Cap.13

Cap.13
L’amore fraterno permanga! 2 Non dimenticate l’ospitalità! Attraverso di questa infatti alcuni non si accorsero di aver ospitato angeli. 3 Ricordatevi  dei prigionieri come essendo compagni di prigione, dei maltrattati come anche voi essendo nel corpo. 4 Il matrimonio sia onorato da tutti e immacolato il letto, infatti Dio giudicherà fornicatori e adulteri. 5 La condotta non sia amante del denaro, essendo contenti delle cose presenti. Egli infatti ha detto: non ti lascerò affatto né ti abbandonerò, 6 così che avendo coraggio noi possiamo dire: il Signore è per me aiuto e non temerò. Che cosa farà l’uomo a me? 7 Ricordatevi dei vostri conduttori, che annunciarono a voi la parola di Dio, dei quali considerando l’esito del modo di vivere imitate la fede. 8 Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per i secoli. 9 Non fatevi trasportare qua e la dà dottrine varie ed estranee. Buono è infatti che il cuore sia rafforzato con la grazia, non con i cibi che non giovarono a quelli che camminavano in essi. 10 Abbiamo un altare da cui non hanno potestà di mangiare quelli che prestano culto alla tenda del convegno. 11 Infatti,  i  corpi degli animali, il cui sangue per i peccati si  introduce nel Santo dei santi per mezzo del sommo sacerdote, sono bruciati fuori dall’accampamento. 12 Perciò anche Gesù, per santificare per mezzo del proprio sangue il popolo, soffrì fuori della porta. 13 Perciò usciamo verso lui fuori dall’accampamento, portando il suo obbrobrio. 14 Infatti non abbiamo qui una città permanente ma ricerchiamo la futura. 15 Per mezzo di lui dunque offriamo una vittima di lode per tutto il tempo a Dio: questo è il frutto di labbra che confessano il suo nome. 16 Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione; di tali sacrifici infatti Dio si compiace. 17 Obbedite ai vostri conduttori e sottomettetevi! Essi infatti vigilano sopra le vostre anime come rendendone conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; questo infatti sarebbe per voi svantaggioso. 18 Pregate per noi! Siamo persuasi infatti di avere una buona coscienza, volendo comportarci bene in tutte le cose. 19 Ancor più poi esorto di fare questo perché sia restituito più presto a voi. 20 Il Dio della pace  che ha condotto su dai morti il pastore grande delle pecore,  grazie al sangue di una alleanza eterna, il nostro Signore Gesù, 21 vi renda pronti in ogni bene per fare la sua volontà, facendo in noi ciò che è gradito davanti a lui per mezzo di Gesù Cristo, al quale la gloria per i secoli dei secoli, amen. 22 Vi esorto poi fratelli, sopportate il discorso di esortazione, e infatti con poche parole vi ho scritto. 23 Sappiate che il nostro fratello Timoteo è stato liberato, con lui, se presto viene, vi vedrò. 24 Salutate tutti i vostri conduttori e tutti i santi. Vi salutano quelli dall’Italia. 25 La grazia sia con tutti voi.


“L’amore fraterno permanga! 2 Non dimenticate l’ospitalità!”

È vero amore fraterno quello che permane nel tempo, rafforzato dalla fede, consolidato dalla grazia del Signore: attento ai bisogni dei fratelli, tiene sempre aperte non solo le porte del proprio cuore ma anche quelle della propria casa

“Attraverso di questa infatti alcuni non si accorsero di aver ospitato angeli.”

Quello che si dona in virtù di una santa ospitalità molto spesso è superato in grandezza da quello che si riceve. Ospitando i fratelli in Cristo, trovati su questa terra, diamo accoglienza alle creature del cielo, che vivono con noi una stessa comunione nel Figlio di Dio. Facciamo già parte della Gerusalemme celeste, anche se non sempre  c’è in noi piena consapevolezza di essere visitati da angeli.

“3 Ricordatevi  dei prigionieri come essendo compagni di prigione, dei maltrattati come anche voi essendo nel corpo.”

Non c’è amore vero senza condivisione: prigionieri con i prigionieri, maltrattati con coloro che sono maltrattati, conosciamo di fa parte di un unico e medesimo corpo che è quello del Cristo.

“4 Il matrimonio sia onorato da tutti e immacolato il letto, infatti Dio giudicherà fornicatori e adulteri.”

L’amore spirituale che lega il fratello al fratello regni sovrano anche nei legami carnali. Da tutti sia tenuto in onore il matrimonio: quello che vive,  cresce, dà frutti in un letto immacolato. Il Signore giudicherà fornicatori e adulteri, cioè tutti coloro che si sono abbandonati ai piaceri della carne, senza purificazione dei cuori e senza sottomissione alla Legge e alla volontà di Dio.

“5 La condotta non sia amante del denaro, essendo contenti delle cose presenti. Egli infatti ha detto: non ti lascerò affatto né ti abbandonerò, 6 così che avendo coraggio noi possiamo dire: il Signore è per me aiuto e non temerò. Che cosa farà l’uomo a me?”

Nessun attaccamento alle cose di questo mondo sia trovato in chi è discepolo di Cristo. Va bandita innanzitutto l’avarizia, che è attaccamento al denaro. Chi ha già trovato tutto in Cristo deve essere contento di ciò che gli dà Cristo con la sola sua presenza. In uno stesso cuore non possono stare amore diversi. Gesù si è fatto garante con la sua Parola di una sua presenza in noi duratura nel tempo e potentemente efficace. In Lui e per Lui troveremo ogni coraggio nella lotta contro il demonio e apriremo la nostra bocca per dare lode al Signore e proclamare piena vittoria su tutti i nemici.

“7 Ricordatevi dei vostri conduttori, che annunciarono a voi la parola di Dio, dei quali, considerando l’esito del modo di vivere, imitate la fede.”

Se nostra guida e duce è Cristo, sono suoi conduttori quelli che a noi hanno annunciato la parola di Dio. Sia sempre nella nostra mente e nel nostro cuore la  testimonianza degli apostoli, nei quali troviamo un modello di autentica fede.

“8 Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per i secoli. 9 Non fatevi trasportare qua e la dà dottrine varie ed estranee.”

In Cristo e per Cristo la storia ha già trovato il suo esito finale. Non vi sarà un’ altra salvezza, diversa da quella già portata sulla terra dall’eterno Figlio di Dio. Attenti dunque ad ogni annuncio di novità che non sia l’unico vero annuncio: ieri, oggi, per sempre. Non c’è altro Vangelo all’infuori di quello dato dagli Apostoli e custodito dalla Chiesa. Nessuno si lasci traviare e fuorviare da dottrine ed insegnamenti che si pongono al di fuori o semplicemente in parallelo rispetto a ciò che la Chiesa riconosce come conforme alla sua Tradizione.
“Buono è infatti che il cuore sia rafforzato con la grazia, non con i cibi che non giovarono a quelli che camminavano in essi.”

Si può cercare Dio percorrendo vie diverse e nutrendo il proprio spirito di cibi diversi. Non tutto giova e non tutto è approvato da Dio. Vi è una sola grazia che rafforza il nostro cuore ed è quella che viene dal Cristo: non cerchiamo altrove e non attingiamo da altri.

“10 Abbiamo un altare da cui non hanno potestà di mangiare quelli che prestano culto alla tenda del convegno.”

Un culto, se pur approvato e voluto da Dio in un tempo e per un tempo, deve cedere il posto in maniera definitiva e risolutiva alla novità che à data dal sacrificio del Cristo. Non è giustificato l’attaccamento ostinato e pervicace a ciò che è stato dato semplicemente come immagine.

“11 Infatti,  i  corpi degli animali, il cui sangue per i peccati si  introduce nel Santo dei santi per mezzo del sommo sacerdote, sono bruciati fuori dall’accampamento.
12 Perciò anche Gesù, per santificare per mezzo del proprio sangue il popolo, soffrì fuori della porta.”

Tutto ciò che riguarda il culto antico va riportato al Cristo e va interpretato alla luce di ciò che ha fatto il Cristo. Vogliamo darne un esempio. Nel Santo dei Santi si introduceva soltanto il sangue delle vittime, non il corpo. Per quale ragione? Perché Gesù non fu innalzato in croce dentro le mura della città santa, ma fuori. Se il Cristo opera conforme alla Legge non è per riaffermare la Legge ma per essere confermato dalla stessa Legge.

“13 Perciò usciamo verso lui fuori dall’accampamento, portando il suo obbrobrio.”

Accampamento è questa dimora terrena che dobbiamo prima o poi lasciare. Prima ancora che ci sia tolta usciamo da essa, da ogni nostra sicurezza e certezza per andare incontro a Gesù. Noi siamo nel mondo ma non siamo del mondo, come Gesù non è di questo mondo.
“14 Infatti non abbiamo qui una città permanente ma ricerchiamo la futura. 15 Per mezzo di lui dunque offriamo una vittima di lode per tutto il tempo a Dio: questo è il frutto di labbra che confessano il suo nome.”

Non trova se non chi  è alla ricerca e non cerca chi se ne sta rinchiuso nella vita vecchia, come se non dovesse mai finire. La nostra esistenza è ormai protesa al futuro e il nostro futuro è in Cristo e per Cristo. Non dobbiamo più offrire a Dio i sacrifici della Legge antica. Un nuovo sacrificio ha sostituito e reso vani quelli antichi: e tutto questo è opera del Cristo. Come rendere dunque culto a Dio dopo che il Cristo ci ha ottenuto vita eterna? Attraverso un continuo e perenne inno di lode all’amore del Signore. Non si confessa il nome di Dio se non ringraziandolo per la salvezza che ci è stata donata in Cristo Gesù.

“16 Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione; infatti Dio si compiace di tali sacrifici.”

Dopo l’amore a Dio, che è rendimento di grazie ed esaltazione dell’Eterno Figlio suo, viene l’amore al prossimo.
Non dobbiamo dimenticarci di fare del bene ai fratelli di fede e non dobbiamo ignorare la comunione dei cuori in noi operata da Gesù. Questi sono i sacrifici graditi a Dio: una donazione totale al Signore attraverso continui inni di lode e una donazione totale ai fratelli di fede nella comunione dei beni e nella unità dei cuori.

“17 Obbedite ai vostri conduttori e sottomettetevi! Essi infatti vigilano sopra le vostre anime come rendendone conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; questo infatti sarebbe per voi svantaggioso.”

È volontà di Dio che stiamo sottomessi a coloro che nella Chiesa sono stati costituiti come guide e sovraintendenti, ben sapendo che gli stessi devono rendere conto del proprio operato a Dio. Buono, bello e giusto è tutto operare nella Chiesa con gioia. Nessun vantaggio viene a noi dalla sofferenza che ci procuriamo l’uno all’altro per il rifiuto di ogni sottomissione voluta e benedetta dal Signore.

“18 Pregate per noi! Siamo persuasi infatti di avere una buona coscienza, volendo comportarci bene in tutte le cose.”

Una preghiera particolare è da noi dovuta a coloro che ci hanno annunciato il Vangelo. Ancor più quando troviamo in essi una buona coscienza e un sincero desiderio di fare opera gradita a Dio. Non si deve puntare troppo il dito sugli errori di chi è a capo della Chiesa, quando è a tutti apertamente manifestata una volontà per ben operare. Dobbiamo  tenere in considerazione un retto intendimento e non ingigantire quegli errori o peccati che, nonostante il battesimo, permangono nella comunità degli eletti.

“19 Ancor più poi esorto di fare questo perché sia restituito più presto a voi.”

Grande è il desiderio di Paolo di vedere il volto dei fratelli di fede, ma c’è bisogno della loro preghiera perché siano superati intralci ed impedimenti.

“20 Il Dio della pace,  che ha condotto su dai morti il pastore grande delle pecore,  grazie al sangue di una alleanza eterna, il nostro Signore Gesù, 21 vi renda pronti in ogni bene per fare la sua volontà, facendo in noi ciò che è gradito davanti a lui per mezzo di Gesù Cristo, al quale la gloria per i secoli dei secoli, amen!”

La  conclusione della lettera non può  essere se non nell’esaltazione del Signore per l’opera grande che ha compiuto in noi, in virtù di Gesù Cristo. Qual è l’ultimo e definitivo volto di Dio che ci è dato conoscere con l’incarnazione dell’eterno Figlio suo?
“Il Dio della pace”
In virtù del Cristo è stata fatta pace per sempre tra il cielo e la terra: Creatore e creatura hanno trovato la loro finale eterna conciliazione.
“che ha condotto su dai morti il pastore grande delle pecore”
Uno solo è il pastore delle pecore che merita il titolo di grande per la salvezza unica e incomparabile da Lui portata al popolo suo; altrettanto grande è la potenza manifestata a noi dal Padre suo, allorchè lo ha risuscitato dai morti.

“grazie al sangue di una alleanza eterna, il nostro Signore Gesù…”

La risurrezione del Cristo dai morti è opera di potenza, il sangue versato dallo stesso per un’ alleanza eterna è opera di amore.

“21 vi renda pronti in ogni bene per fare la sua volontà, facendo in noi ciò che è gradito davanti a lui per mezzo di Gesù Cristo, al quale la gloria per i secoli dei secoli, amen!”

Amore e potenza di Dio hanno fatto di noi creature nuove che, abbandonati i piedi veloci nel fare il male, hanno ricevuto in dono dallo Spirito Santo una volontà pronta, non semplicemente nel fare ogni bene, ma nel fare il bene chiesto a noi dal Signore. La conoscenza del bene, frutto del peccato di origine, è stata soppiantata da una conoscenza di Colui che è bene, in virtù di Gesù Cristo, nostra luce, guida, eterna salvezza. A Lui la gloria nei secoli dei secoli.

“22 Vi esorto poi fratelli, sopportate il discorso di esortazione, e infatti con poche parole vi ho scritto.”

Paolo esorta i fratelli ad accogliere un discorso che in poche parole vuol essere a tutti di incoraggiamento. Dobbiamo stimolarci l’un l’altro nella fede, accogliendo gli incitamenti che ci vengono da coloro che sono stati a noi preposti dallo stesso Signore.

“23 Sappiate che il nostro fratello Timoteo è stato liberato; con lui, se presto viene, vi vedrò. 24 Salutate tutti i vostri conduttori e tutti i santi. Vi salutano quelli dall’Italia.”

Vedere il volto dei fratelli dona sempre gioia e sollievo alle anime dei fedeli. Ancora più quando si ritrovano i fratelli imprigionati a cagione di Cristo. Un saluto è a tutti dovuto, con particolare attenzione a coloro che sono preposti alla comunità.

“25 La grazia sia con tutti voi.”

Perché soltanto nella grazia e per la grazia, che ci è donata dal Salvatore, possiamo essere cristiani, non solo di nome ma anche di fatto.

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