20 - Salmo 118 di Sacy

salmo 118

Aleph

1 Beati gli immacolati nella via, che

camminano nella legge del Signore.

2 Beati quelli che scrutano le sue

testimonianze: con tutto il cuore lo cercheranno.

3 Non certo gli operatori di iniquità hanno

camminato nelle sue vie.

4 Tu hai prescritto di custodire

i tuoi comandamenti con ardore.

5 Oh, siano dirette le mie vie

a custodire i tuoi decreti;

6 allora non sarò confuso, se

terrò lo sguardo rivolto a tutti i tuoi comandamenti.

7 Ti confesserò con rettitudine

di cuore per il fatto che ho appreso

i giudizi della tua giustizia;

8 custodirò i tuoi decreti: non abbandonarmi per sempre

Beati gli immacolati nella via,

che camminano nella legge del Signore.

2 Beati quelli che scrutano le sue testimonianze,

con tutto il loro cuore lo cercheranno.

3 Non certo gli operatori di iniquità

hanno camminato nelle sue vie.

C’è  una sola via in cui si abbia motivo di sperare di essere immacolati: un’altra via, per quanto gradita l’uomo, non può mai renderlo puro. Non solo non lo fa beato, ma al contrario lo guida alla sua rovina. Per camminare in questa via bisogna conoscere e penetrarne lo spirito e l’essenza. Ora dal momento che bisogna camminare in essa per andare a Dio, per ben conoscerla conviene cercare Dio con tutto il proprio cuore, poiché se non abbiamo che un languido desiderio di andare a lui, non ci daremo gran pensiero di bene comprendere i suoi precetti. Quelli che commettono l’iniquità dice il profeta, non devono illudersi di camminare nelle vie di Dio; poiché queste vie altro non sono che i suoi precetti a cui si oppone l’iniquità, essendone la trasgressione. Dimostriamo dunque a Dio il sincero amore che gli portiamo con una grande avversione ad ogni peccato.

4 Tu hai prescritto che i tuoi comandamenti

siano custoditi con ardore.

Ordinandoci, o Signore, di custodire diligentemente i tuoi precetti ci dai una delle più grandi testimonianze del tuo amore e del desiderio che hai di renderci felici, poiché tutta la nostra felicità consiste nell’obbedirti. La spaventosa sciagura in cui precipitano coloro che non ti obbediscono ci deve convincere dell’utilità di  così salutari precetti. Quanto più ti amiamo tanto più siamo fedeli all’osservanza di questi comandamenti. E come sarà dunque rigoroso un precetto che ci obbliga di amarti con ardore?

5 Oh,  siano dirette le mie vie

a custodire i tuoi precetti!

Quanto più mi farai conoscere, o mio Dio, che io devo osservare la tua legge, tanto più sentirò la mia infermità e l’impotenza in cui mi trovo per osservarla da solo. Lungi dunque da me questo spirito di orgoglio che mi farebbe presumere delle mie proprie forze per osservare la tua legge. Da te io devo aspettare e a te devo chiedere il potere di adempiere quello che mi comandi. Rinforza dunque i miei passi perché io sono infermo. Conducimi e regola tu stesso tutte le mie vie, poiché senza di te io troverò motivi di corruzione in tutte le creature ed occasioni continue di caduta. Affinché io osservi dei precetti, sorgente di giustizia, è necessario che tu stesso diventi la mia guida per condurmi in tutte le tue vie.

6 Allora non sarò confuso,

quando avrò fissato lo sguardo su tutti i tuoi comandamenti.

Quale  orribile motivo di confusione per l’anima mia, che, presentandosi dinanzi a Dio, riconoscerà, ma troppo tardi, che tutte le sue azioni non hanno avuto come norma la volontà del suo Creatore che l’avrebbe resa felice, ma la sua propria corruzione, che l’ha precipitata in una eterna sciagura! Fa’ dunque, o Signore, che tutti i tuoi comandamenti siano sempre come uno specchio esposto davanti ai nostri occhi, per scoprirci i nostri difetti. Fa’ che noi abbiamo una vera intelligenza di questi comandamenti e che mentre scorgeremo in essi la nostra miseria, vi vediamo pure una somma bellezza  che meriti tutto il nostro amore.

7 Ti confesserò con rettitudine di cuore,

quando avrò appreso i giudizi della tua giustizia.

Chi crede di aver acquistato la conoscenza della Scrittura, senza lodare per questo Dio con maggiore umiltà e senza amarlo con più fervore, non è in grado di dire con il profeta: io ti loderò Dio mio con la rettitudine del mio cuore, perché avrò imparato i tuoi precetti pieni di giustizia. Manifestamente appare che egli non conosce la giustizia che accompagna tutti i precetti, tutti i giudizi della volontà di Dio, o che almeno egli non ha di essi tutta la conoscenza che ne dovrebbe avere. Se l’avesse sarebbe, certamente, più umile e più grato a colui che non gli ha dato tali comandamenti se non per renderlo più giusto e più santo.

8 Custodirò i tuoi precetti;

non abbandonarmi fino in fondo.

Sono deciso o mio Dio ad osservare i tuoi precetti, di cui tu mi hai fatto conoscere la giustizia mediante una conoscenza accompagnata da amore. Questa mi porta ad umiliarmi dinanzi a te, a lodarti come l’autore della rettitudine del mio cuore, a ringraziarti continuamente. Accresci, se ti piace, con la tua grazia e fa crescere sempre più in me una tale risoluzione, poiché quanto più io sto sicuro appoggiandomi al tuo braccio invincibile, altrettanto ho motivo di temere, se considero la mia debolezza. Se talvolta tu mi abbandoni, Dio mio, affinché io avverta meglio il mio nulla senza il tuo soccorso, sia questo per un effetto della tua misericordia e non della tua ira.

Beth

9 In che modo correggerà il

giovane la sua via? Custodendo le tue parole.

10 Con tutto il mio cuore

ti ho cercato: non allontanarmi dai tuoi comandamenti.

11 Nel  mio cuore ho nascosto le

tue parole per non peccare contro di te.

12 Benedetto sei tu Signore: insegnami i tuoi  decreti!

13 Con le mie labbra ho proclamato

tutti i giudizi della tua bocca.

14 Nella via delle tue testimonianze

ho trovato diletto così come in tutte le ricchezze.

15 Mi eserciterò nei tuoi comandamenti e

considererò le tue vie.

16 Mediterò sui tuoi decreti non dimenticherò le tue parole.

9 In che modo il giovane correggerà la sua via?

Custodendo le tue parole.

Dal momento che con la trasgressione del precetto del nostro Dio l’uomo è caduto nella corruzione che lo fa gemere, egli non potrebbe raddrizzare la sua via nè applicarsi con profitto alla correzione dei suoi costumi se non osservando i suoi precetti e custodendo le sue parole, che sono per lui parole di salvezza e di vita. Considerando dunque il profeta i gravi pericoli a cui siamo esposti e l’importanza di pensare per tempo al ravvedimento, sembra rivolgersi a Dio per chiedere, come al medico supremo delle anime, con quale rimedio potrà il giovane correggere la sua condotta, ovvero la sua vita. E come se Dio gli avesse dato questo consiglio nella preghiera risponde subito a se stesso: Osservando, cioè adempiendo i tuoi detti. Nella divina parola si trovano tutti i rimedi alle piaghe delle anime. Ed è buona sorte volgersi a cercarli in gioventù prima che il cuore sia stato guastato dal peccato e prima che l’abito del vizio abbia formato delle catene, che poi difficilmente si spezzano e con molta fatica.

10 Con tutto il mio cuore ti ho cercato;

non respingermi lontano dai tuoi comandamenti.

Fa’  Signore, che noi ti cerchiamo con tutto il nostro cuore, poiché tutto il cuore dell’uomo deve amarti, essendo interamente tuo. Se, secondo il senso letterale della Volgata, Davide ti chiede che tu non lo rigetti perché ti ha cercato con tutto il suo cuore, meritano dunque di essere rigettati coloro che non ti cercano con tutto il cuore. Deh, che io ti cerchi, Signore, con tutto il mio cuore e che io ami unicamente te! Che non mi tiri addosso con un cuore doppio ed ipocrita la sciagura di essere rigettato! Che io non mi renda indegno della tua assistenza, senza cui non potrei adempiere i tuoi comandamenti!

11 Nel mio cuore ho nascosto le tue parole,

per non peccare contro di te.

La tua parola è come un seme divino che germoglierà stando nascosto nell’intimo del mio cuore, purché questo sia preparato come quel buon terreno che dà frutto alla sua stagione e che rende il centuplo. Io devo nascondere questa parola come un grande tesoro non per renderla inutile, imitando il pessimo esempio del servo da te condannato nel Vangelo, ma per conservarla meglio, non vista dai ladri e per moltiplicarla con una santa usura ai tuoi occhi. Il tuo regno è dentro di noi e qui bisogna innanzitutto che noi ci applichiamo per piacerti; qui devono mettere profonde radici le tue parole, affinché essendo confermati nel cuore non pecchiamo, non solo esteriormente e davanti agli uomini  ma neppure dinanzi ai tuoi occhi.

12 Benedetto sei tu, Signore,

insegnami i tuoi decreti.

Il profeta non chiede a Dio una semplice conoscenza, poiché si capisce che già l’aveva, avendo poco anzi detto che aveva imparato i suoi giudizi pieni di giustizia ed aveva nascosto nell’intimo del suo cuore le sue parole. Chiede egli dunque non tanto la grazia dell’istruzione, quanto quella dell’unzione; domanda a Dio che gli insegni mediante l’interiore infusione del suo spirito a mettere in pratica tali precetti pieni di giustizia e a diventare sempre più giusto col praticarli, poiché si possono essi propriamente chiamare una sorgente di giustificazione, essendo mezzi efficacissimi, di cui si serve il Signore per giustificare i peccatori e per accrescere la giustizia dei giusti.

13 Con le mie labbra ho annunciato

tutti i giudizi della tua bocca.

Il profeta, ammaestrato da Dio in virtù della interiore unzione dello Spirito, per un effetto della sua ardente carità comunica quello che ha imparato da lui. Per questo egli apre le sue labbra, dopo che è stato riempito il suo cuore, per annunciare e far conoscere a tutti gli uomini i precetti prescritti dalla bocca del Signore. È questo un vaso che essendo pieno versa parte della sua abbondanza; è un fuoco che si è acceso dentro e sparge al di fuori le sue fiamme; ma egli non annuncia che i precetti usciti dalla bocca del Signore, cioè quelli che gli è piaciuto rivelare  con la sua parola per l’istruzione e per l’alimento dei nostri cuori.

14 Nella via delle tue testimonianze ho trovato diletto,

come in ogni ricchezza.

Molti si compiacciono della parola di Dio finché vedono in essa verità luminose piene di sapienza, ma non vi trovano più la stessa dolcezza quando la considerano come la regola che devono seguire; cioè amando le leggi della verità non amano la via di queste leggi divine per camminarvi. Fa’ dunque Signore che non solo vi camminiamo, ma che vi camminiamo con gioia e che vi troviamo piacere più grande di quello che gli avari avrebbero nel possedere tutte le ricchezze dell’universo, perché non c’è alcun paragone possibile tra le due sorti di ricchezze, di cui le une sono una sorgente di eterna miseria e le altre ci procurano lo stesso regno di Dio.

15 Mi applicherò ai tuoi comandamenti

e considererò le tue vie.

16 Mediterò sui tuoi decreti,

non dimenticherò le tue parole.

Dov’è il nostro tesoro, qui è il nostro cuore. Se dunque è vero, o mio Dio, che io considero i tuoi divini precetti come il mio tesoro, e che io trovo in essi maggior piacere di quello che i ricchi della terra trovano nell’abbondanza  del loro oro e del loro argento, il mio cuore sarà in quelli continuamente occupato per conoscerli e per amarli sempre di più. Io mi impegnerò sempre a considerare non le vie della carne, né quelle dell’orgoglio del mondo, che conducono alla morte, ma le tue vie, le quali non ci presentano che esempi di povertà, di umiltà, di pazienza e che sono veramente le tue vie poiché sono lontane da tutte le nostre e perché tu solo hai potuto insegnare vie così ignote alla vanità degli uomini.

Gimel

17 Ricompensa il tuo servo, dammi  vita e custodirò le tue parole.

18 Togli il velo dai miei occhi e

considererò  le meraviglie dalla tua Legge.

19 Pellegrino io sono

sulla terra, non nascondermi i tuoi comandamenti.

20 Ha bramato l’anima mia di

desiderare i tuoi decreti in ogni tempo.

21 Hai minacciato i superbi, maledetti quelli che

deviano dai tuoi comandamenti.

22 Togli via da me obbrobrio e

disprezzo perché ho ricercato le tue testimonianze.

23 Ecco che i principi si sono

seduti e parlavano contro di me,

ma il tuo servo si esercitava nei tuoi decreti.

24 Infatti le tue testimonianze

sono la mia meditazione e mio consiglio sono i tuoi decreti

17 Ricompensa il tuo servo,

vivificami

e custodirò le tue parole.

Accorda dunque, o mio Dio, a colui che ti appartiene come tuo servo, la vita che tu solo puoi restituirgli se l’ha perduta o aumentala sempre più se l’ha conservata. Quanto più io vivrò del tuo spirito e della vita della grazia, tanto più io sarò in grado di ascoltare la tua parola e di custodirla. Il tuo divino verbo ci ha dichiarato che colui che è di Dio intenderà la Sua parola  con quella sorta di intelligenza che è propria dei suoi veri discepoli. Deh! Che io sia dunque pienamente tuo, affinché io intenda come è necessario e  osservi i tuoi detti.

18 Togli il velo dai miei occhi

e considererò le meraviglie dalla tua legge.

È già  una grazia sentire l’ accecamento dell’anima, conoscere chi può guarirlo, desiderare di recuperare la luce di cui si è rimasti privi e chiedere al padre di ogni lume che voglia togliere dagli occhi  tutti i beni diversi che ci nascondono la nostra miseria. La legge di Dio è tutta piena di meraviglie.  Non rade volte noi abbiamo gli occhi dell’anima nostra bendati e guardiamo al modo dei giudei il Vangelo stesso come una legge morta per noi; mentre Davide chiedeva a Dio occhi cristiani ed occhi  spirituali per considerare nella legge stessa dei Giudei le meraviglie del Vangelo di Gesù Cristo.

19 Pellegrino io sono sulla terra:

non nascondermi i tuoi comandamenti.

20 Ha bramato l’anima mia

di desiderare i tuoi giudizi in ogni tempo.

Coloro che si stabiliscono sopra la terra  come se non dovessero mai partirne, si danno poco pensiero di conoscere i tuoi comandamenti, che sono destinati per condurci nella via del cielo e che ne sono anzi la via. Quindi, mio Dio, per un giusto giudizio, tu nascondi a loro ciò che sono indegni di conoscere. Ma in quanto a me che mi considero e vivo come uno straniero sopra la terra, che aspiro continuamente alla mia vera patria, alla terra dei viventi del nostro padre Abramo, contemplata mediante la fede, non mi celare i comandamenti che io desidero con un estremo ardore. Cosa potrei in effetti desiderare che vi fosse di più necessario in tutti i travagli di questa miserabile vita, ove il mio principale sostegno è di alimentarmi della tua parola? Benché io senta un vivissimo desiderio della tua legge, sento nondimeno che non la desidero ancora tanto quanto dobbiamo desiderarla. Estingui dunque nella mia anima tutti gli altri desideri o della carne o del mondo che si possono opporre a questo desiderio unicamente necessario e staccami ogni giorno di più dalla terra, poiché quanto più sarò in essa straniero, tanto più sarò degno che tu non mi nascondi alcuno dei tuoi comandamenti che sono necessari per la mia salvezza.

21 Hai minacciato i superbi;

maledetti quelli che deviano dai tuoi comandamenti.

Io riconosco o mio Dio che l’orgoglio è il maggiore di tutti gli ostacoli per la conoscenza della tua legge. Questo è il peccato che tu hai maggiormente in odio e che hai punito più severamente, allorché hai mostrato il tuo furore contro i superbi, cioè contro gli angeli e contro i primi uomini. Fin da principio hai fatto conoscere che tu dai la tua maledizione a tutti quelli che si allontanano dai tuoi comandi. È un orgoglio spaventoso per la creatura insorgere contro gli ordini del creatore, come se essa conosca meglio di lui ciò che le torna più vantaggioso. Fa’  o Signore che il timore salutare della tua ira possa umiliare i nostri cuori e che la maledizione che tu hai da pronunciare alla fine contro tutti i prevaricatori della tua legge ci distolga dal violarla con un orgoglio da te castigato tanto severamente.

22 Togli via da me obbrobrio e  disprezzo,

perché ho cercato le tue testimonianze.

Non c’è maggior obbrobrio, né disprezzo che si debba temere di più di quello a cui si vedranno esposti coloro che avranno violato la legge di Dio. Il timore di un tale obbrobrio muove Davide a ricercare con premura l’adempimento dei precetti del Signore, quantunque egli non potesse adempierli senza esporsi agli obbrobri e al disprezzo  degli uomini del mondo.

Alla fine Davide  chiede a Dio che lo fortifichi contro tale obbrobrio scacciando dalla mente ogni pensiero che potesse mai esservi alcuna vergogna nell’adempiere la sua volontà. Tutto ciò che deve temersi è dunque di essere un giorno in obbrobrio davanti a Dio e davanti agli angeli, poiché tutto quello che è in disprezzo agli occhi del mondo è di gran pregio agli occhi di Dio.

23 Ecco che si sono seduti i principi

e parlavano contro di me;

ma il tuo servo si applicava ai tuoi precetti.

I principi che parlavano contro Davide potevano essere o quelli della sua corte o quelli del tempo di Saul a cui una vita così santa ispirava sentimenti di gran disprezzo per la sua vita opposta i loro disordini. La elevazione in cui erano, non trovandosi accompagnata dall’umiltà di Davide, li allontanava dalla pietà e, stando seduti e riposando con orgoglio nell’alto grado in cui si vedevano o sedendo come Saul sul trono per pronunciare ingiuste sentenze, erano ben lontani da quello spirito umile che fa comprendere, amare, ricercare e adempiere i precetti della legge divina.

24 perchè le tue testimonianze sono la mia meditazione

e miei consiglieri i tuoi decreti.

L’amore dominante del cuore deve necessariamente vincere. Il cuore del profeta trovando le sue delizie nella divina volontà non poteva esserne allontanato dalle beffe dei malvagi, poiché ciascuno, secondo il così celebre detto di un antico, è tratto dal piacere più forte da cui è posseduto. Egli non consultava allora né la carne, né il mondo, né l’orgoglio e l’amor proprio, ma trovava la sua luce e il suo consiglio nella giustizia della stessa legge che gli piaceva secondo l’uomo interiore e che lo rendeva così forte. Tali sono stati o Dio mio i testimoni così coraggiosi della tua nuova legge e i martiri invincibili del tuo Vangelo. Non ebbero essi alcun riguardo verso i decreti ingiusti che i principi infedeli pronunciavano contro di loro allorché non pensavano che a rendere una illustre testimonianza alla tua divinità con la pietà della loro vita e con una morte ancora più santa.

Deleth

25 Ha aderito al pavimento l’anima

mia. Fammi vivere secondo la tua parola.

26 Ti ho esposto le mie vie

e mi hai esaudito, insegnami i tuoi decreti.

27 Fammi comprendere la via dei

tuoi decreti e mi eserciterò nelle tue meraviglie.

28 ha sonnecchiato per il tedio

l’anima mia. Confermami nelle le tue parole!

29 Allontana da me la via della

iniquità e  per la tua legge abbi misericordia di me!

30 Ho scelto la via della verità,

i tuoi giudizi non ho dimenticato.

31 Ho aderito alle tue testimonianze

Signore non farmi arrossire.

32 Ho corso la via dei tuoi

comandamenti , quando hai dilatato  il mio  cuore .

25 Ha aderito al pavimento l’anima mia:

fammi vivere secondo la tua parola.

Tutti gli interpreti intendono queste parole alla lettera riguardo al grave pericolo in cui si era trovato Davide quando si era visto diverse volte vicino alla morte e al sepolcro. Questo è da lui espresso in una maniera figurata dicendo che la sua anima e la sua vita toccavano già la terra ed il sepolcro. Quindi egli chiede a Dio che si ricordi della promessa fattagli e che lo tragga con la sua potenza da quello stato di morte, ridonandogli la vita. Diciamo piuttosto con i santi padri che volendo innalzarsi il profeta fino al cielo con ardente suo amore si sentiva ad un tempo come oppresso dal peso della sua carne mortale, che suo malgrado trascinava la sua anima verso terra. Egli si lamenta dunque, come ha fatto poi il grande apostolo, del conflitto della carne contro lo spirito e della legge del peccato, che facendosi sentire nelle sue membra si opponeva alla legge di Dio, che regnava nell’intimo della sua anima. Prega Dio che lo assista  con la virtù della sua parola nel continuo conflitto in cui era sempre in pericolo di morte, affinché egli non muoia ma viva. Perciò egli confessa di avere dentro di sè una sorgente e un principio di morte e che in Dio solo può egli trovare la parola vivificante, che non solo conserva la vita a quelli che sembrano essere del tutto disposti a morire ma che la ridona a quelli che già sono morti.

26 Ti ho esposto le mie vie e mi hai esaudito:

insegnami i tuoi decreti.

Nessuna delle mie vie è a te nascosta, o Signore, ma tu vuoi guarire il mio orgoglio obbligandomi a dichiararle davanti a te, come se tu non le conoscessi, affinché confessandomi colpevole io meriti il perdono. Tu vuoi che accusandomi dei miei delitti io dimostri il mio di dolore per averti offeso e per aver piuttosto prestato fede al mio nemico che voleva rovinarmi, che a te, mio Dio, che volevi salvarmi. Tu dunque non esaudisci se non coloro che umilmente espongono le loro vie dinanzi a te. Non possono essi uscire dalle loro vie se non mediante l’amore della giustizia della quale tu fai loro gustare la soavità  con l’ interiore unzione del tuo spirito.

27 Fammi comprendere la via dei tuoi decreti

e mi applicherò alle tue meraviglie.

Il profeta domanda a Dio non solo che lo ammaestri nei suoi precetti ma che gliene insegni la via, cioè che lo faccia in essa camminare con la sua grazia, poiché la semplice conoscenza senza la pratica non servirebbe che a renderlo più colpevole. E questo era in realtà, secondo San Paolo, il difetto della legge dei giudei, che mostrava agli uomini quello che non poteva loro far compiere . David entra dunque nello spirito della legge e non volendo contentarsi come un semplice giudeo di starsene alla corteccia, non considera, dice Sant’Ilario, tutte le cose della legge vecchia se non come la via per andare più oltre fino alle verità e alle meraviglie della legge nuova che da esse si figuravano sotto ad ombre. Quindi egli prega Dio di volergli fare usare della legge come della via per giungere alla vera giustizia del Vangelo, ed essere in grado di contemplare e di ammirare le meraviglie e la vera giustificazione dei peccatori, che appartiene alla grazia del cristianesimo, e non solo di ammirarle, ma di servirsene per la sua propria giustificazione, vivendo nel giudaismo secondo lo spirito del Vangelo.

 

28 per l’accidia ha sonnecchiato l’anima mia :

dammi forza con le tue parole.

Chi non temerà vedendo Davide, quel gran servo di Dio, confessare che se egli non si è addormentato completamente, almeno è stato preso da sopore. E qual è lo stato funesto di quelli che non sono solo sopiti, ma sono immersi in un sonno profondissimo? Piacesse alla tua divina maestà, o Signore, che noi fossimo vivamente penetrati dal tuo amore; poiché l’anima nostra non potrebbe essere infiacchita da noia né presa da sonno nel tuo servizio. L’amore fa che l’anima  sia sempre vigilante per occuparsi dell’oggetto amato. Se è cosa pericolosissima l’addormentarsi anche per pochi istanti in mezzo a tanti nemici così potenti , noi troviamo, Signore, nelle tue parole un efficacissimo rimedio contro un tale pericolo. Chi potrà addormentarsi qualora ascolti un Dio, che parla non alle orecchie del suo corpo ma a quelle della sua anima con un linguaggio, che non solo alletta il suo ingegno, ma che penetra e muove efficacemente il suo cuore? La tua parola, Dio mio, essendo la tua divina sapienza, caccia necessariamente ogni tedio, allorché si degna comunicarsi a noi. Ogni parola che esce dalla tua bocca, essendo il pane che alimenta le nostre anime, non le lascerà cadere in languore purché se ne cibino. Corroboraci dunque con le tue parole che sono tutto spirito.

29 Allontana da me la via dell’iniquità

e con la tua legge abbi pietà di me.

So che non posso, finché vivo, distruggere totalmente l’iniquità che si trova in me come una sorgente che non inaridirà mai, se non dopo che sarò stato liberato dal corpo mortale che mi circonda. Ma ti chiedo, mio Dio, che tu mi scampi dal camminare nella via dell’iniquità, dal seguirne gli impulsi e dal lasciarmi trasportare al torrente della malizia del secolo. Io temo questa via di perdizione e ti prego di rimuoverla per sempre da me. Se io sento il peccato nelle membra del mio corpo, che esso non vi regni e siano rimosse dalla tua grazia tutte le occasioni che potrebbero farmi cadere. Dammi la grazia dell’osservanza della tua legge e la beatitudine  promessa  a coloro che adempiranno le tue volontà.

30 Ho scelto la via della verità;

non ho dimenticato i tuoi giudizi.

Io ero immerso in una grande miseria, ma per un effetto della tua misericordia ho scelto la via della verità, opposta a quella della iniquità e della menzogna. La verità stessa mi ha liberato dalla menzogna, affinché io possa fare una scelta che non avrei mai potuto fare. Io ti sono dunque debitore, o Dio mio, di un infinita gratitudine per una scelta così importante che ho fatto con l’aiuto della tua grazia. Quando io considero la via ingannevole del secolo, dove camminerei con tanti altri se tu non mi avessi suggerito un savio discernimento tra la menzogna e la verità?

31 Ho aderito alle tue testimonianze, Signore,

non farmi confondere.

Non basta aver scelto la via della verità per non essere confusi nel giorno finale, ma bisogna in quella stare fermissimi con grande fedeltà e con un amore perseverante. È in effetti causa di estrema confusione avere incominciato ad amare la verità e non aver perseverato in un tale amore. È un oltraggio allo spirito Santo che viene chiamato spirito di verità, e un imitare l’orgoglio dei nostri primi padri che prestarono piuttosto fede alla testimonianza del serpente e non a quella di Dio.

32 Ho corso la via dei tuoi comandamenti,

quando hai dilatato il mio cuore.

Dopo aver dichiarato che la via della iniquità è stata da lui rimossa e che egli ha scelto la via della verità e che si è strettamente attenuto alla legge di Dio, ora dichiara di correre nella via dei precetti divini. Ma essendo questa difficile ed angusta non è forse orgoglioso il detto del profeta re: che  ha corso in essa, dal momento che  è necessario camminare con grande precauzione in un cammino così angusto, ove è così facile cadere? Non è già questo un detto orgoglioso se consideriamo le ragioni che egli dà di aver potuto correre nella via dei divini comandamenti: perché, dice egli, mio Dio, tu hai allargato il mio cuore? La via del cuore è l’amore. Allorché l’amore è grande, la via del cuore diventa larga e spaziosa, poiché ciò che rende i comandamenti difficili ad osservarsi è la mancanza di carità. Tutto riusciva penoso ai giudei perché si conducevano col solo timore; e tutto all’opposto era facile ai primi cristiani e ai martiri, perché erano pieni dell’amore di Dio. Non possiamo nulla da noi stessi, ma tutto possiamo con Gesù Cristo.

He

33 Imponimi per legge, Signore, la

via dei tuoi decreti e la ricercherò  sempre.

34 Dammi intelligenza e scruterò

la tua legge e la custodirò con tutto il mio cuore.

35 Guidami nel sentiero

dei tuoi comandamenti perché questo ho voluto.

36 Piega il mio cuore alle tue

testimonianze e non alla cupidigia.

37 Distogli i miei occhi perchè

non vedano la vanità; nella tua via fammi vivere.

38 Conferma al tuo servo la tua

parola nel tuo timore!

39 Togli il mio obbrobrio

che ho paventato, perché i tuoi giudizi sono soavi.

40 Ecco, ho bramato i tuoi comandamenti,

nella tua giustizia fammi vivere.

33 Imponimi per legge, Signore, la

via dei tuoi decreti e la ricercherò  sempre

La legge di Dio era già stabilita da tempo. Davide pregava il Signore di fare in modo che egli prendesse questa legge come regola della sua condotta di modo che non ascoltasse la legge del mondo e della carne, legge dell’orgoglio dell’amor proprio ma quella che egli chiama la via dei suoi statuti che servono alla giustificazione degli uomini. Finché noi consideriamo la legge di Dio in un senso generico senza farne a noi stessi l’applicazione e senza sentirne il bisogno che abbiamo per diventare giusti non la prendiamo per la sua legge e non cerchiamo di conoscerla né di osservarla. Ma quando Dio ci mette in cuore con la sua grazia di osservare le prescrizioni della sua legge come la regola della nostra condotta e il rimedio della nostra miseria noi siamo premurosi di averne la conoscenza e cerchiamo in essa continuamente la sua volontà con la speranza che questa servirà per la nostra giustificazione. Spetta a te o mio Dio imprimere nel cuore nostro l’amore della tua legge senza il quale non solo non potrei cercarla come un bene ma la odierei e la rigetterei come un gioco insopportabile.

34 Dammi intelligenza e scruterò

la tua legge e la custodirò con tutto il mio cuore.

Per quanto l’uomo sia illuminato egli deve diffidare molto di se stesso e diffidare della propria luce. Soprattutto in ciò che riguarda la legge di Dio bisogna che egli sia convinto del bisogno che ha che Dio gliene dia l’intelligenza per poterne penetrare i misteri. Ma cosa c’è dunque di così difficile da comprendersi nella legge di Dio i cui precetti appaiono chiari e adeguati alla comune capacità dei popoli? Davide chiedeva gli occhi spirituali, gli occhi del cuore che sono rischiarati dalla luce dello spirito Santo, senza i quali si può vedere la legge ma non il suo spirito e il suo fine. Tu stesso Signore sei il fine a cui deve condurci la tua legge. Te dobbiamo cercare in essa con tutto l’ardore dei nostri desideri. Tu sei quel tesoro nascosto che noi dobbiamo desiderare di scoprire nelle tue Scritture. Dacci dunque l’intelligenza della tua grazia ma fa che avendoti scoperto come la verità nascosta sotto le ombre della antica legge non limitiamo la nostra ricerca a una semplice curiosità, ma adempiamo e custodiamo con tutto il nostro cuore le verità di cui il tuo spirito ci avrà dato l’intelligenza.

35 Guidami nel sentiero

dei tuoi comandamenti perché questo ho voluto.

Se colui che vuol praticare la legge ha anche bisogno della grazia del Salvatore, cosa sarà di colui che non ha la stessa volontà? Bisogna dunque avere la volontà di camminare nei sentiero dei precetti divini per meritare di avere Dio per guida. Il profeta chiama qui sentiero quel che aveva chiamato la via. Quando volge lo sguardo al piccolo numero delle persone che vi camminano lo chiama a ragione un sentiero; ma quando al contrario egli considera l’estensione della carità che vi fa camminare e correre i giusti la chiama una via. Purtroppo è vero o Signore che anche nel tempo presente e dopo che il Figlio tuo è venuto a spianarci questo cammino in una maniera assai più perfetta col suo esempio, esso è un sentiero noto a poche persone ed anche poco frequentato. Ma poiché tu hai fatto la grazia di darci la volontà di camminarvi, guidaci tu stesso; rendici fedeli nel seguirti nei beni, come nei mali e in mezzo ai più gravi pericoli. Fa’ che l’esempio della moltitudine e il torrente del secolo non ci tragga dal sentiero della salvezza e della vita, ed accresci al contrario in noi la volontà che abbiamo di camminarvi.

36 Piega il mio cuore alle tue

testimonianze e non alla cupidigia.

Mi rivolgo a te, mio Dio, come al padrone del mio cuore e riconoscendo di essere impotente senza di te per qualsiasi bene io ti chiedo che tu lo faccia piegare col soccorso della tua grazia dalla parte della tua legge che rinchiude le testimonianze del tuo amore e non dalla parte dell’avarizia. Quando ti chiedo che tu lo pieghi dalla parte della tua legge ti chiedo che tu gli ispiri una forte volontà di adempierla e che tu vi diffonda col tuo spirito Santo la carità che è il fine e il compimento della legge. Riconosco che questo amore non è in mio potere senza la tua grazia. Sono io sommamente convinto che il mio cuore è in mio potere per la mia rovina e che se tu non lo distacchi dall’amore delle creature con un amore della tua legge io mi volgerò con ardore verso l’avarizia e verso i falsi beni di questo mondo.

37 Distogli i miei occhi perchè

non vedano la vanità; nella tua via fammi vivere.

Davide prega Dio di fare in modo che i suoi occhi non si fermino mai a rimirare con piacere le vanità del secolo, ma che il suo sguardo si innalzi alle grandezze e alla gloria di Dio. Egli riconosce che la vanità di cui parla, opposta alla verità di Dio è una vera morte per quelli che l’amano e che la guardano con piacere.

38 Conferma al tuo servo la tua

parola nel tuo timore!

Fa o Signore che io sia preso da un salutare timore ascoltando la tua parola; che io sempre ti consideri quale mio supremo padrone e veda me stesso come tuo servo. Se la tua parola non getta profonde radici in me e se il tuo timore non mi tiene sempre attaccato ad essa, le vanità, i piaceri sensuali il timore degli uomini facilmente la vinceranno sulle tue prescrizioni. Confermami dunque nell’amore della tua legge, dandomi tutta l’idea che io devo avere della tua grandezza e del mio nulla, dell’importanza dei tuoi precetti e del rigore dei tuoi giudizi.

39 Togli il mio obbrobrio

che ho paventato, perché i tuoi giudizi sono soavi.

Davide intende qui per giudizi di Dio la sua legge che giudica fin da ora in una maniera segreta e che deve giudicare un giorno in una maniera più strepitosa tutti gli uomini. Se questa legge è per noi soave, se noi l’amiamo e se troviamo più piacere nell’adempierla che nel seguire la inclinazione corrotta del nostro cuore, noi possiamo pregare Dio che voglia allontanare l’ obbrobrio da noi temuto dell’eterna punizione.

40 Ecco, ho bramato i tuoi comandamenti,

nella tua giustizia fammi vivere.

Davide prega Dio che lo faccia sempre vivere nella vera vita; di quella che è secondo la sua giustizia e secondo lo spirito della sua legge.

Non dobbiamo fermarci alla nostra propria giustizia che non è capace se non di darci la morte

Vav

41 E venga su di me la tua

misericordia, Signore, la tua salvezza secondo la tua parola,

42 e risponderò una parola a quelli

che mi insultano, perché ho sperato nelle tue parole.

43 Non togliere mai dalla mia bocca

la parola di verità perché nei tuoi giudizi ho tanto sperato;

44 e custodirò la tua legge sempre nel secolo

e nel secolo del secolo.

45 E camminavo al largo

perché ho ricercato i tuoi comandamenti

46 e parlavo delle tue testimonianze davanti ai re

e non ne avevo vergogna;

47 e meditavo i tuoi comandamenti che ho amato,

48 e ho alzato le mie mani verso i

tuoi comandamenti che ho amato,

e mi esercitavo nei tuoi decreti.

41 E venga su di me la tua

misericordia, Signore, la tua salvezza secondo la tua parola,

Dall’alto e non da noi ci viene la misericordia e da essa noi ci aspettiamo la salute che tu ci hai promesso. Se noi cerchiamo in noi stessi la nostra salvezza non troveremo che debolezza e miseria. Cerchiamo dunque la vita nella sorgente della vita nell’adempimento della parola del nostro Dio.

42 e risponderò una parola a quelli

che mi insultano, perché ho sperato nelle tue parole.

Chi spera in Dio non può essere confuso. È dunque una parola efficacissima, quantunque breve, che hanno i servi di Dio per rispondere ai mondani che insultano talvolta la loro pietà in mezzo alle tribolazioni che soffrono, come se fosse tutta vana la loro virtù.

43 Non togliere mai dalla mia bocca

la parola di verità perché nei tuoi giudizi ho tanto sperato;

Mio Dio,  tu mi assisti e  mi sostieni con la tua misericordia. Nelle tue promesse ho riposto la mia speranza. Quanto è mai pericoloso o Signore che quelli che hanno sperato in te si riducano a sperare in se stessi. Questo temeva il profeta allorché ti pregava di non togliere dalla sua bocca la parola di verità.

44 e custodirò la tua legge sempre nel secolo

e nel secolo del secolo.

Un uomo che ama veramente la legge di Dio, desidera di custodirla e di adempierla sempre.

45 E camminavo al largo,

perché ho ricercato i tuoi comandamenti

46 e parlavo delle tue testimonianze davanti ai re

e non ne avevo vergogna;

47 e meditavo i tuoi comandamenti che ho amato,

48 e ho alzato le mie mani verso i

tuoi comandamenti che ho amato,

e mi esercitavo nei tuoi decreti.

Il profeta rappresenta qui il modo con cui  ha osservato la legge di Dio. Quanto più contemplava tali precetti tanto più desiderava praticarli; non occorre immaginarsi che siano ripetizioni deboli ed inutili tutte queste espressioni di cui si serve Davide per dire quasi la stessa cosa. Sono esse al contrario altrettante scintille che escono da un cuore pieno di fuoco. Dacci Signore come a Davide un grande desiderio di osservare la tua legge non solo per un tempo ma per sempre. Dacci la forza di rendere sempre testimonianza alla verità della tua legge e con le nostre parole e con il nostro esempio, anche in presenza dei re, se tu così prescrivi, e rendici imitatori del coraggio dei tuoi santi martiri che non hanno temuto di parlare davanti ai principi, allorché preferendo la tua gloria alla propria loro vita hanno voluto piuttosto morire che tacere la verità della tua fede.

Zain

49 Ricordati della tua parola

al tuo servo nella quale mi hai dato speranza

50 Questa mi ha consolato nella

mia umiliazione, poiché la tua parola mi ha fatto vivere.

51 i superbi si comportavano in

modo iniquo, ma dalla tua legge non ho deviato.

52 Mi sono ricordato, Signore, dei

tuoi giudizi che sono da sempre, e sono stato consolato.

53 Sgomento mi ha preso per i

peccatori che abbandonano la tua legge.

54 Tema di canto erano per me i tuoi decreti

nel luogo del mio esilio.

55 Mi sono ricordato di notte del

tuo nome, Signore, e ho custodito la tua legge.

56 Questo mi è avvenuto perché

ho ricercato i tuoi decreti

49 Ricordati della tua parola

al tuo servo nella quale mi hai dato speranza

50 Questa mi ha consolato nella

mia umiliazione, la tua parola mi farà vivere.

La parola che Dio aveva detto al suo servo secondo alcuni era la promessa da lui fatta ad Abramo di essere il suo Dio e il Dio di tutta la sua stirpe, di farsi il suo protettore e di dare se stesso a lui come il sommo suo bene, purché egli camminasse e fosse perfetto dinanzi a lui. Altri intendono riguardo a ciò che Dio fece dire a Davide dal profeta Nathan. Dopo che il re ebbe confessato il suo delitto il profeta gli diede per certo che non sarebbe morto e che il Signore l’aveva perdonato. Noi possiamo dire in generale che la parola di Dio che ci assicura di non volere la morte del peccatore, ma piuttosto la sua vita deve darci come a Davide una grande speranza. La stessa parola è la nostra consolazione quando anche noi siamo tribolati ed umiliati. Nessuno di quelli che confidano nel Signore può perire.

51 i superbi si comportavano in

modo iniquo, ma dalla tua legge non ho deviato.

52 Mi sono ricordato, Signore, dei

tuoi giudizi che sono da sempre, e sono stato consolato.

I superbi sono tutti gli imitatori dell’orgoglio del primo angelo e del primo uomo che vogliono vivere nella indipendenza e che trasgrediscono i comandamenti divini. È impossibile che coloro che sono posseduti da tale orgoglio siano in accordo con i giusti che si sottomettono umilmente a Dio e che fanno consistere la loro gioia nell’adempiere la sua volontà. È dunque una necessaria conseguenza che i superbi siano in opposizione alle anime umili, che nutrano odio nei loro confronti e che li perseguitino. Davide assalito da una condotta così ingiusta da parte dei superbi non si lascia da essi smuovere. Per quale ragione? Perché si era ricordato dei giudizi esercitati dal Signore dal principio del mondo, allorchè castigò severamente i prevaricatori dei suoi ordini e ricompensò i suoi servi fedeli

Sgomento mi ha preso per i

peccatori che abbandonano la tua legge.

54 Tema di canto erano per me i tuoi decreti

nel luogo del mio esilio.

Davide in virtù del suo fervente amore si sente trafitto il cuore a causa dell’accecamento dei peccatori che abbandonano la legge di Dio. Non può egli considerare come una cosa da poco che ci siano uomini che hanno l’empietà di essere legge a se stessi rigettando quella del Signore. Seguiamo anche noi l’esempio di Davide che poneva tutta la sua gioia nel celebrare con canto la soavità della giustizia divina che sta racchiusa nei suoi comandamenti, onde mitigare l’acerbità del nostro esilio in terra straniera.

55 Mi sono ricordato di notte del

tuo nome, Signore, e ho custodito la tua legge.

56 Questo mi è avvenuto perché

ho ricercato i tuoi decreti

La notte è il tempo del riposo, ma il cuore del giusto veglia mentre il suo corpo riposa. L’amore del cuore non è mai ozioso ma è sempre attivo. Quali noi siamo da svegli tali siamo addormentati. Il santo profeta ci fa sapere, secondo la più ovvia interpretazione, che di notte quando gli uomini sono gravati dal sonno egli aveva cura di pensare spesso all’adorabile nome del suo Dio. Vegliava sopra se stesso per custodire la sua legge, niente facendo che potesse dispiacere agli occhi divini. Per preservarsi d’ogni peccato  non c’è nulla di più potente che rappresentarsi la maestà del  nome del Signore.

Het

57 Mia porzione sei tu, Signore, ho

detto di custodire la tua legge,

58 ho supplicato il tuo volto

con tutto il mio cuore. Abbi pietà di me secondo la tua parola.

59 Ho pensato alle mie vie e hai

volto i miei piedi nelle tue testimonianze.

60 Sono pronto e non

sono turbato perché  custodisca i tuoi comandamenti.

61 Le funi dei peccatori mi hanno

avvinto, ma non ho dimenticato la tua legge.

62 Nel mezzo della notte mi

alzavo a lodarti, per i giudizi della tua giustificazione.

63 Partecipe io sono di tutti quelli

che ti temono e custodiscono i tuoi comandamenti.

64 Della misericordia del Signore

è piena la terra, insegnami i tuoi decreti.

57 Mia porzione sei tu, Signore, ho

detto di custodire la tua legge,

È raro trovare uomini che possano dire con santa fiducia che il Signore è la loro porzione. Se ancora siamo posseduti dall’amore degli onori, o dei beni o dei piaceri, Dio non è la nostra porzione. Quelli che prendono il Signore per la loro porzione sono fortemente risoluti di osservare la sua legge, poiché non possono possederti né entrare nel tuo regno se non adempiendo la tua volontà.

58 ho supplicato il tuo volto

con tutto il mio cuore. Abbi pietà di me secondo la tua parola.

Come posso io osservare la tua legge se non mi assiste il tuo Spirito Santo, se egli non mi dà la forza di compiere la tua volontà? Io mi presento davanti a te consapevole della mia impotenza e ti offro con tutto il cuore la mia preghiera. Abbi misericordia di me, non guardando al mio merito ma alla tua parola con cui hai promesso di soccorrere quelli che invocano il tuo nome.

59 Ho pensato alle mie vie e hai

volto i miei piedi nelle tue testimonianze.

60 Sono pronto e non

sono turbato perché  custodisca i tuoi comandamenti.

Davide ci insegna quello che dobbiamo fare, mostrandoci quello che egli faceva. Egli considera le sue vie e, dopo averle esaminate, muove il passo verso la legge di Dio, cioè non fa cosa alcuna senza avervi molto pensato. Non cammina a caso ma si assicura, per quanto può, che le sue vie e la sua condotta siano conformi alla volontà  di Dio. Se dunque accade che due vie si presentino alla sua mente, l’una che porti al peccato, l’altra che guidi alla pietà, egli ne fa discernimento con il soccorso dello Spirito di Dio. Abbandonando la prima abbraccia l’altra, che è quella dei precetti divini.

61 Le funi dei peccatori mi hanno

avvinto, ma non ho dimenticato la tua legge.

Per quanto abbandonato, per quanto stretto ed oppresso dalla violenza di quelli che lo odiavano, Davide non dimenticò la legge di Dio. Si mantenne fedele in mezzo alle più crudeli persecuzioni. Tale esempio di una costante carità verso così accaniti persecutori sono una cosa rara e tanto grande che è più facile ammirarla che imitarla, quantunque sia proposta alla nostra meraviglia, non meno che alla nostra imitazione.

62 Nel mezzo della notte mi

alzavo a lodarti, per i giudizi della tua giustificazione.

Dal momento che di notte viene lo sposo e le spose avvedute e vigilanti entrano con lui nella camera nuziale, così Davide pensa di rimanere vigilante per non esserne escluso. Lodando la giustizia del giudice supremo a questa si sottomette con giubilo e desidera di essere nel novero di coloro che egli riceve per suoi figli.

63 Partecipe io sono di tutti quelli

che ti temono e custodiscono i tuoi comandamenti.

Chi è veramente unito a quelli che temono Dio condivide le sofferenze dei suoi fratelli. Piange con essi quando piangono e considerandoli sinceramente come membra del suo stesso corpo sente il dolore altrui come il proprio.

64 Della misericordia del Signore

è piena la terra, insegnami le tue giustificazioni.

Della tua misericordia, o Signore, è piena la terra. A te dunque io mi indirizzo, o mio Dio, a te che sei pieno di bontà e l’unico artefice della salvezza. A te io mi rivolgo per imparare la scienza della vera giustificazione, la scienza che umilia il cuore dell’uomo, convincendolo che la sua porzione è il peccato e la empietà, se non è giustificato dalla grazia del suo Creatore.

Teth

65 Hai usato bontà col tuo servo,

Signore, secondo la tua parola.

66 Insegnami bontà e disciplina

e conoscenza perché ho creduto ai tuoi comandamenti.

67 prima di essere umiliato io ho

sbagliato, per questo ho custodito il tuo dire.

68 buono sei tu e nella tua bontà

insegnami i tuoi decreti.

69 Si è moltiplicata contro di me

l’ingiustizia dei superbi,

ma io con tutto il cuore scruterò i tuoi comandamenti.

70 Si è rappreso come latte

il loro cuore, ma io ho meditato la tua legge.

71 E’ bene per me che tu mi abbia

umiliato perché impari i tuoi decreti.

72 E’ un bene per me la legge della

tua bocca, più che l’oro e l’argento a migliaia.

65 Hai usato bontà col tuo servo,

Signore, secondo la tua parola.

66 Insegnami bontà e disciplina

e conoscenza perché ho creduto ai tuoi comandamenti.

Avendo Davide conosciuto la bontà del Signore verso di lui, chiede  al Signore che si degni di insegnargli una tale bontà, cioè di essere ammaestrato in essa. Non separa la bontà dalla disciplina poiché essendo la disciplina quella che riprende e corregge i vizi, una simile correzione è di grande utilità  nel procurare la bontà Dio, dal momento che essa stessa è frutto dalla medesima bontà.

67 prima di essere umiliato io ho

sbagliato, per questo ho custodito la tua parola.

Prima che io fossi stato umiliato errai e perciò ora osservo la tua parola. Davide riconosce sinceramente che aveva bisogno di essere umiliato per non peccare più e confessa che una tale umiliazione l’ha reso più vigilante nel custodire la  parola del Signore, per obbedire alla sua legge.

68 buono sei tu e nella tua bontà

insegnami le tue giustificazioni.

Tu sei buono o Signore. Insegnami nella tua bontà i tuoi statuti. Non posso, Dio mio, dirti con cuore sincero che tu sei buono allorché mi umili e mi affliggi. Non posso, se tu non mi hai fatto gustare la tua bontà, condannare la mia malizia.

69 Si è moltiplicata contro di me

l’ingiustizia dei superbi,

ma io con tutto il cuore scruterò i tuoi comandamenti.

Gli umili devono necessariamente avere i superbi come loro nemici. Non deve perciò stupire se l’umile Davide sperimentò la malizia dei superbi. Da questo egli ha imparato che il non opporsi agli assalti dei superbi contro i giusti è frutto della bontà, della disciplina e della giustizia del Signore. Non si lamenta il profeta affermando che contro di lui si è accresciuto il furore degli uomini orgogliosi, ma piuttosto ammira la giustizia e la sapienza di Dio che cava un così grande bene da una così grande malizia. La persecuzione dei superbi non ha potuto impedirgli di ricercare con tutto il cuore i comandamenti del Signore.

70 Si è rappreso come latte

il loro cuore, ma io ho meditato la tua legge.

Bellissimo è il colore del latte ed ottimo il suo sapore, ma diventando acido si rapprende e si raggruma e perdendo la naturale dolcezza si corrompe e diventa amaro. Tal lo stato funesto in cui la grande prosperità ha ridotto i nemici di Davide. Davide al contrario essendo umiliato in tutto il regno di Saul e poi ancora al tempo di Assalonne, non essendo da alcun piacere attaccato alla terra, trova tutta la sua allegrezza nella meditazione della legge di Dio.

71 E’ bene per me che tu mi abbia

umiliato perché impari i tuoi decreti.

La scrittura non ci narra che Davide abbia peccato prima della persecuzione di Saul, quantunque la sua umiltà gli possa bene far conoscere che egli fin da allora aveva commesso dinanzi a Dio molti peccati, per cui gli era stata vantaggiosa la tribolazione.

72 E’ un bene per me la legge della

tua bocca, più che l’oro e l’argento a migliaia.

Quale cosa  si potrebbe immaginare migliore di ciò che rinchiude tutti i beni di Dio? Le parole del Signore sono la sorgente della vita e di una vita eterna. Tutti i tesori della terra possono mai paragonarsi ad una vita per cui tanti santi hanno rinunciato non solo alle loro grandi ricchezze ma anche ad ogni onore e gloria? Santa Paola abbandonò tutto lo splendore di Roma per andare a nascondersi con Gesù Cristo in Betlemme distribuendo tutti i propri beni ai poveri ed alle chiese. Davide stesso, consacrato re di Israele, non aveva forse riconosciuto perfettamente la bontà della legge di Dio allorché  non trovava gioia se non nella sua continua meditazione?

Ioth

73 Le tue mani mi hanno fatto e

plasmato, dammi intelligenza e

imparerò i tuoi comandamenti.

74 Quelli che ti temono mi

vedranno e gioiranno perché nelle

tue parole ho tanto sperato.

75 Ho conosciuto, Signore, che

giustizia sono i tuoi giudizi e

secondo verità mi hai umiliato.

76 Sia la tua misericordia

a consolarmi secondo la tua parola al tuo servo.

77 Vengano a me le tue compassioni

e vivrò, perché la tua legge

è la mia meditazione.

78 Siano confusi i superbi,

perché ingiustamente hanno

commesso iniquità contro di me,

ma io mi eserciterò nei tuoi comandamenti.

79 Si volgano a me quelli che ti temono e conoscono

le tue testimonianze.

80 Diventi il mio cuore immacolato

nelle tue giustificazioni così che io non sia confuso

73 Le tue mani mi hanno fatto e

plasmato, fammi comprendere e

imparerò i tuoi comandamenti.

Davide si presenta a Dio come opera delle sue mani e lo prega di non abbandonarlo ma di dargli l’intelligenza  per comprendere nel modo dovuto i suoi comandamenti. Egli chiede dunque le interiori orecchie del cuore, che sono necessarie per entrare nella verità, di cui Gesù Cristo ha poi detto che l’intendono coloro che hanno orecchi per udire, cioè che non tutti la intendono.

74 Quelli che ti temono mi

vedranno e gioiranno perché nelle

tue parole ho tanto sperato.

L’aspetto dei giusti rattrista per lo più gli empi che essendo superbi, immondi ed ingiusti odiano per conseguenza gli umili, i casti, i mansueti. L’aspetto dei giusti rallegra all’opposto quelli che hanno il timore di Dio eccitandoli con loro esempio ad inoltrarsi nella pietà. Il profeta desidera dunque di essere rispetto a tutti quelli che hanno il timore di Dio, non un’occasione di scandalo, ma un motivo di edificazione e di allegrezza.

75 Ho conosciuto, Signore, che

giustizia sono i tuoi giudizi e

secondo verità mi hai umiliato.

Solo, chi ha ricevuto la grazia dell’intelligenza  è in grado di poter dire che i giudizi di Dio sono pieni di rettitudine. Il profeta dice che tale conoscenza gli è derivata dallo spirito Santo per mezzo della preghiera , ed era tanto più lodevole, perché  frutto delle stesse tribolazioni e  delle umiliazioni in cui si era visto ridotto.

76 Sia la tua misericordia a consolarmi

secondo la tua parola al tuo servo.

77 Vengano a me le tue compassioni

e vivrò, perché la tua legge

è la mia meditazione.

Davide non implora la misericordia di Dio come se fosse in procinto di essere vinto ma per essere in grado di sostenersi con più forza  col divino soccorso. Gli altri essendo tribolati pregherebbero Dio di liberarli dai mali che li fanno gemere ma il santo re, come un uomo forte e pieno di coraggio, gli chiede soltanto che lo consoli per sua misericordia, cioè che lo sostenga con la sua grazia in mezzo a tutte le sue tentazioni.

E gli domanda questa grazia come un frutto della meditazione della sua legge, in cui si occupava di continuo.

78 Siano confusi i superbi,

perché ingiustamente hanno

commesso iniquità contro di me,

ma io mi eserciterò nei tuoi comandamenti.

La confusione è il giusto castigo dell’orgoglio e ancora più dell’orgoglio diabolico che porta l’uomo a trattare ingiustamente i veri servi di Dio. Non c’è cosa più ingiusta della condotta dei superbi verso i buoni, ma tutta la loro ingiustizia e la loro malizia non può smuovere quelli che si mantengono nella meditazione e nella pratica dei divini comandamenti.

79 Si volgano a me quelli che ti temono e conoscono

le tue testimonianze.

Quelli che temono il Signore e conoscono le sue testimonianze sono invitati da Davide a volgere verso di lui i loro sguardi, per ammirare nella sua persona un esempio della misericordia di Dio e per non disperare mai della sua bontà.

Caf

80 Diventi il mio cuore immacolato

nelle tue giustificazioni così che io non sia confuso

81 Si è consumata per la tua

salvezza l’anima mia, nella tua

parola ho tanto sperato.

82 Si sono consumati i miei occhi

per la tua parola dicendo:

quando mi consolerai?

83 Poiché sono divenuto come un

otre al gelo; non ho dimenticato i tuoi decreti.

84 Quanti sono i giorni del tuo servo?

Quando farai giustizia dei miei persecutori?

85 Mi hanno raccontato favole gli iniqui, tutt’altro

che la tua legge!

86 Tutti i tuoi comandamenti sono verità;

ingiustamente mi hanno perseguitato. Aiutami!

87 Per poco non mi hanno finito

sulla terra , ma io non ho

abbandonato i tuoi comandamenti.

88 Secondo la tua misericordia

fammi vivere e custodirò le

testimonianze della tua bocca.

80 Diventi il mio cuore immacolato

nelle tue giustificazioni così che io non sia confuso

Fa’, mio Dio, che io non cada nella confusione dei superbi con una segreta ipocrisia e che non mi accontenti di praticare esteriormente la tua legge. Essa regoli e purifichi l’intimo del mio cuore, affinché sia esso veramente immacolato ai tuoi occhi.

81 Si è consumata per la tua

salvezza l’anima mia, nella tua

parola ho tanto sperato.

82 Si sono consumati i miei occhi

per la tua parola dicendo:

quando mi consolerai?

Quanto più un’ anima sospira con fervore di unirsi al suo Salvatore, tanto più si sente spossare e venire meno; ma tale sfinimento tende a distruggere la fragilità della sua natura e a rivestirla di una virtù del tutto divina. Davide nello sfinimento della sua anima si sostiene con una ferma speranza nella parola di Dio, che assicura del suo soccorso coloro che umilmente si appoggiano alle sue promesse e  si sostengono con la sua divina parola.

83 Poiché sono divenuto come un

otre al gelo; non ho dimenticato i tuoi decreti

La pelle di un animale, finché questo è vivo, è molle e pieghevole, ma tolta di dosso al suo corpo e fattane un otre per trasportare liquidi, se lasciata all’asciutto ed esposta alla brina si indurisce e si restringe. Tale è, dice Davide, lo stato in cui sono io. Questo mi costringe Signore a chiederti quando verrai a consolarmi. Con tanto maggiore fiducia te lo domando perché uno stato così penoso non ha potuto farmi dimenticare la giustizia dei tuoi precetti

84 Quanti sono i giorni del tuo servo?

Quando farai giustizia dei miei persecutori?

I padri e gli interpreti spiegano queste parole in due modi diversi. Poiché, Signore, così pochi giorni mi rimangono da vivere quaggiù, aspetterai tu più a lungo a liberarmi dei miei persecutori? Ovvero, sarò io Signore ancora per lungo tempo nella tribolazione ed esposto a tante tentazioni? Quando pronunzierai il giudizio a me favorevole contro i miei persecutori e contro i nemici della mia salute?

85 Mi hanno raccontato favole gli iniqui, tutt’altro

che la tua legge!

86 Tutti i tuoi comandamenti sono verità;

ingiustamente mi hanno perseguitato. Aiutami!

Tutti i discorsi dei malvagi sono pieni di vanità e di falsità, ma i tuoi precetti, o Signore, sono fondati sulla verità. Ingiustamente dunque coloro che amano il falso e la favola mi perseguitano, allorché io mi attengo alla verità della tua legge. Aiutami e sostienimi nella lotta contro gli ingiusti persecutori della giustizia che viene dal cielo.

87 Per poco non mi hanno finito

sulla terra , ma io non ho

abbandonato i tuoi comandamenti.

Quanto maggiore fu la tribolazione del profeta, la persecuzione e la tentazione dei suoi nemici, tanto più si manifestò la sua perfetta fedeltà nell’osservanza dei precetti del Signore. È proprio delle anime grandi non lasciarsi smuovere nella via di Dio dalle più violente tempeste.

88 Secondo la tua misericordia

fammi vivere e custodirò le

testimonianze della tua bocca.

Un’anima piena dell’amore di Dio non tiene in alcun conto ciò che ha fatto per il passato e pensa soltanto all’avvenire. Per questo essendo tutta compresa e della propria miseria e della misericordia di Dio, a lui domanda continuamente di vivere in stato di grazia per poter continuare osservare i suoi comandamenti.

Lamed

89 In eterno Signore la tua parola

permane nel cielo,

90 la tua verità  di generazione in generazione.

Hai fondato la terra e permane.

91 Per tuo ordine persiste

il giorno, perché tutte le cose servono a te.

92 Se la tua legge non fosse la mia

meditazione, già forse nella mia

umiliazione sarei perito.

93 In eterno non dimenticherò

le tue giustificazioni perché in esse

mi hai fatto vivere.

94 Tuo sono io, salvami perché

ho ricercato i tuoi decreti.

95 Mi hanno aspettato i peccatori

per rovinarmi; ho compreso le tue testimonianze.

96 Di ogni compimento ho visto il termine,

immenso è il tuo comandamento

89 In eterno Signore la tua parola

permane nel cielo,

90 la tua verità  di generazione in generazione.

Hai fondato la terra e permane.

89 In eterno Signore la tua parola

permane nel cielo,

90 la tua verità  di generazione in generazione.

Hai fondato la terra e permane.

La tua parola sussiste eternamente nel cielo. Fa’ o Signore che io adempia sopra la terra ciò che è stabilito in cielo e che io non segua nella mia condotta le vane massime dell’incostante capriccio degli uomini, ma la regola della tua verità eterna come il tuo Verbo

91 Per tuo ordine persiste

il giorno, perché tutte le cose servono a te.

Se sei tu Signore che fai sorgere sulla terra il sole visibile per formare questo giorno, sei pur tu che fai sorgere il sole di giustizia nelle anime per formarvi un altro giorno che è quello della grazia. Chi potrebbe comprendere, Dio mio, tutti i segreti della divina economia con cui tu fai fino alla fine sussistere il giorno di grazia nelle tue anime circondate da tenebre e da miseria?

92 Se la tua legge non fosse la mia

meditazione, già forse nella mia

umiliazione sarei perito.

93 In eterno non dimenticherò

le tue giustificazioni perché in esse

mi hai fatto vivere.

Chi è disposto a cibarsi della parola di Dio come di un pane che dà la vita, cerca in essa la forza di cui ha bisogno per sostenersi contro una così grande moltitudine di nemici che si oppongono alla sua salute. Dalla meditazione della legge divina Davide aveva derivato quella virtù celeste che gli impediva di cedere al peso delle tribolazioni in cui si era visto ridotto.

94 Tuo sono io, salvami perché

ho ricercato i tuoi decreti.

Davide osa dire che egli è del Signore perché lo serve  in modo esclusivo . Per essere suo con viva fede gli chiede che lo salvi.

95 Mi hanno aspettato i peccatori

per rovinarmi; ho compreso le tue testimonianze.

Per la continua opposizione dei malvagi ai buoni la virtù di questi ultimi si perfeziona e si consuma la malizia dei primi. Il profeta ha deluso tutta l’aspettativa di quelli che cercavano la sua rovina trovando nella intelligenza della legge di Dio i veri rimedi capaci di salvarlo.

96 Di ogni compimento ho visto il termine,

immenso è il tuo comandamento

Ho visto la fine di tutta la crudeltà e di tutta la malizia dei miei nemici che non può andare oltre i limiti prescritti dalla tua giustizia. Non trovo limite alcuno alla pazienza e alla mansuetudine che tu mi imponi di osservare con loro.

Mem

97 Quanto ho amato la tua legge,

tutto il giorno è la mia meditazione.

98 Più dei mie nemici mi hai fatto

sapiente col tuo comandamento, perché in eterno è mio.

99 Più di tutti i miei maestri ho

compreso, perché le tue

testimonianze sono la mia meditazione.

100 Più degli anziani

ho compreso, perché ho cercato i  tuoi comandamenti.

101 Da ogni via cattiva ho trattenuto i miei

piedi per custodire le tue parole.

102 Dai tuoi giudizi non ho deviato

perché tu mi hai dato la legge.

103 Come sono dolci al mio palato

le tue parole, più del miele alla mia bocca.

104 Dai tuoi comandamenti

ho compreso, per questo ho odiato ogni via di ingiustizia.

97 Quanto ho amato la tua legge,

tutto il giorno è la mia meditazione.

Il santo profeta quanto amava la legge, altrettanto si dilettava nel meditarla, nel penetrarne il senso e nello scoprirvi i doveri del proprio stato. Era questo il grande argomento della meditazione di un principe che nulla trovava che fosse più importante del pensare tutto il giorno a ciò che Dio esigeva da lui per eseguirlo.

98 Più dei mie nemici mi hai fatto

sapiente col tuo comandamento, perché in eterno è mio.

Tu, o Dio mio, dice Davide, mi hai reso più sapiente dei miei nemici e io non mi sono fatto tale da me stesso, dal momento che non posso avere se non una prudenza carnale opposta a quello del tuo spirito. Hai fatto questo donandomi l’intelligenza della tua legge, facendo in modo che io non la osservi   con uno sguardo passeggero ma con un occhio fermo, come la regola costante ed inviolabile della mia condotta.

99 Più di tutti i miei maestri ho

compreso, perché le tue

testimonianze sono la mia meditazione.

100 Più degli anziani

ho compreso, perché ho cercato i  tuoi comandamenti.

Non è l’orgoglio che fa qui parlare il profeta, poiché egli ha prima indicato donde a lui derivasse una intelligenza superiore a quella degli altri, allorché dice che Dio l’ha reso più sapiente dei suoi nemici mediante la conoscenza dei suoi precetti. Il Signore gli ha dato pure una intelligenza più grande di quella dei suoi maestri e degli stessi anziani poiché avendogli fatto ricercare con ardore il vero spirito dei comandamenti l’aveva condotto dal tempo della vecchia legge fino al Vangelo, insegnandogli ad amare non solo quelli che l’amavano, secondo il precetto proporzionato alla intelligenza dei giudei, ma ad amare i suoi stessi nemici secondo l’insegnamento del Cristo.

101 Da ogni via cattiva ho trattenuto i miei

piedi per custodire le tue parole.

102 Dai tuoi giudizi non ho deviato

perché tu mi hai dato la legge.

La ragione che spingeva Davide ad allontanarsi da ogni male era al fine di custodire le parole del Signore. Un mezzo efficace per fortificarci contro il pericolo a cui ci espone la debolezza e la malizia del nostro nemico è di non deviare mai dai giudizi di Dio.

103 Come sono dolci al mio palato

le tue parole, più del miele alla mia bocca.

il miele è dolce in bocca e non nella gola, poiché fuori della bocca non ha più gusto alcuno. Ma le parole di Dio, secondo Davide, erano, stando all’espressione letterale, dolci al suo palato e anche alla sua gola , là dove c’è il gusto che discerne la verità, cioè nell’intimo dell’anima

104 Dai tuoi comandamenti

ho compreso, per questo ho odiato ogni via di ingiustizia.

I tuoi comandamenti, Signore ci donano l’intelligenza ma soltanto quando noi li osserviamo. Sebbene questa intelligenza discenda da te, o mio Dio, bisogna che noi pratichiamo i tuoi precetti per meritare di avere una intelligenza perfetta e piena di amore che ci fa odiare ogni iniquità e ogni via che ad essa conduce.

Nun

105 Lampada ai miei piedi è la tua

parola e luce ai miei sentieri.

106 Ho giurato e stabilito di

custodire i giudizi della tua giustizia.

107 Sono stato umiliato fino all’estremo,

Signore, fammi vivere secondo la tua parola.

108 Fa’ che ti siano gradite le offerte volontarie della

mia bocca  Signore e

insegnami i tuoi giudizi.

109 La mia anima è nelle tue mani

sempre e non ho dimenticato la tua legge.

110 I peccatori mi hanno teso un

laccio e dai tuoi comandamenti

non mi sono sviato.

111 Ho acquistato in eredità le tue

testimonianze per sempre, perché

sono l’esultanza del mio cuore.

112 Ho inclinato il mio cuore a compiere

i tuoi decreti in eterno, per la ricompensa.

105 Lampada ai miei piedi è la tua

parola e luce ai miei sentieri.

106 Ho giurato e stabilito di

custodire i giudizi della tua giustizia.

Mentre siamo in questa vita noi siamo nell’oscurità. Il giorno non incomincerà propriamente ad illuminarci, se non quando il sole di giustizia che è Gesù Cristo sorgerà nelle anime nostre alla nostra morte. Perciò noi abbiamo bisogno di una lampada che illumini i nostri passi nella notte buia di questo mondo perché non inciampiamo in pietre che ci sarebbero fatali. Questa lampada è la parola di Dio che serviva al santo profeta per illuminare tutti i suoi passi. In tutte le sue azioni e in tutte le sue parole egli consultava le scritture divine essendo certo di camminare senza alcun pericolo.

107 Sono stato umiliato in ogni

tempo, Signore, fammi vivere secondo la tua parola.

Non permettere o Signore che nella grande umiliazione in cui sono ridotto io dimentichi i tuoi santi precetti, ma fammi vivere secondo le regole prescritte dalla tua parola senza che alcuna tribolazione sia capace di allontanarmene.

108 Delle offerte volontarie della

mia bocca compiaciti Signore e

insegnami i tuoi giudizi.

Per voti volontari pronunciati dalla bocca del profeta si può intendere con alcuni interpreti il giuramento da lui fatto di custodire i divini precetti, non solo secondo lo spirito dei giudei, ma ancor più secondo lo spirito della nuova legge svelatogli da Dio stesso.

109 La mia anima è nelle tue mani

sempre e non ho dimenticato la tua legge.

L’anima o la vita del santo profeta è sempre esposta fra le mani del Signore, cioè secondo il senso figurato, in un continuo pericolo. Ciò nonostante la condizione estrema in cui si trovava non poteva fargli dimenticare la legge del suo Dio.

110 I peccatori mi hanno teso un

laccio e dai tuoi comandamenti

non mi sono sviato.

È questa la spiegazione e la conferma di quanto ha detto nel versetto precedente. La sua anima o la sua vita era sempre come esposta fra le  mani, di Dio, cioè in un continuo pericolo dal momento che i malvagi  o i demoni stessi gli tendevano ogni momento qualche laccio per trarlo in perdizione. Ma poiché egli sapeva di non avere di che temere, finché batteva la strada dei divini comandamenti, aveva somma premura di non allontanarsi da questa strada, fuori della quale tutto si doveva temere.

111 Ho ricevuto in eredità le tue

testimonianze per sempre, perché

sono l’esultanza del mio cuore.

112 Ho inclinato il mio cuore a compiere

i tuoi decreti in eterno, per la ricompensa.

Eredità dei giusti è la legge di Dio e non l’oro né l’argento. Comprano essi una tale eredità a costo di quanto c’è di più caro e della loro stessa vita, poiché essa è l’unico loro tesoro e la gioia del loro cuore.

 

Samech

113 Ho odiato i malvagi e ho amato la tua legge.

114 Mio aiuto e mio sostegno

sei tu; nella tua parola ho tanto sperato.

115 Allontanatevi da me malvagi! E

scruterò i comandamenti del mio Dio.

116 Sostienimi secondo la tua

parola e vivrò, e non

confondermi nella mia attesa.

117 Aiutami e sarò salvo e

mediterò sui tuoi decreti sempre.

118 Hai disprezzato tutti quelli che

si allontanano dalle tue giustizie,

perché ingiusto è il loro pensiero.

119 Prevaricatori ho reputato tutti

i peccatori della terra, per questo

ho amato le tue testimonianze.

120 Inchioda col tuo timore le mie

carni, infatti ho temuto per i tuoi giudizi

113 Ho odiato i malvagi e ho amato la tua legge.

Sembra a prima vista che il profeta parli qui in una maniera opposta allo spirito della nuova legge che ci obbliga ad amare anche i nostri nemici. Bisogna però osservare che egli odiava i perversi e gli uomini iniqui, cioè i prevaricatori della legge e non i suoi nemici.

114 Mio aiuto e mio sostegno

sei tu; nella tua parola ho tanto sperato.

Tu, Signore, sei il mio aiuto e il mio difensore. In te spero e nella infallibile verità della tua parola. Non posso reggermi in mezzo a tanti nemici se non perché tu stesso sei il mio aiuto e ho una ferma fiducia nella tua parola che ci assicura che ognuno che in te confida non sarà confuso.

115 Allontanatevi da me malvagi! E

scruterò i comandamenti del mio Dio.

Allontana da me, Signore, gli uomini che hanno il cuore pieno di malizia e che appartengono al mondo di cui tu hai detto per bocca dell’apostolo che tutto è immerso nel male. Allontanali perché alla fine col contagio della iniquità di cui riboccano, non mi distolgano dall’amore e dalla ricerca dei tuoi divini comandamenti.

116 Sostienimi secondo la tua

parola e vivrò, e non

confondermi nella mia attesa.

117 Aiutami e sarò salvo e

mediterò sui tuoi decreti sempre.

Chi teme di essere confuso nella sua attesa, aspetta qualcosa che ancora non ha. Tale fu lo stato in cui si trovò Davide nel corso della sua vita, non innamorandosi del regno temporale concessogli da Dio, ma anelando a quello dei figli di Dio, non amando la vita presente di re d’Israele, ma la parola del Signore e le sue promesse.

118 Hai disprezzato tutti quelli che

si allontanano dalle tue giustizie,

perché ingiusto è il loro pensiero.

Facci comprendere o Signore che ogni nostro bene consiste nell’amare ciò che tu ami e nel disprezzare ciò che tu disprezzi. Il profeta vuole che noi temiamo il più piccolo passo  che allontana dalla legge di Dio, poiché alla fine ci tireremmo addosso il suo disprezzo e le terribili conseguenze che ne derivano

119 Prevaricatori ho reputato tutti

i peccatori della terra, per questo

ho amato le tue testimonianze.

Davide considerava principalmente il peccato di tutta la terra una prevaricazione contro la legge del Signore. Per questo aggiunge: amo le tue leggi. È come dire: ho riconosciuto che tutti quelli che peccano non lo fanno se non in quanto si allontanano dalla legge che tu hai loro dato. In quanto a me quanto più l’amerò tanto più sarò lontano dal peccato.

120 Inchioda col tuo timore le mie

carni, infatti ho temuto per i tuoi giudizi

Per quale ragione Davide chiedeva a Dio che gli inchiodasse la sua carne col suo timore allorché attesta  che i suoi giudizi l’hanno già riempito di spavento. Non domandava egli forse che il suo timore imperfetto ricevesse il supremo grado di perfezione, affinché fosse abbastanza forte per crocifiggere le sue carni, cioè tutte le sue carnali affezioni?

Ain

121 Ho operato l’equità e la

giustizia , non consegnarmi ai mei calunniatori.

122 Sostieni il tuo servo

nel bene. Non mi calunnino i superbi.

123 I miei occhi si sono consumati

per la tua salvezza e per la parola della tua giustizia

124 Agisci col tuo servo

secondo la tua misericordia

e insegnami le tue giustificazioni.

125 Tuo servo sono io, dammi intelletto e

conoscerò le tue testimonianze.

126 E’ tempo di agire per il Signore,

hanno dissolto la tua legge.

127 Per questo ho amato i tuoi

comandamenti più dell’oro e del topazio.

128 Per questo mi dirigevo a tutti i tuoi

comandamenti, ogni via ingiusta ho odiato

121 Ho operato l’equità e la

giustizia , non consegnarmi ai mei calunniatori.

L’equità osservata da Davide della sua condotta gli ispirava un’umile fiducia verso Dio per chiedergli che non lo abbandonasse ai suoi calunniatori, cioè che lo difendesse da coloro che perseguitavano la sua virtù.

122 Sostieni il tuo servo

nel bene. Non mi calunnino i superbi.

Non c’è cosa che più della calunnia sia capace di abbattere un uomo giusto. Essa turba, dice la Scrittura, lo stesso savio ed abbatte la fortezza del suo cuore. Il profeta teme la caduta che può derivare dalla calunnia, non la calunnia stessa che sofferta con umile mansuetudine diventa la gloria di quelli che hanno l’animo rivolto a Dio. Il diavolo viene chiamato spesso nella scrittura l’accusatore o secondo la spiegazione di Ilario il calunniatore.

123 I miei occhi si sono consumati

per la tua salvezza e per la parola della tua giustizia

124 Agisci col tuo servo

secondo la tua misericordia

e insegnami le tue giustificazioni.

125 Tuo servo sono io, dammi intelletto e

conoscerò le tue testimonianze.

Tutti questi versetti sono già stati spiegati nei versetti 64. 73. 81. 82. E in molti altri dove si può vedere il modo di intendere anche i presenti senza che ci sia bisogno di fastidiose ripetizioni.

126 E’ tempo di agire per il Signore,

hanno dissolto la tua legge.

Queste parole non convengono a qualsiasi persona, ma soltanto a coloro che osservano con fedeltà i divini comandamenti e che infiammati dall’amore per la giustizia della legge non possono soffrirne le altrui profanazioni, come essi stessi si guardano da ogni minima trasgressione.

127 Per questo ho amato i tuoi

comandamenti più dell’oro e del topazio.

Davide se dice che amava i comandamenti di Dio più dell’oro e del topazio non vuole con ciò dire che egli amava anche l’ oro e le gemme, ma così si esprime perché non può farsi intendere a quelli che amano tali cose se non parlando un linguaggio a loro noto.

128 Per questo mi dirigevo a tutti i tuoi

comandamenti, ogni via ingiusta ho odiato

Quanto più gli empi si scostavano dalla legge di Dio, tanto più Davide si sforzava di camminare nella via di tutti i suoi comandamenti senza trascurarne uno solo e senza deviare a destra o sinistra. Quello che lo faceva stare più fortemente attaccato alla legge di Dio era l’orrore che egli aveva per tutte le vie che sono ingiuste o che guidano all’ingiustizia.

Fe

129 Meravigliose sono le tue

testimonianze, per questo le ha

scrutate l’anima mia;

130 la manifestazione delle tue  parole

illumina e dà intelligenza ai piccoli.

131 Ho aperto la mia bocca e ho

attirato lo spirito perché bramavo

i tuoi comandamenti.

132 Guarda su di me ed abbi pietà

di me secondo il giudizio per gli amanti del tuo nome.

133 Dirigi i miei passi

secondo la tua parola e non mi

mi domini alcuna ingiustizia.

134 Riscattami dalle calunnie

degli uomini e custodirò i  tuoi comandamenti.

135 Fa’ splendere il tuo volto sul

tuo servo e insegnami i tuoi decreti.

136 Rivi di acque hanno fatto scendere

i miei occhi perché non hanno

custodito la tua legge.

129 Meravigliose sono le tue

testimonianze, per questo le ha

scrutate l’anima mia;

130 la manifestazione delle tue  parole

illumina e dà intelligenza ai piccoli.

I precetti o le testimonianze della legge non sono propriamente ammirabili in ciò che hanno d’esteriore, ma in ciò che hanno di recondito e che essendo svelato dallo spirito di Dio che le ha dettate appaiono allora come una luce meravigliosa che dissipa tutte le nostre tenebre. Tale intelligenza non è concessa che  ai fanciulli, cioè agli umili, ai semplici, a quelli che conoscono la loro ignoranza e che sono consapevoli della loro infermità, come ha detto lo stesso Gesù allorché ha reso grazie al Padre perché ha nascosto queste cose ai sapienti del mondo e agli eruditi e le ha rivelate ai piccoli

131 Ho aperto la mia bocca e ho

attirato lo spirito perché bramavo

i tuoi comandamenti.

132 Guarda su di me ed abbi pietà

di me secondo il giudizio per gli amanti del tuo nome.

È questa una metafora di cui si serve Davide per esprimere con quale ardore egli desidera di ricevere la conoscenza dei comandamenti divini. Aprire dunque la bocca e attirare il fiato è un disporsi a ricevere nella propria bocca qualcosa che molto si desidera mangiare a cui era rivolto avidamente il pensiero. Quanto più il profeta desiderava di conoscere e di adempiere i precetti divini tanto più sentiva egli il bisogno dello sguardo propizio della misericordia del Signore.

133 Dirigi i miei passi

secondo la tua parola e non mi

mi domini alcuna ingiustizia.

134 Riscattami dalle calunnie

degli uomini e custodirò i  tuoi comandamenti

il santo re teme soltanto il regno e l’impero dell’ingiustizia, ma non ricusa assolutamente di esserne assalito. Quindi allorché dice: liberami dalle oppressioni o dalle calunnie degli uomini, affinché io osservi i tuoi comandamenti chiede egli a Dio l’ infusione del suo Spirito affinché il timore di tutte le calunnie degli uomini non possa fargli abbandonare i suoi comandamenti per trarlo negli eccessi dei peccatori.

135 Fa’ splendere il tuo volto sul

tuo servo e insegnami i tuoi decreti.

Le nubi che ci nascondono lo splendore del volto di Dio e la sua verità sono di frequente quelle stesse che si formano in noi dalla nostra cupidigia. Chiedere a Dio che faccia risplendere sopra i suoi servi la luce del suo volto è pregarlo che distrugga nell’intimo dei loro cuori tutte le segrete cupidigie che in essi diffondono le tenebre e che tolgono a loro l’amore per la verità.

136 Rivi di acque hanno fatto scendere

i miei occhi perché non hanno

custodito la tua legge.

Si danno due sensi diversi a queste parole. Alcuni dicono che il grande rispetto che aveva Davide della legge di Dio, che egli amava con tanto ardore, gli cagionava un dolore fortissimo allorché la vedeva calpestata dai peccatori e  gli faceva piovere dagli occhi rivi di lacrime. Ma molti padri hanno creduto che la ragione di tante lacrime versate dal profeta fosse piuttosto il doppio delitto che egli pure aveva commesso contro una legge così santa e di cui i suoi occhi erano stati la causa prima allorché rimirò con desiderio la moglie di  Uria e fu trascinato nell’ adulterio e poi nell’omicidio.

Sade

137 Giusto sei tu, Signore, e retto è il tuo giudizio.

138 Tu hai prescritto le tue testimonianze come giustizia

e tua verità perfetta.

139 Mi ha consumato il mio zelo

perché hanno dimenticato le tue parole i miei nemici.

140 Tutta infuocata è la tua parola

e il tuo servo l’ha amata.

141 Giovane sono e disprezzato,

non ho dimenticato le tue giustificazioni.

142 La tua giustizia è giustizia in

eterno e la tua legge è verità.

143 Tribolazione e angoscia mi

hanno colto. I tuoi comandamenti

sono la mia meditazione.

144 Giustizia sono le tue

testimonianze in eterno, dammi intelletto e vivrò.

137 Giusto sei tu, Signore, e retto è il tuo giudizio.

138 Tu hai prescritto le tue testimonianze come giustizia

e tua verità perfetta.

Tu sei giusto o mio Dio per tua natura propria e perciò il tuo giudizio è sempre retto. Tutte le testimonianze che tu ci dai della tua volontà nella tua legge sono come una emanazione della giustizia e della verità suprema che si ritrovano in te. Ovvero secondo un’altra spiegazione: il tuo giudizio è retto: perciò tu esigi con grande rigore che noi osserviamo i tuoi precetti come la testimonianza della tua giustizia della tua verità.

139 Mi ha consumato il mio zelo

perché hanno dimenticato le tue parole i miei nemici.

Tale è l’effetto di una consumata virtù. Davide si rattrista non per il male che a lui fanno i suoi nemici ma per quello che costoro fanno a sé medesimi e per l’oltraggio che fanno a Dio dimenticando e violando le sue parole

140 Tutta infuocata è la tua parola

e il tuo servo l’ha amata.

Questa è la ragione per cui il profeta non ha potuto soffrire che i suoi nemici avessero così facilmente dimenticato la parola del Signore. Essa è, dice egli di una somma purità ed è qual oro perfettamente purgato col fuoco.

141 Giovane sono e disprezzato,

non ho dimenticato le tue giustificazioni.

Non si comprende come Davide che aveva in fronte un diadema regale potesse dire di essere piccolo e disprezzato, ma l’amore che egli dimostrava per l’osservanza di tutta le legge di Dio lo rendeva effettivamente come piccolo e spregevole agli occhi degli empi e degli amanti del secolo che per lo più reputano viltà d’animo restringersi in così angusti confini. Questo è il senso più ovvio che si possa dare a queste parole. Altri commentatori hanno creduto che Davide facesse allusione al grado da lui tenuto nella casa di suo padre allorché venne Samuele ad eleggerlo re in luogo di Saul quantunque fosse il più piccolo di tutti i suoi fratelli.

142 La tua giustizia è giustizia in

eterno e la tua legge è verità.

La giustizia della legge di Dio è una giustizia eterna perché, essendo Dio da tutta l’eternità, la sua giustizia e la sua volontà sono eterne al par di lui. Di più la giustizia che la santa legge esige da noi non è una giustizia temporale e passeggera, ma una giustizia che deve rapportarsi al suo essere eterno.

143 Tribolazione e angoscia mi

hanno colto. I tuoi comandamenti

sono la mia meditazione.

Questo è il frutto che Davide raccoglie dalla grazia che Dio gli ha fatto di riverire la sua eterna giustizia. Quantunque sia stato provato dalle più grandi tribolazioni non ha cessato di meditare i suoi santi precetti; il suo cuore non ha potuto allontanarsi dalle divine regole che in essi sono prescritte.

144 Giustizia sono le tue

testimonianze in eterno, dammi intelletto e vivrò.

Sembra che Davide sia rapito e fuori di sé trasportato divinamente dalla profonda sua ammirazione della eterna giustizia della legge di Dio. E come se non si ricordasse di quello che ha detto ripete di nuovo e non può stancarsi di ripetere molte volte ciò che egli non saprebbe ammirare abbastanza.

Cof

145 Ho gridato con tutto il cuore:

Esaudiscimi, Signore!

Ricercherò i tuoi decreti;

146 ho gridato a te: Salvami !

E custodirò i tuoi comandamenti.

147 Nella notte fonda ho

prevenuto e ho gridato, ho tanto

sperato nelle tue parole.

148 I miei occhi hanno prevenuto

l’alba per meditare le tue parole.

149 Ascolta, Signore, la mia voce

secondo la tua misericordia,

secondo il tuo giudizio fammi vivere.

150 Si sono avvicinati quelli

che mi perseguitano iniquamente

mentre  dalla tua legge si sono allontanati.

151 Vicino sei tu,

Signore, e tutte le tue vie sono verità.

152 Fin dall’inizio ho

conosciuto circa le tue testimonianze

che in eterno le hai fondate .

145 Ho gridato con tutto il cuore:

Esaudiscimi, Signore!

Ricercherò le tue giustificazioni;

146 ho gridato a te: Salvami !

E custodirò i tuoi comandamenti.

Davide esclama col cuore e non con la lingua e non esclama languidamente, ma con tutto il suo cuore. O piuttosto lo spirito di Dio esclama e prega in lui con gemiti inenarrabili. Chiede di essere esaudito e di essere salvato dalle situazioni estreme in cui si trovava e di poter osservare i suoi comandamenti.

147 Nella notte fonda ho

prevenuto e ho gridato, ho tanto

sperato nelle tue parole.

148 I miei occhi hanno prevenuto

l’alba per meditare le tue parole.

Quelli che sono appassionati per qualche bellezza o per le ricchezze o costretti a procacciarsi il vitto con l’opera delle loro mani dormono pochissimo e prevenendo il sorgere del sole si applicano con ardore all’oggetto delle loro mire. Non deve quindi stupirsi che Davide prevenisse anch’egli il giorno per indirizzare a Dio le sue esclamazioni e che i suoi occhi fossero di buon mattino aperti ed attenti per meditare le sue parole.

149 Ascolta, Signore, la mia voce

secondo la tua misericordia,

secondo il tuo giudizio fammi vivere.

Davide non ripone la sua fiducia nè in esclamazioni, né in vigilie, e neppure nella pratica dei suoi precetti. Tutte queste cose non gli servono che a stabilire la sua speranza nella misericordia del Signore.

150 Si sono avvicinati quelli

che mi perseguitano iniquamente

mentre  dalla tua legge si sono allontanati.

Quello che accadeva ai persecutori di Davide, accade ancora a tutti i persecutori dei giusti. Scostandosi dalla legge di Dio e aderendo all’iniquità ad essa contraria perseguitano negli innocenti la pietà da loro praticata che altro non è se non l’osservanza della santa legge.

151 Vicino sei tu,

Signore, e tutte le tue vie sono verità.

Mi perseguitino pure i miei nemici quanto vorranno o piuttosto secondo il potere che tu darai loro o Signore. Tutte le tue vie sono verità; quelli che in esse camminano e osservano i tuoi comandamenti, devono stare in sicurezza, trovandosi all’ombra della stessa verità che libera e salva tutti quelli che l’amano.

152 Fin dall’inizio ho

conosciuto circa le tue testimonianze

che in eterno le hai fondate .

Per la legge di Dio che Davide dice essere stata fondata per tutta l’eternità, bisogna intendere i principali precetti di questa legge, quali sono quelli della carità verso Dio e verso il prossimo .

Res

153 Guarda la mia umiliazione e

liberami  perché non ho

dimenticato la tua legge.

154 Fa’ il mio giudizio

e riscattami, per la tua parola fammi vivere.

155 Lontana dai peccatori è la

salvezza, perché non hanno

ricercato i tuoi decreti.

156 Le tue misericordie sono molte

Signore, secondo il tuoi giudizi fammi vivere.

157 Molti sono i miei persecutori e i

miei oppressori, dalle tue

testimonianze non ho deviato.

158 Ho visto i prevaricatori e mi

struggevo perché non hanno

custodito le tue parole.

159 Vedi che ho amato i tuoi

comandamenti, Signore; nella tua

misericordia fammi vivere.

160 Principio delle tue parole la

verità e in eterno tutti i giudizi

della tua giustizia.

153 Guarda la mia umiliazione e

scampami  perché non ho

dimenticato la tua legge.

154 Fa’ il mio giudizio

e riscattami, per la tua parola fammi vivere.

Nelle umiliazioni e nelle tribolazioni si fa conoscere la nostra fedeltà a Dio. Il profeta non si arroga una tale fermezza nella fede. Chi domanda a Dio di essere liberato riconosce e sente la propria debolezza e dichiara il bisogno che egli ha di un liberatore, allorché lo prega di farlo vivere conformemente alla sua parola e alla sua promessa.

155 Lontana dai peccatori è la

salvezza, perché non hanno

ricercato i tuoi decreti.

Davide parla qui propriamente dei peccatori induriti che non vogliono conoscere la volontà del Signore, e che sono  rei, come dice un santo, di rigettare la verità. Questa può chiamarsi una ignoranza di volontà o volontaria che è indegna di ogni perdono, perché non si ignora se non ciò che si sarebbe potuto sapere se si fosse voluto.

156 Le tue misericordie sono molte

Signore, secondo il tuoi giudizi fammi vivere.

157 Molti sono i miei persecutori e i

miei oppressori, dalle tue

testimonianze non ho deviato.

Non sono atterrito o mio Dio, dice Davide, dalla moltitudine di quelli che mi perseguitano e con quanti mali mi affliggono. Io rimango saldo nella osservanza della tua legge perché contrappongo la moltitudine delle tue misericordie alla moltitudine dei miei nemici e fondo la speranza che ho della mia vita non sopra me stesso ma sopra te.

158 Ho visto i prevaricatori e mi

struggevo perché non hanno

custodito le tue parole.

159 Vedi che ho amato i tuoi

comandamenti, Signore; nella tua

misericordia fammi vivere.

Davide, dopo aver ripetuto quello che aveva detto nei versetti 136 e 139, indirizza a Dio la sua preghiera per supplicarlo di considerare come lo zelo contro i prevaricatori della sua legge era a lui venuto dall’amore per i santi comandamenti e non da una falsa giustizia che esige dagli altri ciò che non pratica essa stessa.

160 Principio delle tue parole la

verità e in eterno tutti i giudizi

della tua giustizia.

Tu parli, o Signore, non come gli uomini la cui incostanza ed infedeltà nell’adempiere le loro parole è una conseguenza della loro vanità e del loro nulla. Allorché tu parli per farci qualche promessa la verità è il principio delle tue parole. Le tue parole non possono non adempiersi come non può la verità cessare di essere verità. I giudizi della tua giustizia, cioè i decreti che la tua giustizia ha pronunciato o nella legge o in qualunque altro modo, sono inviolabili ed eterni.

Sen

161 I principi mi hanno perseguitato

senza ragione e il mio cuore ha temuto le tue parole.

162 Io esulterò per le tue parole

come chi ha trovato grande preda.

163 Ho odiato e aborrito l’ingiustizia

ma ho amato la tua legge.

164 Sette volte al giorno ti ho

lodato per i giudizi della tua giustizia.

165 Grande pace per quanti amano

la tua legge, e non c’è per loro inciampo.

166 Aspettavo la tua salvezza, Signore, e ho

amato i tuoi comandamenti.

167 Ha custodito la mia anima

le tue testimonianza e le ho amate con ardore.

168 Ho custodito i tuoi comandamenti e le tue

testimonianze perché tutte le mie vie sono davanti a te.

161 I principi mi hanno perseguitato

senza ragione e il mio cuore ha temuto le tue parole.

162 Io esulterò per le tue parole

come chi ha trovato grande preda.

Nessuno si carica di spoglie se non è vittorioso. Il profeta non avendo potuto essere sopraffatto dalle persecuzioni dei principi, ma avendo superato il loro odio con la forza della sua fede, riporta, per così dire, grandi spoglie sull’empietà dei suoi nemici da lui debellati. Davide si rallegra nei detti del Signore come un uomo che ha trovato grandi spoglie. Ripone la sua gioia non in sé medesimo ma nel principio della sua vittoria, che l’ha reso vittorioso non tanto dei suoi nemici quanto del peccato.

163 Ho odiato e aborrito l’ingiustizia

ma ho amato la tua legge.

Noi non siamo confermati nella pietà se non in proporzione dell’odio che abbiamo per il peccato. Se non l’abbiamo grandemente in orrore siamo vicini al cadervi. L’orrore per l’iniquità non è grande noi se non in quanto siamo fondati nell’amore della legge di Dio.

164 Sette volte al giorno ti ho

lodato per i giudizi della tua giustizia.

La lode è una conseguenza dell’amore. Chi dunque ama la legge di Dio, dà lode a Dio molte volte al giorno per i giusti giudizi e i precetti della sua legge.

165 Grande pace per quanti amano

la tua legge, e non c’è per loro inciampo.

Quelli che amano la legge del Signore godono molta pace e per essi non vi è inciampo. Possono essere assaliti dalla violenza degli uomini ed agitati dalle varie tentazioni del demonio, ma in mezzo a tutte le persecuzioni e a tutte le tentazioni conservano la pace del cuore, quella pace divina che supera come dice San Paolo ogni sentimento e vince ogni prova.

166 Aspettavo la tua salvezza, Signore, e ho

amato i tuoi comandamenti.

167 Ha custodito la mia anima

le tue testimonianza e le ho amate con ardore.

168 Ho custodito i tuoi comandamenti e le tue

testimonianze perché tutte le mie vie sono davanti a te.

Davide amando i comandamenti del Signore era in pace allorché i principi lo perseguitavano: non desiderava alcuna propria vendetta. Aspettava la  salvezza solo dal Signore e custodiva le testimonianze della sua legge nel suo cuore e nella sua anima.  Quando operiamo sotto gli occhi e alla presenza di Dio che ha lo sguardo così acuto che penetra e misura l’abisso del cuore dell’uomo siamo fedeli all’osservanza dei suoi precetti e ci asteniamo con somma cura dal camminare nelle vie del secolo poiché temiamo di fare cosa che possa dispiacere a chi non cessa mai di rimirarci e ci sforziamo di fare tutto quello che può essere a lui gradito.

Thav

169 Si accosti la mia supplica

al tuo cospetto, Signore,

secondo la tua  parola dammi intelletto.

170 Entri al tuo cospetto la mia

supplica, secondo la tua parola liberami.

171 Faranno risuonare

le mie labbra un inno, quando mi

avrai insegnato i tuoi decreti.

172 Proclamerà la mia lingua

la tua parola, perché tutti i tuoi

comandamenti sono giustizia.

173 Venga la tua mano a

salvarmi perché  ho scelto i tuoi comandamenti.

174 Ho bramato la tua salvezza,

Signore, e la tua legge è la mia meditazione.

175 Vivrà l’anima mia e

ti loderà e i tuoi giudizi mi aiuteranno.

176  Ho errato come una pecora

perduta , cerca il tuo servo

perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.

169 Si accosti la mia supplica

al tuo cospetto, Signore,

secondo la tua  parola dammi intelletto.

170 Entri al tuo cospetto la mia

supplica, secondo la tua parola liberami.

Questa preghiera suppone una grande consapevolezza del bisogno che abbiamo dell’aiuto di Dio. Domandando il profeta al Signore che la sua preghiera si accosti al suo cospetto, gli chiede in certo modo di purificarlo sempre più per essere degno di presentargli la sua supplica.

171 Faranno risuonare

le mie labbra un inno, quando mi

avrai insegnato i tuoi decreti.

172 Proclamerà la mia lingua

la tua parola, perché tutti i tuoi

comandamenti sono giustizia.

Il profeta è persuaso che bisogna essere ammaestrati dallo Spirito Santo riguardo alla divina giustizia, per essere in grado di lodare Dio in una maniera degna di lui. Gli dichiara alla fine che le sue labbra faranno risuonare un inno alla sua gloria appena gli avrà accordato la grazia che egli chiede con tanto ardore.

173 Venga la tua mano a

salvarmi perché  ho scelto i tuoi comandamenti.

174 Ho bramato la tua salvezza,

Signore, e la tua legge è la mia meditazione.

Il profeta dicendo a Dio che egli ha eletto i suoi comandamenti dichiara che li amava sopra ogni cosa. In virtù dello stesso amore che ha per loro Davide chiede dunque al Signore che gli manifesti la potenza del suo braccio per salvarlo dai suoi nemici. Noi possiamo aggiungere secondo un senso più spirituale che, dopo la scelta fatta dei comandamenti di Dio, bisogna riconoscere con Davide che abbiamo bisogno dell’aiuto della sua mano onnipotente per esser salvi e per adempiere le cose a cui ci siamo obbligati.

175 Vivrà l’anima mia e

ti loderà e i tuoi giudizi mi aiuteranno.

Prendendo dunque Davide nuova fiducia dopo tutte le preghiere da lui fatte dice che spera che l’anima sua vivrà e loderà eternamente il Signore e che egli troverà nei suoi giudizi, cioè nei suoi divini precetti, tutto il suo appoggio e tutta la sua speranza.

176  Ho errato come una pecora

perduta , cerca il tuo servo

perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.

Gli uomini sono come pecore smarrite ed esposte al furore delle bestie feroci e non appartiene se non al buon pastore il cercarle e il toglierle da uno stato così pericoloso. Cerca dunque, dice Davide a Dio, cerca il tuo servo.

Ogni traviamento può condurre a dimenticare i comandamenti di Dio se lo stesso Dio non cerca e non segue ogni momento le sue pecore quale buon pastore, allorché si allontanano da lui, per condurle di nuovo all’ovile. A ragione dunque Davide ha diversificato in tutto questo salmo, in tante maniere le preghiere che egli fa in esso a Dio per chiedergli che lo ammaestri nella sua legge e gli insegni la giustizia dei suoi precetti. Egli conosceva il bisogno che ha l’uomo di essere sempre sostenuto dalla mano di Dio e dalla unzione interiore del suo spirito. Sapeva di essere da se stesso capace soltanto di smarrirsi e di perdersi, se cessa di camminare sotto la sua guida e di essere illuminato dalla luce della sua grazia.

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