per ogni uomo ed ogni uomo l’ ha udita.
11 e una voce ci fu dai cieli:
C’è la voce che dalla terra sale al cielo e la voce che dal cielo scende sulla terra. Se avrai innalzato la tua supplica al Signore ascolta la sua voce, perché la tua preghiera è stata esaudita in Cristo e per Cristo.
“Tu sei il figlio mio l’amato, in te mi compiacqui.
Non ci può essere rapporto del Padre con noi, se prima non prendiamo consapevolezza del nostro rapporto con Lui. E’ indubbio che tutti coloro che invocano il Padre si sentano figli suoi, ma siamo figli degeneri e peccatori. Solo Cristo, può propriamente chiamarsi Figlio, e lo è di fatto per esplicita dichiarazione del Padre. Solo in Lui dimora la pienezza dell’Amore e Lui e Lui soltanto è l’amato del Padre. Non possiamo quindi ritrovare la nostra realtà di figli se non in virtù dell’unico Figlio, né l’amore del Padre se non in Colui che Egli ama.
Il Padre mette subito il Figlio al di sopra di ogni altro figlio e l’amore che li unisce al di sopra di ogni altro amore. Il Padre pone ogni suo compiacimento nel Figlio e in nessun altro. Per incontrare la salvezza dobbiamo innanzitutto guardare al Cristo in modo diverso, come a Colui che è diverso. Non basta proclamare che Gesù è figlio di Dio, amato dal Padre. E’ fallace e menzognera ogni lingua che pone Gesù sullo stesso piano di ogni altro figlio. L’amore con cui è amato dal Padre e con cui ama il Padre è al di sopra di ogni altro amore. Di nessuno è detto “In te mi compiacqui, se non dell’unico Figlio”. La religione cristiana non può quindi porsi sullo stesso piano di ogni religione che proclami Gesù figlio di Dio, se non si riconosce in Gesù l’unico Figlio e l’unico Amore. Il confronto non è innanzitutto sulla parola rivelata, ma su colui che è la Parola rivelata. A nulla ti giova accogliere la parola del Cristo se non riconosci in Lui il Figlio Salvatore. Riflettano e comprendano coloro che accettano ogni religione per ciò che esse hanno di simile. Il confronto è innanzitutto con Colui che è diverso, il resto è diabolico inganno ed illusione di salvezza. Non c’è salvezza se prima non c’è proclamazione che Gesù è Figlio di Dio. Il Padre prima di salvare il mondo proclama davanti al mondo il suo amore per il Figlio, e tu come potrai essere salvato dal mondo se non proclamando davanti al Padre l’amore dell’ unico Figlio?
12 E subito lo spirito lo sospinge nel deserto.
In quale deserto è scacciato Gesù se non nel deserto dell’uomo, che ha smarrito la via della salvezza e non si nutre più del cibo che viene dal cielo? Piace al Figlio abitare nella casa del Padre, ma per amore nostro accetta di essere allontanato con forza. Chi ama fa violenza a se stesso e sceglie la condizione più scomoda, anche se non gli appartiene.
13 E rimaneva nel deserto quaranta giorni,
I quaranta giorni sono sicuramente in rapporto ai quarant’anni in cui il popolo eletto visse nel deserto; per costrizione e non per scelta volontaria, con fede esitante e vacillante.
Gesù ha superato per noi la prova: lasciandosi spingere nel deserto dallo Spirito, non cercando la fuga dalla volontà del Padre, ma rimanendo saldo nella lotta.
tentato dal Satana ed era con le fiere e gli angeli lo servivano.
Il Satana che ha fiaccato le reni al popolo eletto si accanisce contro Gesù. Anche gli uomini gli danno man forte, aggirandosi intorno a Cristo come fiere selvatiche, pronti a sbranarlo. Ma allorché viene meno il soccorso dell’uomo, più forte è l’intervento del Padre, che manda i suoi angeli a servizio del Figlio.
Sei assalito dal diavolo ed anche gli uomini ti sono ostili? Affidati al Padre che è nei cieli ed egli manderà i suoi angeli nel tuo cuore, e ti porteranno la consolazione e l’aiuto che vengono dal cielo. Chi sceglie il Signore non è mai solo.
14 Dopo l’essere stato consegnato Giovanni venne Gesù nella Galilea predicando il vangelo di Dio 15 e dicendo: E’ stato compiuto il tempo e si è avvicinato il regno di Dio, convertitevi e credete nel Vangelo.
L’arresto di Giovanni non ferma l’opera di salvezza, semmai ne anticipa i tempi. Tanto può il sacrificio fatto per amore di Dio: costringe il Signore ad intervenire in maniera pronta ed immediata. Abbiamo letto in Marco 1,4 “Fu Giovanni nel deserto battezzando e predicando un battesimo di penitenza per la remissione dei peccati” La predicazione di Gesù comincia esattamente là dove è stata interrotta quella di Giovanni. Il piano della salvezza procede secondo una logica di continuità col passato, senza nulla rinnegare né smentire. E' sempre il medesimo ed unico Dio che opera e parla... E d’ora in poi per bocca dello stesso Figlio, che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.
16 E passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, il fratello di Simone gettanti il giacchio nel mare: erano infatti pescatori. 17 E disse loro Gesù : “Venite dietro di me e vi farò diventare pescatori di uomini. 18 E subito, avendo lasciato le reti seguirono lui.
Il mistero della chiamata è caratterizzato innanzitutto dall'iniziativa divina. E' Dio che chiama e nello stesso tempo sceglie i suoi figli. "Non voi avete eletto me, ma io ho eletto voi" E' un dato di fatto, non suscettibile di domande e di argomentazioni umane. Noi possiamo solo cercare di comprendere il contesto e la realtà storica in cui si cala tale chiamata, così come ce la descrive il Vangelo. Pietro ed Andrea rappresentano, innanzitutto, la normalità dell'esistenza quotidiana. Vivono del lavoro delle loro mani, come la maggior parte degli uomini e, come la maggior parte degli uomini, gettano nel mare la loro rete. Nella rete è la loro speranza, nella rete è l'onesta fatica del lavoro quotidiano, ma anche l'ambiguità, la contraddizione, la falsità di ogni guadagno, che non si realizza, se non approfittando degli altri, della loro imprudenza, povertà, necessità: c'è chi raccoglie dalla rete, c'è chi rimane preso, spogliato dalla stessa rete. Così la complessa trama dei rapporti umani nel mondo del lavoro. Fino a questo momento Pietro ed Andrea sono uomini "comuni". Neppure l'eccezionalità dell'invito li rende diversi. Ciò che li rende diversi è il modo diverso con cui si pongono di fronte alle parole di Gesù.
Vi è un'evidente assurdità, follia, non giustificazione dell'invito, e la risposta passa, necessariamente, attraverso il travaglio della fede. Pietro ed Andrea non hanno seguito Gesù perché tutto era così chiaro, ragionevole. E' proprio il contrario: l'hanno seguito perché era una vera e propria follia. Tutta l'evidenza era contro l'invito di Gesù. Si presenta come uno sconosciuto, non dà ragioni, chiede l'abbandono di tutto e di tutti, non promette nulla in contraccambio. Eppure Pietro ed Andrea pongono in Lui la loro fede. Siamo oltre le categorie della logica umana: è il miracolo della grazia divina. Vi è una potenza della Parola che viene prima ed è oltre la logica della Parola. Le nostre capacità logiche intellettive sono una sorta di mediazione tra l'uomo e la Parola: al di sopra di esse vi è il rapporto immediato con la Parola, che è la persona stessa di Gesù. Ed è proprio in rapporto alla Parola che è persona che si gioca il senso della fede. Non si crede alla logica della Parola, ma perché afferrati da Colui che è la Parola. "Chi crede obbedisce, chi obbedisce crede." Così scriveva Bonhoeffer. La fede in Dio chiede una risposta immediata, non aspetta e non conosce le nostre ragioni. "E subito seguirono lui" Fra la chiamata e la risposta non c'è spazio per la riflessione e un'analisi critica. Chi cerca in se stesso le ragioni della fede è fuori strada. "Abbandonate le reti lo seguirono." Le reti rappresentano tutto ciò che è un impedimento, un ostacolo alla fede.
…e vi farò diventare pescatori di uomini.
Se prima pescavano per sé, ora pescheranno per un Altro e getteranno un’altra rete: la Parola di salvezza, che nulla toglie a coloro che sono da Lei compresi, ma tutto dona e tutti arricchisce. C’è pescatore e pescatore: c’è chi pesca per sé e rende gli uomini schiavi, c’è chi pesca per il Signore e rende gli uomini liberi. E nessuno può catturare con la Parola se prima non è stato catturato dalla stessa Parola.
19 Ed essendo proceduto un poco vide Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello ed essi nella barca riassettanti le reti. 20 E subito chiamò loro. E avendo lasciato il loro padre Zebedeo nella barca con i salariati, se ne andarono dietro a lui.
Cresce il prezzo della fede e della sequela. Questa volta ci sono di mezzo anche gli affetti familiari più cari. Quale vincolo più santo di quello che unisce i figli al padre naturale? Giacomo e Giovanni stanno riparando le loro reti nella barca insieme con il padre Zebedeo. La barca è la loro casa, tutto ciò che hanno costruito insieme, ciò per cui hanno lavorato, faticato, lottato... per un futuro migliore, per il pane quotidiano. Nella barca sono un cuor solo ed un'anima sola, sotto l'occhio vigile di un padre che premuroso guida, ammonisce, istruisce i suoi figli. E' difficile abbandonare la propria barca per amore di Gesù, soprattutto quando va bene; è ancor più difficile quando lasciamo in essa gli affetti che sono sin dall'origine della vita. Tanto può la grazia divina. Vi è una paternità che è prima ed oltre quella terrena; la sua voce è più potente del sentimento umano. Zebedeo sarà ancora padre per i due apostoli, ma in un modo, in un senso diverso.
21 Ed entrano a Cafarnao; e subito di sabato essendo entrato nella sinagoga insegnava.
Gesù entra nella sua chiesa, di sabato, alla fine dei tempi antichi e all’inizio dell’eterno giorno di Dio. E non entra per ascoltare, ma per insegnare, per prendere possesso pieno e definitivo della Sua Parola. Non c’è lettura della Parola che non sia in Cristo e per Cristo.
22 Ed erano stupefatti sul suo insegnamento: era infatti insegnante a loro come un avente autorità e non come gli scribi.
Ha autorità chi ha potere. Chi insegna in nome di Dio non ha di per sé alcun potere, se non nella misura in cui gli viene dato dal Padre. E non viene dato il potere della Parola a chi non è in potere della Parola. Così gli scribi: insegnano la Scrittura, ma nessuna forza di rinnovamento passa attraverso di loro, perché non conoscono la potenza della Parola. E il loro insegnamento non suscita meraviglia alcuna, perché non offre alcuna possibilità di cambiamento. La Parola, che è potenza, è resa impotente dall’uomo e dalla sua mancanza di fede. Ma allorché la Parola di Dio si esprime per bocca del Figlio, “colpisce profondamente”, crea la novità di vita e libera dalla schiavitù del Maligno… e non coloro che sono fuori della chiesa e non godono della grazia divina, ma coloro che siedono alla mensa del Padre per nutrirsi della sua Parola.
23 E subito era nella loro sinagoga un uomo in spirito impuro e gridò dicendo”. C’è una schiavitù al Diavolo palese e manifesta e c’è una schiavitù nascosta agli occhi della stessa chiesa. Ma allorché la Parola è proclamata in Cristo e dal Cristo, Satana deve uscire allo scoperto e manifestare se stesso. E non lo fa rinnegando il Figlio di Dio ( quelli che non credono stanno fuori dalla chiesa), ma attaccando la Sua Parola, insinuando il dubbio che non sia per il nostro bene, ma per la nostra rovina. “Che cosa a noi e a te , Gesù Nazareno? Sei venuto a mandarci in rovina: so chi sei tu, il santo di Dio”. Falsa è la professione di fede di chi si fa vanto della conoscenza del Figlio, ma non accoglie la Sua parola e non vede in essa l’amore del Padre. Lo spirito impuro, cioè macchiato dal peccato, che è la mancanza di fede, vuol discutere con Gesù, non per ubbidire, ma per giustificare ai propri occhi e quelli degli altri la ragionevolezza e la fondatezza di un ridimensionamento della Parola, nei suoi aspetti più duri e più crudi, quasi fosse un inganno. E sono proprio quelli che non credono che nella chiesa fanno la voce grossa. “Gridò ”, con l’autorità della prepotenza umana, nemico della potenza divina. Il Signore non lascia spazio alcuno a chi vuol discutere con lui:
25 E lo rimproverò Gesù dicendo: senza nulla concedere, dicendo: “Sta’ zitto ed esci da lui!”. 26 E avendolo dilaniato lo spirito impuro e avendo vociato a voce grande uscì da lui. Assoggettati al tuo Signore e lascia che leghi ed imbrigli la tua parola, fino al giorno in cui darai lode a Lui. E’ la potenza della Parola di Dio, in Cristo e per Cristo, che ci libera dalla potenza della parola del Maligno e crea in noi la novità di vita. Non in modo pacifico ed incruento, ma con la guerra, lacerando il nostro spirito.
27 E furono sbigottiti tutti, non semplicemente meravigliati, ma fortemente meravigliati dopo che si è manifestata la potenza di Dio, così da chiedersi a vicenda dicendo nella chiesa e in comunione con la chiesa: Cosa è questo? Una dottrina nuova con autorità; anche agli spiriti impuri comanda e obbediscono a lui”. Ciò che non può fare l’uomo, lo fa il Figlio di Dio, allorché proclama la parola del Padre. “Comanda agli spiriti impuri”, cioè riprende tutto il suo potere sugli uomini schiavi del Satana e obbediscono a lui, abbandonando l’antico padrone.
28 Ed uscì la fama di lui subito dovunque in tutta intera la regione della Galilea.”
Una nome sconosciuto ai Gentili esce fuori dai confini d’Israele e va loro incontro , a cominciare da tutta la regione intorno alla Galilea. In questo nome è già la potenza della Parola di salvezza che sarà annunciata a tutte le genti; “subito “, perché questo e non altro è il tempo della salvezza e ovunque”, perché la vedrà ogni uomo.
29 E subito essendo usciti dalla sinagoga vennero nella casa di Simone e di Andrea con Giacomo e Giovanni.
Gesù esce dalla sinagoga, che è la casa di tutti i suoi figli, ma solo per entrare nella casa di ognuno dei suoi figli... a cominciare dai primi.
Subito usciti... vennero. Perché l’amore deve innanzitutto verificare se stesso ed essere verificato proprio là dove i vincoli affettivi sono più forti, e proprio per questo maggiormente esposti alla possibilità dell’inganno e della falsità. Ed è uno stesso moto, armonico e sintonico, che spinge Gesù e i suoi primi apostoli verso la casa di Pietro. Tutti si dirigono senza parlare là dove il cuore batte più forte, dove inizia ogni amore e dove inizia il vero amore. Ama il prossimo tuo come te stesso. E quale prossimo è a noi più vicino di quello che siede alla nostra stessa mensa? Un amore più forte e più vicino non è di per sé necessariamente più vero; semplicemente porta con sé la necessità di una verifica più vera, che è prioritaria rispetto al resto. Un legame falso e sbagliato con la propria famiglia fugge il confronto con Cristo, l’amore vero vuole innanzitutto essere in Cristo e nella sua chiesa. La presenza di Giacomo e di Giovanni non è affatto casuale ed accidentale: non fan parte del nucleo familiare in senso stretto, ma rappresentano quella famiglia più grande che è la chiesa. Non sono vissuti da Pietro e da Andrea come degli intrusi e dei ficcanasi indiscreti, ma la loro presenza è desiderata e sollecitata come quella di Cristo, perché l’amore coniugale e familiare, è certamente un grande mistero, ma solo in Cristo e nella sua chiesa.
30 La suocera di Simone giaceva febbricitante e subito parlano a Lui di lei.
L’amore falso ritarda ed allontana il confronto, l’amore vero lo vuole subito, anche in maniera precipitosa, perché non c’è tempo da perdere per coloro che già hanno perso troppo tempo.
Subito usciti vennero e subito dicono a Lui riguardo a lei. Non soltanto Pietro ed Andrea, ma anche tutti gli altri. Pietro ha fatto sua la famiglia che è la chiesa, la chiesa ha fatto sua la famiglia di Pietro. Colui che sarà capo della chiesa e che dovrà verificare la fede dei fratelli accetta che la verifica cominci innanzitutto dalla propria casa.
La famiglia di Pietro, che è il primo degli apostoli, porta in sé il modello di ogni famiglia terrena. E non nel senso della perfezione. Al contrario; anche qui c’è qualcosa che non và. Dappertutto s’insinua quel tarlo che è il peccato e la mancanza di fede, e bisogna lasciare che il Signore metta la sua mano su tutto e su tutti. Questa volta tocca alla suocera, ma Gesù potrebbe toccare e toccarci qualcun altro o qualcun altra: più caro o più cara di una suocera. E voglia il cielo che non sia contro la nostra volontà, ma conforme alla nostra volontà.
Ma veniamo subito alla suocera e al suo male.
Di lei è detto che giaceva in preda alla febbre. C’è chi giace perché è morto... e non c’è più speranza. C’è chi giace perché impedito dalla malattia.. e la lotta per la vita è ancora aperta. Nella suocera di Pietro la misura del peccato è tale per cui non riesce ad andare da sola verso Gesù per invocare la salvezza. Soffre per il suo male, e ne è divorata, ma è incapace di muoversi e di operare per e verso il Salvatore. Quando il peccato brucia dentro, già è aperto uno spiraglio per la salvezza. Il cuore non cerca ancora il Signore, ma patisce per il proprio stato, non è pienamente per Gesù, ma non è neanche contro Gesù. In questi casi la fede dei vicini può molto. Non sempre nella stessa famiglia tutti sono per Gesù e con Gesù, ma è già una grazia che nessuno sia contro. Bisogna evitare rotture e divisioni drastiche, perché colui che non crede è santificato da colui che crede. E Gesù che ama i suoi, ama anche coloro che dai suoi sono amati. E se ascolta le preghiere che gli rivolgiamo per gli altri, innanzitutto ascolta le preghiere che gli rivolgiamo per coloro che sentiamo come nostri, perché più prossimi. Chi vuole la salvezza della propria famiglia è precorso dalla volontà stessa di Dio. Gesù interviene per esplicita richiesta degli apostoli, ma è forse il caso che lo ha portato nella casa di Pietro o un deliberato proposito? Il desiderio di Pietro e degli altri apostoli è ancor prima il Suo desiderio.
31 Ed essendosi avvicinato la fece alzare avendone preso la mano. E la febbre la lasciò e serviva a loro.
Chi è ammalato è incapace di avvicinarsi il Signore; ed allora è il Signore che si avvicina a lui, e lo solleva da terra, dal proprio stato di impotenza; e lo prende per mano, per fargli conoscere la potenza del braccio di Dio. Ma a questo punto bisogna essere ben pronti e ben desti, perché la presa non si allenti e tutto finisca troppo presto. Nessuno abbandoni la mano di Dio, allorché si sente da essa afferrato, ma la stringa forte, per non lasciarla più e per non essere da lei lasciato. Qualche merito e una qualche volontà devono pur essere riconosciuti a questa donna. E la febbre la lasciò e serviva a loro. Se ne va quel male che la teneva lontana dal Signore e dalla sua chiesa e si mette al servizio di Cristo e degli apostoli. Certamente era una donna abituata a servire quelli della propria famiglia... come tante. Ma non c’è servizio che noi possiamo fare per i nostri familiari che non sia servizio per tutta la chiesa. Comprendi donna che sei tutta presa dalle faccende domestiche e tanto lavori per tuo marito e per i tuoi figli. Il tuo lavoro non sarà benedetto finché non sarà per la chiesa tutta. Voglia il cielo che tu riesca a trovare il tempo anche per servire nella comunità degli eletti. Non è gradita al Signore la donna che non ha mai tempo, perché ha già impegnato tutto il proprio tempo, e merita il rimprovero la sposa che sempre fugge verso il focolare domestico e non verso l’altare del Signore. Tutto questo accade nella chiesa dove splende la luce del Cristo. Ma vi è anche un’umanità che cerca Cristo nelle tenebre del mondo e bussa alle porte della chiesa, e cerca la luce che viene dal cielo.
32 Poi fattasi sera, quando tramontò il sole, portavano da lui tutti quelli che avevano male, e quelli che erano indemoniati.
La sera indica la fine di questo giorno, quando ormai non c’è più speranza in questa vita e si è costretti a cercare l’eterno giorno di Dio e l’eterna luce del Padre. E non si deve pensare ad un’umanità per così dire sana che porta al Signore quella malata, ma ad un’umanità ugualmente destinata alla perdizione, dove il meno malato aiuta e sorregge il più malato nel cammino verso il Salvatore. E ciò ben si comprende da quel: 33 Ed era tutta la città radunata presso la porta. Non semplicemente per portare gli altri, ma per entrare insieme con gli altri nella casa del Signore.
34 E curò molti che avevano male di varie malattie. Non c’è invocazione di aiuto che non venga in qualche modo esaudita, anche se è solo l’inizio della salvezza. Chi è curato non è di per sé necessariamente guarito ma ogni giorno avrà bisogno del medico celeste, fino a quando non entrerà nella vita eterna. Non basta intraprendere il cammino della salvezza per essere già salvi, bisogna perseverare nella fede e rimanere con Gesù.
e cacciò molti demoni e non permetteva di parlare ai demoni perché lo conoscevano.
Il demonio cacciato dalla porta tenta di rientrare dalla finestra e vuol tornare nella sua vecchia casa. Dobbiamo stare attaccati al nostro Salvatore e liberatore e tenere la museruola che il Signore ci ha messo, per imbrigliare quella parola che viene dal Maligno e che mette in discussione la Parola di Dio. E’ in quest’ottica che si deve intendere. E non permetteva di parlare ai demoni ... Non c’è alcuna garanzia che il diavolo non possa ritornare se non quando è ridotta al silenzio la sua parola.
perché lo conoscevano. In fatto di conoscenza di Dio, il diavolo non è l’ultimo arrivato e la sa lunga, e ogni volta che lasciamo spazio alla sua parola ci mette nel sacco. Tacciano gli uomini ignoranti, ma tacciano ancor di più coloro che si credono sapienti. Meglio ascoltare il Signore che parlare del Signore. Non è impedito l’inno di lode al Salvatore, ma quella parola che viene dal Maligno e che mette in discussione l’amore del Signore: parola che sempre riemerge e riprende in noi forza, fino al giorno in cui sarà convertita nell’inno dell’eterna lode. Vuoi tenere lontano il Diavolo? Fa’ tacere la tua parola, fino al giorno in cui ti verrà data altra parola ed altra conoscenza.
35 E al mattino di notte presto, essendosi alzato uscì e andò in un luogo deserto e là pregava. E si mise alla ricerca di lui Simone e quelli con lui.
E’ più facile andare a Gesù quando è sera, quando non si può più operare e non c’è più speranza in questo mondo. Più difficile seguirlo agli albori di una nuova vita, quando molto presto si impone il sacrificio della preghiera ed anzitempo ci è chiesto di abbandonare ogni rapporto umano per stare solo con il Signore. Pochi proseguono con Gesù, la massa si ferma prima, anche se continua a far rumore e a parlare di Lui. Gli stessi apostoli si lasciano ingannare e sedurre da una fede facile e trionfalistica e non comprendono il comportamento di Gesù.
37 e lo trovarono e gli dicono: Tutti cercano te!
E’ premiata alla fine la loro ricerca, ma invece di unirsi alla preghiera di Gesù lo rimproverano per il suo abbandono, quasi fosse in colpa. “tutti cercano te” Visione ottimistica ed ingenua della fede dei molti; vuol legittimare un intervento non conforme alla volontà di Dio... Perché il ferro va battuto quando è ancora caldo.. Come se tutto dipendesse da noi e dalla nostra capacità di operare in tempo opportuno. Quando tutti cercano te, tu cerca solo il Padre, perché la conversione dei cuori è nelle mani del Signore e bisogna bussare alla sua porta. Se il Figlio al quale tutto è stato affidato dal Padre non mette le mani avanti, ma tutto e tutti rimette nelle mani del Padre, perché tu apostolo ti lasci prendere dalla smania di intervenire e di approfittare della situazione? Vuoi forse raccogliere i frutti dell’opera divina? A te è chiesto soltanto di seminare la Parola di verità. Gesù non dà risposta alcuna alle aspettative dei discepoli, ma ribadisce l’aspettativa di Dio riguardo ad ogni discepolo.
38 E dice loro: Andiamo altrove, per i vicini villaggi, perché anche lì annunci: per questo infatti sono uscito.
Se Gesù il Salvatore è venuto innanzitutto per annunziare la sua Parola, perché tu ti preoccupi di altro? Segui il suo esempio ed il suo invito: pensa solo ad annunciare e non fare la conta di quelli che ti ascoltano e ti seguono.
39 E andò annunciando nelle loro sinagoghe in tutta la Galilea e cacciando i demoni.
In questo si consuma la vita del Figlio: nell’annuncio della Parola, che unica caccia i demoni. Non si tratta di due operazioni distinte e diverse: perché non c’è altro modo di cacciare i demoni se non annunciando la Parola. Gesù predicava e di conseguenza cacciava i demoni. Comprendano coloro che hanno il chiodo fisso della possessione diabolica e corrono dietro a certi carismatici assai poco illuminati, più esperti in arti magiche che fedeli apostoli della Parola di Dio. E’ la Parola che caccia il demonio ed è solo la consuetudine con la stessa Parola che lo tiene lontano.
40 E viene da lui un lebbroso invocandolo e cadendo in ginocchio e dicendogli: “Se vuoi, puoi purificarmi”.
C’è chi va a Gesù con la chiesa e attraverso la chiesa e chi si fa portare al Signore dalla stessa chiesa, incapace di operare per la salvezza. Ma c’è anche chi cammina da solo e, nonostante la propria infermità, da solo arriva a Gesù. Questo lebbroso indubbiamente è un uomo di volontà e di carattere: sa dove vuole arrivare e non si cura dell’uomo, se non di Colui che unico può salvarlo. E la sua fede ha tutti i carismi per essere gradita a Dio: Conosce l’invocazione della preghiera ( invocandolo ) e la supplica insistente di chi si fa piccolo davanti al Signore ( e inginocchiatosi e dicendo ).
Il Padre tutto ha rimesso nelle mani del Figlio, e noi tutto dobbiamo rimettere nelle mani dello stesso Figlio. “Se vuoi, puoi purificarmi”, perché nulla dobbiamo volere, che non sia volontà di Gesù. E nulla possiamo chiedere, se non confidando nella potenza di risurrezione che viene solo da Lui.
41 E mosso a compassione
La fede autentica tocca Gesù in profondità, lo spinge ad intervenire in maniera pronta ed immediata, dispiegando tutta la potenza del suo braccio.
avendo steso la sua mano lo toccò . Chi tocca Gesù, ne è subito toccato. Così l’Amore risponde al nostro bisogno d’amore, mettendo subito la Sua mano sulle nostre piaghe, perché siamo liberati da colui che ci tormenta. e dice a lui: Voglio, sii purificato”. Non c’è opera di salvezza che non trovi il proprio coronamento e il proprio suggello nella Parola e attraverso la Parola, apertamente proclamata e conclamata. Il gesto che precede la Parola non è altro dalla Parola, ma è la stessa Parola che si esprime in maniera diversa, anticipando i tempi e i modi dell’età adulta.
42 E subito partì da lui la lebbra e fu purificato.
Scompare il male che sfigura e se ne va dai cuori colui che li deturpa. Un cuore liberato dal Maligno è un cuore finalmente fatto puro... perché nessuno è puro, se non colui che è purificato dalla Parola del Signore.
43 E sdegnandosi con lui, subito lo rimandò 44 e gli dice:
Cambia la musica, con nostro stupore. Dapprima Gesù si commuove nelle viscere, ora si infuria. Commozione ed ira sono sentimenti contrastanti soltanto nel cuore dell’uomo: in Dio sono espressione di un unico amore. Gesù non sa resistere di fronte all’invocazione di salvezza e ne è toccato profondamente, ma nello stesso tempo è preso dall’ira per il nostro peccato e non vuole che si ripeta più assolutamente. Come un padre di fronte ad un figlio che si è fatto male ed invoca aiuto, subito interviene per soccorrerlo, ma poi arriva anche il rimprovero, che non è risentimento, ma ammonimento a camminare in nuova vita e a non ricalcare le vecchie orme. Non c’è liberazione dal peccato che non sia anche rimprovero ed ammonimento.. perché non lo facciamo più. Meglio conoscere l’ira che segue il perdono, per non conoscere l’ira che segue la condanna. Perché la partita è ancora aperta e la nostra fede non è ancora pienamente risolta, fino al giorno del giudizio. Non basta arrivare a Cristo, bisogna anche camminare con Cristo. E qui comincia la parte più triste della storia. Di solito le storie cominciano male e finiscono bene. Questa volta si comincia bene e si finisce male. E per quale motivo? Perché viene meno l’obbedienza alla Parola. Chi ha sperimentato la potenza della Parola di Dio, deve rimettere questa potenza nelle mani di Cristo e della sua chiesa e nulla fare e nulla dire se non per obbedienza. Se il Signore accoglie una fede che arriva a Lui da sola, non approva la fede che da sola vuol arrivare agli altri scavalcando il rapporto ed il confronto con il Suo corpo. La testimonianza della salvezza innanzitutto è dovuta ed innanzitutto è data alla comunità degli eletti.
Guarda di non dire niente a nessuno, ma va’, mostrati al sacerdote e offri per la tua purificazione ciò che ha prescritto Mosè a testimonianza per loro.
Perché la salvezza viene da Israele ed in Israele innanzitutto deve essere annunciata, non in una sorta di rottura provocatoria con il passato, ma in sintonia con il passato, perché il dono di oggi altro non è che una conferma del dono di ieri. Le rotture drastiche meglio lasciarle al Signore. Attenti ai profeti, che disobbediscono alla chiesa, “perché non possono non parlare di ciò che hanno visto ed udito”. Con troppa leggerezza si identificano con gli Apostoli! Altro non vedono ed altro non comprendono.
45 Ma egli uscito cominciò ad annunciare molto e a divulgare la parola
Gesù lo caccia ed egli esce. Ma donde viene cacciato e donde esce, se non dalla presenza di Gesù? Vi è un rapporto immediato con Cristo che subito è accolto, ma che subito è costretto ad una verifica e ad una sottomissione alla sua Parola e alla Sua chiesa. Invece di fare quanto comandato dal Signore, colui che è stato oggetto di un dono così grande dissipa e disperde malamente ai quattro venti la grazia ricevuta. C’è chi dissipa facendo il male, c’è chi dissipa nella convinzione di fare il bene. E si da molto da fare,... organizza incontri, convegni; molto scrive e molto pubblica, e neppure disdegna i dibattiti televisivi... Perché bisogna arrivare a tutti e sfruttare i modi e i mezzi più convenienti ed efficaci. In questo modo è vanificata l’opera di Dio e si diventa un ostacolo per l’annuncio del Vangelo: quando si inquinano i cuori degli uomini con una testimonianza provocatoria e trionfalistica, che vanta opera e miracoli straordinari. Tutto sembra così ovvio e così facile,... ma si ignora la croce di Cristo. Perché le folle che accorrono e gridano al miracolo tutto cercano all’infuori della vita eterna. così che egli non poteva più apertamente entrare in una città, Gesù si sottrae a confronti di questo tipo. Ne esce sminuito e ridicolizzato: non in sé e per sé, ma in noi e per noi.
“ma era fuori in luoghi deserti”. Non troverai Gesù in certe pubblicazioni e in certe trasmissioni televisive: Lui ne sta fuori. Cercalo nel deserto e nel silenzio della preghiera. Fuggi la fede facile ed entusiasta dei molti; e ti troverai con Gesù nella comunità degli eletti. Perché è lui che raduna intorno a sé le pecore disperse d’Israele.
E venivano da lui da ogni parte. Spinti e trascinati dalla grazia di Dio di cui tutti abbiamo bisogno, ma che di nessuno ha bisogno.