Vangelo di Marco cap14

                                     Marco 14

Era la Pasqua e gli azzimi dopo due giorni. E cercavano i sommi sacerdoti e gli scribi come lui uccidere avendo preso con inganno;

2 dicevano infatti: Non nella festa, perché non ci sia tumulto di popolo.

3 Ed essendo lui in Betania nella casa di Simone il lebbroso, giacendo lui a mensa, venne una donna avente un vaso d’alabastro di unguento di nardo genuino molto costoso; avendo spezzato il vaso d’alabastro lo versò sulla sua testa. 4 Ma c’erano alcuni sdegnati fra loro; Per cosa è stato questo spreco di nardo?

5 Si poteva infatti vendere questo nardo a oltre trecento denari ed essere dati ai poveri. E fremevano contro di lei.

6 Allora Gesù disse: Lasciatela; perché le date fastidio? Una buona opera ha compiuto verso di me.

7 Infatti sempre avete con voi i poveri e quando volete potete fare a loro del bene, me però non sempre avete.

8 Ciò che poteva ha fatto: ha anticipato l’ungere il mio corpo per la imbalsamazione.

9 Amen dico a voi: dovunque venga annunciata la buona notizia nel mondo intero, anche ciò che lei ha fatto sarà raccontato in sua memoria.

10 E Giuda Iscariota, uno dei dodici, andò dai sommi sacerdoti per consegnarlo a loro.

11 Essi allora avendo udito si rallegrarono e gli promisero di dargli denaro; e cercava come opportunamente consegnarlo.

12 E il primo giorno degli azzimi, quando immolavano la pasqua, gli dicono i suoi discepoli: Dove vuoi essendo andati che prepariamo perché tu mangi la pasqua.

13 E invia due dei suoi discepoli e dice a loro: Andate in città, e verrà incontro a voi un uomo portante una brocca d’acqua; seguite lui

14 e dovunque entri dite al padrone di casa: Il maestro dice: dov’è la mia stanza dove mangi la pasqua con i miei discepoli?

15 Ed egli vi mostrerà una sala superiore grande arredata con tappeti pronta: e lì preparate per noi.

16 E uscirono i discepoli e vennero in città e trovarono come aveva detto a loro e prepararono la pasqua.

17 E fattasi sera viene con i dodici.

18 E stando essi giacenti a mensa e mangianti Gesù disse: Amen dico a voi che uno fra voi mi tradirà, il mangiante con me.

19 Incominciarono a rattristarsi e dire uno per uno: Forse che sono io?

20 Egli allora disse a loro: Uno dei dodici, l’intingente con me nel piatto.

21 Poiché certo il figlio dell’uomo se ne va come è scritto di lui, guai però a quell’uomo a causa del quale il figlio dell’uomo è consegnato: buon per lui se non fosse nato quell’uomo.

22 E mangianti loro avendo preso un pane e avendo benedetto spezzò e diede a loro e disse: Prendete, questo è il mio corpo.

23 E avendo preso il calice avendo reso grazie lo diede a loro, e bevvero da esso tutti.

24 E disse a loro: Questo è il mio sangue dell’alleanza versato per molti.

25 Amen dico a voi che non berrò mai più dal frutto della vite fino a quel giorno quando lo berrò nuovo nel regno di Dio.

26 E cantato l’inno uscirono verso il monte degli Ulivi.

27 E dice a loro Gesù: Tutti sarete scandalizzati, perché è scritto: Percuoterò il pastore, e le pecore saranno disperse. 28 Ma dopo essere risorto, vi precederò in Galilea.

29 Allora Pietro gli disse: Se anche tutti saranno scandalizzati, ma non io.

30 E dice a lui Gesù: Amen ti dico che tu oggi questa notte prima che il gallo canti due volte mi rinnegherai tre volte. 31 Ma egli oltremodo diceva: Se fosse a me necessario morire insieme a te, non ti rinnegherò affatto. Similmente poi anche tutti dicevano.

32 E vengono in un campo di cui il nome era Getsemani e dice ai suoi discepoli: Sedete qui finchè preghi.

33 E prende con sé Pietro e Giacomo e Giovanni con sé e cominciò ad essere spaventato e ad essere inquieto

34 e dice a loro: La mia anima è molto triste fino alla morte; rimanete qui e vegliate

35 Ed essendo andato innanzi un po’ si buttò a terra e pregava che se fosse possibile passasse da lui quell’ora,

36 e diceva: Abbà Padre, tutte le cose sono possibili a te: porta via questo calice da me; ma non ciò che io voglio ma ciò che tu vuoi.

37 E viene e li trova addormentati, e dice a Pietro: Simone, dormi? Non hai avuto la forza di vegliare una sola ora?

38 Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito certo è pronto, ma la carne è debole.

39 E di nuovo essendosi allontanato pregava dicendo la stessa parola.

40 E ancora essendo venuto li trovò dormienti; infatti i loro occhi erano appesantiti, e non sapevano cosa rispondergli. 41 E viene la terza volta e dice a loro: Dormite per il rimanente tempo e riposate. Basta : è venuta l’ora, ecco il figlio dell’uomo è consegnato nelle mani dei peccatori.

42 Alzatevi andiamo; ecco colui che mi consegna è vicino. 43 E subito mentre ancora lui parlava giunge Giuda uno dei dodici e con lui una folla con spade e bastoni da parte dei sommi sacerdoti e degli scribi e degli anziani.

44 Aveva dato poi colui che lo consegnava un segno convenuto a loro dicendo: Colui che bacerò, è lui, prendetelo e conducetelo in modo sicuro.

45 Ed essendo giunto subito essendosi avvicinato a lui dice: Rabbì, e lo baciò.

46 Essi allora gli misero addosso le mani e lo presero.

47 Ma uno dei presenti avendo estratto la spada colpì il servo del sommo sacerdote e recise il suo orecchio.

48 E rispondendo Gesù disse a loro: Come contro un brigante siete usciti con spade e bastoni ad arrestarmi?

49 Ogni giorno ero presso di voi insegnando nel tempio e non me avete preso; ma affinché si compissero le Scritture. 50 E avendolo abbandonato fuggirono tutti.

51 E un giovanetto lo seguiva avvolto di un lenzuolo sul nudo corpo, e lo prendono.

52 Egli però avendo abbandonato il lenzuolo nudo fuggì.

53 E condussero Gesù dal sommo sacerdote, e convengono tutti i sommi sacerdoti e gli anziani e gli scribi.

54 E Pietro da lontano lo seguì fin dentro nel cortile del sommo sacerdote e era sedente insieme con i servi e riscaldantesi presso il fuoco.

55 Ora i sommi sacerdoti e l’intero sinedrio cercavano contro Gesù una testimonianza per metterlo a morte, e non ne trovavano.

56 Molti infatti testimoniavano falsamente contro di lui e le testimonianze non erano concordi.

57 E alcuni essendosi alzati testimoniavano falsamente contro di lui dicendo:

58 Noi lo abbiamo udito che diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d’uomo ed in tre giorni edificherò un altro non fatto da mani d’uomo.

59 E neppure così la loro testimonianza era concorde.

60 Ed essendosi alzato il sommo sacerdote in mezzo interrogava Gesù dicendo: Non rispondi nulla? Cosa costoro testimoniano contro di te?

61 Ma egli taceva e non rispose nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogava e gli dice: Tu sei il Cristo il figlio del Benedetto?

62 Allora Gesù disse: Io sono! E vedrete il figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza e veniente con le nubi del cielo.

63 Allora il sommo sacerdote essendosi stracciate le sue vesti dice: Che bisogno abbiamo ancora di testimoni?

64 Avete udito la bestemmia; cosa vi sembra? Allora tutti lo condannarono di essere reo di morte.

65 E cominciarono alcuni a sputargli e a coprire il suo volto e a schiaffeggiarlo e a dirgli: Profetizza! Anche i servi lo prendevano a schiaffi.

66 Ed essendo Pietro giù in cortile viene una delle serve del sommo sacerdote

67 ed avendo visto Pietro che si riscaldava avendolo guardato in viso dice: Anche tu eri con il Nazareno Gesù.

68 Ma egli negò dicendo: non conosco né capisco cosa tu dici. Ed uscì fuori nell’atrio e il gallo cantò.

69 E la serva avendolo visto cominciò di nuovo a dire ai presenti: Questi è di loro.

70 Ma egli negò di nuovo. E dopo un po’ ancora i presenti dicevano a Pietro: Veramente sei di loro, e infatti sei Galileo.

71 Egli però cominciò a maledirsi e a giurare: Non conosco quest’uomo che dite.

72 E subito per la seconda volta il gallo cantò. E si ricordò Pietro della parola come gli aveva detto Gesù: Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte. Ed essendosi messo piangeva.

 

 

 

 

 

 

Era la Pasqua e gli azzimi dopo due giorni.

Si avvicina il giorno della grande festa, ma non tutti i cuori sono rivolti al Signore. C’è anche chi nutre  sentimenti di odio mortale verso il Figlio di Dio.

E cercavano i sommi sacerdoti e gli scribi come lui uccidere avendo preso con inganno;

Coloro che dovrebbero essere più vicini all’opera di salvezza portata dal Cristo, sono in realtà i più lontani. Non pensieri di pace e di riconciliazione con Dio, ma pensieri di omicidio e di inganno.

Bisogna far fuori Gesù in qualsiasi modo anche col ricorso all’inganno.

2 dicevano infatti: Non nella festa, perché non ci sia tumulto di popolo.

L’odio verso Cristo trova un freno ed una limitazione soltanto nel timore del popolo. L’uomo che è schiavo del Satana è schiavo anche dell’umore e del sentire delle masse. E’ incapace di scelte libere e responsabili, ma è agito da un Altro o dagli altri.

3 Ed essendo lui in Betania nella casa di Simone il lebbroso, 

Chi si sente in pericolo cerca un luogo di rifugio e gioca in difesa, ma niente e nessuno può far desistere il Figlio dall’opera Sua. Non c’è bisogno di andare a cercarlo chissà dove:  come al solito è trovato in compagnia dei più poveri.

giacendo lui a mensa venne una donna avente un vaso d’alabastro di unguento di nardo genuino molto costoso;

Scena di preparativi di guerra da un lato, scena di pace dall’altro. Desiderio di mettere a morte Gesù nei cuori dei sommi sacerdoti e degli scribi, desiderio di rendere omaggio alla Sua divinità da parte di una donna senza nome. Perché nessun uomo sarà ricordato in cielo per il nome che ha portato sulla terra, ma soltanto per ciò che ha fatto per Gesù, in vista della sua morte.

Nardo genuino molto costoso è ciò che abbiamo di più prezioso nella vita: onore, vanto, ragione dell’esistenza è tuttavia riposto in un fragile contenitore che si può facilmente spezzare. Ed è proprio la consapevolezza di una ricchezza precaria che spinge questa donna a fare dono a Gesù del bene più grande che possiede. Perché tutto ciò che è versato in Cristo e per Cristo diventerà caparra per l’eterna salvezza. Vuoi tenere per te ciò che possiedi di più prezioso? Ti sarà tolto. Spendilo per Cristo e avrai parte all’eredità dei figli di Dio.

avendo spezzato il vaso d’alabastro lo versò sulla sua testa.

Niente di più irreversibile del gesto dello spezzare. Ciò che è spezzato non è più com’era prima e neppure può essere ripreso, ma diventa caparra  per il regno dei cieli. Così è assicurata la vita eterna: quando l’acquisto precede il dono. E non è approvato chi spende per il frutto che ancora non si vede in offerta. C’è un frutto che è tenuto in considerazione dall’uomo, c’è un frutto che viene disprezzato. Perché è degno di stima colui che spende il bene più prezioso della propria vita per un servizio ai bisognosi. I poveri ogni giorno cadono sotto i nostri occhi e ben si vedono i frutti di ciò che è dato per loro. Ma quando si tratta di spendere tutto come anticipo per la salvezza portata dal Cristo, chi potrebbe approvare?

4 Ma c’erano alcuni sdegnati fra loro; Per cosa è stato questo spreco di nardo?

Suscita sdegno l’uomo che versa sul capo di Gesù il profumo della propria fede: è un amore sbagliato che si è volto in una direzione sbagliata. Non può esserci immediatezza nel rapporto con Dio, ma soltanto la mediazione che passa per le vie dell’amore al prossimo. Così è vanificato il primo e più grande comandamento, quando lo si identifica col secondo, eliminando dalla vita della creatura il suo essere  per Dio e davanti a Dio. Bisogna innanzitutto spendersi per il bene del prossimo? No, bisogna innanzitutto porre la propria vita nel Figlio di Dio. Non importa se dobbiamo spezzarla. Nessun profumo di santità potrà mai uscire da un’esistenza che non si faccia a pezzi per amore di Cristo.

5 Si poteva infatti vendere questo nardo a oltre trecento denari ed essere dati ai poveri.

Troppe bocche di verità sentenziano sulla vita del giusto. Anche quando c’è il dono estremo, la santità è vista altrove, non dov’è, ma dove dovrebbe essere. Chi parla in questo modo neppure un unghia darebbe né per amore di Dio né per amore del prossimo.

E fremevano contro di lei.

Ciò che ha il sigillo della verità non può lasciare indifferenti. Fosse stata opera di un matto nessuno si sarebbe sdegnato tanto. Ma quando c’è di mezzo una fede autentica, la belva che è nell’uomo freme minacciosa.

6 Allora Gesù disse: Lasciatela; perché le date fastidio?

Se l’uomo disapprova, Gesù dà il proprio assenso. Non i santi si devono perseguitare, ma i demoni che albergano nei nostri cuori. Se qualcuno deve essere imbrigliato ed infastidito è il Satana che dimora in noi.

Una buona opera ha compiuto verso di me.

Importa ed ha valore innanzitutto ciò che è fatto nei confronti di Cristo.

7 Infatti sempre avete con voi i poveri e quando volete potete fare a loro del bene, me però non sempre avete.

Non è disapprovato ciò che si fa per amore dei poveri. Ma bisogna distinguere un amore normale da un amore eccezionale, un amore che è dato fin dall’inizio dei tempi ed un amore che si manifesta solo alla fine dei tempi. I poveri sono sempre con noi: Cristo non sempre è in mezzo a noi. Si può programmare il quando ed il come e quantificare l’offerta ai poveri: li troveremo sempre ed ovunque. Ma in quanto a Cristo bisogna prenderlo allorchè si fa presente. Non portare il confronto con Lui sul piano deviante dell’amore al prossimo. Si può desiderare l’amore  per gli uomini e respingere il Figlio di Dio.

8 Ciò che poteva ha fatto:

Qual è questa potenza del fare? Quella della fede che entra in anticipo nel mistero della morte di Gesù.

ha anticipato l’ungere il mio corpo per la imbalsamazione.

I segni della morte sono ben visibili nella vita di Cristo,  quelli della resurrezione molto meno. Non credi nella resurrezione di Gesù? Rendi onore alla sua morte, ad una vita donata per te. Non entra nel mistero del Cristo risorto colui che non spezza la propria vita per rendere onore alla Sua morte. Nella morte è il segno dell’amore di Dio, nella resurrezione il segno della sua potenza. Nessuna potenza del Signore sarà mai manifestata all’uomo se non a colui che ha accolto il Suo amore.

9 Amen dico a voi: dovunque venga annunciata la buona notizia nel mondo intero, anche ciò che lei ha fatto sarà raccontato in sua memoria.

Colei che ha riservato a Gesù un trattamento speciale  in vista della sua morte vivrà per sempre nella memoria dell’uomo in virtù dell’annuncio del Vangelo. Ovunque si annuncerà la buona notizia sarà pure raccontato ciò che questa donna ha fatto per Cristo… in sua memoria, perché questo è il modello della vera fede, quando si spezza la propria vita per rendere onore a Colui che per primo ha spezzato la Sua per noi. 

10 E Giuda Iscariota, uno dei dodici, andò dai sommi sacerdoti per consegnarlo a loro.

Introduzione brusca ed improvvisa della figura di Giuda Iscariota. Finora l’apostolo se n’è stato quieto, quieto nell’ombra, fino alla consumazione del proprio peccato. Perché un voltafaccia così repentino ed una rottura così radicale con Gesù? C’è un nesso ed un rapporto di causa ed effetto con il gesto della donna e l’elogio di Cristo? Giuda finalmente prende la “grande decisione” perché finalmente ha capito dove va a finire la storia di Gesù: sulla nuda croce. E quale consolazione se non le lacrime e l’estrema unzione di qualche pia donna? C’è poco da stare allegri ed è meglio venirne fuori al più presto, per il proprio bene e per quello degli altri.

Eppure nessuno ha amore più grande di colui che dona la vita per i propri fratelli. Chi cerca l’amore vero lo ha trovato e ad esso si è attaccato. Non importa se si va verso un destino di morte. E quale uomo non è destinato alla morte? Importa incontrare l’amato del  cuore. Giuda evidentemente non sa cosa farsene dell’ amore di un crocifisso. Non cerca innanzitutto la manifestazione dell’amore di Dio, ma la manifestazione della Sua potenza. E così come non vuol comprendere l’amore di Gesù neppure potrà vedere quale potenza nella sua resurrezione da morte. Accogli l’amore di Gesù crocifisso e vedrai nella fede anche la sua resurrezione.

11 Essi allora avendo udito si rallegrarono

Non c’è gioia più perversa: quando ci si rallegra perché finalmente si può far fuori Cristo.

e gli promisero di dargli denaro;

Se c’è qualcosa di sporco, in una maniera o nell’altra il denaro fa la sua parte. Con il denaro si può comprare anche la morte di Gesù.

e cercava come opportunamente consegnarlo.

Anche le persone più semplici possono diventare professioniste del crimine, quando hanno deciso di consegnare Gesù ai suoi nemici.

12 E il primo giorno degli azzimi, quando immolavano la pasqua, gli dicono i suoi discepoli: Dove vuoi essendo andati che prepariamo perché tu mangi la pasqua.

Nell’imminenza della grande festa gli apostoli si danno da fare perché tutto sia pronto conforme alla volontà del Gesù. E non è casuale, ma è un segno della grazia divina, che si affermi nei loro cuori la centralità del ruolo di Cristo nella celebrazione della Pasqua. Sembra che lui solo debba mangiare, perché lui solo offrirà il sacrificio a Dio Padre. Non sarà una pasqua come tutte le altre, ma l’unica vera pasqua in cui sarà immolato l’ agnello che  toglie i peccati del mondo.

13 E invia due dei suoi discepoli e dice a loro:

E’ affermata dallo stesso Gesù una pasqua da Lui voluta e preparata.

Andate in città, e verrà incontro a voi un uomo portante una brocca d’acqua; seguite lui 14 e dovunque entri dite al padrone di casa: Il maestro dice: dov’è la mia stanza dove mangi la pasqua con i miei discepoli?

Vi è un eterno disegno del cielo ed un cammino già preparato da un Altro. Non importa comprendere dove si va a finire: giova obbedire e percorrere la strada  tracciata, per mangiare la pasqua con Gesù.

15 Ed egli vi mostrerà una sala superiore grande arredata con tappeti pronta: e lì preparate per noi.

Per preparare i cuori alla grande festa bisogna innalzarsi ad un livello superiore che non è quello della carne e del sangue ed entrare nella grande comunità degli eletti, con tappeti pronta, fatta bella dai doni del Signore e già pronta alla venuta del Salvatore.

16 E uscirono i discepoli e vennero in città e trovarono come aveva detto a loro e prepararono la pasqua.

Si esce per obbedire alla Parola e si viene al luogo della salvezza e tutto è trovato conforme a quanto detto. Non c’è altra preparazione alla pasqua che dia frutto.

17 E fattasi sera viene con i dodici.

Siamo al tramonto della vita vecchia e già si vive l’imminenza di quella nuova. E’ il momento più difficile e delicato, perché non ci sarà nuova luce senza l’affermazione ultima delle vecchie tenebre. Quando il buio si fa vicino meglio trovarsi ed essere trovati accanto a Gesù.

18 E stando essi giacenti a mensa e mangianti Gesù disse: Amen dico a voi che uno fra voi mi tradirà, il mangiante con me.

Niente di più bello che giacere a mensa con il maestro. Ma proprio sul più bello il Satana scatena tutta la sua ira contro Gesù. E non per mano di un uomo qualsiasi, ma per mano di uno che mangia con il Salvatore.

19 Incominciarono a rattristarsi e dire uno per uno: Forse che sono io?

Tristezza salutare e gradita al Signore, quando si avverte la debolezza della propria fede e l’incertezza di una sequela sempre aperta alla possibilità dell’abbandono.

20 Egli allora disse a loro: Uno dei dodici, l’intingente con me nel piatto.

Nessun nome è fatto da Gesù: non ha importanza alcuna. Quel che è triste e va rilevato è che si tratta di uno dei dodici eletti dal Signore. Non uno dei lontani dunque, ma uno dei più vicini, di quelli che giacciono alla mensa di Cristo.

21 Poiché certo il figlio dell’uomo se ne va come è scritto di lui, guai però a quell’uomo a causa del quale il figlio dell’uomo è consegnato: buon per lui se non fosse nato quell’uomo.

E’ necessario che il figlio dell’uomo se ne vada da questo mondo, così come di Lui è scritto. Ma questo non libera dalla colpa colui che lo consegna alla morte. Guai a quell’uomo! E’ l’unica vera disgrazia in cui si può incorrere: possibilità sempre aperta per ogni creatura, neppure viene presa in considerazione dai molti. Se l’esito della vita è questo, meglio non nascere!

22 E mangianti loro avendo preso un pane e avendo benedetto spezzò e diede a loro e disse:

Prendete, questo è il mio corpo.

Istituzione della Eucaristia descritta con grande sobrietà di parole da Marco. Gli apostoli stanno mangiando con il cuore oppresso per l’annuncio dell’imminente tradimento. In mezzo a tanta tristezza Cristo alza al cielo la benedizione  e porta la speranza e getta fra i discepoli un seme di vita eterna. Colui che spezza come una pane la propria vita lo fa per nutrire i suoi con un cibo divino.

23 E avendo preso il calice avendo reso grazie lo diede a loro, e bevvero da esso tutti. 24 E disse a loro: Questo è il mio sangue dell’alleanza versato per molti.

C’è bisogno per la vita eterna di un cibo celeste e c’è pure bisogno di una bevanda celeste. Pane e vino non possono stare l’uno senza l’altro: sono uniti in un unico rito e distribuiti in un’unica mensa.

Stupisce una così grande parsimonia di parole. Nulla è detto e nulla è aggiunto che possa in qualche modo spiegare o rendere ragione dell’Eucaristia. Eppure si tratta del mistero più discusso e diversamente interpretato. Sarà un caso o per una ragion veduta che Marco dice così poco? A cosa portano tante discussioni e sottili ragionamenti? Accogliamo prontamente il dono di Gesù: il resto non giova alla vita eterna. Che tu comprenda tanto o poco, non cambia nulla. Non è l’intelligenza dell’uomo che fa crescere il dono di Dio, ma è il dono di Dio che fa crescere la nostra intelligenza.  Fai quello che Gesù ti dice, e avrai il tuo nutrimento spirituale.

25 Amen dico a voi che non berrò mai più dal frutto della vite fino a quel giorno quando lo berrò nuovo nel regno di Dio.

Profezia della morte e resurrezione: non per tornare a bere il vino che dà la gioia agli uomini di questo mondo, ma per bere in eterno nel regno dei cieli un vino d’eterna felicità.

26 E cantato l’inno uscirono verso il monte degli Ulivi.

La comunità si muove  salda e compatta, ma ancora per poco. Viene l’ora della prova e della dispersione.

27 E dice a loro Gesù: Tutti sarete scandalizzati, perché è scritto: Percuoterò il pastore, e le pecore saranno disperse.

A volte si deve dire anche quello che fa dispiacere e portare tristezza alle persone che ci vogliono bene. Non c’è profezia della croce da parte di Gesù che non trovi il suo contrappeso nell’annuncio di una gioia e di una vittoria finale.

28 Ma dopo essere risorto, vi precederò in Galilea.

Nessuna esplicita parola riguardo alla morte e annuncio di una resurrezione, per così dire, scontata.

La morte non può fermare il Figlio Dio e neppure la sua opera di salvezza. Colui che è stato motivo di dispersione sarà araldo ed l’artefice della riunione di tutti gli eletti, in Galilea, sulla via delle genti, incontro a tutti coloro che vogliono entrare nella nuova chiesa.

29 Allora Pietro gli disse: Se anche tutti saranno scandalizzati, ma non io.

Di fronte alla prospettiva di un abbandono c’è sempre chi si sente ferito nel proprio orgoglio di discepolo del Salvatore. Non è una sparata di quelle grosse, ma amore sincero verso Cristo che fa rabbrividire all’idea del tradimento.

Eppure non c’è attaccamento così grande a Gesù che possa reggere alla violenza del Satana. Una fede giovane conosce l’impeto del proprio entusiasmo, non ancora la propria fragilità e l’ impotenza di fronte al Diavolo. Quando la favola è bella non può finire. Ma deve essere rotto l’incantesimo di una giustizia e di una santità che non ci appartengono. E’ necessario che tutti conoscano il proprio tradimento, per conoscere la misericordia e la potenza di Cristo risorto: diversamente non ci sarà sequela, ma un vano andare senza luce e senza grazia.

30 E dice a lui Gesù: Amen ti dico che tu oggi questa notte prima che il gallo canti due volte mi rinnegherai tre volte.

Se l’uomo presume di conoscere se stesso, Cristo lo conosce molto meglio. Possiamo ben strillare e cantare a tutti la nostra fede, non possiamo darla da bere a Gesù. Il Salvatore è venuto per colui che è destinato alla perdizione: non c’è eccezione neppure fra gli eletti della prima ora. Non si fa in tempo a sentire un canto di vittoria che, ecco, il tradimento è già consumato. Il peccato ci precorre sempre ed ovunque.

31 Ma egli oltremodo diceva: Se fosse a me necessario morire insieme a te, non ti rinnegherò affatto. Similmente poi anche tutti dicevano.

Non deve stupire una simile perseveranza nella convinzione della propria giustizia: non è solo di Pietro, ma anche di tutti gli altri. In tutti deve essere demolita e smentita la fede nella propria capacità di sequela.

32 E vengono in un campo di cui il nome era Getsemani e dice ai suoi discepoli: Sedete qui finchè preghi.

Vi è una sola preghiera efficace e gradita al Padre: è quella del Figlio. E cosa devono fare allora quelli che sono di Cristo? Sedere, cioè dimorare saldamente in tutto ciò che Gesù fa e dice per compiacere al Padre. Gesù che ci dice di lasciarlo fare da solo è quello stesso che ci chiede di non lasciarlo solo. E’ Lui l’autore della salvezza: noi non possiamo essergli di aiuto, ma possiamo stargli vicino. La vicinanza a Gesù segna il punto preciso della nostra vicinanza o lontananza dalla vita eterna. E non è detto che tutti possano capire ed intendere. Interessa innanzitutto quelli che sono alla Sua sequela. Siedano dove vogliono gli uomini di questo mondo e tutti quelli che cercano di arrivare a Dio attraverso altre vie, tu stai attaccato al tuo Cristo. Gesù vuole te e parla a te.

33 E prende con sé Pietro e Giacomo e Giovanni con sé

Di rimanere solo nel momento della prova Gesù non vuole proprio saperne. Dapprima prende con sé quasi di forza Pietro e Giacomo, ma poi anche Giovanni, perché almeno i suoi prediletti gli siano di conforto.

e cominciò ad essere spaventato e ad essere inquieto

Se proprio in quel frangente cominciò ad essere spaventato ed inquieto ciò vuol dire che si tratta di stati d’animo insoliti per Gesù e mai sperimentati fino a quel momento. Di fronte alla prospettiva della morte il Figlio di Dio si mostra in tutto e per tutto simile ad ogni figlio dell’uomo.

E non si vergogna di mostrarsi ai suoi discepoli così com’è, in tutta la propria fragilità, addirittura confessa a loro ogni angoscia.

34 e dice a loro: La mia anima è molto triste fino alla morte;

L’anima non può sfuggire all’angoscia che le viene dal pensiero della morte. Quando l’ora è sicura vorrebbe addirittura morire anzitempo, balzando direttamente dalla vita alla morte, senza passare attraverso la profonda tristezza che è posta di mezzo. La morte in molti casi è vista come una liberazione dal travaglio che introduce in essa. Morte come fine del dolore dunque? O morte come inizio della vita? Meglio la seconda prospettiva… ma non è poi così facile, neppure per Gesù.

rimanete qui e vegliate

Quale uomo non vorrebbe essere accompagnato dall’amore terreno fino al termine ultimo del grande e terribile passaggio? E può essere che qualcuno sia con noi fino al momento estremo, ma giunta l’ora dobbiamo andare avanti da soli. Sarà magari un passo molto breve, ma sempre ed in ogni caso la morte ci vede soli davanti a Dio.

35 Ed essendo andato innanzi un po’ si buttò a terra

E’ il momento ultimo quando tutti dobbiamo prendere consapevolezza che soli dobbiamo comparire davanti al Padre. Ed allora è meglio buttarsi a terra in atteggiamento supplice, perché nessun uomo può gloriarsi davanti al Signore.

Neppure Gesù presume di se stesso: potrebbe farlo come Figlio di Dio, gli è impedito come figlio dell’uomo.

e pregava che se fosse possibile passasse da lui quell’ora,

Preghiera assurda ed incomprensibile in Colui che tutto opera per la nostra salvezza. Adesso che l’antica promessa sta per giungere a conclusione Gesù chiede al Padre che gli sia concessa un’inversione di marcia. Instabilità, precarietà ed incertezza dell’amore divino o condivisione in tutto e per tutto della natura umana? Gesù non può salvare l’uomo scavalcando la natura creata, ma deve passare attraverso di essa, portandone non solo il travaglio, ma anche le indecisioni e le incoerenze.

Ma se dell’uomo non ci si può fidare, perché viene meno anche all’ultimo istante, come fidarsi di Gesù Figlio dell’uomo? Perché il Figlio dell’uomo è anche Figlio di Dio e proprio in virtù della grazia divina ottiene sicura vittoria sulla morte.

36 e diceva: Abbà Padre, tutte le cose sono possibili a te: porta via questo calice da me; ma non ciò che io voglio ma ciò che tu vuoi.

Prima in Gesù parla l’uomo, poi parla Dio ed è Dio che dice la parola ultima e definitiva. Certo tutto è possibile al Padre e per la fede in questa infinita potenza Gesù potrebbe anche essere liberato dal travaglio che è in atto. Ma come si compirebbe allora in Gesù la volontà del Padre? Dove e a quando la manifestazione dell’amore infinito di Dio, che dopo aver sacrificato tutto e tutti per la nostra salvezza, da ultimo sacrifica il Figlio suo?

37 E viene e li trova addormentati,

Non c’è soluzione più infruttuosa che tornare dall’uomo dopo che ci si è rivolti a Dio. Se è difficile accettare la volontà del Padre, non val certo la pena di cercare quel conforto umano da cui ci si era staccati. Cosa trova Gesù allorchè fa un passo indietro sulla terra? Dei discepoli addormentati. E’ questo l’esito di ogni ricerca dell’uomo. Anche quando si tratta dei più fedeli e dei più fidati, nel migliore dei casi li trovi che dormono sonni profondi.

Ma chi non farebbe un richiamo, almeno a chi è stato messo a capo?

e dice a Pietro: Simone, dormi?

Colui che conosce il cuore dell’uomo può forse fare il meravigliato di fronte alla debolezza degli apostoli? Un atteggiamento meravigliato è il modo migliore per rendere i piccoli consapevoli del proprio stato di debolezza ed impotenza.

Non hai avuto la forza di vegliare una sola ora?

Sei così fiacco e a terra che neppure un’ora hai potuto vegliare con il tuo Salvatore?

L’uomo non può mettersi alla pari con Gesù: non per questo deve rinunciare ad ogni sforzo e sacrificio. Nonostante il peccato d’origine, ci è lasciato un briciolo di buona volontà, almeno per pregare un po’. Se non possiamo dare il più, diamo il meno, se non siamo in grado di fare l’impossibile, facciamo almeno il possibile. Non è tolta all’uomo la possibilità di innalzare al cielo la preghiera a Dio Padre. Il Signore potrebbe essere pago anche di una sola ora al giorno. Ma chi di noi quotidianamente dà un simile tempo alla preghiera?

Chi pensa di cavarsela con qualche segno di croce e con invocazioni occasionali, non è molto in sintonia con il pensare di Gesù.

38 Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione.

Gesù rimprovera i suoi perché neppure un’ora hanno potuto vegliare con Lui. Ma ci vuole ben altro che un po’ di preghiera! Bisogna entrare nello spirito della preghiera perenne, fissare il pensiero in Dio e non lasciare più spazio al Maligno. E a questo punto certamente è già intervenuto Gesù e ci è venuto in soccorso con la sua grazia. Ma bisogna comprendere, desiderare, chiedere tutto questo.

Dobbiamo prendere coscienza del nostro stato, di ciò che possiamo fare con le nostre forze, di un necessario impossibile che soltanto Gesù rende possibile.

Lo spirito certo è pronto, ma la carne è debole.

E’ un dato di fatto ed un verità che è fuori discussione: da un lato c’è lo spirito che è sempre pronto ad intervenire per il nostro bene, dall’altro c’è la  carne, ovvero la nostra anima segnata dal peccato, che è debole. Debole rispetto all’obbedienza e alla sottomissione a Dio, forte e prepotente nel modo in cui si impone all’uomo,  spinta dal Maligno alla rottura definitiva con il Creatore.

Dove deve pendere la nostra volontà? Dalla parte fondata direttamente in Dio e da Lui insufflata in noi o dalla parte di colei che, creata da Dio a propria immagine e somiglianza, si è resa poi autonoma ed indipendente dal Creatore? Deve farsi obbediente allo spirito o all’anima che è in noi?

La nostra libertà si colloca dunque nel mezzo tra un’anima traviata e sedotta dal Satana e una potenza divina che tramite la sua voce vuole riportarci all’amore del Padre. Posta nel mezzo, dunque assolutamente autonoma nelle sue scelte? Non è propriamente così. Perduto lo stato originario in cui  la libertà è guidata ed illuminata dal Creatore tramite la Sua Parola, tale libertà è caduta nelle morse del Satana che opera in un senso decisamente contrario: non per la vita eterna, ma per la dannazione eterna. Una libertà fondata ed illuminata da Dio è ora scippata ed illuminata dal Satana. Non ha perso il proprio fondamento e non è ancora diventata un diavolo, ma ha perso la propria luce ed ha cambiato la propria guida. Non si deve parlare di due volontà, una buona ed una cattiva, ma di una volontà fondata nel bene che si lascia guidare dal Male. L’uomo è malvagio perché nell’ascolto del Satana fa il male, ma non è stato staccato dal proprio fondamento divino. Rimane in lui quel soffio dello Spirito Santo che si fa ancora avvertire in ogni coscienza e che Gesù è venuto a liberare perché diventi in noi pienezza di vita: non un debole respiro, ma circolazione piena di ossigeno per tutto il nostro corpo.

Da un lato dunque, l’uomo non è libero, ma schiavo del peccato, dall’altro lato in quanto richiamato, ripreso da Dio, è in grado di fare un’inversione di marcia per aprirsi all’opera di salvezza portata dal Cristo.

Il problema del libero o servo arbitrio che tanto ha appassionato e diviso le menti è mal posto.

Perché nella creatura non può esistere libertà  assoluta, ciò posta in se stessa ed autofondantesi, ma soltanto una libertà creata ed in quanto tale fondata e legata all’operare del Creatore. Non con legami assoluti, altrimenti non si potrebbe parlare di libertà, ma con legami, che benché creati saldi, per volontà di Dio, l’uomo può tuttavia stringere sempre di più fino a diventare figlio di Dio, a perfetta immagine dell’unico eterno Figlio, oppure può allentare e sciogliere al punto che si rende in lui udibile la voce del Maligno, fino alla forma estrema della seduzione e dell’allontanamento.

E’ sempre l’unica e medesima libertà ad operare, ma può cambiare il suo operato perché e’ cambiata la sua scelta.

La libertà creata ed originata dal peccato di Adamo è una libertà posta in condizione diversa rispetto a quella originale. In Eden Adamo può scegliere senza condizionamento alcuno, ma semplicemente seguendo il Logos eterno che gli è dato come guida, ora può scegliere Dio soltanto passando attraverso l’esperienza di un male che è schiavitù al Satana.

Diventato malvagio, l’uomo fa e vuole il male, ma può ancora volere Colui che è bene.

Il Logos, che è Cristo, è dapprima una semplice proposta di vita; rifiutato e perso in Adamo continua ad operare nella fede come speranza di recupero del Bene perduto. La speranza è fortificata dalla promessa di Dio, la promessa diventa realtà con l’incarnazione del Figlio. Benché Adamo abbia allontanato Cristo da se stesso, Cristo non si è mai allontanato dall’uomo ma è rimasto vigile ed attento al suo cuore, in attesa di una conversione e di un ritorno all’ Amore.

E’ per questo che la fede di Abramo non poteva andare delusa; Gesù non aspettava altro e un altro. In Abramo l’ eterno disegno d’amore di Dio ha trovato il suo primo spazio d’ingresso, per allargarsi a tutto Israele e da Israele a tutte le genti. L’Antico Testamento è pieno della presenza del Cristo: una presenza nascosta e velata ma sempre viva ed operante. Venuta la pienezza dei tempi l’ eterno Logos, celato nel patto antico, si rende visibile assumendo la forma della carne, per manifestare la pienezza dell’amore divino attraverso la sua morte e la sua potenza attraverso la resurrezione. Perché tutto questo? Perché quell’alito o spiraglio di vita che è lo Spirito Santo non rimanga soffocato nell’uomo dal peccato di Adamo, ma in virtù del sacrificio del Figlio diventi un vento impetuoso che scaccia via ogni male e riempie l’uomo di un respiro di vita eterna.

Lo Spirito è reso soltanto per amore, non in quanto a noi dovuto. L’uomo per amore di se stesso ha messo a morte il Figlio, autore e perfezionatore della vita eterna, il Figlio per  amore di noi tutti ha messo a morte se stesso, perché fosse infranto il muro che ci separa dallo Spirito Santo: Spirito del Padre e Spirito del Figlio, dal Padre in noi insufflato, dal Figlio in noi effuso nella sua pienezza.

39 E di nuovo essendosi allontanato pregava dicendo la stessa parola.

Quale parola ripeteva Gesù? Che lo spirito è pronto, ma la carne è debole.

Di questo dobbiamo innanzitutto prendere coscienza. Dio non ha mai smesso di volerci bene e a nessun uomo è tolto completamente lo spirito. Ma ora è venuto il tempo opportuno, quello ottimale, in cui l’amore di Dio si manifesta in forma estrema. Lo Spirito non è semplicemente un debole alito, ma come un uragano vuol irrompere e soffiare in modo travolgente nella nostra vita. Tanto grande è questa forza che può sradicarci da ogni male e sollevarci direttamente al cielo.

Una grande potenza vuol riversarsi sulla terra, ma è trattenuta da un’anima debole nella propria volontà di bene.

Non è questo il momento più opportuno per pregare, quando prendiamo coscienza che un grande dono sta per essere vanificato da un’anima debole nel bene, perché fattasi potente nel male?

Un atto di volontà rispetto all’eterno Bene, può essere da Dio rafforzato, riportato e rifondato in Lui grazie alla reiterazione della preghiera che è invocazione di salvezza, nell’umile confessione di un’anima consapevole della propria impotenza a ben operare per la vita eterna.

40 E ancora essendo venuto li trovò dormienti; infatti i loro occhi erano appesantiti, e non sapevano cosa rispondergli.

Non c’è ombra di dubbio: il Signore può rifare la verifica infinite volte, ma l’esito è sempre quello: l’uomo vive in sonno profondo che lo rende impotente ad operare. Neppure riesce a tenere un po’ aperti  gli occhi per avere un barlume di luce. La vista è chiusa dal peso del peccato  e muta è la  lingua ogni qualvolta deve dare una risposta a Dio.

41 E viene la terza volta e dice a loro: Dormite per il rimanente tempo e riposate. Basta :

Il Signore che più volte è venuto nei profeti per sollecitare i suoi figli alla vigilanza ed alla perseveranza, alla fine nulla più si aspetta da loro. Dorma pure l’uomo nel suo sonno di morte e riposi da ogni fatica per la salvezza. Basta con le sollecitazioni, i castighi, gli inutili rimproveri.

E’ venuto il tempo di operare in maniera diversa e di usare l’ultima risorsa.

è venuta l’ora, ecco il figlio dell’uomo è consegnato nelle mani dei peccatori.

Quale ora è venuta? Un’ora in cui dar fondo ad ogni risorsa, non consegnando più nelle mani dei peccatori i figli terreni, ma l’eterno Figlio. Così è stabilito da sempre nei cieli.

Colui che è senza peccato, allorché si fa figlio dell’uomo, assume il peccato dell’intera umanità e si consegna a tutti e ad ognuno, non di propria iniziativa ma conforme alla volontà del Padre.

Perché Gesù è a noi consegnato e non più semplicemente dato o donato?

E’a noi donato ciò che è a noi gradito; ma nessun gradimento del Figlio si è trovato nell’uomo. E allora cosa può fare Dio di fronte al rifiuto del Salvatore? O passa direttamente al giudizio eterno o  consegna nelle mani dell’uomo il Cristo, il grande reietto delle nazioni, non come colui che toglie la vita, ma come colui sacrifica la propria vita per i molti.

Niente e nessuno può fermare la follia deicida dell’uomo, se non il Figlio stesso, offrendosi spontaneamente nelle mani dei peccatori. Per essere innanzitutto accolto? No, ma per essere innanzitutto messo a morte. Non un qualsiasi amore, ma soltanto quello che si lascia crocifiggere può diventare fonte di salvezza. Dopo il sacrificio del Cristo l’uomo sarà costretto a considerare in maniera diversa il suo rapporto con il Figlio. Non ci è stato dato per impedirci la vita eterna, ma come unica via di salvezza. Nella sua Parola da sempre è l’amore, nel suo sacrificio la manifestazione visibile e tangibile di questo amore.

42 Alzatevi andiamo; ecco colui che mi consegna è vicino.

Se solo Cristo può alzarsi, cioè risorgere per andare al Padre, perché l’invito ai discepoli?

Perché devono vedere con i propri occhi e toccare con mano, ed essere testimoni del quando e del come è venuta la salvezza.

Anche i discepoli avranno, come tutti, la loro responsabilità nella morte del Cristo. Ciò che li rende fin d’ora diversi è il loro coinvolgimento e il loro modo di essere compartecipi, di vedere, di comprendere, di fare proprio il sacrificio del Figlio.

Quale diversità fra la vicinanza di Giuda e quella degli altri apostoli?

Giuda non ha più occhi per vedere, non è semplicemente trascinato dal Satana, è lui stesso un trascinatore ed un promotore di morte. Quelli che sono rimasti con Gesù, nulla possono contro la forza del Maligno, ma comprendono ed accolgono l’amore del Figlio e sono fatti degni di vita nuova.

43 E subito mentre ancora lui parlava

Prontezza del Cristo, prontezza dei suoi discepoli, ma anche prontezza del Diavolo e di tutti coloro che l’ascoltano.

giunge Giuda uno dei dodici e con lui una folla con spade e bastoni da parte dei sommi sacerdoti e degli scribi e degli anziani.

Chi è il capobanda? Giuda, uno dei dodici, che dopo aver ascoltato la parola di Gesù ora rompe con essa in maniera drastica. Non ascolta e non lascia che altri ascoltino: bisogna chiudere al più presto la bocca al Figlio di Dio e per non fallire nell’intento è opportuno portare con sé una masnada di persone senza volto e senza nome, ma ben armate con spade e bastoni. Dove è stata reclutata una simile folla? Basta passare dalla parte del diavolo e andare da quelli che lo servono che anche il più debole ed insignificante degli uomini può diventare potente nel male.

E l’aiuto più grande viene proprio da coloro che contano: ministri del culto, uomini di cultura, anziani riescono sempre a mobilitare la massa, che non ha testa propria per pensare e per giudicare. A sporcarsi le mani sono sempre gli ultimi della combriccola, i primi mandano avanti e stanno nascosti, per non compromettere la propria immagine.

44 Aveva dato poi colui che lo consegnava un segno convenuto a loro dicendo: Colui che bacerò, è lui, prendetelo e conducetelo in modo sicuro.

Un apparato di forze tanto grande fa pensare ad un’operazione tutt’altro che semplice e di sicura riuscita. Per questo bisognava rassicurare il gruppo e dare un segno che rendesse tutti tranquilli. Cosa c’è di più rassicurante di un nemico che si lascia baciare da colui che viene per portarlo via?

Se sei sicuro che Gesù non opporrà resistenza, perché Giuda vieni con tanta folla e con tante armi?

L’ira rende folli e ciechi. Anche quando Gesù è già in trappola, mille precauzioni vanno prese perché non sfugga alla presa e sia portato via in modo sicuro.

45 Ed essendo giunto subito essendosi avvicinato a lui dice: Rabbì, e lo baciò.

Tutto viene fatto in maniera tempestiva e determinata, senza incertezze ed esitazioni. La via del rinnegamento è più agevole e più rapida di quella della conversione.

Subito si giunge a Gesù e si va a lui vicino e la parola beffarda e bugiarda simula l’amicizia e la stima di un tempo ed è accompagnata da un gesto d’amore. Un bacio dato da un uomo ad un altro uomo non è mai segno di un rapporto tiepido.

E così la falsità raggiunge la sua massima espressione e neppure è accompagnata da un’ombra di vergogna nei confronti di coloro che vedono e sanno.

46 Essi allora gli misero addosso le mani e lo presero.

Come lupi rapaci allungano le loro zampe e tengono fermo Gesù in proprio potere.

Mettere finalmente le mani addosso al proprio Salvatore e tenerlo ben saldo in modo che non possa sfuggire è gioia di pochi. Quando invece la gioia è dei molti e dei tanti, allora la salvezza va alla rovescia.

47 Ma uno dei presenti avendo estratto la spada colpì il servo del sommo sacerdote e recise il suo orecchio.

Di fronte a tanta falsità e malvagità nessuna reazione positiva da parte dell’uomo. Soltanto uno dei presenti, di cui non è riportato il nome, osa andare contro corrente. Ma più di tanto non riesce a fare e colpisce di striscio un servo mandato dal sommo sacerdote.

Rifletti se qui è raffigurata la schiavitù alla Legge antica che per la prima volta è ferita nella sua capacità di portare all’ascolto, non da Gesù, ma da un suo discepolo. E tutto questo quando la Legge vuol riaffermare pienamente se stessa, mettendo a morte chi la mette in discussione.

48 E rispondendo Gesù disse a loro: Come contro un brigante siete usciti con spade e bastoni ad arrestarmi?

Una sortita così improvvisa e violenta merita un commento. Bisogna rompere il silenzio di un’omertà così grande. Si vuol fare tutto nell’ombra e senza proferire parola?

Si risponde in maniera sbagliata all’operare ed al parlare di Gesù.

49 Ogni giorno ero presso di voi insegnando nel tempio e non mi avete preso;

Non c’era bisogno di agire al buio, in una notte concertata: tutti i giorni Gesù ha insegnato nel tempio, alla portata di tutti, ma nessuno l’ha preso, né per farlo proprio né per farlo fuori.

Dall’indifferenza più grande ad un odio mortale. Cosa nasconde un simile comportamento? E’ frutto della folle bizzarria dell’uomo che vuol farsi artefice della storia o c’è qualcosa di più e di diverso?

ma affinché si compissero le Scritture.

Non la volontà dell’uomo, ma la parola di Dio è sovrana della storia. Tutto previsto e tutto riassorbito in un eterno progetto d’amore. Pensate di spezzare il disegno di Dio? Al contrario, date via libera al suo adempimento.

50 E avendolo abbandonato fuggirono tutti.

Il Figlio dell’uomo è abbandonato da tutti, per essere lodato ed esaltato da tutte le genti come unico autore della salvezza.

51 E un giovanetto lo seguiva avvolto di un lenzuolo sul nudo corpo, e lo prendono. 52 Egli però avendo abbandonato il lenzuolo nudo fuggì.

Presenza misteriosa e densa di significato. Qualcuno ha tentato di dare un volto ed un nome a questo giovane. L’intento dell’Evangelista va decisamente in senso contrario. Non importa sapere chi è, importa sapere che c’è.

Questo ragazzo è immagine di  una  fede giovane, quella dei Gentili, che già è pronta a seguire Gesù. Prima del sacrificio del Cristo vive nascosta e camuffata agli occhi di Israele. Ed è proprio la volontà deicida degli ebrei che mettendola a nudo, la mette in moto. Riesce a sfuggire alla sentenza di morte dei Giudei e prende le distanze da essi, non per rinnegare Cristo, bensì per seguirlo con veste nuova dopo la sua resurrezione.

53 E condussero Gesù dal sommo sacerdote,

I crimini religiosi, vanno portati davanti ai capi religiosi: non c’è giudizio più vero e rassicurante.

e convengono tutti i sommi sacerdoti e gli anziani e gli scribi.

Questa volta ci sono veramente tutti;  nel momento della condanna decisiva nessuno manca all’appello, neppure i mandanti.

54 E Pietro da lontano lo seguì fin dentro nel cortile del sommo sacerdote

Pietro è l’unico che ha il coraggio di seguire Gesù, ma da lontano e non oltre i limiti consentiti dalla Legge.

e era sedente insieme con i servi e riscaldantesi presso il fuoco.

Meglio fare nulla che possa attirare l’attenzione e stare seduti e quieti a riscaldarsi nella notte, in mezzo a  tutti coloro che a questo mondo non contano e a cui nessuno dà peso.

55 Ora i sommi sacerdoti e l’intero sinedrio cercavano contro Gesù una testimonianza per metterlo a morte, e non ne trovavano.

Non interessa sapere chi sia realmente Gesù e fare un esame approfondito. Quando non c’è volontà di ascolto della verità, l’unico approccio è quello del giudizio. Un giudizio il cui responso può essere soltanto quello di una condanna. Non ci sono prove che giustificano il nostro rifiuto di Gesù?

Si cercano in tutti i modi. Ma una testimonianza vera che sia contro la verità è impossibile trovarla.

56 Molti infatti testimoniavano falsamente contro di lui e le testimonianze non erano concordi.

Riguardo a Cristo ci sono molti falsi testimoni, ma le bugie, come si sa, hanno le gambe corte e si manifestano da sole per la loro incongruenza.

Le testimonianze vere, in quanto cercano la Verità, partono da punti di vista direzionalmente diversi e,  se pur lontani, alla fine convergono verso l’ unica e medesima Verità, le testimonianza false, in quanto vogliono la propria la verità, partono da punti di vista direzionalmente uguali ed identici e, se pur vicini, alla fine si dimostrano divergenti. La verità ha un solo volto ed è quello di Cristo, la menzogna ha tanti volti, quanti sono i demoni.  

57 E alcuni essendosi alzati testimoniavano falsamente contro di lui dicendo: 58 Noi lo abbiamo udito che diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d’uomo ed in tre giorni edificherò un altro non fatto da mani d’uomo.

Come superare le evidenti contraddizioni di testimonianze false?

C’è un solo modo, mettersi d’accordo prima e concordare le parole di menzogna.

Testimonianze di persone diverse che si esprimono in un’ unica e medesima parola, dimostrano anch’esse la propria menzogna. La verità è una sola, ma di Essa si dà testimonianza con la diversità della propria parola.

59 E neppure così la loro testimonianza era concorde.

Perché dicevano la medesima cosa con un’unica e medesima parola.

Testimonianze concordi sono quelle che  affermano la stessa cosa, ma da punti di vista e di ascolto diversi, che sono quelli dei singoli.

60 Ed essendosi alzato il sommo sacerdote in mezzo interrogava Gesù dicendo: Non rispondi nulla? Cosa costoro testimoniano contro di te?

Testimoni che si alzano in piedi, sono assai poco credibili riguardo alla loro sincerità. Ancora peggio quando si alza in piedi colui che deve giudicare.

E’ un atto di forza che manifesta l’infondatezza della testimonianza da una parte,  un giudizio interessato dall’altra.

E’ evidente che non importa dare un giudizio obiettivo su quello che ha fatto Gesù, più semplicemente si vuole fare violenza alla sua persona.

Quando le testimonianze sono false, ed il giudizio è già fatto in partenza, che senso ha parlare?

61 Ma egli taceva e non rispose nulla.

Il silenzio è l’unica risposta adeguata.

Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogava e gli dice:

Persiste il silenzio di Gesù, continua l’interrogatorio. Ma ora c’è la svolta decisiva. Appurato che non c’è possibilità alcuna di trovare Gesù in fallo nell’opera e nella parola, non resta che mettere in discussione la sua identità. Una persona che mente riguardo ad essa, solo per questo non è degno di credibilità alcuna.

Tu sei il Cristo il figlio del Benedetto?

Gesù è attaccato nel cuore e non può lasciare spazio a dubbi o a fraintendimenti riguardo al senso della sua figliolanza. Perché figli di Dio, in un certo senso lo siamo tutti, ma uno solo è l’eterno Figlio. E se i dubbi riguardano proprio questo, allora tutti devono avere le idee chiare.

62 Allora Gesù disse: Io sono!

Risponde Gesù proclamando il nome di Dio, per affermare che il Figlio porta il nome del Padre: non sono due realtà diverse.

Non è una battuta di spirito né folle presunzione di chi vuole esaltare se stesso, ma è la pura e semplice verità e se l’uomo vuol tenerla nascosta, non così Dio Padre, il quale alla fine dei tempi a tutti manifesterà la potenza del Figlio suo, anche ai reprobi e ai dannati.

E vedrete il figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza e veniente con le nubi del cielo. Soltanto gli eletti conosceranno l’amore misericordioso di Cristo Salvatore, tutti conosceranno la potenza di Colui che siede nei cieli, alla destra del Padre

63 Allora il sommo sacerdote essendosi stracciate le sue vesti dice:

E’ talmente grave quanto detto da Gesù che il sommo sacerdote può anche fare ciò che in nessun caso gli sarebbe concesso di fare: stracciare quelle vesti che sono simbolo di un’autorità riconosciuta dal cielo. Ma in questo evidentemente vi è un segno profetico. Il sacerdozio mosaico allorché rigetta Cristo mostra a tutti la propria nudità ed indegnità.

Che bisogno abbiamo ancora di testimoni?

Riguardo al Cristo non c’è bisogno di testimone alcuno: è lo Spirito stesso del Padre che testimonia in Lui e per Lui. C’è una sola testimonianza che vale: ed è quella che il Figlio dà a se stesso in virtù dello Spirito. Ma quando il cuore è duro e non vuol comprendere anche la testimonianza più preziosa che è data dal cielo è considerata un’infamia.

64 Avete udito la bestemmia; cosa vi sembra?

La condanna di Cristo è indiscutibilmente fondata in quanto avvalorata dalla testimonianza dei più. Finalmente tutti hanno udito la bestemmia di Gesù. Qualcuno può forse mettere in dubbio?

Allora tutti lo condannarono di essere reo di morte.

Il Figlio di Dio è condannato a morte non da alcuni o dai più, ma da tutti. In questi tutti possiamo ben starci anche noi.

65 E cominciarono alcuni a sputargli e a coprire il suo volto e a schiaffeggiarlo e a dirgli: Profetizza!

Non basta aver condannato, per saziare la malvagità del proprio cuore, è lecito dileggiare il Cristo con ogni infamia ed offesa a cominciare dagli sputi.

E’ la forma più grave di scherno in uso tra gli uomini: la più rara, ma anche la più cattiva, il massimo della non considerazione.

In Gesù è condannato tutto il disegno della salvezza che viene dal cielo. Non solo il Cristo, Figlio di Dio, ma anche gli antichi profeti, ridotti ad indovini.

Anche i servi lo prendevano a schiaffi.

Quando si è presi a schiaffi anche da coloro che nulla contano a questo mondo, allora si è proprio toccato il fondo dell’umiliazione. Di solito tra gli ultimi e gli emarginati si crea spirito di solidarietà e di comprensione. Neanche i servi accolgono Cristo nel loro novero, ma lo prendono a sberle. E a questo punto si può veramente dire che non c’è posto per Gesù tra gli uomini, non tra i primi neppure tra gli ultimi. Il rifiuto vede l’umanità colpevole nella sua totalità.

66 Ed essendo Pietro giù in cortile viene una delle serve del sommo sacerdote 67 ed avendo visto Pietro che si riscaldava avendolo guardato in viso dice: Anche tu eri con il Nazareno Gesù.

Pietro non ha ancora toccato il fondo della propria debolezza ed impotenza di fronte ad una testimonianza che pure è richiesta ad ogni uomo: quanto più a colui che sarà capo della chiesa!

Ha rinnegato il Cristo davanti a uomini che non hanno alcun potere a questo mondo, ora deve accettare il confronto con una serva, una di quelle che sbatte le cose in faccia e non te le manda a dire. Non così certamente nei confronti dei suoi padroni e di chi è in autorità, ma soltanto verso chi è un perdente. Grande umiliazione per Pietro! Ferito nel proprio orgoglio dovrebbe rispondere a tono per difendere la propria dignità di uomo che segue la giustizia divina. Anche di fronte ad una donna di nessun conto, che punge con insistenza, l’apostolo si dimostra senza fegato e privo di coraggio.

68 Ma egli negò dicendo: non conosco né capisco cosa tu dici.

Nega Pietro di essere un discepolo di Cristo: peggio ancora afferma di essere all’oscuro di quanto si va discorrendo. Non solo non conosce Gesù, ma neppure comprende di che cosa si stia parlando. Non ci poteva essere figura più meschina e scappatoia più infelice. Chi può definirsi all’oscuro di quello che è sulla bocca di tutti?

Ed uscì fuori nell’atrio e il gallo cantò.

Esce fuori Pietro per sfuggire il confronto con l’uomo, ma non può sfuggire il confronto con Dio. Non vuoi essere un testimone di verità? Fai finta di non sapere e di non comprendere? Allora ascolta il rimprovero di Dio. Non vuoi sentire? Te le canta nelle orecchie, anche se cerchi un punto lontano.

69 E la serva avendolo visto cominciò di nuovo a dire ai presenti: Questi è di loro.

La certezza di una testimonianza vera e fondata dà coraggio e fa diventare insistente e tenace anche una semplice donna. E questo dovrebbe essere un richiamo ed un ammonimento per lo stesso Pietro. In quanto alla testimonianza  una serva senza volto ha più ardire del capo degli apostoli.

70 Ma egli negò di nuovo.

Non avverte Pietro quanti richiami gli stanno venendo dal Signore. Nega di nuovo, non soltanto di essere uno molto vicino a Gesù  ( anche tu eri con il nazareno Gesù ), ma di essere semplicemente uno del gruppo.

E dopo un po’ ancora i presenti dicevano a Pietro: Veramente sei di loro, e infatti sei Galileo.

Non è ancora finito lo strazio per il povero Pietro. Dopo un po’ arriva la testimonianza di tutti i presenti. Se la testimonianza dell’uno non vale, come si può negare quella dei molti, quando un unico coro ed un'unica voce si leva contro di te? Non si tratta di una testimonianza diretta, di chi ha visto, ma è pur sempre  vera, perché fondata e provata è la congettura. “Infatti sei Galileo”.

71 Egli però cominciò a maledirsi e a giurare: Non conosco quest’uomo che dite.

Non c’è orchestra più triste e più squallida, quando si ode un uomo augurare a se stesso ogni maledizione dal cielo e  giurare, per accreditare la propria parola. Perché Pietro maledici la vita che è dono di Dio, e giuri contro la Sua Legge? Per concludere nel modo peggiore che non conosci quel Gesù che è sulla bocca di tutti? Il mondo in bene o in male ne parla, e tu affermi nel modo più abbietto e riprovevole che neppure lo conosci? Non poteva Gesù scegliere un testimone peggiore.

72 E subito per la seconda volta il gallo cantò.

Insistente richiamo alla verità dalla terra, ancor più insistente dal cielo. Questa volta Pietro finalmente si ravvede.

E si ricordò Pietro della parola come gli aveva detto Gesù: Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte.

Non c’è parola di Dio entrata nel deposito del nostro cuore che prima o poi non venga richiamata alla memoria e manifesti con ciò la sua potenza di pentimento e conversione.

Ed essendosi messo piangeva.

Che cosa si è messo a fare Pietro? Non è detto, ma si intende facilmente. Finalmente si è messo in una situazione di ascolto della Parola. Quale l’esito dell’ascolto? Un pianto dirotto senza interruzione. Non pianse semplicemente, ma continuò a piangere, perché non c’è altro modo di accompagnare il nostro tradimento a Gesù se non con un pianto continuo, almeno fino a quando sarà convertito nella gioia e nel sorriso di chi incontra il  perdono che viene dal cielo.

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