Vangelo di Luca cap19
- Dettagli
- Categoria: Vangelo di Luca
- Pubblicato Lunedì, 01 Agosto 2011 16:44
- Scritto da Cristoforo
- Visite: 4227
Luca 19
Ed essendo entrato attraversava Gerico.
2 Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, ed egli era capo dei pubblicani ed era ricco.
3 E cercava di vedere Gesù chi fosse e non poteva per la folla, poiché era piccolo di statura.
4 Ed essendo corso innanzi in avanti salì su un sicomoro per vederlo perché stava per passare.
5 E quando giunse sul luogo, avendo guardato in su Gesù gli disse: Zaccheo, affrettandoti scendi, oggi infatti è necessario che io rimanga nella tua casa.
6 Ed essendosi affrettato scese e lo accolse con gioia.
7 E vedendo tutti mormoravano dicendo: E’ entrato ad alloggiare da un uomo peccatore.
8 Ma essendosi alzato Zaccheo disse al Signore: Ecco , Signore, do la metà dei miei beni ai poveri e se qualcuno ho frodato di qualcosa restituisco il quadruplo.
9 Gli disse allora Gesù: Oggi è avvenuta la salvezza per questa casa, poiché anche lui è figlio di Abramo.
10 Infatti il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare la cosa perduta.
11 Ora ascoltando essi queste cose aggiungendo disse una parabola perché era vicino a Gerusalemme ed essi ritenevano che subito stava per apparire il regno di Dio.
12 Disse dunque: Un uomo nobile partì verso una regione lontana per ricevere per sé il regno e ritornare.
13 Ora avendo chiamato dieci suoi schiavi diede a loro dieci mine e disse a loro. Trafficatele nel tempo in cui io venga. 14 Ma i suoi cittadini lo odiavano ed inviarono un’ambasciata dietro a lui dicendo: Non vogliamo che costui regni su di noi.
15 ed avvenne ritornando lui ricevuto il regno e disse di far chiamare a lui quegli schiavi a cui aveva dato il denaro, per sapere cosa avevano guadagnato.
16 Si presentò allora il primo dicendo: Padrone, la tua mina ha guadagnato dieci mine.
17 E disse a lui: Bene, buon schiavo, poiché fosti fedele in cosa minima , abbi potere su dieci città.
18 E venne il secondo dicendo: La tua mina, padrone, ha fatto cinque mine.
19 Disse allora anche a questo : Anche tu sii sopra a cinque città.
20 Venne anche l’altro dicendo: Padrone, ecco la tua mina che avevo riposta in un sudario:
21 infatti avevo paura di te, perché sei un uomo severo, prendi ciò che non hai posto e mieti ciò che non hai seminato.
22 Gli dice: Dalla tua bocca ti giudico, malvagio schiavo; sapevi che io sono un uomo severo, che prendo ciò che non ho posto e mieto ciò che non ho seminato.
23 E perché non hai dato il mio denaro in banca? Ed io venendo lo avrei riscosso con interesse.
24 Ed agli astanti disse: Prendete da lui la mina e datela a colui che dieci mine.
25 E gli dissero: Padrone, ha dieci mine.
26 Dico a voi che a ognuno che ha sarà dato, invece da colui che non ha sarà tolto anche ciò che ha.
27 Intanto i miei nemici, questi che non hanno voluto che io regnassi su loro, portateli qui e scannateli davanti a me.
28 Ed avendo detto queste cose andava innanzi salendo a Gerusalemme.
29 Ed avvenne quando si avvicinò a Betfage e Betania presso il monte detto degli Ulivi, inviò due dei discepoli
30 dicendo: Andate nel villaggio di fronte al quale siamo entrati, troverete un puledro legato, su cui nessuno mai degli uomini sedette, e avendolo sciolto conducetelo.
31 E se qualcuno vi domanderà: Per chi lo sciogliete? Così direte: Il Signore ha bisogno di lui.
32 Ora essendo partiti gli inviati trovarono come aveva detto a loro.
33 Sciogliendo poi essi il puledro i suoi padroni dissero loro: Perché sciogliete il puledro?
34 Essi allora dissero: Il Signore ha bisogno di esso.
35 E lo condussero da Gesù ed avendo gettato sopra i loro mantelli fecero salire Gesù sul puledro.
36 Andando poi lui stendevano i loro mantelli sulla via.
37 Avvicinandosi poi lui già presso la discesa del Monte degli Ulivi tutta la moltitudine dei discepoli cominciò a lodare Dio con voce grande per tutti i miracoli che aveva visto,
38 dicendo: Benedetto colui che viene, il re nel nome del Signore; pace in cielo e gloria nelle altezze.
39 Ed alcuni dei farisei dalla folla gli dissero: Maestro rimprovera i tuoi discepoli.
40 E rispondendo disse: Dico a voi, se questi taceranno, le pietre grideranno!
41 E quando si avvicinò, vedendo la città pianse su essa
42 dicendo: Se conoscessi in questo giorno anche tu le cose che sono per la pace. Ma adesso è stato nascosto ai tuoi occhi
43 perché verranno giorni su di te ed allestiranno i tuoi nemici palizzate a te e ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte,
44 ed abbatteranno te i tuoi figli in te, e non lasceranno in te pietra su pietra poiché non hai conosciuto il tempo della tua visita.
45 Ed essendo entrato nel tempio cominciò a cacciare i vendenti
46 dicendo a loro: E’ scritto: E la mia casa sarà casa di preghiera, voi però di essa avete fatto una spelonca di ladri. 47 Ed insegnava ogni giorno nel tempio. Ma i sommi sacerdoti e gli scribi lo cercavano per ucciderlo anche i primi del popolo, 48 e non trovavano cosa fare, infatti il popolo era tutto sospeso ascoltando lui.
Ed essendo entrato attraversava Gerico.
Entrato in una città Gesù l’attraversa da un capo all’altro, per vedere se c’è qualche figlio di Dio.
2 Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, ed egli era capo dei pubblicani ed era ricco.
L’ andare di Gesù non è mai inutile: prima o poi dà i suoi frutti. Se il Cristo non venisse incontro, nessuna ricerca di Dio sarebbe premiata, ma allorché Egli viene in mezzo a noi, qualcuno è trovato.
Di Zaccheo si dice che era un capo dei pubblicani e che era ricco: un uomo importante dunque agli occhi dei suoi simili, ma molto di più per Cristo. Per la sua condizione sociale? Niente affatto. Ma perché era alla ricerca del Salvatore.
3 E cercava di vedere Gesù chi fosse
Questo è quello che unicamente vale davanti a Dio: cercare il volto del Figlio suo. Per questo e solo per questo il nostro nome è degno di memoria nella comunità dei santi.
Zaccheo ha sentito parlare di Gesù, ma non si ferma a quello che dicono gli altri: vuol vedere con i propri occhi e conoscere di persona.
e non poteva per la folla, poiché era piccolo di statura.
La folla è sempre un impedimento molto grande per chi vuol conoscere Cristo, soprattutto per chi è piccolo di statura. Intendi non la statura fisica, ma quella morale. Poche persone hanno un carattere così forte da riuscire ad andare contro tutti e contro tutto. Può esserci qualche uomo eccezionale che non teme il confronto con le masse. In genere la folla incute timore e condiziona l’operare di molti.
4 Ed essendo corso innanzi in avanti
Cosa fare quando le masse sono un ostacolo e ci impediscono di vedere Gesù con i nostri occhi?
Bisogna correre più forte degli altri e cercare un punto d’incontro con il Salvatore diverso da quello dei molti.
salì su un sicomoro per vederlo perché stava per passare.
Finchè siamo a terra come gli altri, ben poco possiamo conoscere di Cristo. Bisogna salire più in alto delle masse e cercare un punto di vista e di approccio diverso, con l’aiuto del cielo. E non in un qualsiasi tempo, ma quando Gesù entra nel nostro tempo. Non ci è dato vedere Gesù se non quando si fa vedere. E’ questo il tempo opportuno, il tempo della salvezza, oggi il Signore vuol entrare nella nostra vita.
5 E quando giunse sul luogo, avendo guardato in su Gesù gli disse: Zaccheo,
Non può sfuggire agli occhi di Gesù colui che chiede aiuto al cielo per vederlo.
Perché Cristo guarda in su? Perché il cielo e non la terra è luogo d’incontro fra gli occhi del Creatore e quelli della creatura. Finchè tutto si gioca su questa terra e per questa terra, non vedremo alcun Salvatore.
affrettandoti scendi,
Tanta fatica a salire per poi dover scendere e per di più in fretta? Per quale ragione. Per sentirci dire che Gesù è venuto ad abitare in mezzo a noi e vuol rimanere nella nostra casa terrena, in un tempo e per un tempo.
oggi infatti è necessario che io rimanga nella tua casa.
Oggi il Signore vuol entrare nella nostra vita, oggi è necessario aprirgli la porta della nostra casa… Perché possa rimanere e non sia semplicemente di passaggio.
Il Signore non pone la sua dimora nella casa di colui che rimanda al domani. Temi come Agostino il Signore che passa e non ritorna.
6 Ed essendosi affrettato scese e lo accolse con gioia.
Gesù fa fretta, Zaccheo va incontro in fretta. E’ questo il vero amore: non perde tempo, vuole subito conoscere l’Altro.
7 E vedendo tutti mormoravano dicendo: E’ entrato ad alloggiare da un uomo peccatore.
La gioia e l’intesa è sempre fra i due. In quanto agli altri sono fuori dal gioco e nulla importa dei loro pettegolezzi e delle loro cattiverie. Chi non conosce il vero amore, altro non può fare che buttar fuori l’amaro che ha nel cuore. Gli uomini preferiscono il parlare male al parlare bene. Quando poi si tratta di Cristo e dei suoi discepoli, fanno a gara in mormorazioni piene di malizia.
8 Ma essendosi alzato
Dal suo stato di peccato, da una vita che è morte…
Zaccheo disse al Signore: Ecco , Signore, do la metà dei miei beni ai poveri
Non c’è altro modo per sdebitarsi verso il Signore che alleggerire la propria borsa. Finchè non si dà qualcosa che interessa e che sta a cuore, l’amore è solo a parole. Di solito è Gesù che chiede di dare, questa volta è l’uomo che si offre per dare. La proposta di Gesù è sempre per una totalità, la proposta dell’uomo è per salvare qualcosa. Così è fatto il nostro cuore: Se non c’è una richiesta molto precisa per il tutto, preferisce non osare troppo. Cristo non respinge e mostra di gradire. Perché anche nella fede c’è una gradualità del comprendere e del dare. La logica del tutto o niente appartiene propriamente a Dio che vede la nostra vita con gli occhi dell’assoluto. Per noi peccatori le cose vanno diversamente e procediamo poco a poco, passo per passo. Meglio i propositi fondati ed adeguati alle proprie capacità dei colpi di testa assurdi e senza futuro. E’ vero che altrove Gesù comanda di dare ai poveri tutto quello che si possiede. Ma se il metro di giudizio fosse questo, quanti e quali saranno trovati di Cristo? E’ già un miracolo se qualcuno è trovato generoso per Gesù ed in nome di Gesù. Cominciamo col dare ciò che possiamo, anche se è poco in confronto a quello che dobbiamo. Il resto verrà da solo. Non arriva al tanto chi non dà neppure il poco.
e se qualcuno ho frodato di qualcosa restituisco il quadruplo.
Questa volta l’offerta è veramente molto generosa e mette a repentaglio la vita. Chi ragiona in questo modo si troverà ben presto al verde e non potrà più fare conti.
Promesse da marinaio? Può essere. Ma escono da un cuore sincero ed innamorato di Cristo.
Non sempre si mantengono certi propositi; non per questo l’amore è finito. Può anche continuare, con cadute e slanci di generosità, con abbandoni e ritorni. Raramente l’uomo si mantiene all’altezza di una chiamata: più spesso ha alti e bassi. Altrove è detto: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli”. Così parla Dio, ma è nell’ottica della grazia che lui vuol dare, non in quella della grazia che noi vogliamo avere.
9 Gli disse allora Gesù: Oggi è avvenuta la salvezza per questa casa, poiché anche lui è figlio di Abramo.
Zaccheo nulla ha operato per la salvezza, ed ecco è già avvenuta. Per quale ragione? Perché anche lui è un figlio di Abramo, cioè figlio della salvezza che viene non dalle opere, ma dalla fede in Cristo. Trovato peccatore davanti a Dio e davanti agli uomini, Zaccheo è pure trovato secondo la fede nel Salvatore. Se l’uomo guarda al peccato per escludere, Dio guarda alla fede in Gesù per mettere nel novero degli eletti.
poiché anche lui è figlio di Abramo.
“Se ci stanno gli altri, poverino, può starci anche lui”! Non così ! Intendi rettamente: Non è stato trovato nel novero dei molti, ma nel numero dei pochi che credono in Gesù Salvatore.
10 Infatti il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare la cosa perduta.
Per questo e non per altro è venuto il Figlio dell’uomo sulla terra.
Chi non è perduto non è cercato, ma neppure è salvato.
11 Ora ascoltando essi queste cose aggiungendo disse una parabola perché era vicino a Gerusalemme ed essi ritenevano che subito stava per apparire il regno di Dio.
Quando c’è un pubblico attento, meglio andare avanti col discorso e cogliere ciò che passa per la testa di quelli che sono in ascolto. Perché dunque Gesù continua a parlare? Perché la zucca dei suoi sta andando fuori dal seminato e bisogna riportarla alla realtà. Gerusalemme è vicina e nell’imminenza della croce gli apostoli già sognano la gloria di Dio.
12 Disse dunque: Un uomo nobile partì verso una regione lontana per ricevere per sé il regno e ritornare.
Non è ancora la fine di questa vita e l’inizio di quella eterna. Gesù se ne andrà lontano per tornare alla fine più potente e più ricco, pieno di doni da regalare ai suoi. C’è un tempo di lontananza che non bisogna prendere sotto gamba, perché in questo tempo dovremo far maturare in noi i frutti della grazia.
13 Ora avendo chiamato dieci suoi schiavi diede a loro dieci mine e disse a loro.
Dieci sono gli schiavi che rispondono alla chiamata, dieci sono coloro ai quali viene data la grazia.
Un dono uguale per tutti che impegna tutti alla stessa maniera. In un’altra parabola si dice che i talenti sono dati in quantità diversa. Questo potrebbe far pensare ad un dono che è fatto in rapporto alle capacità individuali, a canali già segnati per natura che la grazia non può scavalcare. Potrebbe essere anche vero se vediamo il problema della grazia dal punto di vista quantitativo. Se lo consideriamo dal punto di vista qualitativo, non c’è differenza alcuna tra grazia e grazia: è sempre l’unica, la sola, la medesima. Per Dio è innanzitutto una questione di qualità, di grazia vera. La quantità riguarda ed interessa piuttosto i frutti della grazia: possono essere diversi, più o meno numerosi. Può importare all’uomo, nella speranza di una maggiore ricompensa futura, non ha alcun interesse per Dio.
Trafficatele nel tempo in cui io venga.
Non è ancora tempo di gloria eterna: il comando cade nell’oggi della nostra vita. Venuto il Salvatore ci è data la sua grazia, ma non senza responsabilità da parte nostra e senza rendiconto. Finito il precetto che è nello spirito della Legge, diventa attuale il precetto nello spirito della grazia.
Terminati i tempi dei “foschi” traffici della Legge, sembra proprio che si debba continuare a trafficare per Dio ed in nome di Dio. Di traffico si tratta pur sempre, ma lo spirito è ben diverso. Perché l’amore di Dio si è manifestato. Le nostre mani hanno toccato, i nostri occhi hanno visto il Salvatore d’Israele. Dobbiamo ancora metterci all’opera per il Signore, ma non per quello che deve venire, ma per quello che è già venuto, che è morto e risorto per noi e che ritornerà alla fine del tempo e dei tempi per portarci nel regno del Padre. Nella casa dei servi tira un’aria diversa. C’è la promessa di un’adozione a figli e la certezza di un dono che è per tutti. Nessuno è escluso dalla grazia del Signore.
14 Ma i suoi cittadini lo odiavano ed inviarono un’ambasciata dietro a lui dicendo: Non vogliamo che costui regni su di noi.
Aria buona dentro per i servi di Cristo, ma non fuori. Israele non vuole il Salvatore e manifesta apertamente contro di Lui e contro coloro che dicono e fanno in nome suo. In poche parole il dramma di un rifiuto. E’ una storia lunga e al riguardo molto si potrebbe dire, ma Gesù non vuole dare peso. Perché il cuore dei suoi servi deve riposare nella promessa del suo ritorno. Il mondo può ben tuonare contro, ma è un rumore vano e passa alla svelta. Viene presto l’ora dell’incontro finale e decisivo con nostro Signore, che ci fa compartecipi del suo regno.
15 ed avvenne ritornando lui ricevuto il regno e disse di far chiamare a lui quegli schiavi a cui aveva dato il denaro, per sapere cosa avevano guadagnato.
Ritornerà il Signore nel giorno del giudizio ultimo, ritornerà ancor prima nel giorno della nostra morte ed allora vorrà vedere cosa teniamo in mano dei suoi doni.
16 Si presentò allora il primo dicendo: Padrone, la tua mina ha guadagnato dieci mine.
I beni del Signore danno frutto da se stessi: non c’è bisogno che l’uomo entri in affanno. Il guadagno è sempre opera della grazia di Dio. Anche quando il raccolto è molto, servi inutili siamo.
17 E disse a lui: Bene, buon schiavo,
Apprezzamento insolito dell’uomo: non si vuol dire che esista qualcuno di buono, piuttosto che c’è qualche schiavo che fa bene il proprio dovere. Buono dunque non per natura propria, ma soltanto in rapporto alla grazia che deve gestire. Se si può parlare di bontà dell’uomo, questo è soltanto a partire dalla grazia che gli è data e dalla risposta che dà a tale grazia.
poiché fosti fedele in cosa minima , abbi potere su dieci città.
I doni del Signore non possono mai chiamarsi minimi: minimo è l’impegno a noi richiesto perché diano frutto. Allorchè siamo trovati fedeli alla potenza della grazia, siamo fatti potenti al di sopra di coloro che tale grazia non hanno. L’obbedienza che ci faceva parere perdenti agli occhi del mondo, ora ci trova vincenti: non i più deboli, ma i più forti.
18 E venne il secondo dicendo: La tua mina, padrone, ha fatto cinque mine. 19 Disse allora anche a questo : Anche tu sii sopra a cinque città.
Stessa storia anche per il secondo. Non è stato bravo come il primo e non merita elogio alcuno, ma è trovato degno di entrare nel regno di Dio, perché ha messo a frutto la mina ricevuta.
Non si entra nel regno dei cieli soltanto perché più bravi degli altri; c’entrano anche i meno bravi. E’ soltanto per grazia ed in virtù dell’unica grazia. Basta metterla a frutto e dare spazio alla sua opera.
20 Venne anche l’altro dicendo:
Non erano forse dieci gli schiavi? Siamo già all’ultimo o non dobbiamo intendere diversamente? Quando si tratta di grazia ricevuta, le risposte sono molteplici, quanti sono i graziati, ma per quel che riguarda la valutazione finale si faranno soltanto tre gruppi.
Ci sarà il gruppo dei promossi con lode, dei promossi , dei respinti. Abbiamo già visto i promossi, adesso vien la volta dei bocciati.
Padrone, ecco la tua mina che avevo riposta in un sudario:
Qual è l’immagine tipo del bocciato che ci viene proposta da Gesù? Non quella dell’uomo malvagio che vive al di fuori dell’economia della salvezza, ma quella del servo che, ricevuta la grazia, non l’ha fatta fruttare. E’ l’uomo che non disprezza il dono di Dio, ma non lo vive nello spirito della fede. Per la fede il dono è messo ogni giorno a rischio per la gloria di Dio e per il bene nostro. Non c’è grazia che non dia frutto, ma questo è compreso e verificato col senno di poi. Ogni giorno siamo esposti alla morte per essere fedeli al mandato di Cristo e non tutti osiamo o rischiamo alla stessa maniera. Come sperare nella gloria futura senza esporsi al rischio della fede? Entrando in uno spirito di conservazione del dono e quindi della propria vita senza osare alcunché per Cristo: non facendo il male, ma neppure il bene. Una buona coscienza dunque, che si fa tale, non per il bene fatto, ma per il male non fatto. Strano davvero questo sudario scelto come luogo di conservazione. Il sudario è fatto per la morte, non per la vita: non si può conservare in un uomo morto ciò che è dato per un uomo vivo. Non si mette il vino nuovo in otri vecchie.
21 infatti avevo paura di te, perché sei un uomo severo, prendi ciò che non hai posto e mieti ciò che non hai seminato.
E’ questa la mentalità tipica dell’uomo della Legge. Custodisce il precetto per timore di Dio. Ma è un timore senza amore, falso ed ingannevole; neppure un’unghia sa e vuole rischiare per l’amato del suo cuore. Non è degno dell’adozione a figlio di Dio. Non ha amore per il Padre che è nei cieli: pensa solo a salvare la sua pelle da un padrone severo ed ingiusto.
C’è forse qualcosa al mondo che non sia stato posto da Dio o da Lui seminato? Ma quando non si comprende l’amore e non si risponde alla sua chiamata anche il Padre più buono e generoso diventa un tiranno.
22 Gli dice: Dalla tua bocca ti giudico, malvagio schiavo;
Nessuna opera malvagia è stata trovata in questo servo; ma il suo spirito non è approvato, perché non è secondo la fede in Cristo Gesù.
Pensi di salvarti solo perché nulla hai fatto di male? Al contrario sei convinto di essere stato bravo perché hai conservato il dono di Dio? Ma quale la risposta alla sua chiamata? Quale fede nel Signore e desiderio di regnare con Lui e con tutti i santi?
Il giudizio di Dio va oltre le opere, entra nel cuore, a partire da ciò che esce dalla bocca. Se puoi tenere nascosto il tuo cuore, non sarà per sempre, perché prima o poi dovrai aprire la bocca. E dalla bocca il Signore vedrà cosa c’è nel tuo profondo.
Malvagio dunque, non a partire dalle opere, ma dalle parole. “Perché la bocca di ognuno manifesta ciò che c’è nel cuore”.
sapevi che io sono un uomo severo, che prendo ciò che non ho posto e mieto ciò che non ho seminato.
Coloro che vivono nello spirito della Legge portano con sé ambiguità e contraddizioni che non vogliono risolvere e che alla fine salteranno fuori. Da un lato si vuol far salva la propria fedeltà a ciò che ci è stato dato da Dio. Dall’altro lato c’è la convinzione che Dio sia un padrone esigente che tutto vuole e tutto pretende dall’uomo. Ma allora, come puoi pensare che si accontenti di una giustizia incolore che nulla aggiunge a quanto già dato? La vera osservanza della Legge porta al desiderio ed alla necessità di un suo superamento. Se non arriva alla fede in Cristo è un custodire falso e non illuminato. Inganni te stesso, non il Signore.
23 E perché non hai dato il mio denaro in banca? Ed io venendo lo avrei riscosso con interesse.
Non è innanzitutto questione di opere: è soprattutto un problema di luce e di risposta al piano di Dio. Perché vuoi conservare in te stesso i doni del Signore? Per trovarti alla fine senza frutto? Non vedi e non comprendi quale ricchezza e possibilità di crescita ti è offerta dalla sua chiesa? Entra nella comunità degli eletti: con essa e per essa crescerai di vita in vita. Non sai come far frutto? Ci penserà la chiesa ad indicarti la via maestra della fede. Nessuna fatica in chi riceve la grazia di Dio, nessuna possibilità di perdita in chi mette ogni suo dono nelle mani della chiesa.
E’ l’unica banca che non può fallire e che a tutti e ad ognuno garantisce frutti degni di vita eterna.
24 Ed agli astanti disse: Prendete da lui la mina e datela a colui che ha dieci mine.
Niente è perduto dei doni di Dio: rifiutati dagli uni passano agli altri, per volontà del Signore, perché coloro che hanno la vita l’abbiano in sovrabbondanza, coloro che non l’hanno siano spogliati di ogni parvenza.
25 E gli dissero: Padrone, ha dieci mine. 26 Dico a voi che a ognuno che ha sarà dato, invece da colui che non ha sarà tolto anche ciò che ha.
Sarà dato non per ciò che è stato semplicemente dato, ma per il frutto della fede in Cristo Gesù.
27 Intanto i miei nemici, questi che non hanno voluto che io regnassi su loro, portateli qui e scannateli davanti a me.
Se il giudizio è fatto sulla chiesa ed interessa innanzitutto i chiamati, non per questo gli altri ne sono fuori. Per coloro che non hanno voluto Cristo, tutto si risolve alla svelta: periranno miseramente senza possibilità alcuna di appello e di giustificazione. Tutti compariremo davanti a Cristo per essere giudicati, secondo la fede che abbiamo, vera o falsa che sia, e secondo quella che non abbiamo.
28 Ed avendo detto queste cose andava innanzi salendo a Gerusalemme.
Comitiva per nulla lieta quella che sta salendo a Gerusalemme. Benché gli apostoli non abbiano compreso le parole di Gesù riguardo alla sua morte e resurrezione, tuttavia avvertono un’aria che mette tristezza. Seguono Cristo, ma quasi da Lui trascinati.
29 Ed avvenne quando si avvicinò a Betfage e Betania presso il monte detto degli Ulivi, inviò due dei discepoli 30 dicendo: Andate nel villaggio di fronte al quale siamo entrati troverete un puledro legato, su cui nessuno mai degli uomini sedette, e avendolo sciolto conducetelo.
La salita verso Gerusalemme si fa sempre più misteriosa e si arricchisce di contenuti nuovi. Da un lato un discorso di morte per mano dell’uomo, dall’altro la volontà di entrare in Gerusalemme non come un mortale qualunque, ma su di un puledro, come fanno i re in tempo di pace. Morte e vita, rifiuto ed accettazione, disonore e gloria sembrano darsi la mano e confondersi in un unico grande evento finale.
31 E se qualcuno vi domanderà: Per chi lo sciogliete? Così direte: Il Signore ha bisogno di lui.
Non può esserci alcun dubbio riguardo alla volontà del Signore: è detto e ripetuto.
32 Ora essendo partiti gli inviati trovarono come aveva detto a loro.
Allorchè si entra in uno spirito di obbedienza alla volontà di Dio si entra pure nell’intelligenza di un disegno d’amore eterno. Tutto è trovato conforme alla parola detta. Non una invenzione dell’ultima ora o un colpo di testa senza fondamento, ma l’adempimento di un piano già stabilito e preparato dalla fondazione del mondo.
33 Sciogliendo poi essi il puledro i suoi padroni dissero loro: Perché sciogliete il puledro? 34 Essi allora dissero: Il Signore ha bisogno di esso.
Quello che il Signore dice alla sua chiesa, questa deve dirlo ad ognuno che voglia sapere. Gesù sta per entrare in Gerusalemme, come un re in tempo di pace, perché la gloria sua diventi la gloria di tutto il popolo eletto. E’ stata fatta la pace tra la terra ed il cielo: Cristo è il re firmatario, il segno ed il portatore di questa pace. Sciolto dal legame della Legge, ma in virtù della medesima Legge vista e rivisitata dal Cristo, Israele è chiamato a dar lode al suo Eterno re.
35 E lo condussero da Gesù
La Legge va portata e ricondotta a Gesù: in Lui e per Lui diventa strumento regale di salvezza.
ed avendo gettato sopra i loro mantelli fecero salire Gesù sul puledro.
L’osservanza della Legge fa da copertura ai peccati, ma allorchè la coperta è tolta e restituita alla medesima Legge, è messo a nudo il peccato dell’uomo. Il momento della spoliazione di ogni falsa giustizia nell’umile confessione della propria colpa è anche il momento dell’ingresso di Gesù nella sua casa. Non per rinnegare la Legge, ma per mettersi sopra di essa, non per nascondere i peccati contro il precetto divino, ma per portarli su di sé. Perché Israele possa conoscere l’amore del Signore e dar gloria al suo Salvatore.
36 Andando poi lui stendevano i loro mantelli sulla via.
Facevano bello e grande il passaggio del Signore, stendendo sulla via quanto avevano di più prezioso e di più caro, perché fosse calpestato dal Cristo? Al contrario stendevano sulla via i peccati di cui erano coperti, scoprendo la propria miseria, perché il Signore mettesse il Maligno sotto i suoi piedi e Lui solo fosse vincitore.
37 Avvicinandosi poi lui già presso la discesa del Monte degli Ulivi tutta la moltitudine dei discepoli cominciò a lodare Dio con voce grande per tutti i miracoli che aveva visto, 38 dicendo:
Tutti i discepoli danno lode a Dio per tutti i miracoli che hanno visto. Di quali miracoli si parla? Di quelli che stanno cadendo sotto i loro occhi. Gli uomini mettono il proprio peccato ai piedi del Salvatore, per essere liberati dal potere del Maligno.
Sono questi i miracoli che fanno scaturire dal cuore l’inno di lode a Cristo Gesù.
Benedetto colui che viene, il re nel nome del Signore; pace in cielo e gloria nelle altezze.
Benedetto il re che viene nel nome del Signore, per liberarci dalla schiavitù del Satana. Re nuovo, vita nuova. La pace che è portata sulla terra fa notizia in cielo e la gloria che l’uomo rende in basso al Figlio di Dio si aggiunge a quella data in alto dagli angeli.
39 Ed alcuni dei farisei dalla folla gli dissero: Maestro rimprovera i tuoi discepoli.
Grande gioia e grande festa per i discepoli, ma non tutti condividono. C’è anche chi si sente contrariato ed offeso da tanto tripudio e non comprende la ragione, perché non ha fede in Gesù. Quando un maestro ha successo presso i suoi allievi e suscita entusiasmo, ecco che i colleghi si fanno avanti per muovere rimproveri. Il responsabile di tanta confusione richiami i suoi discepoli all’ordine e ad un comportamento più corretto. L’invidia è un sentimento che non sa rimanere nascosto: salta fuori ad ogni occasione.
40 E rispondendo disse: Dico a voi, se questi taceranno, le pietre grideranno!
Niente di più fondato, di più dovuto e di più santo della lode al Figlio, che dalla terra sale al cielo.
E’ volontà di Dio, non dell’uomo. Se tacerà la bocca dell’uomo, le pietre stesse grideranno la gloria del Cristo.
41 E quando si avvicinò, vedendo la città pianse su essa 42 dicendo:
Gioia nel Figlio per coloro che gli rendono gloria, tristezza per la sorte di Gerusalemme.
Rifiutata la pace che viene dal cielo, il popolo eletto conoscerà soltanto guerra e distruzione. La città di Dio cerca la pace, ma non quella vera. Con quale spirito, con quale speranza potrà affrontare l’imminente sciagura che si abbatterà su di essa?
Se conoscessi in questo giorno anche tu le cose che sono per la pace.
Quali cose sono per la pace? Tutto ciò che è portato sulla terra dal Figlio di Dio, per conciliare la creatura con il suo Creatore. Questa è la grande novità del giorno; ma Israele non vede e non comprende. Oggi è il giorno in cui fare pace con Dio.
Ma adesso è stato nascosto ai tuoi occhi
Per un imperscrutabile disegno del destino o più semplicemente per la durezza del tuo cuore?
Non rallegrarti Gerusalemme per una vita strappata alla visita del Signore: porta alla dannazione eterna. Il giudizio è già fatto ed il Satana ha via libera.
43 perché verranno giorni su di te
C’è ancora un futuro, ma senza speranza: non è per te, ma contro di te.
ed allestiranno i tuoi nemici palizzate a te e ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte,
Il nemico bloccherà ogni via di fuga, ti circonderà da ogni parte in una stretta mortale.
44 ed abbatteranno te i tuoi figli in te,
Sarai abbattuta insieme con i figli che porti nel grembo, perché non resti generazione futura.
e non lasceranno in te pietra su pietra poiché non hai conosciuto il tempo della tua visita.
Neppure le pietre saranno risparmiate; sarà cancellato anche il ricordo. E perché tutto questo? Perché non hai conosciuto il tempo della visita del Signore.
45 Ed essendo entrato nel tempio cominciò a cacciare i vendenti 46 dicendo a loro: E’ scritto: E la mia casa sarà casa di preghiera, voi però di essa avete fatto una spelonca di ladri.
Quando non si ottiene niente con le buone maniere, quando non c’è discorso che tenga, allora il Figlio di Dio può abbandonarsi all’ira, in un ultimo disperato tentativo di salvare il suo popolo da un’eterna rovina. Si frequenta la casa di Dio per pregare e per lodare il suo nome, non per fare commercio. La salvezza è dono gratuito e non può essere oggetto di scambio. Pensate di poterla in qualche modo acquistare? L’acquisto non è valido, perché fatto da ladri. Avete rubato la vita a Dio e con quali beni pagherete il prezzo del vostro riscatto? Con quella giustizia che non vi appartiene?
47 Ed insegnava ogni giorno nel tempio.
Dopo l’abbandono all’ira, il Gesù di sempre: insegna ogni giorno nel tempio, perché nessuna parola che esce della sua bocca vada perduta. E’ nella chiesa che splende la Luce della Parola. Vuoi incontrare Gesù per essere da Lui illuminato? Cercalo nella comunità degli eletti.
Ma i sommi sacerdoti e gli scribi lo cercavano per ucciderlo anche i primi del popolo,
La chiesa è luogo di ricerca, non solo da parte di coloro che vogliono ascoltare Gesù, ma anche da parte dei suoi nemici. C’è chi cerca per accogliere la vita, c’è chi cerca per dare la morte.
Particolare curioso: quelli che nella chiesa si danno più da fare intorno a Gesù sono i sommi sacerdoti e quelli che contano a questo mondo, non per dare lode a Cristo, ma per metterlo a morte.
Per grazia di Dio ci sono anche quelli che fanno da scudo intorno al Signore e pongono un freno.
48 e non trovavano cosa fare, infatti il popolo era tutto sospeso ascoltando lui.
Finchè ci sarà chiesa ci sarà l’opera diabolica di coloro che vogliono far tacere la voce del Cristo, ma saranno impediti da coloro che hanno orecchi di ascolto.