Vangelo di Luca cap22

Luca 22

 

 

Ora era vicina la festa degli azzimi detta Pasqua;

2 e cercavano i sommi sacerdoti e gli scribi come sopprimerlo: infatti avevano paura del popolo.

3 Entrò allora Satana in Giuda detto Iscariota, che era nel numero dei dodici;

4 ed essendo andato parlò con i sommi sacerdoti e i capi della guardia su come consegnarlo a loro.

5 E si rallegrarono e si accordarono di dare del denaro a lui.

6 Ed accettò, e cercava il momento opportuno per consegnarlo a loro in disparte dalla folla.

7 Giunse poi il giorno degli azzimi in cui bisognava immolare la pasqua.

8 E inviò Pietro e Giovanni dicendo: Essendo andati preparate per noi la pasqua affinché la mangiamo.

9 Essi allora gli dissero: Dove vuoi che prepariamo?

10 Egli poi disse a loro: Ecco essendo voi entrati in città vi verrà incontro un uomo portante una brocca d’acqua. Seguitelo nella casa in cui entra 11 e direte al padrone di casa: Dice a te il maestro: Dov’è la sala dove mangi la pasqua con i miei discepoli?

12 E quello vi mostrerà una sala superiore grande ricoperta: lì preparate.

13 Ora essendo andati trovarono come aveva detto a loro e prepararono la pasqua.

14 E quando venne l’ora giacque a mensa e gli apostoli con lui.

15 E disse a loro: Con brama ho bramato mangiare questa pasqua con voi prima che io soffra:

16 Dico infatti a voi che non mangerò essa affatto finchè si compia nel regno di Dio.

17 Ed avendo preso il calice avendo reso grazie disse: Prendete questo e spartitelo fra voi.

18 Dico infatti a voi, che non berrò affatto da adesso dal frutto della vite finchè non venga il regno di Dio.

19 Ed avendo preso il pane avendo reso grazie lo spezzò e lo diede a loro dicendo: Questo è il mio corpo consegnato per voi: Fate questa cosa in mia memoria.

20 E dopo aver cenato similmente prese il calice dicendo: Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue versato per voi.

21 Ma ecco la mano di colui che mi consegna è con me sulla tavola.

22 Poiché il figlio dell’uomo secondo lo stabilito se ne va, ma guai a quell’uomo per mezzo del quale è consegnato.

23 Ed essi cominciarono a cercare fra loro chi dunque fosse fra loro colui che stava per fare questa cosa.

24 Ci fu poi anche una contesa fra loro, chi di loro è reputato essere maggiore.

25 Egli allora disse a loro: I re delle nazioni le spadroneggiano e quelli che hanno di loro potere sono chiamati benefattori.

26 Voi però non siate così, ma il maggiore fra voi divenga come il più giovane e chi comanda come chi serve.

27 Chi infatti è maggiore: colui che giace a mensa o colui che serve? Non colui che giace? Io ora sono in mezzo a voi come colui che serve.

28 Voi poi siete quelli che hanno perseverato con me nelle mie prove;

29 e io dispongo per voi il regno, come lo ha disposto per me il Padre mio,

30 affinchè mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e siederete su troni giudicanti le dodici tribù di Israele.

31 Simone, Simone, ecco Satana vi ha richiesto per setacciarvi come il grano.

32 Ma io ho pregato per te affinché non venga meno la tua fede; e tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli.

33 Egli allora gli disse: Signore con te sono pronto ad andare anche in prigione e a morte.

34 Ma egli disse: Dico a te, Pietro, non canterà oggi il gallo fino a tre volte che abbia negato di conoscermi.

35 E disse a loro: Quando vi inviai senza borsa e bisaccia e sandali, avete mancato di qualcosa? Essi allora dissero: Niente!

36 Disse poi a loro: Ma adesso chi ha una borsa la prenda, similmente anche chi ha una bisaccia, e chi non ha venda il suo mantello e compri una spada.

37 Dico infatti a voi che è necessario si compia in me questo scritto: E fu computato con i malfattori: e infatti ciò che riguarda me ha compimento.

38 Essi allora dissero: Signore, ecco qui due spade. Egli poi disse a loro: E’ bastante.

39 Ed essendo uscito andò secondo l’abitudine al Monte degli ulivi, ora lo seguirono anche i discepoli.

40 Giunto poi sul luogo disse a loro: Pregate per non entrare in tentazione.

41 Ed egli si separò da loro circa un tiro di sasso ed avendo posto le ginocchia pregava.

42 dicendo: Padre, se vuoi allontana questo calice da me; però non la mia volontà ma la tua sia fatta.

43 Apparve allora a lui un angelo dal cielo confortandolo. 44 E giunto in combattimento pregava più intensamente; e divenne il suo sudore come grumi di sangue che scendevano sulla terra.

45 Ed essendosi alzato dalla preghiera, essendo venuto dai discepoli li trovò addormentati per la tristezza

46 e disse a loro: Perché dormite? Essendovi alzati pregate, perché non entriate in tentazione.

47 Mentre ancora parlava ecco una folla e quello chiamato Giuda uno dei dodici li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo.

48 Gesù allora gli disse: Giuda, con un bacio consegni il figlio dell’uomo?

49 Allora avendo visto quelli intorno a lui ciò che stava per accadere dissero: Maestro, colpiamo con la spada?

50 E colpì uno  fra loro lo schiavo del sommo sacerdote e staccò il suo orecchio destro.

51 Rispondendo allora Gesù disse: Lasciate, fino a questa cosa! E avendo toccato l’orecchio lo guarì.

52 Disse poi Gesù agli astanti contro di lui sommi sacerdoti e capi della guardia del tempio ed anziani: Come contro un brigante usciste con spade e bastoni.

53 Ogni giorno essendo io con voi nel tempio non stendeste le mani su me, ma questa è la vostra ora e la potenza delle tenebre.

54 Avendolo preso lo condussero ed entrarono nella casa del sommo sacerdote. Ora Pietro seguiva da lontano.

55 Avendo poi acceso un fuoco in mezzo al cortile ed essendosi messi a sedere insieme sedette Pietro in mezzo a loro.

56 Ora avendolo visto una serva seduto presso il fuoco ed avendolo guardato attentamente disse: Anche questi era con lui.

57 Egli allora negò dicendo: Non lo conosco, donna.

58 E dopo poco un altro avendolo visto disse: Anche tu sei dei loro. Ma Pietro disse: Uomo, non lo sono.

59 Ed essendo trascorsa circa un’ora, un altro tale affermava dicendo: In verità anche questi era con lui, e infatti è Galileo.

60 Disse allora Pietro: Uomo non so ciò che dici. E subito, mentre ancora parlava, cantò il gallo.

61 Ed essendosi voltato il Signore guardò Pietro, e si ricordò Pietro della parola del Signore quando gli disse: Prima che il gallo canti oggi mi rinnegherai tre volte.

62 Ed essendo uscito fuori pianse amaramente.

63 E gli uomini che lo tenevano prigioniero lo deridevano percotendolo,

64 ed avendolo velato lo interrogavano dicendo: Profetizza, chi è che ti ha percosso?

65 E molte altre cose bestemmiando dicevano a lui.

 66 E quando fu giorno, si radunò il consiglio degli anziani del popolo, i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo condussero nel loro sinedrio

67 dicendo: Se tu sei il Cristo, dillo a noi. Disse allora a loro: Se a voi lo dicessi, non crederete affatto,

68 se poi interrogassi, non risponderete affatto.

69 Ma da ora il figlio dell’uomo sarà seduto a destra della potenza di Dio.

70 Dissero allora tutti: Tu dunque sei il figlio di Dio? Egli allora disse a loro: Voi dite che io sono.

71 Essi poi dissero: Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? Noi stessi infatti l’abbiamo udito dalla bocca di lui.

 

 

 

 

Ora era vicina la festa degli azzimi detta Pasqua; 2 e cercavano i sommi sacerdoti e gli scribi come sopprimerlo: infatti avevano paura del popolo. 3 Entrò allora Satana in Giuda detto Iscariota,

Quando si vuole eliminare Cristo dalla propria vita anche Satana viene in soccorso: il Maligno spia ogni momento opportuno e approfitta dei cuori che sono nelle tenebre. E certamente esulta quando può riprendersi quelli che gli sono stati strappati dal Cristo e ne fa scempio e strumenti di morte. Non vi è alcuna certezza di vita eterna neppure per i dodici apostoli: finchè siamo in questo mondo anche se chiamati e salvati da Cristo possiamo sempre tornare indietro ed essere risucchiati dal Diavolo. E non per un imperscrutabile disegno divino, ma per libera scelta della nostra volontà.

che era nel numero dei dodici;

A pieno titolo ed alla pari degli altri, chiamato alla vita eterna, visitato dai doni del Signore, ma pur sempre cittadino di un mondo aperto all’opera del Satana.

Nessuno si illuda che di aver già chiuso il proprio conto con il Maligno. Se è chiuso per Gesù, per noi è ancora tempo di lotta, di vigilanza e di perseveranza. Vigilanza dagli attacchi del Maligno, perseveranza nell’ascolto della Parola di Dio. Perché Giuda ha tradito? Non c’è risposta alcuna. Non ci è dato comprendere per quale ragione l’uomo preferisca le tenebre alla luce: è così e basta.

Per chi vuole andare avanti fino alla fine giova piuttosto comprendere quali sono i passi falsi che si devono fuggire.

4 ed essendo andato parlò con i sommi sacerdoti e i capi della guardia su come consegnarlo a loro.

Da un lato silenzio assoluto con Gesù. Nessuna domanda, nessun tentativo di un approccio per chiarire dubbi, allontanare ansie, timori, per rafforzare un vincolo d’amicizia.

Quando la nostra parola si allontana da Gesù, inevitabilmente si avvicina a quella dei suoi nemici.

Non sono questi che vanno a cercare Giuda è Giuda che va a cercare loro. Per la logica stessa della verità, per cui o si è con Cristo o si è contro di Cristo. Quando non si è più con Lui con la totalità del cuore, la dipartita è già un dato ed un fatto. Basta si presenti l’occasione ed ecco il tradimento si fa manifesto. Giuda non ha bisogno della persuasione dell’uomo: è già vittima di quella del Maligno. Quando si tratta di Gesù, gli altri c’entrano ben poco: è una questione tra noi, Lui ed il Satana. Allorché si sceglie di essere nemici di Cristo importa soltanto come e quando consumare il tradimento.

5 E si rallegrarono

E’ la gioia falsa ed ingannevole che viene dal Maligno… Quando l’uomo si illude di tenere Cristo fra le proprie mani e di poterne fare quello che vuole.

e si accordarono di dare del denaro a lui.

Accordo facile, che non ha bisogno di trattativa; secondo Luca nessun prezzo viene pattuito. Quando si tratta di congiurare per eliminare Gesù il prezzo di una consegna conta ben poco. Tra galantuomini ci si intende sempre.

6 Ed accettò,

Senza remore e rimostranza alcuna. D’ora in avanti per Giuda non c’è alcun interesse per Gesù: cerca solo il modo per consegnarlo.

e cercava il momento opportuno per consegnarlo a loro in disparte dalla folla.

Particolare curioso: coloro che disprezzano la folla, la temono  e non sanno andare contro di essa se non di nascosto. Un segno distintivo dei figli del Maligno? La paura degli altri e non dell'Altro. Temono di andare contro il mondo, non temono Colui che è Signore del mondo.

7 Giunse poi il giorno degli azzimi in cui bisognava immolare la pasqua.

Non c’è pasqua senza immolazione. Viene il tempo in cui l’immagine cede il posto alla realtà ed è ben altro l’agnello che deve essere immolato.

8 E inviò Pietro e Giovanni dicendo: Essendo andati preparate per noi la pasqua affinché la mangiamo. 9 Essi allora gli dissero: Dove vuoi che prepariamo? 10 Egli poi disse a loro: Ecco essendo voi entrati in città vi verrà incontro un uomo portante una brocca d’acqua. Seguitelo nella casa in cui entra 11 e direte al padrone di casa: Dice a te il maestro: Dov’è la sala dove mangi la pasqua con i miei discepoli? 12 E quello vi mostrerà una sala superiore grande ricoperta: lì preparate. 13 Ora essendo andati trovarono come aveva detto a loro e prepararono la pasqua.

E’ necessario preparare la Pasqua: è un comando del Signore. L’evento che porta alla salvezza non deve coglierci impreparati. Se fosse per noi non sapremmo dove e come cominciare: bisogna fare conforme alla volontà di Gesù, seguendo le orme di coloro che hanno ricevuto un incarico, per sedere insieme alla mensa del Signore. Quando c’è questa volontà di obbedienza tutto è trovato conforme alla Parola. Perché la salvezza non è da noi costruita, ma semplicemente da noi trovata, conforme ad un progetto d’amore che viene dal cielo. All’inizio sembra che Pietro e Giovanni debbano fare chissà quali preparativi. Allorchè entrati nella città eletta del Signore trovano un cammino già tracciato da un Altro. La fede che viene dall’ascolto porta ad una grande scoperta: il Signore ha già fatto tutto per noi. La salvezza all’inizio è semplicemente una brocca d’acqua portata dall’uomo. Non toglie la sete in eterno, ma è già una speranza di vita. Chi segue l’uomo mandato dal Signore viene strappato da questo mondo per essere ammesso nella casa degli eletti. In questa casa e non altrove sarà celebrata l’unica vera pasqua. Nella chiesa tutto è fatto per Cristo, in Cristo e conforme alla volontà di Cristo. E’ una sala grande perché deve contenere l’intera umanità, è posta ad un piano superiore perché non è trovata al livello di questo mondo, è tutta ricoperta cioè sovrabbondante dell’opera del Signore. E’ questo il luogo della nostra attesa, è qui che dobbiamo preparare i cuori all’unica Pasqua. Chi ubbidisce alla Parola di Dio ne scopre la Verità e nella Verità va incontro al sacrificio del Figlio.

14 E quando venne l’ora giacque a mensa e gli apostoli con lui. 15 E disse a loro: Con brama ho bramato mangiare questa pasqua con voi prima che io soffra:

Come intendere questo desiderio ardente di Gesù di mangiare con gli apostoli l’ultima pasqua?. Desiderio di farla presto finita con l’Antico, perché sia lasciato spazio al Nuovo, o esaltazione finale dell’Antico Patto, perché in esso e da esso scaturisca la necessità del Nuovo?

Donde mai Gesù vuol attingere la forza per il sacrificio estremo se non ribadendo l’autenticità dell’Antica promessa? L’immagine sta per cedere il posto alla realtà: non per questo viene meno la sua importanza ed il suo valore. Ultima celebrazione solenne dunque della Pasqua ebraica , perché in essa e da essa scaturisca quella cristiana.

16 Dico infatti a voi che non mangerò essa affatto finchè si compia nel regno di Dio.

Non ci sarà più alcuna celebrazione della pasqua se non quando l’immagine sarà diventata realtà in Cristo e per Cristo. Non è più tempo di semplice promessa: viene il regno di Dio con il compimento della vera pasqua. Un evento così grande merita una festa ed un brindisi di ringraziamento al Padre che è nei cieli.

17 Ed avendo preso il calice avendo reso grazie disse: Prendete questo e spartitelo fra voi. 18 Dico infatti a voi, che non berrò affatto da adesso dal frutto della vite finchè non venga il regno di Dio.

Non è ancora l’istituzione dell’eucarestia, ma il ringraziamento che la precede. Venuto il regno di Dio, sarà festa continua. Ogni giorno potremo dar lode col Figlio per il dono ricevuto.

19 Ed avendo preso il pane avendo reso grazie lo spezzò e lo diede a loro dicendo: Questo è il mio corpo consegnato per voi: Fate questa cosa in mia memoria.

Dopo il ringraziamento la celebrazione del rito, a cominciare dal pane. Tutto è semplice e frugale, nel gesto, nella parola: una mensa apparecchiata, un pane preso tra le mani, la preghiera di ringraziamento, l’atto dello spezzare, la consegna ai dodici, un comando. In questo modo Gesù rende vivo ed efficace ogni giorno e per sempre il suo sacrificio perché da esso possiamo attingere a vita nuova. Prima ancora che esso sia avvenuto? Per quale ragione? Perché la salvezza che Cristo ha operato per noi tutti non diventa attuale se non nella fede e per la fede del singolo, che ogni giorno la fa sua, in obbedienza al precetto della Parola. Che Gesù sia morto e risorto per l’intera umanità è un dato ed un fatto,  che non tutti hanno visto e toccato con mano. Quello che a tutti è dato vedere e toccare è il suo corpo ed il suo sangue offerti per noi. Allorchè mangiamo il suo corpo e beviamo il suo sangue, la salvezza che passa attraverso il sacrificio del Figlio si fa in noi potente per donare vita nuova. Rispetto a questo mangiare e a questo bere gli apostoli non sono posti diversamente dagli altri uomini. E’ chiesto a loro di obbedire, di accogliere e fare proprio il sacrificio, prima ancora che sia compiuto.

Non obbedisce alla Parola chi non ha fede in Colui che dice la Parola. Il comprendere non ha importanza alcuna: è l’obbedienza la misura della vera fede.

Possiamo porci tante domande riguardo al perché dell’eucaristia. Vi è una sola risposta. Dobbiamo fare come Gesù ci ha chiesto: il resto è fuga dalla fede. Fai e vedrai, obbedisci e conoscerai quale potenza di resurrezione.

L’unica vera grande conferma del sacrificio del Figlio ci viene ogni giorno allorchè ci accostiamo al sacramento dell’eucaristia, al modo dei dodici, così come Gesù ha richiesto.

“Fate questa cosa in mia memoria”: è un comando, non un invito, conditio sine qua non per la salvezza.

Molto si è discusso nella chiesa riguardo alla eucaristia. Con quale frequenza? Basta il solo pane? In quale modo si deve intendere la presenza di Cristo? Consustanziazione o transustanziazione? Quale il rapporto tra l’unico eterno sacrificio e quello che si rinnova ogni giorno? Renovatio o memoratio?

Non intendiamo in questa sede affrontare una problematica così complessa che a volte ha contrapposto gli uomini di chiesa. Prima ancora del capire sta l’obbedire.  Importa non presumere di verità e non fare da contro-altare alla propria chiesa. Ma soprattutto facciamo quello che Gesù ci ha comandato. L’efficacia dell’eucaristia è ben superiore a tutto quello che l’uomo può comprendere riguardo ad essa. Il fatto stesso che non si riesca a spiegare in maniera esauriente e soddisfacente sta a significare l’infinita ricchezza del dono, che non può essere racchiuso negli spazi stretti della nostra intelligenza. Non meravigliamoci se la chiesa ancora oggi deve meglio comprendere e meglio spiegare: l’eucaristia viene da una intelligenza divina.

20 E dopo aver cenato similmente prese il calice dicendo: Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue versato per voi. 21 Ma ecco la mano di colui che mi consegna è con me sulla tavola. 22 Poiché il figlio dell’uomo secondo lo stabilito se ne va, ma guai a quell’uomo per mezzo del quale è consegnato. 23 Ed essi cominciarono a cercare fra loro chi dunque fosse fra loro colui che stava per fare questa cosa.

Dopo aver fatto un patto per la salvezza, va suggellato col sangue, non con quello dell’uomo, ma con quello che è offerto da Dio. A noi è chiesto semplicemente di fare nostro questo sangue,  bevendo ed attingendo con ciò alla grazia del sacrificio. Non è detto esplicitamente che si deve bere, ma è dato per scontato dalla logica del gesto. Dopo l’Alleanza antica quella nuova: Quale garanzia?  Il sangue di Cristo che è versato una volta per sempre, ma che ogni giorno viene a noi offerto nella celebrazione eucaristica.

L’eucaristia nella forma del vino ha suscitato nel tempo vivaci polemiche: negli ultimi secoli è stata riservata al solo celebrante. In qualsiasi caso accogliamo ciò che è prescritto dalla nostra chiesa.

Il confronto con gli altri evangelisti mette in evidenza alcune diversità. Ad esempio il discorso in Matteo sembra essere più chiaro e lineare nella sua successione logica temporale.

Non vogliamo addentrarci in un’analisi di questo tipo; ci siamo limitati semplicemente a quello che è stato scritto da Luca cercando di comprendere il suo pensiero. Alcuni codici per far “quadrare” meglio il discorso hanno introdotto varianti. Non ci sembra poi così necessario; al contrario potrebbe essere fuori luogo. Ogni evangelista va letto ed apprezzato e nella sua tipicità e diversità.

 21 Ma ecco la mano di colui che mi consegna è con me sulla tavola. Dopo un patto che è per la vita eterna, ecco subito la rottura da parte dell’uomo. Se Cristo può garantire per sé non altrettanto può fare l’uomo: c’è subito chi si defila e si mette contro. E’ una possibilità che è sempre aperta per tutti. Per Dio la salvezza è un dato assolutamente sicuro ed irrevocabile: basta coglierla ogni giorno nel modo da Lui comandato. Ma sulla stessa tavola in cui è data la vita si allunga la mano di chi vuole fare morire questa vita. Segno di salvezza l’eucaristia, ma anche segno di riprovazione da parte dell’uomo e di condanna da parte di Dio.

22 Poiché il figlio dell’uomo secondo lo stabilito se ne va, ma guai a quell’uomo per mezzo del quale è consegnato.

Il Figlio dell’uomo se ne va al Padre per aprirci le porte del cielo. Ma guai a quell’uomo che si mette di mezzo per impedire il dono della  vita. Sarà la sua rovina. Il Figlio vuol andare al Padre suo e tu vuoi consegnarlo al Maligno? Uomo stolto! Il Diavolo non ha alcun potere sul Cristo, ma lo ha sul tuo cuore, per trascinarti alla perdizione.

23 Ed essi cominciarono a cercare fra loro chi dunque fosse fra loro colui che stava per fare questa cosa.

Ben hanno compreso gli apostoli il senso del discorso: la possibilità del tradimento è aperta per tutti e per ognuno, a cominciare da loro. Non c’è bisogno di andare a cercare il traditore molto lontano: te lo trovi in casa e voglia il cielo che non sia sotto accusa il tuo cuore.

24 Ci fu poi anche una contesa fra loro, chi di loro è reputato essere maggiore.

Improvviso cambiamento di discussione che ben dice le tenebre che avvolgono le menti. Giova approfondire il discorso riguardo alla nostra malvagità ed alla possibilità sempre aperta di un tradimento e di un rinnegamento di Gesù. Ma finito il richiamo anche il discorso di Cristo più serio può sembrare una provocazione che merita di essere messa subito da parte.

Invece di fare indagini riguardo alla malvagità dell’uomo è più utile e stimolante sapere chi è più bravo e merita di essere reputato il migliore. E nessuno si chiede se è doverosa una distinzione fra la reputazione che l’uomo dà all’uomo e quella che è data dal solo Dio.

Quando si tratta di traditori di Cristo non importa poi più di tanto e si smorzano presto i toni del discorso per non ferire e per non urtare. Quando si tratta di sapere quale uomo merita di essere reputato migliore allora si arriva persino alla contesa. E lo spettacolo che ne viene fuori è talmente disgustoso e fuorviante dalla verità che Gesù è costretto ad intervenire prontamente per riportare i suoi discepoli sulla retta strada della giustizia.

Quale peso dare alla reputazione che l’uomo dà all’uomo è presto detto e presto compreso.

25 Egli allora disse a loro: I re delle nazioni le spadroneggiano e quelli che hanno di loro potere sono chiamati benefattori.

Cosa fanno gli uomini che sono reputati maggiori degli altri è da tutti risaputo. I re spadroneggiano sulle nazioni e quelli che hanno un potere sugli altri sono addirittura chiamati benefattori. A nessuno potrebbe passare per la mente che un tale titolo sia meritato, eppure è dato e riconosciuto e nessuno lo mette in discussione. Volete mettervi alla pari degli uomini di questo mondo e fare vostro il loro spirito? E’ poi così importante sapere chi è più grande tra di voi? Per fare come tutti gli altri?

26 Voi però non siate così, ma il maggiore fra voi divenga come il più giovane e chi comanda come chi serve.

Chi è maggiore a questo mondo non segua la logica di una grandezza che vuol affermarsi sugli altri ma di una grandezza che vuol affermarsi unicamente presso Dio. In quale modo ? Facendosi simile al Figlio di Dio, che primogenito fra molti fratelli è venuto non per comandare ma per servire.

27 Chi infatti è maggiore: colui che giace a mensa o colui che serve? Non colui che giace? Io ora sono in mezzo a voi come colui che serve.

Vi è una grandezza falsa: è quella degli uomini che si mettono ai primi posti e si fanno servire. Vi è una grandezza vera: è quella del Cristo che è venuto in mezzo a noi per servire.

28 Voi poi siete quelli che hanno perseverato con me nelle mie prove;

Nessuna perseveranza con Cristo nelle prove che vengono dalla sequela cadrà invano. Ai discepoli è riservato un trattamento di favore.

29 e io dispongo per voi il regno, come lo ha disposto per me il Padre mio,

Non una semplice ricompensa o un dono qualunque: saremo compartecipi del regno che il Padre ha dato al Figlio, trattati alla pari del nostro fratello primogenito.

30 affinchè mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno,

Per mangiare e bere con Lui ad una tavola regale, nello spirito di un’eterna gioia.

e siederete su troni giudicanti le dodici tribù di Israele.

E non come semplici invitati che nulla contano se non per mangiare e bere. Ci sarà dato il potere di giudicare tutti i figli di Dio. Compartecipi dell’umiliazione di Cristo agli occhi del mondo saremo pure compartecipi della sua esaltazione agli occhi dello stesso mondo.

31 Simone, Simone, ecco Satana vi ha richiesto per setacciarvi come il grano. 32 Ma io ho pregato per te affinché non venga meno la tua fede; e tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli.

Tutto bello e tutto grande nel regno dei cieli, ma attenti alle facili illusioni! Bisogna fare i conti con il Satana, che reclama al cielo le vostre anime e vuole conciarvi per le feste e farvi a pezzi perché non rimaniate nelle maglie della salvezza.

33 Egli allora gli disse: Signore con te sono pronto ad andare anche in prigione e a morte.

Parole belle e certamente sincere, ma fuori dalla realtà della nostra storia. Perché nessun uomo è in grado di dare la propria vita per il Figlio.

34 Ma egli disse: Dico a te, Pietro, non canterà oggi il gallo fino a tre volte che abbia negato di conoscermi.

Non solo non siamo in grado di patire prigione e morte per Gesù, ma neppure sappiamo confessare il suo nome davanti agli uomini. Proviamo vergogna e timore ogni volta ci è offerta la possibilità di dire al mondo che siamo amici di Cristo.

35 E disse a loro: Quando vi inviai senza borsa e bisaccia e sandali, avete mancato di qualcosa? Essi allora dissero: Niente!

Finora avete vissuto la povertà dei bimbi, che privi di cose proprie sanno però di avere tutto dal Padre loro.  E’ tempo di diventare uomini maturi e di uscire da una tutela facile e comoda.

36 Disse poi a loro: Ma adesso chi ha una borsa la prenda, similmente anche chi ha una bisaccia, e chi non ha venda il suo mantello e compri una spada.

Bisogna dar fondo a tutte le proprie risorse e tirare fuori le unghie per la battaglia. E’ tempo di lotta estrema e non potrete più confidare semplicemente nella potenza del Figlio di Dio.

37 Dico infatti a voi che è necessario si compia in me questo scritto: E fu computato con i malfattori: e infatti ciò che riguarda me ha compimento.

E’ sospeso il tempo di una gloria facile e a poco prezzo accanto al Signore: il Figlio di Dio è computato tra i malfattori e dovete scendere in battaglia con Lui contro il principe di questo mondo.

Non per un puro accidente della storia, ma per volontà di Dio, perché deve essere distrutto il potere del maligno.

38 Essi allora dissero: Signore, ecco qui due spade.

Immediata risposta dei discepoli alla richiesta del maestro. Siamo già pronti per la lotta! Ma Gesù parla di ben altra guerra, che richiede le armi dello spirito. Cosa replicare ai discepoli ad una generosità così pronta, ma così poco illuminata? Nulla. Egli poi disse a loro: E’ bastante.

Non è proprio il caso di andare avanti col discorso e di dare spiegazioni. Basta così!

39 Ed essendo uscito andò secondo l’abitudine al Monte degli Ulivi, ora lo seguirono anche i discepoli.

Fino ad un certo punto i discepoli sono capaci di sequela: finchè si tratta delle solite cose ormai diventate un’abitudine, quando non si corre alcun pericolo.

40 Giunto poi sul luogo disse a loro: Pregate per non entrare in tentazione.

Giunto sul luogo Gesù invita i discepoli a pregare. Per Lui? niente affatto, ma per se stessi, perché non entrino in tentazione. Una delle solite e tante tentazioni al peccato o non dobbiamo intendere la tentazione per eccellenza che è quella di abbandonare Gesù nel momento della prova estrema? Seguire Gesù è solo il primo passo, poi viene il difficile. Senza la grazia di Dio è impossibile affrontare un discorso di morte.

41 Ed egli si separò da loro circa un tiro di sasso

Quanto basta per separare la sua storia da quella dei  discepoli. Perché la prova della croce è innanzitutto del Figlio di Dio, l’uomo non può averne parte alcuna. E’ già tutto se non prova scandalo e fa propria la grazia che viene dal cielo.

ed avendo posto le ginocchia pregava.

Altra è la preghiera del Figlio dell’uomo, altra è quella dell’uomo. Possono operare in contemporanea, ma si muovono su piani e livelli diversi. Cristo prega per salvare, l’uomo per essere salvato. Per la salvezza c’è bisogno di entrambe, ma solo quella del Figlio è un dato ed un fatto, storicamente accertato e garantito. E non per un destino ineluttabile, ma per una libera scelta d’amore. 

42 dicendo: Padre, se vuoi allontana questo calice da me;

Per una debolezza o un ripensamento dell’ultimo minuto o per sottolineare una scelta d’amore assolutamente libera, che fino alla fine può mettere in discussione se stessa, se si raffronta ai meriti dell’uomo, ma che non può venire meno ad un patto eterno allorchè si raffronta con la volontà del Padre?

però non la mia volontà ma la tua sia fatta.

Cristo obbediente in eterno come Figlio di Dio, ha voluto anche essere obbediente nel tempo come Figlio dell’uomo. E non in maniera indolore, senza nulla patire, ma in maniera cruenta, soffrendo fino alla morte ed alla morte di croce.

43 Apparve allora a lui un angelo dal cielo confortandolo.

Nessuna vittoria è garantita all’uomo sulla morte senza il soccorso del cielo.

Se il Padre ha mandato un angelo a confortare il Figlio suo, quanto più il nostro angelo custode verrà in soccorso alla nostra debolezza nel momento della prova estrema!

Temi il travaglio della morte? Non sarai lasciato solo. Un angelo mandato dal cielo asciugherà le tue lacrime. Sentimentalismo della fede? No! Rassicurazione che ci viene dalla Parola!

44 E giunto in combattimento pregava più intensamente;

Quando si è nel mezzo della battaglia non c’è altra arma se non la preghiera. Quanto più si prega intensamente tanto più il Maligno è colpito a morte ed è costretto a mollare la presa.

e divenne il suo sudore come grumi di sangue che scendevano sulla terra.

Non per il cielo Cristo versa il suo sangue, ma per la terra, perché sia resa fertile dal su sacrificio.

45 Ed essendosi alzato dalla preghiera,

Nella preghiera c’è il momento della prostrazione estrema in cui abbiamo bisogno della consolazione del Padre e c’è il momento in cui ci è dato di alzarci in piedi per consolare i fratelli.

essendo venuto dai discepoli li trovò addormentati per la tristezza

La tristezza per la prova spinge Gesù alla preghiera e spinge gli apostoli al mutismo che è sonno della morte, quando neppure si riesce a dire una parola a Dio Padre.

 46 e disse a loro: Perché dormite?

Non cessi la parola dell’uomo di invocare il suo Signore. Non c’è “addormentamento” più nefasto.

Essendovi alzati pregate, perché non entriate in tentazione.

Ci si alza rinati dalla preghiera ci si alza per rinascere nella preghiera.

Non c’è altra via ed altro mezzo per superare la tentazione.

47 Mentre ancora parlava ecco una folla e quello chiamato Giuda uno dei dodici li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo.

Quando non si dà alla preghiera il tempo dovuto, il Satana prende forza ed assale all’improvviso, per portarci via Cristo. In quale modo? Innanzitutto attraverso quella potenza senza volto e senza numero che ha nome di folla. La folla è il mondo che è in mano al Maligno: privo di volontà propria  in tutto e per tutto è agito dal Diavolo. Non ascolta la Parola e neppure permette che altri l’ascoltino. Ma il pericolo per i chiamati non viene solo dall’esterno: s’annida nel cuore stesso della chiesa. Colui che era stato chiamato per seguire Cristo ora precede quelli che vogliono la sua morte.

Più si precipita dall’alto e più la caduta è rovinosa. Abbandonato Cristo, Giuda non si mette in disparte, al contrario cerca una posizione di primo piano agli occhi degli uomini. Vuole essere protagonista a tutti i costi e passare nel ricordo dei posteri per una scelta coraggiosa.

Così il Satana confonde i cuori e il peccato vuole la bellezza della virtù. Giuda precede, si avvicina, bacia. Come quando si vuole ammansire una bestia pericolosa destinata al mattatoio.

48 Gesù allora gli disse: Giuda, con un bacio consegni il figlio dell’uomo?

Se è difficile per l’uomo comprendere il senso di un bacio, sembra che anche Gesù non sappia cosa pensare e come interpretare. Estremo saluto ad un’amicizia che deve essere tradita per un bene superiore? Segno di disprezzo e di irrisione? Più semplicemente, come vorrebbero altri evangelisti, un segnale per quelli del seguito? I gesti del vero amore sono ben altri e non si possono mettere accanto alle categorie di quello umano. Quanti tradimenti si nascondono sotto i baci!

Le persone che amano veramente sono quelle che “baciano” di meno.

49 Allora avendo visto quelli intorno a lui ciò che stava per accadere dissero: Maestro, colpiamo con la spada?

Gli apostoli comprendono la situazione e si preparano alla lotta e ad usare la spada. Chiedono il consenso al maestro, è vero, ma non attendono risposta.

50 E colpì uno  fra loro lo schiavo del sommo sacerdote e staccò il suo orecchio destro.

Detto! Fatto! Poco importa che sia colpito un semplice schiavo, uno di quelli che in questa storia contano di meno. Quando l’uomo è preso da paura e dal desiderio di una difesa ad oltranza, ne vanno di mezzo anche quelli che vorrebbero starne fuori, se non fosse per una condizione di servitù. Ma chi potrebbe mettere in discussione una così legittima difesa? Non certo colui che è il primo obiettivo dell’aggressione, se pur ha nome di Gesù e di Figlio di Dio.

51 Rispondendo allora Gesù disse: Lasciate, fino a questa cosa!

Si risponde ai fatti con i fatti, si risponde ai fatti con le parole. Quando si tratta di violenza fisica, non può esserci che disapprovazione da parte di Gesù. E con una certa meraviglia nei confronti dei discepoli. “ Fino a questo punto siete arrivati, non così avete imparato da me che sono mite e docile di cuore”.

E avendo toccato l’orecchio lo guarì.

Tocca a Gesù rimediare alle malefatte dei suoi. Lo fa subito, all’istante, perché nessuno spazio sia lasciato alla violenza dei suoi.

52 Disse poi Gesù agli astanti contro di lui sommi sacerdoti e capi della guardia del tempio ed anziani:

Quando qualcuno cova odio nel cuore  e si mette contro si deve cercare un confronto in verità e giustizia, per fermare l’opera del Maligno. Il Diavolo va smascherato e sbugiardato subito.

Come contro un brigante usciste con spade e bastoni.

Innanzitutto: perché una simile uscita armata, come se Gesù fosse un brigante? L’apparato militare è del tutto sproporzionato rispetto all’uno ed al suo piccolo seguito.

53 Ogni giorno essendo io con voi nel tempio non stendeste le mani su me,

Cristo non è affatto un criminale pericoloso che si nasconde nelle grotte e nei luoghi più riposti. Sua dimora abituale è il tempio del Signore, suoi conoscenti tutti coloro che frequentano la casa di Dio.

Per quale ragione dunque una simile sortita nel cuore della notte e non un semplice fermo alla luce del sole?

ma questa è la vostra ora e la potenza delle tenebre.

Non è questa l’ora del Padre, ora di luce e di giustizia: è l’ora vostra, da Lui riprovata e maledetta, l’ora in cui si rende manifesta la malvagità del vostro cuore ed ancor prima la potenza di colui che è padrone di questo cuore. Altro non si può dire a coloro che non vogliono ascoltare ed intendere la parola di Dio. Non resta che lasciare fare al Satana, perché consumi da se stesso la propria sconfitta ultima e definitiva.

54 Avendolo preso lo condussero ed entrarono nella casa del sommo sacerdote.

Bel modo di entrare nella casa del sommo sacerdote. Non tutti presi da Gesù e da Lui condotti: al contrario dopo aver legato Gesù e dopo averlo trascinato di forza dietro a sé.

Ora Pietro seguiva da lontano.

Non è ancora il rinnegamento di una sequela, ma il tradimento di una sequela da vicino. Pietro vuole vedere dove va a finire Gesù, nell’ombra però, senza essere da Lui visto.

 55 Avendo poi acceso un fuoco in mezzo al cortile ed essendosi messi a sedere insieme sedette Pietro in mezzo a loro.

Chi si allontana dall’assemblea dei giusti siederà nel consiglio degli empi. Chi si sottrae agli occhi del Signore cadrà sotto gli occhi dei suoi nemici. Anche gli uomini di questo mondo hanno luce per vedere, non per abbracciare il Cristo, ma per ripudiare chi è suo discepolo.

56 Ora avendolo visto una serva seduto presso il fuoco ed avendolo guardato attentamente disse:

L’anima che è serva del Diavolo vigila giorno e notte sul gregge del padrone. Quando vede un estraneo ed un diverso, il suo sguardo si fa attento, per discernere chi viene dal nemico.

Anche questi era con lui. L’accusa è fatta davanti a tutti: è nell’interesse dei figli del Maligno smascherare chi non è nel novero dei reprobi a pieno titolo. Per quale ragione? Per una condanna pronta e sommaria che sarebbe a gloria di Dio o per spingere al rinnegamento e al ritorno sulla via del male?

57 Egli allora negò dicendo: Non lo conosco, donna.

L’accusa ha sortito l’effetto desiderato. La fede di Pietro dà segni  di cedimento sempre più vistosi.

Un esame visivo così lungo ed attento denota un ricordo incerto e labile: si può ragionevolmente contraddire e smentire. In questa donna non c’è certezza alcuna che Pietro sia un fedele seguace del Cristo: più semplicemente crede di averlo visto con lui. L’Apostolo nega qualsiasi conoscenza di Gesù, non solo come Dio, ma anche come uomo.

58 E dopo poco un altro avendolo visto disse: Anche tu sei dei loro. Ma Pietro disse: Uomo, non lo sono.

Questa volta il riconoscimento è pronto ed immediato, non come uno che era semplicemente con Gesù, ma come un vero e proprio discepolo suo. Rinnega Pietro di essere alla sequela di Cristo.

Non lo conosce come uomo, non lo segue come figlio di Dio.

59 Ed essendo trascorsa circa un’ora, un altro tale affermava dicendo: In verità anche questi era con lui, e infatti è Galileo.

Se non vale la testimonianza di chi non  può giurare, ( quella della serva ), se non basta la testimonianza di una sola persona, ora i testimoni sono due. Non solo, il secondo testimone porta una prova in più: Pietro viene dalla Galilea come Gesù.

60 Disse allora Pietro: Uomo non so ciò che dici.

Pietro si trova con le spalle al muro, non può in alcun modo difendersi: fa finta di non capire il senso di simili accuse, come una persona coinvolta, suo malgrado e per sbaglio, in una brutta storia.

E’ la forma più grave di rinnegamento della  sequela, quando la propria conoscenza del Cristo viene posta al di sotto del sapere comune. Tutti sanno di Cristo e tu Pietro che meglio lo conosci, ti comporti come un estraneo ed un uomo che viene da lontano, che nulla ha visto e nulla ha udito?!

E subito, mentre ancora parlava, cantò il gallo.

Quando l’uomo ce la mette tutta per rinnegare la Verità, la Verità rende testimonianza a se stessa con tutto il fiato: nella coscienza del singolo, perché non tutti meritano un richiamo d’amore. Non hai finito, Pietro, di parlare “contro” e già la voce di Dio assorda il tuo cuore!

61 Ed essendosi voltato il Signore guardò Pietro,

Gli occhi del Signore ci vedono da lontano. Dove si trova Gesù in questo momento? Non nel cortile, ma nella casa del sommo sacerdote. Ma è come se fosse presente vicino a Pietro, quanto basta per guardarlo negli occhi e per comunicare in maniera efficace anche senza parola.

Ovunque tu vada, ovunque tu sia  non potrai sottrarti allo sguardo del tuo Signore: sguardo d’amore che richiama i figli alla verità ed al retto cammino. Non osi guardare in faccia il Cristo? Lo farà lui per primo, perché tu riconosca il tuo peccato e dia lode al suo amore.

e si ricordò Pietro della parola del Signore quando gli disse: Prima che il gallo canti oggi mi rinnegherai tre volte.

Nessun sguardo del Signore potrà mai rinnegare la sua parola: al contrario la conferma e  la riporta alla mente. Perché riconosciamo il nostro peccato e la nostra disobbedienza, ma anche perché siamo fiduciosi nella sua eterna onniscienza che tutto vede e tutto prevede per il bene nostro.

62 Ed essendo uscito fuori pianse amaramente.

Nessun pianto più beato di quello che nasce dal pentimento per il proprio peccato. E’ un evento anche per il cielo che fa da corona e si accompagna all’unico evento. Non puoi portare la croce di Cristo, seguilo col pentimento del tuo peccato! Versa lacrime amare, ma non davanti agli uomini di questo mondo. Non meritano di vedere i frutti di un sacrificio coloro che vogliono la morte di Gesù.

63 E gli uomini che lo tenevano prigioniero

Tengono prigioniero il Cristo coloro che sono prigionieri di Satana. Niente di più illusorio e di più fallace, se non fosse per l’amore di Gesù, che si consegna nelle mani del nemico.

lo deridevano percotendolo,

Quando il Figlio di Dio si dà in potere all’uomo è un’occasione unica per trarne ogni bene. Per essere arricchiti dalla sua Parola e per fare quelle domande a cui solo Lui può rispondere.

Misero l’uomo che deride il Cristo allorchè se lo trova tra le mani. E cosa ne sa di Lui e del suo amore? Peggio ancora quando percuote l’autore della vita per impedirgli di operare per il nostro bene e per cancellarlo anzitempo dalla terra dei viventi. Deride chi non sa e non vuole ascoltare, percuote chi non conosce la preghiera all’eterno Dio.

64 ed avendolo velato lo interrogavano dicendo: Profetizza, chi è che ti ha percosso?

Dissacrazione della Parola come ascolto ( deridevano ), rifiuto della grazia che viene dalla supplica  ( percotendolo ), profanazione dello Spirito profetico che  in Cristo Gesù è dato per la salvezza del mondo. Dove regnano le tenebre del Satana non c’è limite e misura nell’oltraggio a Cristo.

65 E molte altre cose bestemmiando dicevano a lui.

E’ il modo in cui Satana parla col Cristo: bestemmiando il suo nome. Se pensiamo che l’uomo senza fede non parli con Dio, siamo nell’errore: non sale al cielo la sua preghiera, salgono le sue bestemmie. Dio tace, e tu continui ad offendere il suo nome. Verrà il tempo in cui conoscerai la Sua voce. E allora sprofonderai nel più profondo dell’inferno.

66 E quando fu giorno, si radunò il consiglio degli anziani del popolo, i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo condussero nel loro sinedrio 

Il giorno nuovo non  porta buon consiglio; semplicemente riunisce in un solo intento i nemici di Gesù. Quando si tratta di giudicare Cristo, quelli che contano ci sono veramente tutti: gli anziani che rappresentano l’ autorità che è data dall’esperienza di vita, i sommi sacerdoti, l’autorità che viene dalla religione, gli scribi, l’autorità che viene dal sapere e dalla cultura.

La storia è scritta dai pochi: le masse non hanno voce; spaventano quando si riuniscono, sono considerate un nulla quando viene meno il gruppo.

67 dicendo: Se tu sei il Cristo, dillo a noi.

Folle la presunzione di chi considera soltanto il proprio giudizio e fa comunione con quelli che contano. C’è anche la voce degli ultimi: piccola alle orecchie dei grandi, grande alle orecchie dei piccoli.

Disse allora a loro: Se a voi lo dicessi, non crederete affatto, 68 se poi interrogassi, non risponderete affatto.

L’attenzione che i primi hanno per Gesù non è ignorata dal Signore. Perché l’elezione divina vuole giustificare se stessa agli occhi di tutti. Non c’è bisogno di rivelazione per coloro che confidano nel proprio sapere, e neppure vale la pena porre domande riguardo a Cristo. Sordi di fronte all’annuncio, muti quando devono dare una risposta.

E perché mai  deve insistere la Parola con coloro che persistono nella loro incredulità?

69 Ma da ora il figlio dell’uomo sarà seduto a destra della potenza di Dio.

Gesù ribadisce la sua sovrana potenza. E’ un dato ed un fatto: questa giova considerare , non le proprie convinzioni. Bisogna credere nella Parola che si rivela, non nelle arbitrarie costruzioni della mente umana, che tutto vuol giudicare, anche quando nulla vuole comprendere. 

70 Dissero allora tutti: Tu dunque sei il figlio di Dio?

E’ la tragedia di tutti coloro che non credono: pongono la domanda della fede, quando devono dare la risposta.

Egli allora disse a loro: Voi dite che io sono.

Chi pone la domanda al Cristo fa risaltare la Verità che è il Figlio. Anche coloro che rifiutano Gesù affermano la sua divinità. Non tutti gli uomini danno lode al Figlio, tutti sono chiamati  a porsi la domanda. E non è questo un segno della potenza divina che tocca tutto e tutti?

Anche se rigetti Cristo, affermi una coscienza “universale”del Cristo, che è dono del Padre. Perché in Lui e per Lui sono state create tutte le cose.

71 Essi poi dissero: Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? Noi stessi infatti l’abbiamo udito dalla bocca di lui.

E’ l’assurdo della non fede. Anche quando si conosce Cristo per testimonianza diretta, c’è il rigetto ed il rifiuto. Ad alcuni uomini è stato dato di andare oltre le categorie della coscienza: hanno conosciuto il Salvatore nella carne e nel sangue; non per questo l’hanno accolto.

Beati dunque quelli che credono senza aver udito e senza aver visto il Figlio di Dio fattosi uomo!

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