Vangelo di Marco cap13
- Dettagli
- Categoria: Vangelo di Marco
- Pubblicato Mercoledì, 27 Luglio 2011 13:37
- Scritto da Cristoforo
- Visite: 8784
Marco 13
Ed essendo lui uscito dal tempio gli dice uno dei suoi discepoli: Maestro, guarda quali pietre e quali costruzioni! 2 E Gesù gli disse: Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà affatto lasciata qui pietra su pietra che non sia distrutta. 3 Ed essendo lui seduto sul monte degli Ulivi di fronte al tempio lo interrogava in disparte Pietro e Giacomo e Giovanni ed Andrea: 4 Di’ a noi: quando saranno queste cose e quale il segno quando staranno per compiersi tutte queste cose? 5 Allora Gesù cominciò a dire a loro: Guardate che qualcuno non vi inganni; 6 molti verranno nel mio nome dicendo: Io sono, e molti inganneranno. 7 Quando però udrete guerre e rumori di guerre, non turbatevi: è necessario accada, ma non sarà ancora la fine. 8 Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno, ci saranno terremoti in vari luoghi, ci saranno carestie: l’inizio delle doglie saranno queste cose. 9 Ma guardate a voi stessi: vi consegneranno nei sinedri e nelle sinagoghe sarete percossi e starete davanti a governatori e re a causa di me a testimonianza per loro. 10 E a tutte le nazioni per primo è necessario annunciare la buona notizia. 11 E quando vi condurranno consegnandovi, non preoccupatevi di cosa dire, ma ciò che sarà a dato a voi in quell’ora questo dite; infatti non siete voi i parlanti ma lo Spirito Santo. 12 E il fratello consegnerà a morte il fratello ed il padre il figlio e sorgeranno i figli contro i genitori e li faranno morire; e sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma l’avente resistito fino alla fine questi sarà salvato.
14 Quando poi vedrete l’abominio della desolazione stare dove non bisogna, il leggente capisca, allora coloro che sono nella Giudea fuggano sui monti, 15 chi è sul tetto non scenda né entri a prendere qualcosa dalla sua casa, 16 e chi è nel campo non ritorni indietro a prendere il suo mantello 17 Guai alle donne aventi in ventre ed alle allattanti in quei giorni. 18 Pregate affinché non venga d’inverno. 19 Saranno infatti quei giorni una tribolazione quale non ci fu simile dall’inizio della creazione che Dio creò fino ad ora e non vi sarà affatto. 20 E se non abbreviasse il Signore i giorni non si salverebbe nessuna carne; ma a causa degli eletti che elesse abbrevierà i giorni. 21 E allora se qualcuno vi dice: Guarda qui è il Cristo, guarda è là, non credete. 22 Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e daranno segni e prodigi per ingannare, se possibile, gli eletti. 23 Voi però guardatevene bene: ho predetto a voi tutte le cose.
24 Ma in quei giorni dopo quella tribolazione il sole si oscurerà, e la luna non darà il suo splendore, 25 e gli astri saranno cadenti dal cielo, e le potenze nei cieli saranno scosse. 26 E allora vedranno il figlio dell’uomo veniente in nubi con molta potenza e gloria. 27 E allora invierà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. 28 Dal fico imparate la parabola. Quando già il suo ramo diventa tenero e germina la foglie, conoscete che l’estate è vicina; 29 così anche voi, quando vedrete queste cose accadenti, conoscete che è vicino sulle porte. 30 Amen dico a voi che non passerà affatto questa generazione prima che queste cose tutte avvengano. 31 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
32 Circa poi quel giorno o l’ora nessuno sa, né gli angeli in cielo né il Figlio, se non il Padre. 33 Guardate, vegliate; non conoscete infatti quando è il tempo. 34 Come un uomo partito per un viaggio, avendo lasciato la sua casa e dato ai suoi servi la potestà a ciascuno la sua opera ed al portinaio comandò di vigilare. 35 Vegliate dunque; non sapete infatti quando il padrone della casa verrà, o alla sera o a metà notte o al canto del gallo o al mattino, 36 affinchè giungendo all’improvviso non vi trovi dormienti. 37 Ciò che poi dico a voi lo dico a tutti: vegliate!
Ed essendo lui uscito dal tempio gli dice uno dei suoi discepoli: Maestro, guarda quali pietre e quali costruzioni!
Coloro che frequentano con Gesù la casa del Signore sono tentati di osservare ogni sua grandezza e magnificenza. E non è certo questa una prerogativa del popolo eletto; perché da sempre l’uomo, in ogni parte del mondo, ha cercato di erigere alla divinità tempi bellissimi e imponenti. E’una costante nella storia e non conosce sosta ed interruzione se non ai nostri tempi, dove il sentimento religioso si è notevolmente affievolito.
Gli Ebrei, piccolo popolo, hanno voluto innalzare a Javè un tempio unico che attestasse l’unicità del loro Dio. Il tempio di Gerusalemme era considerato una delle sette meraviglie del mondo e poteva ben gareggiare con le costruzioni delle grandi potenze dell’antichità. Ancor oggi molti cristiani vedono innanzitutto le chiese come scrigni preziosi di opere d’arte. Molto si dice e molto si fa per le chiese: più per le strutture in pietra che per l’edificio spirituale.
2 E Gesù gli disse: Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà affatto lasciata qui pietra su pietra che non sia distrutta.
L’entusiasmo e la meraviglia per tanto splendore materiale vengono subito raffreddati da Gesù. Ciò che appare sotto gli occhi ed è concretamente tangibile è destinato a perire. Non è questo il tempio di Dio che dura in eterno.
3 Ed essendo lui seduto sul monte degli Ulivi di fronte al tempio lo interrogava in disparte Pietro e Giacomo e Giovanni ed Andrea:
Le parole di Gesù sono già giunte alle orecchie dell’intero gruppo degli apostoli e hanno suscitato viva impressione ed un desiderio di intendere meglio e di saperne di più. E quando Gesù le spara grosse non è bene fare un pubblico interrogatorio, ma è meglio sia chiamato in disparte dai discepoli più stimati. Siano loro a fare delle domande, senza apparire indiscreti.
4 Di’ a noi:
Non perché siamo migliori dagli altri ma perché possiamo garantirti che nessun pettegolezzo uscirà dalla nostra bocca ed ogni cosa resterà in famiglia.
quando saranno queste cose e quale il segno quando staranno per compiersi tutte queste cose?
Se il tempio di Gerusalemme è destinato alla distruzione materiale, giova sapere quando avverrà tutto questo e quali segni premonitori saranno dati. Una cosa gli apostoli mettono subito in chiaro con Gesù: non sono spinti da banale curiosità, ma ben hanno compreso l’importanza e la serietà dell’evento che non può e non deve cogliere gli animi impreparati. E’ del tutto giustificato l’interesse per il quando e per i segni che saranno dati: i discepoli vogliono essere trovati pronti e non come coloro che dormono nel sonno della morte.
5 Allora Gesù cominciò a dire a loro: Guardate che qualcuno non vi inganni; 6 molti verranno nel mio nome dicendo: Io sono, e molti inganneranno.
Se i discepoli non vogliono trovarsi impreparati di fronte all’evento, prima ancora di sapere il quando, giova vengano istruiti riguardo ai modi e ai tempi dell’attesa. Molte insidie e pericoli ci separano dal grande giorno. Innanzitutto c’è l’inganno che viene dagli uomini. Perché molti verranno nel nome di Gesù, proclamando falsamente il nome di Dio. Nel momento stesso in cui affermano il nome di Dio (Io sono ), ecco, la loro trappola è già scattata e molti ne ha presi.
Una considerazione è d’obbligo: quando si parla di perdizione e di ciò che ad essa conduce, l’accento cade solitamente sul peccato dei singoli e sulla cultura e mentalità che ad esso conducono. Ma qui l’inganno primo è dipinto a vivi colori in carne ed ossa e porta il nome dell’uomo. Di quale uomo? Di colui che appare peccatore o al contrario di colui che appare come profeta dell’Altissimo? Come all’inizio così alla fine: Satana ingannerà gli uomini presentandosi come angelo di luce. Non c’è migliore modo di fare caccia che addormentare le prede con lusinghe e false adulazioni riguardo al bene. E tutto questo sarà fatto da uomini che parlano in nome di Dio. Prima ancora di premunirci contro coloro che bestemmiano il nome del Signore dobbiamo stare in guardia da coloro che parlano in Suo nome, vantando una conoscenza ed un’amicizia con Dio false ed ingannevoli. E’ un dato ed un fatto indiscutibili: l’inganno passa innanzitutto per bocca dell’uomo: e non si tratta di pochi o di alcuni, ma dei molti. Molti verranno… e molti inganneranno.
Non si deve pensare ad un modo di vedere alquanto malizioso nel confronto degli altri ( dei preti innanzitutto ) e neppure di un facile giudizio sulle masse: è parola di Gesù.
Possiamo anche credere nella buona fede di coloro che sono nella chiesa, nella loro sincerità ed onestà: non sembra che il Cristo sia così largo di manica.
7 Quando però udrete guerre e rumori di guerre, non turbatevi: è necessario accada, ma non sarà ancora la fine.
Dopo l’inganno portato avanti dal Satana nelle sembianze dell’uomo di Dio, ecco le conseguenze estreme e ben visibili del peccato. Cos’altro è la guerra se non il prodotto più alto, più concreto ed indiscutibile del peccato? Perché Gesù distingue tra l’udire guerre e rumori di guerre? Ci sono guerre già in atto ed altre il cui rumore è nell’aria. E’ una fatale necessità della storia, perché il peccato deve manifestarsi nelle sue forme estreme, non solo per bocca dei falsi profeti, ma anche per le mani dell’uomo. Non turbatevi! E come è possibile questo se non per chi ha intelligenza del peccato? Chi conosce l’uomo, a cominciare da se stesso, sa bene che non può finire diversamente, e che non ci sarà vittoria piena del bene sul male se non quando questo avrà portato al culmine l’opera sua. Ma quale più precisamente il tempo? Non ha importanza sapere quando: giova sapere che avverrà di necessità assoluta. Ma non sarà ancora la fine.
Il tempo della fine è già in atto: questo devi considerare! Cosa importa sapere quando si arriverà al culmine? Può darsi tu sia ancora in questa vita, può darsi che tu abbia già raggiunto vita eterna.
8 Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno, ci saranno terremoti in vari luoghi, ci saranno carestie:
Verrà meno ogni rapporto pacifico dell’uomo con l’uomo. Sarà scossa ogni stabilità di questo mondo e la terra non darà più i suoi frutti: nazione contro nazione, terra e natura contro ogni uomo. Nessuna amicizia sarà più trovata dalle creature di Dio, né con i propri simili e neppure con quel creato che è stato posto al suo servizio. E tutto questo non verrà all’improvviso, ma in un crescendo progressivo e necessario. Guerre, terremoti, carestie non sono un novità: la novità va trovata nell’aggravarsi della situazione e nella ineluttabilità della fine.
l’inizio delle doglie saranno queste cose.
In un quadro così drammatico e tragico, ecco uno spiraglio di luce in controtendenza con lo spirito del discorso. Perché da tutti è risaputo che ogni parto è preceduto non solo dalle doglie, ma anche da una grande attesa e da una speranza per l’uomo che verrà alla luce. Dobbiamo dunque rattristarci perché l’ora è vicina? Niente affatto! La vita nuova è alle porte. Se è sicura la fine di questo mondo, è altrettanto sicuro l’avvento di un altro. E’ già stato concepito e i segni di disfacimento dell’esistenza in atto, benché dolorosi, preannunciano la nascita ad altra vita.
9 Ma guardate a voi stessi:
La fine di questo tempo non ci vedrà semplicemente spettatori inermi e passivi, al contrario saremo testimoni in prima persona della vita nuova che è alle porte. Pensiamo dunque ai fatti nostri ed al nostro bene. E’ già in atto una grande chiamata dei figli di Dio, perché annuncino al mondo perduto la venuta di Cristo Salvatore. Ma non avverrà in maniera pacifica e senza spargimento di sangue.
vi consegneranno nei sinedri e nelle sinagoghe sarete percossi
Cosa accadrà innanzitutto ai discepoli? Saranno perseguitati dalla società, a cominciare da quella religiosa. Quando si parla di persecuzioni, il pensiero corre subito all’ostilità che i cristiani troveranno da parte dell’impero. In molti casi si arriverà alla violenza e alla soppressione fisica. Ma questo va visto piuttosto in quanto segue: e starete davanti a governatori e re a causa di me a testimonianza per loro.
Vi è innanzitutto una persecuzione che è fatta all’interno della comunità dei credenti e non necessariamente in forma aperta, ma più spesso in forma velata e nascosta. Cosa vuol dire essere consegnati nei sinedri? Vuol dire essere messi sotto osservazione dalla comunità dei fedeli, in quanto portatori di una speranza diversa e per questo sospetta e degna di indagine e di giudizio.
Non sempre si è cacciati fuori come eretici, più spesso si è tenuti all’interno come membri malati e degni di esame e correzione. E questa è una prova ed una grande sofferenza, quando la comunità tende ad escluderti dal suo grembo in quanto eccezione e modello negativo, da cui bisogna stare in guardia. Sotto le parvenze di una falsa carità vi è chiusura al dono di Dio.
L’eretico molte volte si trova in una posizione diversa: è lui che rigetta la chiesa e si fa suo giudice e la condanna alla perdizione. Non ogni giudizio degli uomini di chiesa va rigettato, ma soltanto quello che viene dal rifiuto di Cristo e dalla durezza di cuore di fronte all’opera dello Spirito Santo.
Si può essere perseguitati dalla chiesa a vario titolo: perché si fa il male e perché si fa il bene. Va rigettata come peccato e come una colpa ogni violenza fisica e psichica che si ponga contro la libertà di coscienza. Non si può andare oltre la condanna verbale e formale.
e nelle sinagoghe sarete percossi.
Va inteso innanzitutto in senso spirituale. Se è accaduto anche in senso materiale, il discorso deve essere circoscritto ad una certa epoca storica: oggi non sarebbe più attuale. Rimane e rimarrà fino alla fine l’emarginazione dei figli della luce da parte dei figli delle tenebre.
10 E a tutte le nazioni per primo è necessario annunciare la buona notizia.
In un quadro così desolante di totale distruzione ed annientamento di ogni forma di verità e giustizia, la Parola di Dio manifesta la sua necessaria priorità rispetto a tutto il resto. Tutto verrà meno, ma non deve venire meno l’annuncio della Parola. Solo in questo modo nelle tenebre del mondo potrà risplendere fino alla fine la luce che indica la via della salvezza.
Dio permetterà una simile desolazione, ma non lascerà l’umanità senza speranza e questa speranza passa attraverso le vie dell’annuncio del Vangelo.
11 E quando vi condurranno consegnandovi, non preoccupatevi di cosa dire, ma ciò che sarà a dato a voi in quell’ora questo dite; infatti non siete voi i parlanti ma lo Spirito Santo.
Dio stesso si farà garante della sua Parola per bocca degli apostoli. Perché non sarà l’uomo a parlare, ma lo Spirito Santo. L’annuncio del Vangelo interessa soprattutto il Signore e deve essere bandita dai suoi messaggeri ogni preoccupazione riguardo al cosa dire. Vi è una divina ispirazione della Parola che esce dalla bocca degli apostoli che non può essere messa in discussione. Nessuna premeditazione o costruzione artificiosa del pensiero per trascinare nell’inganno, ma la semplice ripetizione di ciò che viene messo sulla bocca da Dio stesso.
12 E il fratello consegnerà a morte il fratello ed il padre il figlio e sorgeranno i figli contro i genitori e li faranno morire; e sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma l’avente resistito fino alla fine questi sarà salvato.
La Parola che è data da Dio per radunare intorno a Cristo Salvatore non farà alcuna violenza alla libertà creata. Perché se da un lato unirà per la vita eterna, dall’altro dividerà per la dannazione eterna. In una stessa famiglia si farà il giudizio dell’uno verso l’altro o degli uni verso gli altri: l’annuncio, che è vita, sarà inteso come un annuncio di morte e si prenderanno le dovute distanze ed i necessari provvedimenti. Non si dovrà arrivare necessariamente ad una soppressione fisica. Si consegna a morte l’altro e si fanno morire gli altri quando le speranze riguardo alla vita si trovano su piani diametralmente opposti e contrari.
e sarete odiati da tutti a causa del mio nome
Cosa devono dunque aspettarsi dagli altri i discepoli che annunciano il nome di Cristo? Una condanna a morte in famiglia e l’odio da parte di tutti.
ma l’avente resistito fino alla fine questi sarà salvato.
Non si giunge a salvezza senza perseveranza e non si arriva alla vittoria finale senza una costante e tenace resistenza. Perché il Satana farà guerra su tutti fronti, su quello interno ( famiglia ) e su quelli esterni ( tutti ).
14 Quando poi vedrete l’abominio della desolazione stare dove non bisogna,
Abominio della desolazione è l’idolo figura del Satana. Quando il Diavolo avrà messo piede nella stessa casa di Dio…
il leggente capisca,
Non c’è bisogno di tante spiegazioni: capisca chi legge quello che si vuole dire.
allora coloro che sono nella Giudea fuggano sui monti,
Coloro che si trovano nella terra che ha visto la salvezza, non scendano in basso, ma salgano ancora più in alto sui monti.
15 chi è sul tetto non scenda né entri a prendere qualcosa dalla sua casa,
Chi è trovato sulla parte più alta della sua casa, già proiettato verso il cielo, non venga giù né ritorni a prendere qualcosa dalla sua dimora terrena. Niente di questa vita porteremo in cielo e di nulla abbiamo bisogno per andare incontro al Signore se non della fede.
16 e chi è nel campo non ritorni indietro a prendere il suo mantello
Chi ormai è in campo o in ballo per la salvezza non torni indietro a prendere il suo vecchio mantello. Alla luce del Dio che viene non c’è nulla da coprire e da nascondere.
17 Guai alle donne aventi in ventre ed alle allattanti in quei giorni.
Guai alle donne che devono partorire a questa vita quando già si affaccia quella eterna. Così pure chi allatta vedrà strappato il frutto del suo grembo. Felici coloro che sono ormai liberi e sciolti dal travaglio e dalle aspettative di una generazione terrena!
18 Pregate affinché non venga d’inverno.
C’è un solo inverno che può cadere nello stesso tempo in tutte le parti del mondo: è quello del cuore. Preghiamo per non essere trovati spiritualmente impreparati e vestiti alla leggera in modo inadeguato.
19 Saranno infatti quei giorni una tribolazione quale non ci fu simile dall’inizio della creazione che Dio creò fino ad ora e non vi sarà affatto.
Se la vita fin dall’inizio è una continua tribolazione, l’ultima non avrà confronto o paragone.
20 E se non abbreviasse il Signore i giorni non si salverebbe nessuna carne;
Come può Dio abbreviare i giorni se non rafforzando il cuore dell’uomo? Il tempo è breve o lungo a seconda di come veniamo da esso trovati.
ma a causa degli eletti che elesse abbrevierà i giorni.
Per gli eletti i giorni della tribolazione saranno fatti brevi. Non per tutti dunque, ma soltanto per coloro che sono di Cristo. Per quelli che non credono ogni tribolazione appare senza fine. Quanto più l’ultima e la più grande!
21 E allora se qualcuno vi dice: Guarda qui è il Cristo, guarda è là, non credete.
Il tempo dell’attesa finale, benché fatto breve, non sarà senza inganno. Il Satana moltiplicherà le sue macchinazioni ed allora più che mai si rivestirà di luce. Non di un qualsiasi angelo, ma di quello che ha nome di Gesù Salvatore. E porrà il nome dell’Altissimo sulla bocca degli uomini perché s’ingannino l’un l’altro.
Attenti dunque a non rincorrere un Cristo a portata di mano ed alla vista di ognuno, creazione dell’uomo traviato dal Satana. Il moltiplicarsi di visioni e di visionari non è certo di buon auspicio. Peggio ancora quando molti ci vanno dietro e fanno propaganda.
22 Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e daranno segni e prodigi per ingannare, se possibile, gli eletti.
Non ci sono soltanto coloro che vedono il Cristo là dove non è, ci sono anche gli uomini che si fanno passare per Salvatori come Gesù o per profeti che parlano in Suo nome. E faranno segni e prodigi, per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti. Intendi rettamente: non è da reputare un assurdo l’inganno di chi è eletto; al contrario è una reale possibilità che va considerata seriamente. Fino alla venuta ultima del Figlio di Dio, Satana ha un potere su ogni uomo, anche su chi è nel novero dei redenti. Non c’è elezione che non debba essere custodita fino alla fine e salvata dalle insidie del Maligno. Se possibile, quando gli sarà permesso, il Diavolo ingannerà anche gli eletti.
23 Voi però guardatevene bene: ho predetto a voi tutte le cose.
Stato di massima allerta dunque per ognuno che crede: Gesù ci ha predetto chiaramente ogni cosa.
24 Ma in quei giorni dopo quella tribolazione il sole si oscurerà, e la luna non darà il suo splendore, 25 e gli astri saranno cadenti dal cielo, e le potenze nei cieli saranno scosse.
Prima dell’instaurazione di cieli nuovi e terra nuova ci sarà il disfacimento del mondo attuale ad opera non del Maligno, ma di Colui che ne è Signore e presiede ad ogni sua operazione.
Innanzitutto verrà meno la luce del sole che alimenta ogni vita creata, poi anche la luna perderà il suo splendore e gli astri fissi nella volta celeste cadranno e saranno sconvolte quelle potenze o forze che garantiscono la loro stabilità.
26 E allora vedranno il figlio dell’uomo veniente in nubi con molta potenza e gloria.
Dopo il crollo di questo mondo, ecco ogni carne vedrà il figlio di Dio, fattosi figlio dell’uomo che viene nelle nubi con molta potenza e gloria. Dopo l’ignominia della croce, ecco il volto vincitore di Cristo. Non sarà ancora la visione eterna, riservata agli eletti, ma la manifestazione terrena di una gloria e di una potenza che scendono dal cielo.
Vedranno soltanto coloro che saranno in quel tempo sulla terra? Ci sembra che la parola “vedranno”, senza soggetto, lasci intendere la totalità degli uomini, che spettatori diretti od indiretti della morte del Cristo, prima del giorno del giudizio finale vedranno il volto vittorioso e trionfante di Gesù e conosceranno la sua potenza sul mondo intero ed una gloria senza limiti o confini. Anche i dannati vedranno quale gloria, non con gli occhi dello Spirito, ma con gli occhi di quella carne nella cui luce hanno confidato. Dopo di questo ogni loro storia sarà finita e non avrà più importanza alcuna per Dio. Il futuro è soltanto per gli eletti.
27 E allora invierà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Saldato il conto con ogni carne, l’interesse del Figlio di Dio sarà soltanto per i suoi.
Dall’estremità della terra all’estremità del cielo, tutti saranno radunati. Ogni “vivente” sarà convocato “in unum” per diventare in Cristo un cuor solo ed un’anima sola. Coloro che già sono nella vita eterna non potranno conoscere la restaurazione finale di tutte le cose, se non quando sarà completato il numero degli eletti e ricomposto così nella sua interezza il corpo di Cristo.
28 Dal fico imparate la parabola. Quando già il suo ramo diventa tenero e germina la foglie, conoscete che l’estate è vicina; 29 così anche voi, quando vedrete queste cose accadenti, conoscete che è vicino sulle porte. 30 Amen dico a voi che non passerà affatto questa generazione prima che queste cose tutte avvengano.
Qual è questa generazione che non passerà affatto prima che avvengano tutte queste cose? Non una generazione in particolare tra le altre, ma quell’unica che è nata dal peccato di Adamo. La generazione di oggi ( questa ) è uguale alla generazione di ieri e a quella di domani. In altre parole, la fine del mondo vedrà ancora la terra abitata dai figli di Adamo. Una generazione diversa sarà fatta per un mondo diverso. Per tutto il tempo dell’esistenza umana si deve parlare di un’unica malvagia generazione.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Per confermare la veridicità di quanto detto Gesù aggiunge che la propria parola non conosce possibilità di cambiamento. Quel che è detto oggi vale per sempre. Quello che è profetizzato in un tempo si avvererà a suo tempo di necessità assoluta. La sorte finale dell’uomo è già realtà presso Dio. Nessuno pensi che qualcosa possa cambiare il disegno eterno di Dio: più semplicemente sarà portato a termine a tempo opportuno. Quale tempo? Non importa sapere il quando, ci basti sapere il come.
32 Circa poi quel giorno o l’ora nessuno sa, né gli angeli in cielo né il Figlio, se non il Padre.
Com’è possibile che neppure il Figlio conosca quel giorno? Si tratta evidentemente di un paradosso per significare che il Figlio ogni cosa ha rimesso nelle mani del Padre e niente vuol sapere se non quello che vuole il Padre.
33 Guardate, vegliate; non conoscete infatti quando è il tempo.
Come dobbiamo dunque aspettare l’ultima ora? Stando sempre in guardia dal Maligno e non lasciandoci prendere dal sonno.
34 Come un uomo partito per un viaggio, avendo lasciato la sua casa e dato ai suoi servi la potestà a ciascuno la sua opera ed al portinaio comandò di vigilare.
Chi è mai quest’uomo se non il Padre stesso? Dopo aver messo la propria dimora nel cuore dell’uomo, da esso ne è stato cacciato. Per questo ha dato ad ogni servo suo potestà sulla propria vita ed un’opera da compiere. La libertà donata da Dio all’uomo è frutto del rifiuto da parte di Adamo di una libera sottomissione al suo Creatore. Quando il padrone è lasciato fuori il servo diventa responsabile del proprio operato e verrà il giorno del rendiconto finale.
Una porta aperta all’opera del Maligno, non per questo si può dire incustodita. Il Padre non ci ha abbandonati a noi stessi, ma ha posto accanto a noi il Figlio suo perché custodisca i nostri passi, sia luce nelle tenebre, sentinella di fronte al nemico. Se noi vigiliamo, Cristo è vigile in noi. Vi è sulla terra una presenza preziosa che è quella del Figlio, senza il quale nessuna garanzia di perseveranza nella fede possiamo dare al Padre.
35 Vegliate dunque; non sapete infatti quando il padrone della casa verrà, o alla sera o a metà notte o al canto del gallo o al mattino, 36 affinchè giungendo all’improvviso non vi trovi dormienti.
Vegliamo dunque, in Cristo e per Cristo! Perché non sappiamo quando verrà il padrone della casa: non il giorno e neppure l’ora. Se non è noto il giorno della venuta è tuttavia certa la sua necessità.
Perché la vita è frutto di un furto e di uno scippo fatto al suo legittimo proprietario: prima o poi il padrone verrà a riprendersi ciò che gli appartiene e vorrà mettere in chiaro ogni cosa e ristabilire il proprio regno e trovare la giusta sistemazione e retribuzione per ogni creatura.
37 Ciò che poi dico a voi lo dico a tutti: vegliate!
Ciò che è detto agli apostoli è detto a tutti gli uomini: Vivete nell’attesa della restaurazione finale di tutte le cose: una vita non stabile prima o poi verrà ristabilita.
E non pensate che il problema possa interessare soltanto una generazione, ma è proprio di ogni generazione.
Vi preoccupate della venuta finale del Figlio dell’uomo? E non pensate che il giudizio di Dio è sempre alle porte? Chi può sfuggire alla propria morte e chi conosce quale momento?
Per il Figlio di Dio la sua venuta ultima può anche essere collocata in un futuro non conosciuto e non conoscibile, ma per quel che ci riguarda il giorno ultimo è sempre vicino.
Questo in definitiva giova sapere: la vita è breve ed improvvisa viene la sua rovina . State attaccati al Cristo e non ci sarà per voi alcun male, ma ogni bene.