Genesi cap1

                               Introduzione di Cristoforo
È da tempo ormai che andiamo promettendo un nostro commento al libro della Genesi.
Ci spinge l’amore alla Scrittura, ci trattiene la difficoltà dell’opera.
Molto hanno scritto i Padri della Chiesa riguardo ai primi capitoli di questo libro, che sono per così dire, il fondamento della nostra fede.
Perché nulla di ciò che avviene dopo e  che è in atto si può comprendere, se non alla luce di ciò che è in principio e all’origine.
La vita che per noi è un dato ed un fatto, una realtà innanzitutto esperibile e conoscibile, non è di per sé immediatamente comprensibile alla luce di una ragione che nasce con l’individuo e muore con lo stesso individuo.
Se il senso dell’esistenza è spiegato dall’esistenza stessa, avremmo l’assurdo di una ragione umana sufficiente a se stessa, capace di una verità che nasce dal nulla e finisce nel nulla.
Una verità, data e trovata da ciò che nasce dal nulla e si riduce al nulla, è di per sé nulla.
L’ateo continui a fare l’ateo e l’empio perseveri nella sua inimicizia con Dio, noi innalzeremo mente e cuore al nostro Signore, perché ci doni l’intelligenza della sua Parola, perché nessun pensiero esca dalla nostra mente se non illuminato dall’eterno Logos di Dio, nel quale e per il quale ogni cosa esiste. Nessuna pretesa di una parola vera, se non a partire dall’unica Vera Parola. 
Non solo: non innalzeremo la nostra intelligenza a giudizio di ogni altra mente, ma cercheremo di spiegare la Parola di Dio, nella Tradizione e con la Tradizione della Chiesa, facendo nostro tutto ciò che il Signore ha fatto comprendere ai suoi santi, a tutti coloro che fanno parte della Chiesa, che è corpo di Cristo.
Partiremo dalle origini, con un confronto ed un esame critico di quanto hanno scritto i santi Padri.
I libri da consultare sono molti, e già questo ci induce allo scoraggiamento. A ciò si aggiunga la nostra inadeguata conoscenza del latino e del greco e l’ignoranza dell’ebraico. Un limite molto grande per cui in molti casi non potremo dare risposte sicure, ma soltanto avanzare delle ipotesi, che necessitano di ulteriori approfondimenti.
Non ci sarà possibile un’attenta analisi di tutti gli scritti dei padri, ma dovremo fare delle scelte di priorità.
Il libro di Genesi è il primo della Sacra Scrittura. Esso non  segna semplicemente l’inizio di un discorso, ma ne è la naturale premessa. Senza di esso, tutti i libri che vengono dopo appaiono incomprensibili e privi di significato. Vi è una priorità che non deve essere intesa semplicemente in senso storico - temporale, ma in senso allegorico - spirituale. Come sia avvenuta propriamente l’origine di tutte le cose, non importa sapere e non  ci è dato sapere. Quel che il Signore ha voluto farci conoscere è l’origine di un creato, che non si può intendere se non come un atto del Suo eterno amore. Non l’origine  dell’umanità in senso storico, ma l’origine della nostra umanità, in un senso più vero e più profondo, nel suo fondamento e nel suo fine. È Dio che vuol rivelarci attraverso i suoi santi profeti, qual è il senso proprio di una vita all’origine non relegata al tempo materiale, ma creata nell’eternità, per l’eternità. Un approccio per così dire moderno al testo, secondo il metodo critico storico scientifico, è per noi fuori luogo e fuori tempo. Non è nostro interesse indagare per comprendere chi ne è l’autore materiale, qual è il rapporto con miti, saghe leggende, antiche. Vi è una fondamentale unità del racconto che si può comprendere soltanto attingendo ad una luce puramente spirituale, che è innanzitutto dono di Dio e non semplice prodotto dell’intelligenza umana. È Dio che comincia a parlare e a dialogare con ognuno di noi, per illuminarci riguardo alla nostra realtà più profonda, che non si può relegare all’oggi dell’esistenza, ma che affonda le sue radici all’inizio del tempo, per poi condurci, di età in età, in un tempo senza fine, nell’eterno oggi di Dio, dove il Creatore e la creazione tutta saranno indissolubilmente uniti in una compresenza sempre viva ed attuale. Si affannino altri a cercare cronologie, nomi di autori, ad indagare e ad investigare per mettere in evidenza ambiguità, contraddizioni, a fare esami comparati di testi, che possano in qualche modo spiegare ciò di cui Dio non vuole dare ragione. Noi ci siamo attenuti ad una lettura puramente spirituale, nata dalla preghiera e dalla meditazione, così come è data a chiunque ha volontà di ascolto, per conoscere ciò che Dio vuol dire non all’uomo, ma innanzitutto al nostro uomo. Altri hanno fatto e altri ancora faranno di meglio. La nostra esegesi non ha presunzione di verità:  vuol chiamare in causa non soltanto il fedele di ieri, ma ancor più il fedele di oggi, per una migliore intelligenza della Parola rivelata. Perché si accresca e si arricchisca quel santo deposito spirituale di cui la Chiesa è custode per il bene di tutti i suoi figli, presenti e futuri. Qualche lettore potrà trovare novità o motivi di provocazione, altri ravviseranno affermazioni oscure e contradditorie. Tutto ciò che non collima perfettamente con la dottrina della Chiesa cattolica, è espresso a titolo di pura opinione personale e si deve intendere  sottomesso, senza riserve, al giudizio di chi nella stessa chiesa è stato costituito in autorità. Se vi è luce è per le tenebre, se vi sono tenebre sono per ricevere la luce. L’intelligenza piena della Parola, appartiene alla Chiesa in toto e non semplicemente a questo o quel cristiano. Il commento esegetico a seguire è frutto di una riflessione lunga e sofferta, è opera di un cristiano che vuol credere nella luce che viene donata dal cielo. Soltanto dopo una paziente meditazione personale siamo andati a confrontarci con gli scritti dei Padri, soprattutto di Agostino e di Origene, per confermare e per approfondire, per essere a nostra volta confermati o smentiti. Limitato e certamente carente è il nostro confronto con gli esegeti moderni.  Il ritorno all’esegesi della primitiva chiesa è intenzionale; non per questo vogliamo porci in antitesi ed in contrasto con il commento dei moderni.
La versione da noi commentata è quella della Vulgata.
Perché una tale scelta? Perché troviamo in essa una incomparabile ricchezza di significati. Potremmo discutere a lungo per chiederci fino a che punto Gerolamo ci abbia messo del proprio, ragionando con la luce e col senno del poi. Del grande traduttore è nota la fedeltà appassionata e convinta al testo ebraico, così come scritto. Ricordiamo che questo famoso padre della chiesa potè consultare testi in ebraico, molto antichi, mentre il testo masoretico,  da cui è tradotta la Bibbia attuale, risale all’anno mille: piuttosto tardivo e per di più pervenutoci attraverso gli ebrei. Già ai suoi tempi, Giustino ( 180 d.C )  lamentava che gli ebrei avessero corrotto molti passi dell’Antico Testamento in senso anticristiano. Non sapremo mai il perché di certe diversità nella versione latina, rispetto a quella ebraica e a quella greca, pervenute ai nostri tempi. Si può pensare a cambiamenti volontari e illuminati o a forzature ingiustificate. Di fatto la chiesa per secoli ha letto la Bibbia nella traduzione latina di Gerolamo e ha fatto proprio questo testo, che è quello della Tradizione per eccellenza, pur riconoscendo ispirate soltanto la versione ebraica e quella greca dei Settanta.  Per una migliore comprensione e per una conoscenza più piena riporteremo anche il testo ebraico masoretico (traduzione letterale) e quello dei Settanta. Non mancheranno richiami e confronti in parallelo.
Concludiamo questa breve introduzione riportando alcuni passi di Agostino che ci possono illuminare riguardo ad ogni autentica esegesi.
Senso letterale e senso figurato nella sacra Scrittura.
In tutti i Libri sacri si devono poi distinguere le verità eterne che vi sono inculcate e i fatti che vi sono narrati, gli eventi futuri che vi sono predetti, le azioni che ci si comanda o consiglia di compiere. Rispetto dunque al racconto dei fatti sorge la questione se tutto dev'essere inteso in senso figurato oppure si deve affermare e sostenere anche l'autenticità dei fatti attestati. Poiché nessun cristiano oserà affermare che nessun passo [della Scrittura] dev'essere inteso in senso figurato qualora consideri attentamente le parole dell'Apostolo: “Tutte queste cose però accaddero loro in figura ”, e ciò che sta scritto nella Genesi: “E saranno due in una sola carne “, ch'egli dichiara essere una gran verità misteriosa in rapporto a Cristo e alla Chiesa … Riguardo poi a realtà oscure e assai lontane dai nostri occhi, ci potrebbe capitare di leggere anche nella sacra Scrittura passi che, salvando la fede in cui siamo istruiti, possono dar luogo a interpretazioni diverse l'una dall'altra; in tal caso dobbiamo stare attenti a non precipitarci a sostenere alcuna di esse, per evitare di andare in rovina qualora un esame della verità più attento la demolisse mediante sicuri argomenti. In tal caso combatteremmo per difendere non già il senso delle Scritture divine ma quello nostro personale sì da sostenere come senso delle Scritture quello ch'è nostro, mentre dovremmo piuttosto sostenere come nostro quello ch'è il senso delle Scritture.
Nell'interpretare passi oscuri della sacra Scrittura non si deve affermare nulla temerariamente. Si deve interpretare la Genesi senza asserire un'unica opinione ma proponendone varie.
Qual senso scegliere nelle frasi spiegabili in diverso modo od oscure?
Quando però leggiamo i Libri sacri, fra i tanti sensi legittimi che si possono ricavare da una breve frase e si basano sulla sana dottrina della fede cattolica, dobbiamo scegliere di preferenza il senso che risulterà certamente conforme al pensiero dell'autore da noi letto; se invece quel senso ci sfugge, dobbiamo scegliere almeno un senso ch'è permesso dal contesto e che si accorda con la retta fede. Se poi non è possibile esaminare e discutere tale senso basandosi sul contesto della Scrittura, dobbiamo scegliere almeno solo il senso che ci viene prescritto dalla retta fede. Una cosa infatti è non discernere il senso inteso principalmente dallo scrittore sacro, un'altra è allontanarsi dalla regola della retta fede. Se si eviterà l'una e l'altra eventualità, il lettore ne ricaverà un pieno profitto; se invece non potrà evitarsi né l'una né l'altra, anche se l'intenzione dello scrittore rimarrà incerta, non sarà inutile trarne un senso conforme alla retta fede”. ( Agostino )
La complessità, la bellezza e la ricchezza dei versetti della Genesi da un lato possono allettare chi legge,  dall’altro possono scoraggiare chi cerca di darne un’interpretazione chiara e logicamente coerente.
Le letture possono essere molte e per certi aspetti diverse.
Benchè il desiderio di ogni vera esegeta sia quello di rendere  il significato che era nella mente dell’agiografo, non è garantito che il risultato sia conforme all’intenzione.
Come si possono giustificare interpretazioni diverse e fino a che punto si possono tenere in dovuta considerazione?
Ci sembra pienamente giustificato e dirimente ogni questione quanto abbiamo citato da Agostino. Vi è un problema di logica coerenza del discorso e vi è un problema che attiene più propriamente alla sua ortodossia, ovvero la sua conformità all’insegnamento della Chiesa. Nulla si deve asserire che sia contrario alle verità di fede. L’allegoria va intesa in modi propri ed adeguati. Sono  accettabili interpretazioni diverse purchè logicamente congruenti e spiritualmente significative. Va fatta salva una diversità d’intendere che manifesta la sovrabbondante ricchezza di significati della Parola di Dio, che può diversamente illuminare ed arricchire chi ne fa oggetto di continua ruminatio.
Nessun vanto vogliamo noi portare riguardo al nostro commento: si tratta di una semplice proposta di lettura che ognuno può approvare, contraddire o rettificare alla luce dei doni dello Spirito Santo e della conoscenze che gli sono state date dal Signore.
Ben vengano critiche,  convincenti risposte a dubbi ed incertezze. È gradito l’apporto  di chi ha una sicura e competente conoscenza delle lingue antiche ed è in grado di tradurre in modo assolutamente corretto. I riferimenti agli scritti dei Padri della Chiesa sono volutamente limitati. La mole del materiale è tale che non ne andremmo fuori e rischieremmo di appesantire oltremodo il discorso. Alleghiamo a questa breve introduzione il testo del primo capitolo di Genesi nelle versioni, ebraica, greca, latina.

Genesi
Cap.1
Traduzione letterale dal testo ebraico ( masoretico )
1 In principio creò Dio i cieli e la terra
2 E la terra fu informità e vuotezza e tenebra ( era ) su superfici di abisso e spirito di  Dio era agitantesi su superfici delle acque.
3 E disse Dio: Sia luce ! E fu luce
4 E vide Dio la luce che buona (era) e separò Dio tra la luce e tra la tenebra
5 e chiamò Dio la luce giorno e la tenebra chiamò notte. E fu sera e fu mattino: giorno uno.
6 E disse Dio: Sia firmamento in mezzo delle acque e sia separante tra acque dalle acque.
7 E fece Dio il firmamento e separò tra le acque che sono sotto al firmamento e tra le acque che sono sopra al firmamento. E fu così.
8 E chiamò Dio il firmamento cieli. E fu sera e fu mattino: giorno secondo.
9 E disse Dio: Si raccolgano le acque sotto i cieli verso luogo uno e si veda l’asciutto. E fu così.
10 E chiamò Dio l’asciutto terra e raccolta delle acque chiamò mari. E vide Dio che buono era.
11  E disse Dio: Verdeggi la terra vegetazione erba seminante seme, albero di frutto facente frutto per specie di esso, che seme di esso è in esso, sulla terra. E fu così.
12 E produsse la terra vegetazione, erba seminante seme per specie di esso, e albero facente frutto che seme di esso è in esso per specie di esso. E vide Dio che buono era.
13 E fu sera e fu mattino: giorno terzo.
14 E disse Dio: “Sia luminari in firmamento dei cieli per separare tra il giorno e tra la notte  e siano per segni e per stagioni e per giorni e anni.
15 e siano per luminari nel firmamento dei cieli per illuminare sulla terra. E fu così.
16 E fece Dio due i luminari i grandi, il luminare il grande per regolazione del giorno e il luminare il piccolo per regolazione della notte e le stelle
17 E pose essi  Dio in firmamento dei cieli per illuminare sulla terra
18 e per regolare il giorno e la notte e per separare tra la luce e tra la tenebra. E vide Dio che buono era.
19 E fu sera e fu mattino: giorno quarto.
20 E disse Dio: “Brulichino le acque brulichio di anima(le) vivo e volatile voli sulla terra, su superfici di firmamento dei cieli.
21 E creò Dio i mostri marini grandi e ogni animale vivo guizzante di cui brulicarono le acque per specie di esse e ogni volatile di ala per specie di esso. E vide Dio che buono era.
22 E benedisse essi Dio dicendo: Fruttificate e moltiplicatevi e riempite le acque nei mari e il volatile si moltiplichi nella terra.
23 E fu sera e fu mattino: giorno quinto.
24 E disse Dio: “Produca la terra anima(le) viva per specie di essa: bestia e rettile e vivente di terra per specie di essa. E fu così.
25 . E fece Dio vivente della terra per specie di esso e la bestia per specie di essa e ogni rettile di suolo per specie di esso.
E vide Dio che buono era.
26 E disse Dio: Facciamo uomo a immagine di noi come somiglianza di noi e dominino su pesce del mare  e su volatile dei cieli e sulla bestia e su tutta la terra e su ogni rettile strisciante sulla terra.
27 E creò Dio l’uomo a immagine di lui, a immagine di Dio creò lui, maschio e femmina creò loro.
28 E benedisse loro Dio e disse a loro Dio: Fruttificate e moltiplicatevi e riempite la terra , e soggiogate essa e dominate su pesce del mare e su volatile dei cieli e su ogni vivente strisciante sulla terra.
29 E disse Dio: “Ecco diedi a voi ogni erba seminante seme che è su faccia di tutta la terra e ogni albero che in esso (è) frutto di albero seminante seme: per voi sarà per cibo.
30 E a ogni vivente della terra e a ogni volatile dei cieli e a ogni strisciante sulla terra che è in esso anima viva, io do ogni verde erba per cibo. E fu così.
31 E vide Dio tutto ciò che fece, e ecco, buono era molto. E fu sera e fu mattino: giorno sesto.


Traduzione dai Settanta
Cap.1
1 In principio fece Dio il cielo e la terra.
2 Ma la terra era  invisibile e informe. E c’era tenebra al di sopra dell’abisso.
E lo spirito di Dio procedeva al di sopra dell’acqua.
3 E disse Dio: “Ci sia luce”. E ci fu luce.
4 E vide Dio la luce che era bella. E separò Dio da una parte la luce e da una parte la tenebra.
5 E chiamò Dio la luce giorno e la tenebra chiamò notte. E fu sera e fu mattino: giorno uno.
6 E disse Dio: “Ci sia un firmamento in mezzo all’acqua e sia di separazione fra acqua e acqua”. E fu così.
7 E fece Dio il firmamento e separò da una parte l’acqua che era sotto il firmamento e da una parte l’acqua che era sopra il firmamento.
8 E chiamò Dio il firmamento cielo. E vide Dio che era bello. E fu sera e fu mattina: giorno secondo.
9 E disse Dio: “Sia raccolta l’acqua che è al di sotto del cielo in un unico luogo di raccolta e si veda la terra asciutta”. E fu così. E fu raccolta l’acqua, quella al di sotto del cielo, nei propri luoghi di raccolta. E si vide la terra asciutta.
10 E chiamò Dio l’asciutto terra e il complesso delle acque chiamò mari. E vide Dio che era bello.
11 E disse Dio: “Faccia germogliare la terra la pianta dell’erba, che sparga seme secondo specie e secondo somiglianza e albero fruttifero che faccia frutto, il cui seme è in esso, secondo la sua specie sulla terra”. E fu così.
12 E produsse la terra la pianta dell’erba, che sparge seme secondo specie e somiglianza e albero fruttifero che fa frutto, il cui seme è in esso, secondo la sua specie, sulla terra. E vide Dio che era bello.
13 E fu sera e fu mattina: giorno terzo.
14 E disse Dio: “Ci siano luminari nel firmamento del cielo per illuminazione sulla terra, allo scopo di separare il giorno dalla notte e siano come segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni
15 e siano come illuminazione nel firmamento del cielo, in modo da far luce sulla terra”. E fu così.
16 E fece Dio i due luminari grandi, il luminare grande per presiedere al giorno e il luminare minore per presiedere alla notte e alle stelle.
17 E li pose Dio nel firmamento del cielo in modo da far luce sulla terra
18 e da presiedere al giorno e alla notte e separare da una parte la luce e da una parte la tenebra. E vide Dio che era bello.
19 E fu sera e fu mattina: giorno quarto.
20 E disse Dio: “Traggano fuori le acque rettili, cioè animali viventi, e volatili che volino sulla terra lungo il firmamento del cielo”. E fu così.
21 E fece Dio i grandi cetacei e ogni anima di animali che strisciano, che le acque trassero fuori, secondo la loro specie, e ogni uccello volatile secondo la sua specie. E vide Dio che erano belli
22 e li benedisse Dio dicendo: “Crescete e moltiplicatevi e riempite le acque nei mari e i volatili si moltiplichino sulla terra”.
23 E fu sera e fu mattina: giorno quinto.
24 E disse Dio: “Tragga fuori la terra animali viventi secondo la loro specie, quadrupedi e rettili e fiere della terra secondo la loro specie”. E fu così.
25 E fece Dio le fiere della terra secondo la loro specie e il bestiame secondo la sua specie e tutti rettili della terra secondo la loro specie. E vide Dio che erano belli.
26 E disse Dio: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza; e abbiano il dominio sui pesci del mare e sui volatili del cielo e sul bestiame e su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.
27 E fece Dio l’uomo. Secondo l’immagine di Dio lo fece, maschio e femmina li fece
28 e li benedisse Dio dicendo: “Crescete e moltiplicatevi e riempite la terra e dominate su di essa; e comandate sui pesci del mare e sui volatili del cielo e su tutto il bestiame e su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.
29 E disse Dio: “Ecco vi ho dato ogni erba che produce seme e lo sparge disseminandolo e che esiste su tutta la terra e ogni albero che ha in sé frutto di seme da seminagione; per voi saranno di nutrimento.
30 E a tutte le fiere della terra e a tutti i volatili del cielo e a ogni rettile strisciante sulla terra, che ha in sé soffio di vita, ho dato ogni erba verde come nutrimento. E fu così.
31 E vide Dio tutte quante le cose che aveva fatto, ed ecco erano belle assai. E fu sera e fu mattina: giorno sesto.


Versione Vulgata

In principio creavit Deus caelum et terram terra autem erat inanis et vacua
1 In principio creò Dio il cielo e la terra. 2 Ma la terra era inconsistente e vuota
et tenebrae super faciem abyssi et spiritus Dei ferebatur super aquas
e tenebre sopra la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio veniva portato sopra le acque
dixitque Deus fiat lux et facta est lux
3 E disse Dio: Sia fatta luce e fu fatta luce.
et vidit Deus lucem quod esset bona et divisit lucem ac tenebras
4 E vide Dio la luce, perché fosse buona e divise luce e tenebre
appellavitque lucem diem et tenebras noctem
5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte
factumque est vespere et mane dies unus
E ciò fu fatto di sera e di mattina: giorno uno.
dixit quoque Deus fiat firmamentum in medio aquarum
6 Disse anche Dio: Sia fatto un firmamento nel mezzo delle acque
et dividat aquas ab aquis
e divida acque da acque
et fecit Deus firmamentum divisitque aquas quae erant sub firmamento
7 E fece Dio un firmamento e divise le acque che erano sotto il firmamento
ab his quae erant super firmamentum et factum est ita
da quelle che erano sopra il firmamento. E fu fatto così
vocavitque Deus firmamentum caelum
8 E chiamò Dio il firmamento cielo.
et factum est vespere et mane dies secundus
E ciò fu fatto di sera e di mattina: giorno secondo
dixit vero Deus congregentur aquae quae sub caelo sunt in locum unum
9 Disse invero Dio: Si uniscano le acque che sono sotto il cielo in un luogo unico
et appareat arida factumque est ita et vocavit Deus aridam terram
e appaia l'asciutto. E fu fatto così 10 e chiamò Dio l'asciutto terra
congregationes aquarum appellavit maria
e le aggregazioni delle acque chiamò mari
et vidit Deus quod esset bonum et ait
E vide Dio perché fosse buono 11 e disse:
germinet terra herbam virentem et facientem semen et lignum pomiferum
Germogli la terra l'erba verdeggiante e che fa seme e il legno fruttifero
faciens fructum iuxta genus suum cuius semen in semet ipso sit super terram
che fa frutto secondo la sua specie, il cui seme sia in lui stesso sopra la terra.
et factum est ita et protulit terra herbam virentem et adferentem semen
E fu fatto così. 12 E produsse la terra l'erba verdeggiante e portante seme
iuxta genus suum lignumque faciens fructum et habens unumquodque
secondo il suo genere e il legno che fa frutto e avente ciascuno
sementem secundum speciem suam
la semente secondo la sua specie.
et vidit Deus quod esset bonum
E vide Dio perché fosse buono
factumque est vespere et mane dies tertius
13 E ciò fu fatto di sera e di mattina: giorno terzo.
dixit autem Deus fiant luminaria in firmamento caeli ut dividant diem ac noctem
14 Disse poi Dio: Siano fatti luminari nel firmamento del cielo per dividere giorno e notte
et sint in signa et tempora et dies et annos
e siano come indizi a tempi e a giorni e ad anni
ut luceant in firmamento caeli et inluminent terram et factum est ita
15 affinché splendano nel firmamento del cielo e illuminino la terra. E fu fatto così.
fecitque Deus duo magna luminaria luminare maius ut praeesset diei
16 E fece Dio i due grandi luminari: il luminare maggiore perché presiedesse al giorno
et luminare minus ut praeesset nocti et stellas
e il luminare minore perché presiedesse alla notte e le stelle.
et posuit eas in firmamento caeli ut lucerent super terram
17 E pose quelle nel firmamento del cielo, perché splendessero sopra la terra
et praeessent diei ac nocti et dividerent lucem ac tenebras
18 e presiedessero al giorno e alla notte e dividessero luce e tenebre.
et vidit Deus quod esset bonum
E vide Dio perché fosse buono.
et factum est vespere et mane dies quartus
19 E ciò fu fatto di sera e di mattina: giorno quarto.
dixit etiam Deus producant aquae reptile animae viventis
20 Disse anche Dio: Producano le acque ciò che striscia di anima vivente
et volatile super terram sub firmamento caeli
e ciò che vola sopra la terra , sotto il firmamento del cielo
creavitque Deus cete grandia et omnem animam viventem atque motabilem
21 E creò Dio i grandi cetacei e ogni anima vivente e dotata di movimento
quam produxerant aquae in species suas
che le acque avevano prodotto secondo la loro specie
et omne volatile secundum genus suum
e ogni volatile secondo il suo genere
et vidit Deus quod esset bonum benedixitque eis dicens
E vide Dio perché fosse buono 22 e li benedisse dicendo:
crescite et multiplicamini et replete aquas maris
Crescete e siate moltiplicati e riempite le acque del mare
avesque multiplicentur super terram
e gli uccelli siano moltiplicati sopra la terra.
et factum est vespere et mane dies quintus
23 E ciò fu fatto di sera e di mattina: giorno quinto.
dixit quoque Deus producat terra animam viventem in genere suo
24 Disse anche Dio: Produca la terra l'anima vivente secondo il suo genere,
iumenta et reptilia et bestias terrae secundum species suas factumque est ita
i giumenti, i rettili e le bestie della terra secondo la loro specie. E fu fatto così.
et fecit Deus bestias terrae iuxta species suas et iumenta
25 E fece Dio le bestie della terra secondo la loro specie e i giumenti
et omne reptile terrae in genere suo
e ogni rettile della terra secondo il suo genere.
et vidit Deus quod esset bonum et ait
E vide Dio perché fosse buono 26 e disse:
faciamus hominem ad imaginem et similitudinem nostram
Facciamo l'uomo ad immagine e a somiglianza nostra
et praesit piscibus maris et volatilibus caeli et bestiis universae terrae
e presieda ai pesci del mare ai volatili del cielo e alle bestie di tutta la terra
omnique reptili quod movetur in terra
e ad ogni rettile che si muove sulla terra.
et creavit Deus hominem ad imaginem suam
27 E creò Dio l'uomo a sua immagine:
ad imaginem Dei creavit illum masculum et feminam creavit eos
a immagine di Dio creò quello, maschio e femmina creò essi.
benedixitque illis Deus et ait
28 E benedisse quelli Dio e disse:
crescite et multiplicamini et replete terram et subicite eam
Crescete e siate moltiplicati e riempite la terra e assoggettatela
et dominamini piscibus maris et volatilibus caeli
e dominate sui pesci del mare e gli uccelli del cielo
et universis animantibus quae moventur super terram
e tutti gli esseri animati che si muovono sopra la terra.
dixitque Deus ecce dedi vobis omnem herbam adferentem semen super terram
29 E disse Dio: Ecco io vi ho dato ogni erba che porta seme sopra la terra
et universa ligna quae habent in semet ipsis sementem generis sui
e tutti i legni che hanno in se stessi la semente del loro genere
ut sint vobis in escam et cunctis animantibus terrae
perché siano per voi come cibo  30 e per tutti gli animali della terra
omnique volucri caeli et universis quae moventur in terra
e per ogni uccello del cielo e per tutte le cose che si muovono sulla terra
et in quibus est anima vivens ut habeant ad vescendum
e nelle quali è un'anima vivente, perché abbiano da nutrirsi.
et factum est ita
E fu fatto così.
viditque Deus cuncta quae fecit et erant valde bona
31 E vide Dio tutte quelle cose che fece ed erano molto buone.
et factum est vespere et mane dies sextus
E ciò fu fatto di sera e di mattina: giorno sesto.

 

 


 

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